OGGI TUTTI IN PIAZZA GRANDE A MONTEPULCIANO: FORZA RAGAZZI, USCITE DAL BOSCO

venerdì 23rd, maggio 2025 / 14:01
OGGI TUTTI IN PIAZZA GRANDE A MONTEPULCIANO: FORZA RAGAZZI, USCITE DAL BOSCO
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LA PRIMA COPERTINA DI PRIMAPAGINA DEDICATA AD UNA MANIFESTAZIONE PER A PACE NELLA STESSA PIAZZA, ANNO 1990..

CHIUSI – In copertina c’è una foto di studenti con in mano la bandiera della pace. La copertina è qualla del n.0 di primapagina. Il primissimo ad uscire nelle edicole. Era l’8 dicembre del 1990. Il titolo è “Attenti al lupo!” sottotitolo: “La pace come obiettivo”. Gli studenti in questione sono quelli delle scuole superiori della Valdichiana che in quei giorni erano in agitazione e scendevano in piazza, appunto per la pace. La piazza non era metaforica o virtuale. Era la piazza principale di Montepulciano. Piazza Grande. Erano tanti gli studenti in piazza e venivano anche da Chiusi, da Chianciano… La prima copertina d qesto giornale la dedicammo a loro. Erano la nostra speranza. Anche se eravamo giovani anche noi, allora. 

Oggi Piazza Grande torna ad ospitare una manifestazione per la pace, per fermare il genocidio a Gaza. Per dire basta al massacro che l’esercito israeliano sta perpetrando ai danni del popolo palestinese.

Quella di Gaza e Cisgiordania non è una guerra tra due eserciti o tra l’esercito di uno stato libero e sovrano e una organizzazione terroristica, è una aggressione e una operazione di pulizia etnica per sradicare i palestinesi dalla loro terra o sterminarli tutti, per porre fine aL problema che va avanti dal 1948, da quando cioè è nato lo Stato ebraico di Israele, ma non è nato lo Stato Palestinese che pure era previsto dalle risoluzioni dell’Onu.

Piazza Grande a Montepulciano è stata la “piazza” per antonomasia del movimento studentesco di questo territorio. Ma anche la piazza di grandi manifestazioni sindacali e contadine negli anni ’50, ’60 e ’70. Nel 1971 ad un corteo indetto da Cgil Cisl e Uil ci scappò anche qualche colpo di pistola, una sassaiola e scontri. Tra il 1973 e il ’77 Piazza Grande si è riempita spesso: per il Cile, per il Portogallo, per il Vietnam. A quei tempi si faceva una manifestazione a settimana. Studenti e operai uniti nella lotta. L’autunno caldo in Valdichiana arrivò un po’ più tardi rispetto a Milano, Torino, Genova… Si manifestava anche per i divorzio, per la “democrazia nella scuola”, contro i rigurgiti neofascisti che anche da queste parti si fecero sentire. Con  la Bomba alla casa del popolo di Moiano, con la bomba piazzata sui binari della Firenze-Roma all’altezza di Castiglione del Lago, con i “movimenti oscuri” legati ai tentativi di colpo di Stato del ’70 e del ’74…

Oggi, 23 maggio 2025 si manifesta per Gaza e per la Palestina. Gli studenti però sono una nebulosa. In piazza a manifestare contro il genocidio (ma anche contro il riarmo propugnato dalla Von Der Leyen & co. e per il cessate il fuoco in Ucraina) si vedono, purtroppo, più pensionati che ventenni, più teste imbiancate che capelli lunghi.

I ragazzi e le ragazze di oggi sono certamente meno abituati a manifestare di quanto non lo fossimo noi che avevam 20 ani nel ’76 o giù di lì…  Nelle grandi città lo fanno quelli dei centri sociali, ma in periferia, nella provincia profonda i centri sociali non ci sono. Tutto è più ovattato. Ci piacerebbe vederne tanti, oggi in Piazza Grande,  di dicottenni e ventenni, come un tempo. Sono i ragazzi e le ragazze delle scuole superiori e delle Università il presente e il futuro del Paese, tocca a loro alzare la voce, la nostra è una voce ormai fioca. Forza ragazzi, uscite dal bosco… verebbe da dire, parafrasando uno degli slogan delle manifestazioni del 1990 di cui parlava il n. 0 di primapagina.

Quello che sta succedendo a Gaza è una cosa che trova riscontro solo nella “soluzione finale” dei nazisti nei confronti degli ebrei. E oggi quello che sta facendo l’esercito di Netanyahu non è sostenibile, neanche come “diritto alla difesa”, è qualcosa che è andato e va oltre. E’ un massacro sistematico, una “strage degli innocenti” (si parla di 15 mila bambini uccisi e altrettanti a rischio di non uscirne vivi) come quella di Erode descritta nel Vangelo secondo Matteo.

I soldati dell’IDF non solo sparano sui bambini, ma impediscono l’ingresso degli aiuti umanitari, bombardano e distruggono gli ospedali, gli ambulatori medici, tagliano l’acqua, il gas e la corrente elettrica. Il loro è un “assedio” di tipo medievale. Stanno uccidendo e affamando una intera popolazione che non è fatta di soli terroristi. E il governo di Israele dice chiaramente che i sopravvissuti dovranno essere evacuati, o meglio “deportati” altrove. Sentire in Tv giornalisti italiani come Paolo Mieli disquisire sul “dove” saranno deportati, senza porsi domande su quanto sia aberrante una simile soluzione è lo specchio della deriva in cui è finita l’informazione italiana. C’è da vergognarsi a far parte della categoria. 

Non è più tempo di rimanere in silenzio, bisogna farsi sentire. E noi, per farci sentire, non abbiamo altro modo che scendere in piazza. Utilizzare tutte le possibili “vetrine” per dire NO al genocidio, basta con il massacro, come sta succedendo con il Giro d’Italia, come sta succedendo in alcune iniziative culturali.

Oggi, in questa zona, in Valdichiana e dintorni, l’unica cosa che si possa fare è andare a Montepulciano, in Piazza Grande alle 18,00. Per dire Fermiamo il massacro! Apriamo varchi, costruamo ponti!

Nelle foto: immagini della manifestazione citata del 1990 (archivio primapagina) e il volantino della manifestazione di oggi. 

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