C’E’ VITA A SINISTRA. SEGNALI INCORAGGIANTI DA NEW YORK, DALL’IRLANDA E DALL’OLANDA

mercoledì 05th, novembre 2025 / 12:55
C’E’ VITA A SINISTRA. SEGNALI INCORAGGIANTI DA NEW YORK, DALL’IRLANDA E DALL’OLANDA
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Mentre continua la guerra in Ucraina, mentre a Gaza la tregua fa acqua da tutte le parti e l’esercito israeliano continua ad ammazzare e a spalleggiare i coloni che bruciano gli ulivi e occupano illegalmente le terre dei palestinesi in Cisgiordania, mentre Donald Trump manda le portaerei davanti al Venezuela e dice che Maduro ha i giorni contati, minacciando di fatto, di fare come Putin con Zelensky, tutti segnali pessimi di una corsa verso il baratro, da diverse parti del mondo arrivano segnali invece incoraggianti. E arrivano forti e chiari. Non criptati o disturbati, quindi difficili da interpretare.

Ieri un giovane di 34 anni, musulmano, immigrato di origini indiane, nato in Africa, è diventato sindaco di New York. Si chiama Zohran Mamdani. Ed è anche di sinistra. Anzi è “socialista democratico” dichiarato. Trump lo ha definito comunista (come Berlusconi 30 anni fa, anche lui li vede dappertutto sti comunisti) e “pericoloso per gli ebrei”. Fa leva su alcune delle paure ataviche degli americani. Ma ieri ha perso. E con Trump e i trumpiani, ha perso anche l’establishment del Partito Democratico che magari vedeva meglio Andrew Cuomo, più liberal, più rassicurante, più uguale alla destra di Mamdani che pure era il candidato dei Dem ufficiale. Obama sebbene in maniera discreta lo ha in qualche modo sostenuto.

New York non è una città qualsiasi. Non è solo grande. E’ la città forse più “influente” al mondo, quella che detta le tendenze. Che fa da apripista. A New York le cose avvengono  prima che altrove. E Mamdani ha vinto parlando alla working class, agli immigrati come lui, alle donne sole e incazzate. Ha vinto parlando di quelle cose che erano il pane quotidiano della sinistra e che pian piano sono uscite anche dal vocabolario: scuole e trasporti gratuiti, diritto ad una abitazione e case a basso costo, asili, salario minimo dignitoso, tassazione progressiva dei redditi più alti… parole d’ordine di giustizia sociale, insomma, focalizzate sull’accessibilità economica e sulla crisi degli alloggi, questioni cruciali per i lavoratori a basso reddito e le comunità di immigrati dei cinque distretti della Grande Mela. La vittoria netta di Mamdani più che una vittoria dei Dem è una vittoria dell’ala radicale e di sinistra dei Dem, una vittoria di Bernie Sanders e Alexandra Ocasio Cortez.

Il segnale, quasi un’onda d’urto, che arriva da New York però non è l’unico. Sempre ieri e sempre in America, si votava per eleggere i governatori in Virginia e New Jersey. Hanno vinto due donne, Abigail Spanberger e Mikie Sherill, entrambe Dem. Più moderate di Mamdani, certo, la prima è un ex agente operativo della CIA, ma  in ogni caso due figure anti Trump. E la cosa significativa è che sia Mamdani che le due neo governatrici hanno vinto nettamente e per il fatto che ha votato molta più gente che nelle elezioni precedenti.

Due altri “bip” dello stesso tenore arrivano dall’Olanda e dall’Irlanda due Paesi dell’Unione Europea. In Olanda, paese piccolo ma influente, un altro giovane, 4 anni più di Mamdani, ha vinto le elezioni, portando il suo partito Democraten 66 ad essere la prima forza politica olandese, battendo il Pvv, partito di estrema destra euroscettico e anti immigrati che alla vigilia era dato per favorito. Il giovane in questione si chiama Rob Jetten, ha 38 anni, è dichiaratamente gay e centrista, ma in senso “liberal”, molto attento alle questioni ambientali e allo stato sociale e, come Mamdani, alla “questione abitativa”. Insomma non un nazionalista-sovranista come Geert Wilders che nega pure il cambiamento climatico.

Più netto invece il segnale che ha mandato l’Irlanda, dove Catherine Connolly, pacifista sostenuta da una coalizione di forze di sinistra è diventata presidente della Repubblica, con il 63% dei voti.

Nel suo discorso inaugurale, Catherine Connolly ha indicato i punti cardinali del suo mandato: “Sarò una voce per la pace, una voce che si basa sulla nostra politica di neutralità, una voce che esprime la minaccia esistenziale dal cambiamento climatico. Insieme, possiamo dare forma a una nuova repubblica che valorizzi tutti, che promuova la diversità e che abbia fiducia nella nostra identità”. La sua vittoria è un segnale forte al governo di centrodestra anche se in Irlanda il presidente della Repubblica è una figura di garanzia, ma non operativa, un po’ come in Italia.

Tra i commentatori c’è chi fa notare che  Catherine Connolly non è solo di sinistra, è più di sinistra dei partiti che l’hanno sostenuta.

Il voto presidenziale nella Repubblica d’Irlanda, che sta accanto alla Gran Bretagna, lato ovest, ci dice, come quello che ha incoronato Mamdani, che la sinistra vince se e quando fa la sinistra. Che l’annacquamento delle posizioni e la ricorsa affannosa verso il centro, l’accondiscendenza verso il verbo neoliberista e le politiche belliciste non fanno vincere. Al contrario la sinistra ritrova consensi ed entusiasmo se torna a parlare con parole chiare e riconoscibili al popolo, agli operai, agli immigrati che ormai sono tanti quanti gli autoctoni, agli studenti, a chi lavora non come programmatore alla Sylicon Valley  o come broker in una banca d’affari, ma negli autolovaggi, negli alberghi, nei cantieri edili, nelle imprese di pulizie, nelle mense, sui treni e sui bus, negli ospedali… Alle mamme che non sanno come dove lasciare i figli quando vano a lavorare e che non vogliono crescerli per poi mandarli fare la guerra alla Russia o al Venezuela…

Insomma a sentire le notizie appena arrivate da New York, dal New Jersey, dalla Virginia, dall’Olanda, dall’Irlanda verrebbe da dire: non è vero che non c’è niente di nuovo sul fronte occidentale. Se ne saranno accorti Elly Schlein e quelli del campo largo?

m.l.

Nella foto (Radio Popolare):  Zohran Mamdani con Bernie Sanders e Alexandra Ocasio Cortez

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