ORA E’ PIU’ CHIARO IL PERCHE’ EMMA VILLAS ANDRA’ A SIENA. I LEONI DI GIANNINI GIOCANO ALLA PARI CON I MOSTRI DELLA SIR PERUGIA

SIENA – Serviva una prova, un motivo tangibile del perché la Società Emma Villas ha deciso di abbandonare il progetto palasport a Chiusi e di andare a giocare a Siena in caso di promozione in A2? Ieri, la prova si è avuta ed è inequivocabile. Il PalaEstra è un altro film. Non è in buone condizioni il “catino” della Mensa Sana, dopo il fallimento della squadra di basket, è rimasto un po’ sgarrupato, non proprio tirato a lucido. Ma lì dentro si respira aria di grande sport, c’è profumo di scudetti, di campioni, di emozioni. E i numeri sono decisamente diversi da quelli che potrebbe offrire/garantire Chiusi, anche con un palasport nuovo di zecca.
Certo, ieri la Emma Villas ce l’ha messa tutta, insieme al Comune di Siena che ha sponsorizzato l’evento, per fare bella figura, per dimostrarsi all’altezza di quel palcoscenico. E ci è riuscita. E la partita amichevole con la SIR SAFETY PERUGIA, vicecampione d’Italia e compagine tra le più forti d’Europa, è stata pure una bella partita nella quale i leoni chiusini non hanno sofferto la differenza di categoria e hanno giocato alla pari, portando i giganti umbri al tie break. Vero che coach Grbic ha tenuto a riposo Buti e ha utilizzato solo nei primi due set Atanasjievic, Fromm e Vujevic e che i perugini hanno giocato abbastanza rilassati, ma in alcuni frangenti hanno anche trovato ossi duri da masticare…
Non era il risultato ovviamente la posta in palio. Ma la cornice. La risposta della città del palio. E anche – diciamolo – quella del pubblico di Chiusi che, dopo l’annuncio della partenza della squadra verso il capoluogo nella prossima stagione, poteva anche dare segni di scoramento, delusione, distacco. Il pubblico chiusino ha risposto in massa, per la gioia di diversi ristoranti che ci hanno riempito la serata. Quello senese pure. Risultato: 2.000 persone sugli spalti. E una grande festa per tutti. Certo, se la squadra della Emma Villas andrà in A2, non tutte le partite saranno di cartello, dovrà vedersela magari con Potenza Picena o Alessano, non con i “mostri” della SIR Safefy Perugia come Atanasjievic, Vujevic, Beretta, Maruotti, Fromm… Ieri, al Palaestra erano loro le star, indubbiamente. Ma anche Spescha, Di Marco, Braga e Grassano hanno fatto la loro figura. E forse a Siena, città innamorata del basket e dei cavalli, qualcuno si sarà stropicciato gli occhi anche per questa squadra che arriva da Chiusi e potrebbe far divertire. Spescha per esempio, è stato lui l’uomo del match: ha messo a segno 34 punti. Ha bombardato e distrutto la retroguardia umbra da tutte le posizioni. Nessuno dei giganti perugini ha fatto altrettanto. E se il lungagnone romano non avesse 35 anni suonati il presidente dei Block Devils, Sirci ci farebbe pure un pensierino… Anche quel muro di Grassano in faccia al fenomeno Atanasjievic è valso sicuramente il prezzo del biglietto.
I tanti chiusini presenti al PalaEstra hanno applaudito. Con entusiasmo e senza rancore. E certamente hanno anche più chiara la scelta di Bisogno & C. di traslocare nel capoluogo. Ovvio che nel giro di poco, la Emma Villas Vitt Chiusi diventerà Emma Villas Siena. Come la Pet Company Trasimeno Volley diventò Perugia Volley. Come la SIR Safety Bastia è diventata Sir Safety Perugia. Chiusi dovrà mettersi l’anima in pace, riporre i sogni di gloria e sperare di mantenere in loco almeno una buona serie C o al massimo una B2. Perché a Chiusi il volley maschile c’è da 60 anni e passa e non sarebbe giusto perderlo del tutto, anche se gran parte del tifo attuale si è appassionato di recente, solo vedendo le star…
Tra gli spettatori anche gli assessori chiusini Bettollini e Micheletti e il sindaco Scaramelli, che, avvicinandosi al desk della stampa ha continuato a dire “noi il palasport lo facciamo lo stesso”. Probabilmente è l’unico a pensare che serva ancora. Di sicuro, dopo quanto si è visto ieri a Siena, è veramente difficile ipotizzare che la Emma Villas, dopo una stagione di A2 al PalaEstra, possa poi tornare a Chiusi. Potrebbe succedere solo in caso di immediata retrocessione. Ma questa è un’ ipotesi che nessuno augura alla Emma Villas. E alle quale, giustamente, Giammarco Bisogno non vuol nemmeno pensare. Nemmeno noi. Come nessuno si augura che la formazione di Giannini non ottenga la promozione al termine di questa stagione e resti dunque dov’è. Cioè a giocare a Chiusi. Nemmeno Scaramelli.
m.l.
Emma Villas Chiusi, Mens Sana Siena, PalaEstra Siena, ROMANO GIANNINI, SIMONE SPESCHA, Sir Safety Perugia, Stefano Scaramelli
Marco, la gente alla fine del mese mangia scatolette ! Il guaio è anche che più le mangia e più è sensibile a tutto questo che è entrato a far parte non solo a Chiusi ma dappertutto della sua cultura….. …cultura? Con la separazione delle idee e dei propositi e delle istanze si crede che ognuno possa avere il diritto di fare ciò che crede,ma non è così evidentemente perchè c’è la realtà che riporta tutti a tener conto di cosa ci sia intorno a noi. E se c’è la cosa preponderante su tutte che si mangino scatolette io personalmente con tali propositi allargati anche delle istituzioni che funzionano sempre per chi c’è immerso e che portano acqua ai soliti noti,sinceramente ne ho abbastanza. Ho detto solo il mio parere che . non pretende di essere un principio guida assolutamente.ma quando si innesca una diatriba di tale tipo che c’è stata su tali possibili iniziative, tutto questo ti fa vedere che la gente fino a che non sbatte personalmente la testa sulla realtà materiale ancora fa in voli pindarici e ritiene che sia lo sport il fattore trainante.Chiusi sono quasi 25 anni che è in saldo al 70%.La corrente Amministrazione- ha detto bene Cioncoloni-rammentando per fila e per segno i capoversi del fallimento, si è basata solo sulle chiacchiere e sulle lucine alle scalette, sui marciapiedi e sui giuochini ai bambini o su cose di tal genere, ed adesso pensa-parole del sindaco-alla possibilità di intervento del comune per risolvere QUESTO IMPORTANTISSIMO PROBLEMA DEL PALAZZETTO TIRATO SU CON I MEZZI PRESI DALLE TASCHE DI TUTTI.!! Bene, chi vuole applauda,Personalmente
ho i guanti.e tanto fracasso non produco. ma non mi sembra che abbia detto una cosa tanto difficile a capirsi.Il fatto che si è dovuto tenere conto della non più proponibile continuità ad utilizzare lo stadio gabibbo e che siano stati soldi buttati il comune costituendosi parte lesa potrebbe richiedere a coloro che hanno deciso tale iniziativa di tener conto di tale sacrificio pubblico finito nel nulla ? E perchè quello rimane una cattredale nel deserto sembra logico continuare a frugarsi le tasche senza fornire dati-come dice Scattoni – è pensare di spendere ed impegnare le tasche dei cittadini per far giuocare i ragazzi quando non si arriva alla fine del mese ? Il guaio è che tutto funziona così e che le persone che votano quando votano pensano di aver compiut il loro dovere e si disinteressano di tutto. Questo è il risultato : miseria, possibilità di non lavoro, sperpero di risorse, sottocultura e soliti noti…..Poi la gente s’incazza se Chiusi è così, ma sono loro che sono così.
Carlo, non sono d’accordo. lo sport come altre cose (la cultura, lo spettacolo, la qualità dell’ambiente, il patrimonio storico-architettonico-archeologico ecc.) è anch’esso fattore economico, di crescita sociale e civile di una città. Non si tratta “di far giocare i ragazzi”. Lo sport è anche aggregazione, comunità, riscatto… e pure “indotto” per tante attività commerciali e produttive. I giocatori che vengono da fuori mangiano nei ristoranti, dormono negli alberghi, o se devono stare un’intera stagione pagano l’affitto, fanno spesa nei supermercati, comprano jeans e scarpe nei negozi di abbigliamento. I tifosi che vengono al seguito delle squadre avversarie pure loro spendono e lasciano soldi nel territorio… Le ditte che sponsorizzano le squadre trovano visibilità e occasioni per crescere. Insomma il business c’è. Non a caso la Emma Villas Chiusi ha deciso di trasferirsi a Siena in caso di promozione in serie A. Perché lì i numeri sono maggiori e il business sarà maggiore. Ipotizzare un nuovo palasport in un paese come Chiusi non è uno scandalo. Se la Emma Villas se ne va non è più una necessità impellente, ma può servire comunque. Si tratta di capire per fare cosa e per chi. Certo così come l’ha “sparata” Scaramelli (“ho un milione di euro cash, lo faccio io!) la cosa ha tutto il sapore della boutade elettorale. E nulla più. Credo invece che la città dovrebbe soffermarsi e discutere seriamente (cosa che non è stata fatta finora) sul futuro dello sport locale, volley compreso, e sulle strutture necessarie a tale scopo. Mettersi tutti intorno ad un tavolo potrebbe essere utile. Le sparate non servono a niente e possono rivelarsi pure dei boomerang per chi le fa… Scaramelli ha sbagliato tempi, modi e strategie. Vero. Ma adesso che si fa? Io credo che se ne dovrebbe parlare. Tanto più se l’Emma Villas se ne va, perché dopo resterà un deserto più deserto di quello che c’è adesso. E poi, francamente, non mi piace l’atteggiamento di chi si “astrae dalla lotta”, di chi si chiama fuori e guarda le cose sempre dall’alto e da lontano appellandosi al “ci sono problemi più gravi”. I fenomeni sociali (il boom del volley a Chiusi in qualche modo lo è)a mio avviso vanno seguiti, studiati, analizzati, ma soprattutto vissuti, se no non si capiscono e sfuggono… Se a Chiusi, con la partenza di Emma Villas in direzione Siena, scompare il volley, non finisce solo il sogno della serie A, o un “giochino per far baloccare i ragazzi”, scompare una realtà che aggrega centinaia di persone, che ha cresciuto generazioni di giovani, che insegna a campare… E scompare pure una realtà socio-economica superiore ad una semplice fabbrichetta o diversi negozi commerciali… Insomma ci andrei cauto a parlare di “balocchi per pochi”. Lo stesso vale per il calcio. Chi pensa il contrario probabilmente non ha mai messo piede al campo sportivo o al Palasport. A volte vedere di persona, in presa diretta, aiuta…
Forse Marco sarebbe bene dare il significato alle parole.Non ti voglio riprendere se la pensi così ma io non condivido il tuo discorso e non lo condivido perchè innanzitutto tu lo chiami ”un fenomeno sociale”:Quindi già da questo ritengo che ne siamo distanti: Ma si sta scherzando ? E’ un fenomeno sociale in quanto decine e decine , forse qualche centinaio si scaldano ed urlano e tifano perchè una squadra riesce a segnare sull’altra mentre tutto intorno crolla ed è già crollato da tempo ? Un fenomeno sociale è che non c’è più nessuno al giro, e che le fabbriche chiudono e la gente è in cassa d’integrazione che sta finendo fra l’altro, mentre sono stati re-immessi nella produttività molti meno di quanti ne sono usciti e c’è chi pensa di spendere i soldi per lo stadio.Questo è un fenomeno sociale che riguarda anche questi ultimi ! Ma si pensi invece a come fare per diminuire od ad intervenire sui costi sociali, scuola, asili, bollette, ed altro, delle famiglie che non ce la fanno e no per coloro che sono finalizzati per far giuocare a pallone;calcio o Volley che sia ….se anche tu pensi che lo sviluppo sia la conseguenza del pallone e che sia ” una scuola di vita”- come dici- allora la pensiamo proprio diversamente.Non critico per nulla lo sport, penso che ci voglia,anzi che sia necessario,ma critico l’importanza eccessiva oltre ogni limite e l’identificazione che gli viene data come stravolgente riferimento di salvezza.Lo sport in quel senso lì, quando parli di rivitalizzazione dei negozi e dei ristoranti e degli alberghi- che secondo te porterebbe-ti vorrei far capire che il circuito che si innesca è ben minimo sulla circolazione della ricchezza e sull’indotto e se si fa i conti bene globalmente forse i soldi che escono non sono quelli che entrano.Forse se si facessero bene i conti gli introiti vanno a coloro che hanno gli esercizi ridotti al minimo fra l’altro,qualche ristorante e qualche albergo. Pensi che l’indotto sia un indotto da moltiplicatore ? Produrre ricchezza è un altra cosa al paese mio.Quale continuità di produzione della ricchezza può assicurare un Palasport ? ( Attento, non dico che non ci deve essere un palasport, dico solo che per come la penso io non è una priorità, una priorità invece come sembra od era sembrata a coloro che con una notizia del genere pare quasi che sia crollato loro il mondo addosso.Estremizzando la questione, negli anni 70 a Napoli passavi per i ”quartieri” e sentivi il ragliare degli asini che dormivano nella stanza unica con 6 o 7 persone che alla domenica spendevano 25.000 a cranio per andare a vedere giuocare il Napoli…E una estremizzazione, ma rende l’idea di cosa sia lo sviluppo ed il sottosviluppo.Vogliamo fare una analisi di chi siano questi ? Non credo che peneresti tanto ad identificarli tu che conosci Chiusi più e meglio di me dal momento che conosci i miei polli ! In genere contesto spesso ciò che dice Scattoni su altre sponde di pensieri per esempio, – ma credo che sul fatto di una analisi che avrebbe auspicato fosse stata fatta prima sull’utilizzo e sulla quantità di persone che utilizzerebbero le strutture, poichè sembra che sia un delitto se vengono trasportate dai padri in altri luoghi adibiti al giuoco, un po’ di ragione forse gli si debba dare…Non voglio parlare del Sindaco e di quello che dici tu, lo si capisce che il fine è quello che dici ed è il risultato lo vediamo sotto gli occhi e si commenta da solo.Non voglio parlare nemmeno dell’Emma Villas e non entro nello specifico perchè sono cose che conosco molto superficialmente e non mi posso permettere di affibbiare ragioni o torti, ma Gianmarco Bisogno è un imprenditore e quindi agisce giustamente e pensa da imprenditore, e chiaramente col fatto di Siena ha trovato una soluzione che Chiusi non gli ha dato e saputo dare.Questo non toglie nulla al concetto delle priorità che una Amministrazione Comunale debba avere e perorare. Siamo ad un bivio,anzi l’abbiamo già superato e siamo a decidere sulle scelte di un paese depauperato in mille modi per tante cause, prima delle quali è la classe dirigente politica asservita ai soliti noti per decenni e non solo da adesso e che con l’aiuto fondamentale di chi ha la cassa ha contrassegnato lo sviluppo distorto di Chiusi,ma è roba comune anche ai paesi circonvicini e sò di non insegnarti nulla su questo.Il problema- come giustamente mi ha riferito una persona interessata ai fatti- parlando anche se superficialmente qualche giorno addietro- discorsi che si fanno per strada intendi – parlava giustamente di metodo di affrontare le cose e notava che si poteva essere anche contrari o favorevoli a tale operazione ma la priorità richiesta era di poter interloquire con persone inteligenti. Con quelle intelligenti anche se la possono pensare diversamente su quegli aspetti,gli argomenti e quello che portano in suffragio delle loro idee, si possono raggiungere senza meno in posizioni rispettabilissime, magari che rappresentano idee di minoranza ma non per questo non valide.Le sparate ed il tifo -lasciami dire- è sottocultura.E parecchia natura di tale contenuto a supporto di tale fatto è comune a diversi.Si sentono i commenti di qualcuno-sempre quelli fra l’altro,guarda caso soliti noti o ad essi legati,nei negozi o nei bar- che Chiusi soffra ” della malattia del Nò”. Sono 40 anni che pur abitandone spesso lontano è come una sentenza che rieccheggia sempre e sempre per le solite questioni legate al concetto di sviluppo perchè sembra quasi una patologia che investa le persone che sono identificate dai più”,bastian contrari a prescindere”.Quel concetto di sviluppo- almeno nei concetti espressi dalla maggioranza che governa – è poi alla fin fine quello che ha fatto approvare il Piano Strutturale o no ? Finchè la popolazione non si accorgerà del ” groviglio armonioso” che travalica di gran lunga i soliti noti e che è esteso alla gente comune che batte le mano ma che non si chiede minimamente di chi si faccia l’interesse,Chiusi scenderà sempre più in basso,ma non perchè ci siano persone che dicono no e lo argomentano,ma perchè ci sono quelli che fanno da grancassa e ritengono che lo sviluppo che innesca il moltiplicatore- a parer loro preponderante- sia quello.Ma non è difficile pensare perchè sia così.La realtà gli dà torto, con le cattedrali nel deserto, con il correre ai ripari dei ruderi industriali o delle realizzazioni incomplete partorite da quei politici che poi puntano alla politica della carriere.Ma di che ci si lamenta se la gente li vota?
Vedi Carlo, ti rispondo con un semplicecdato di fatto: 2 delle 8 squadre rimaste in lizza in Europa League sono ucraine. Le inglesi sono tutte fuori. In Ucraina c’è una situazione pesante, da guerra civile e guerra con la Russia… è uno scandalo che due squadre ucraine giochino l’Europa League e che i tifosi le seguano, mentre intorno tutto crolla? L’allenatore dell’Argentina Luis Menotti, prima della finale del mundial del ’78, disse ai giocatori, indicando i colonnelli sugli spalti: “giochiamo e vinciamo, ma non per quei figli di puttana… giochiamo e vinciamo percalleviare il dolorecdel popolo”. Secondo me aveva ragione, il compagno Menotti.
Vedi Marco, secondo me invece no ! Primo perchè il dolore del popolo non si allevia giocando a pallone, secondo perchè si dovrebbe alleviare in altri modi….Ce ne sarebbe anche un terzo di punto che è quello che così facendo il popolo non impara nulla perchè è da tempo immemorabile che il comportamento delle miserie umane viene lenito, compresso e plagiato da tali comportamenti ed allora il mio pensiero è che il popolo dovrebbe imparare dalle lezioni che riceve e dagli schiaffi che gli vengono dati anche e soprattutto dalla variata concezione dello sport perchè dovunque-dico dovunque tu ti possa girare- quello che conta e che determina i risultati anche nello sport -dove invece non dovrebbe determinarli – sono i soldi e quasi esclusivamente è il denaro il maggior manipolatore dello sport. Siamo su tale terreno al punto che la gente s’infiamma per il tifo ma che è basato sul nulla. lo sport è bello ed oltre che ad essere spettacolo fa parte delle istanze e delle pulsioni naturali delle persone, ma lo sport come lo vediamo noi intorno è una macchina mangiasoldi che sottrae anche energie finanziarie e che dovrebbero essere impiegate per altri scopi più importanti siano essi istruttivi che educativi. A chi parla che lo sport sia scuola di vita io vorrei rispondere che scuola di vita è invece il cercare di confrontarsi ed imparare,Certo che che nel confronto sportivo si può anche perdere, ma che tale cosa possa insegnare credo ritengo che possa essere abbastanza inconsistente, certamente non nulla, ma alla fine inconsistente e che tale insegnamento sia limitato comunque. Personalmente lo si sarà capito ormai che io sono per essere il contrario delle menti frastornate dallo sport (perchè ve ne sono a milioni come viene inteso e guidato oggi) che è il contrario della scuola di vita a cui si fa sempre riferimento e che purtroppo è diventata quella la scuola di vita nella mente di tanti giovani.Quelle energie dovrebbero in una società che sia a misura delle persone, essere impiegate non come vengono impiegate nello sport ridotto ad indiustria in ogni angolo che tu osservi.Se per coloro che hanno immesso-parlo dei giovani.- tutte le loro energie nello sport e lo ritengono ossigeno per i loro polmoni e la loro mente,io dico che tale è una concezione arretrata,banale, che ha fatto il suo tempo, ed è il contrario dello sport inteso come disciplina fisica ed intellettuale. I colonnelli ai quali fai riferimento non è che siano stati scalzati da quelle frasi che pronunciarono quei giocatori ma da ben altro ed anche se tali giudizi veicolati dai media hanno prodotto qualcosa, oggi non è più quel tempo, perchè l’ha detto anche Papa Francesco che si stà attivando la terza guerra mondiale e gli stessi media lavorano tutti in quel senso.Invece dei comportamenti di massa e dei milioni negli stadi che osannano la propria squadra con nugoli di altri predicatori intorno che lo ereggono a macchina per far soldi , lo sport da disciplina nobile come concezione è stato sotterrato anche da coloro che ne fanno la grancassa, polarizzando la gente vendendogli falsi valori.Oggi purtroppo è diventato un viatico per tenere addormentate le coscenze e la gente che culturalmente soprattutto sfoga le sue ansie in quel tipo di sport di cui per tanto per dire il calcio è l’esempio che più salta agli occhi per la sua diffusione, non fa altro che sopire, scaricare le valvole ed imbrigliare l’energia che potrebbe essere diretta verso altre forme, nella politica, nei molteplici aspetti della cultura, ma così facendo viene sopita quella forza che potrebbe essere impiegata in altri mille modi produttivi. Io ripeto che lo sport ci deve essere – ma non sin può nei giudizi prescindere in quale tipo di società venga espletato.Quello che vediamo intorno a noi fa entrare nella mente solo illusioni basate sul nulla e serve principalmente a quello che ho detto prima.Sò che tu per esempio sei un tifoso della Fiorentina ma che te ne viene se la Fiorentina vince o perde ? Ti sembrerà un discorso assurdo il mio rivolto a te,ma non è che forse sei te che attribuisci un valore esclusivo a tale fatto e ti crei tali bisogni ?(Io adesso ho preso te che sò che tifi per la Fiorentina ad esempio) E’ tale un valore che ti cambia i tuoi momenti di vita ? La risposta a questa banale domanda credo che possa essere data solo tenendo presente fatti fondamentali.No,intendiamoci perchè c’è gente che dice che tutto questo possa essere inteso come scuola di vita e ne fa dipendere anche il proprio umore, i propri momenti, le modalità nei contatti con gli altri.Questa mi sembra una cosa fuori dal mondo se espletata in tal modo.Oggi forse una parte del detrimento della società e delle giovani generazioni-parlo di quelle che sono destinate a mangiare scatolette nei prossimi lustri (perchè i figli dei ricchi fiorentina o milan od inter, mangeranno bene lo stesso tanto per intenderci)-a questi contribuiscono anche tali concezioni a rendere la loro sorte come sarà,e se è così -ma mi posso sbagliare ma poi poi non credo di tanto guardando al sociale ed ai comportamenti- anche tale espletamento e concezione dello sport com’è oggi viene convogliato nella quotidianità e forma una componente di un insieme d’istanze che creano un mondo fatuo, falso e distorsivo perchè il valore che gli viene dato è un valore che è tutto proteso a concentrarsi nelle tensioni, nel tifo, nell’osannare i giocatori delle squadre che campano di soldi oltre ogni limite, esercitando anche una pressione sulle famiglie dei ragazzi che ritengono di investire nel futuro dei figli percorrendo quelle discipline.Un traguardo inutile.Una concezione ed una prassi molto diversa da questa sullo sport invece sarebbe auspicabile, ma siamo arrivati a questo oggi, ed è questo il segno della distorsione, sia delle istanze, sia delle volontà che lo compiono, sia in quello che credono i giovani spessissimo instradati dalle famiglie.Io in definitiva non condanno lo sport in se stesso ma oggi come oggi non ritengo affatto che rappresenti una scuola di vita per la gente, anzi credo che rappresenti il contrario.Chiaramente spero di essermi spiegato che la mia concezione è quella che singolarmente chi pratica sport allena il suo fisico e compie una operazione individuale e sociale di salute e di benessere, ma quando si passa a comportamenti dove diventa una cultura di massa tutto questo viene inevitabilmente plagiato da chi ne ha interesse. E gli interessi sono molteplici e spesso travalicano anche quello di fare i soldi non ostante spesso sia questa la diretta e prima conseguenza.Lo sport è un altra cosa.
In una vecchia trasmissione tv, Nanny Loi andò a intervistare un pastore sardo, in mezzo alle pietre, in un un posto dimenticato da Dio e dagli uomini… Ad un certo punto dell’intervista gli fa una domanda: “Lo sa che il Cagliari ha vinto lo scudetto?”. E il pastore: “No, non lo sapevo… sono molto contento”. A quel punto Nanny Loi incalza: “Ah, è contento… Scusi, ma… a lei che gliene viene?” E il pastore, senza batter ciglio: “Perché, se non aveva vinto, cosa me ne veniva?” Quella contentezza, quella gioia, davvero non vale niente? Hai presente Carlo il discorso di Bob Kennedy sul Pil? Ecco, questa riflessione me l’ha fatto tornare in mente:
“(…) Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi.
Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta”…
Forse Marco nel mio discorso sono stato troppo,diciamo ”materialista’,’ ma il tuo riferimento al paragone del PIL sulla vita che debba essere degna di essere vissuta -perchè nel caso dello sport si intende più che altro l’emotività espressa dalla gente e/o la gioia e l’esultanza del tifo come compensazioni alla sua durezza quotidiana(della vita)- mi pare una condizione fuori da uno schema serio di dibattito ed anche di paragone. Non capisco perchè salti tutto d’un pezzo nella tua critica le condizioni di come sia ridotto lo sport oggi a cui io facevo riferimento ed i valori che ne stiano alla base e come vengano esplicati (parlo del riferimento alla ragnatela dei soldi cosa fra le principali che abbia richiamato).Io non potrò mai gioire se fossi un tifoso corretto ed attento di una qualsiasi squadra se sapessi che la mia squadra vince su altre grazie alle prestazioni comperate con l’uso del denaro.Ma non è per vestirmi da ”puro” che dico questo, è che oggi- e credo che tu mi debba dar ragione- se investo di più e se ho più denaro mi compero i professionisti migliori nel mercato e vinco. Ma è vero o no che per la maggior parte funziona tutto così ? C’è da esaltare tutto questo ? Il paragone che porti sul PIL che tutto comprenda tranne la gioia umana lo trovo davvero non pertinente in questo caso. La macchina dell’esaltazione funziona per la gente in tal modo e guai a chi smentisce i sogni perchè su questo è stato costruito un mondo. Un mondo che serve non alle persone ma al sistema per perdurare anche nella devianza.Lo sport come già ripeto è in sè stesso come concezione una cosa bellissima: è conoscenza, confronto, salute del fisico ed anche dell’anima, ma purtroppo tutto questo è oscurato totalmente dal principio che hai letto poc’anzi e non è davvero scuola di vita ma tutt’altro.Questo dura da parecchi lustri. Le esaltazioni di chi dice che sia educazione mi lasciano proprio indifferente ed anche un po’ sconcertato talvolta perchè credo che uno dei mali della nostra società sia quello per cui qualcuno disse : ” noi ci crediamo liberi ma non siamo mai stati schiavi come adesso”. A questo secondo me concorrono anche concezioni di quel tipo.
Carlo, io ho “saltato” il ragionamento sul giro di soldi e di interessi che sta dietro lo sport e soprattutto il “grande sport”, perché tutta la discussione è partita da una domanda: “E’ uno scandalo investire nello sport?” Domanda riferita ad una questione precisa, contingente e molto locale: quella del nuovo palazzetto a Chiusi. E ho cercato anche di dare una risposta, anche questa molto contingente e molto locale… Secondo me, nel caso specifico “NON E’ UNO SCANDALO”, se le cose vengono fatte bene, con trasparenza nella gestazione e chiarezza di intenti per ciò che attiene la gestione futura e l’utilizzo… Tutto qui. E secondo me non è uno scandalo, ma può anche far crescere una comunità dal punto di vista sociale, culturale ed economico anche assecondare o tener conto delle “emozioni” che lo sport procura e di quanto lo sport può aiutare a creare cittadini migliori. Ci sono (e sono rintracciabili su Youtube) “lezioni di tattica sportiva” di Julio Velasco che sono al tempo stesso lezioni di politica e di filosofia. Io le farei vedere nelle scuole e non solo agli allenatori di pallavolo…