CONTAMINAZIONE DA NICHEL: IL COMUNE DI CHIUSI CONFERMA, MA NON SI MUOVE

CHIUSI – Anche il Comune, con il vicesindaco Sonnini, conferma che il problema sussiste e che non è problema da poco. Anzi è “rilevante”. parliamo della contaminazione da Nichel della falda acquifera a valle del depuratore di Bioecologia, in zona le Biffe, rilevata dal 2008 al 2013 dai controlli effettuati dal gestore dell’impianto e dall’Agenzia regionale per la Tutela Ambientale (Arpat). Della vicenda abbiamo cominciato a parlare su queste colonne circa 2 mesi, quando rendemmo nota una relazione che Arpat aveva pubblicato sul proprio bollettino on line fa. Giovedì scorso se n’è occupato anche il Consiglio Comunale, nel quale Sonnini ha risposto ad una interrogazione della Primavera.
Il nichel è un metallo pesante e sostanza pericolosa e la contaminazione della falda ha registrato picchi oltre 10 volte la soglia prevista dalla normativa vigente. La falda in questione (quella di Fondovalle, che è abbastanza superficiale e non va oltre i 4 metri di profondità), non alimenta acquedotti pubblici, quindi l’inquinamento registrato, come abbiamo già più volte ribadito, non inficia l’approvvigionamento idrico né di Chiusi, né dei paesi a valle (Ponticelli, per esempio). E questo, da un certo punto di vista è elemento tranquillizzante.
Però la contaminazione c’è stata e continua ad esserci. Il picco più alto è stato raggiunto nel gennaio 2013 (204 microgrammi/litro, rispetto alla soglia di rischio fissata a 20 microgrammi/litro). Non si sa se c’era anche prima del 2008, perché i controlli attraverso alcuni piezometri sono cominciati solo in quell’anno. Il problema è stato rilevato dai controlli al depuratore di Bioecologia, ma non è detto che sia il depuratore la causa della contaminazione. L’impianto tratta (o dovrebbe trattare) liquami di natura organica dove il nichel non dovrebbe annidarsi…
E allora da dove trae origine un inquinamento così rilevante e costante? Non si sa. Arpat e Biecologia hanno sempre inviato i risultati delle analisi al Comune e alla Provincia, questo l’ha confermato anche il vicesindaco, ma in 5 anni nulla in proposito è stato fatto. Sindaco e vicesindaco, dopo la pubblicazione della tabella con i risultati dei controlli da parte di Arpat, in risposta ad alcune domande poste da Primapagina, si impegnarono – erano i primi di novembre – ad avviare verifiche in tutta l’area circostante il depuratore. Ma l’impegno per ora è rimasto un impegno. In Consiglio, su proposta della Primavera, e con l’ok del capogruppo di maggioranza Brilli, si è accennato (non votato o deciso) alla possibilità di convocare la Commissione Ambiente del Consiglio, per avviare una indagine sul problema. Viene da chiedersi come mai la commissione non sia stata convocata prima, sapendo da 5 anni dell’esistenza della contaminazione da nichel della falda. Forse si è confidato sul fatto che non c’è rischio per l’approvvigionamento idrico e quindi il problema non è dirompente. Ma chi lo dice che non è dirompente? L’inquinamento della falda può incidere sui prodotti agricoli che si coltivano sui terreni soprastanti (Mais, girasole, ortaggi…), sulle fonti di campagna, sui corsi d’acqua…
Come si può affermare che il problema sussiste ed è rilevante dal punto di vista del dato numerico relativo alla contaminazione e poi non fare nulla per 5 anni?
A questo punto crediamo che il sindaco che è autorità sanitaria del Comune, non solo abbia l’interesse ad affrontare il problema, ma sia obbligato a farlo, servendosi di tutti gli strumenti e gli organismi deputati alla tutela della salute e dell’ambiente. Lo stesso vale per l’autorità giudiziaria, per le forze dell’ordine.
Possibile che la notizia di una conclamata contaminazione di una porzione di territorio (non si sa quanto vasta), con una sostanza pericolosa e cancerogena, passi inosservata?
Tra l’altro non è stata pubblicata “en passant” in un solo articolo, ma in diversi articoli di Primapagina rilanciati anche da altri blog e social network, letti da migliaia di persone.
Non solo: come abbiamo già detto, giovedì scorso se n’è parlato anche in consiglio comunale, massimo organo istituzionale locale.
Ora, l’amministrazione comunale che qualche mese fa si disse pronta a fare le barricate per impedire la realizzazione di un impianto a biomasse in località Le Coste, nel comune di Castiglione del Lago, su questa vicenda ha mostrato disponibilità ad affrontarla, ma… senza fretta, come se si trattasse delle “cacche” dei cani nelle aiole. Crediamo sia un atteggiamento sbagliato e stridente con le posizioni assunte sul progetto Le Coste e su altri argomenti come la raccolta differenziata, giustamente esaltata come “prova della grande attenzione che il Comune riserva all’ambiente”.
Se il Comune è così attento e sensibile all’ambiente perché su questa storia non ha mosso una paglia?
Nessuno vuole fare allarmismo, né gettare la croce addosso al depuratore a o ad altre imprese (nei presi dell’impianto c’è una zincheria, alcune aziende metalmeccaniche, ci sono diverse carrozzerie… tutte potenzialmente potrebbero aver causato le infiltrazioni di nichel e quindi tutte vanno controllate, come vanno controllate altre possibili situazioni di rischio e la stessa conformazione geologica dei terreni, che potrebbe essere essa stessa causa di contaminazione), ma il perdurare dell’indifferenza e del nulla di fatto per verificare le cause e la portata dell’inquinamento in questione, si configura quantomeno come una “omissione in atti d’ufficio”, se non come omissione di soccorso… Perché la contaminazione non è una supposizione della stampa o di qualcun altro: è un fatto certificato dall’ente regionale preposto al controllo e alla tutela del territorio. E confermata dallo stesso Comune nella sede istituzionale deputata. Ce n’è abbastanza perché la gente cominci a preoccuparsi. Cosa serve di più per intervenire, che finisca la battaglia per le primarie del Pd?
E cosa serve di più per vedere su questo argomento una trasmissione di Tele Idea, un servizio de La Nazione, del Corriere di Siena e dei vari siti di informazione on line della Valdichiana e dintorni? Se serve che il Comune mandi un comunicato, Scaramellie Sonnini lo mandino un comunicatino…
m.l.
I contorni della questione ormai sono noti da un pezzo, come ricorda l’articolo: da almeno due mesi si è venuti a conoscenza che una porzione del territorio del nostro comune è inquinata dal nichel. L’inquinamento persiste da almeno cinque anni.
La Primavera ha presentato un’interrogazione in Consiglio comunale ma ha sortito il solo effetto di sentir confermato quello che si sapeva mentre nulla è stato fatto in questi anni e nulla di concreto sembra che si voglia fare da parte dell’Amministrazione comunale, se non convocare la Commissione ambiente (per far cosa?).
La popolazione (nella sua quasi totalità) non pare preoccuparsi; ma non è questa una buona ragione per non far niente.
Bisogna scendere in piazza con i cartelli perchè gli organismi preposti facciano il loro dovere? Assicurare cioè che il fenomeno abbia termine.
Anche gli organi di informazione si disinteressano della questione: se serve un esposto alla magistratura perchè del problema se ne interessi qualcuno, penso che un po’ di cittadini responsabili si possano trovare.
Nella terra dei fuochi la gente è in piazza tutti i giorni, e se non avesse fatto così la questione non sarebbe diventata una questione nazionale. Al Brennero in queste ore gli agricoltori della Coldiretti stanno fermando i camion che entrano in Italia, per controllare i prodotti alimentari che importiamo… Anche in questo caso – al di là delle procedure seguite (con quale mandato possono perquisire i camion?)- la questione sta assumendo i contorni di una emergenza… Chiusi non sarà la terra dei fuochi, la contaminazione da nichel, sarà di proporzioni minori (ce lo auguriamo), ma il problema c’è e non solo il comune di Chiusi, ma anche quelli limitrofi di Città della pieve e Cetona dovrebbero avviare delle verifiche sui terreni del fondovalle… La falda contaminata non si ferma alle Cardete…
bè, in fondo con le tempistiche ci siamo. Anzi, anche veloci. In Campania ci sono voluti 20 anni, nel Viterbese 10, per Taranto partiamo dagli anni della fondazione dell’Italsider. Certo, ci sono scappate un po’ di migliaio di morti ma l’idea che prevenire è meglio ( e pure meno costoso) che curare, chissà perchè, non trova molti accoliti nelle istituzioni…
un po’ di migliaia)
XCannarsa. Di questi tempi, che la politica e le istituzioni facciano orecchie da mercante su certi problemi, si può anche arrivare a capirlo.
Quello che non è accettabile è invece l’indifferenza delle persone. E stridono più palesemente i comportamenti dei “salutisti” che stanno attenti alla data di scadenza dei prodotti o cercano il biologico e se ne fregano altamente se una porzione del territorio comunale è inquinata da anni.
E non pare creare allarme neppure il fatto che viviamo in una delle zone in cui c’è un’altissima incidenza di tumori.
Non so se si possa stabilire una correlazione tra i due fenomeni ma per capire che l’inquinamento non aiuta non bisogna essere scienziati.
E comunque non ci deve essere per legge!
Eppure, nella civilissima Toscana, così è.