TRAFOMEC, DISTRATTI FONDI PER UN MILIONE DI EURO. RINVIO A GIUDIZIO PER IL MANAGER GIANCARLO ELIA VALORI, QUASI CITTADINO ONORARIO DI CHIUSI

giovedì 30th, ottobre 2025 / 12:05
TRAFOMEC, DISTRATTI FONDI PER UN MILIONE DI EURO. RINVIO A GIUDIZIO PER IL MANAGER GIANCARLO ELIA VALORI, QUASI CITTADINO ONORARIO DI CHIUSI
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TAVERNELLE – I nostri lettori di Chiusi ricorderanno una vicenda che nel 2013 fece molto discutere e mise in ridicolo la giunta Scaramelli, insediatasi due anni prima. La vicenda è quella della “cittadinanza onoraria” che il Comune voleva conferire ad un personaggio a dir poco discutibile, tale Giancarlo Elia Valori, ambasciatore Unesco, che, secondo il sindaco di allora si sarebbe adoperato per far entrare Chiusi tra le città patrimonio dell’umanità…   La  questione scatenò polemiche perché Giancarlo Elia Valori non era solo un ambasciatore Unesco, ma anche un frequentatore di  logge massoniche segrete e con molti rapporti in vari ambienti, compresi quelli vaticani e le mani in molte vicende finite anche sotto la lente delle procure.
Ci voleva poco a capire che  si trattava di una figura a rischio e che conferire la cittadinanza onoraria ad un tipo del genere poteva rivelarsi operazione spericolata. Infatti, puntuale come l’uccellino dell’orologio a cucù, pochi mesi dopo, nel dicembre del 2013, arrivò la notizia che il cavalier Elia Valori era stato condannato, insieme all’ex presidente della Corte Costituzionale Baldassarre, a due anni di reclusione, per aggiotaggio e turbativa d’asta, nell’ambito dell’inchiesta sull’affaire Alitalia del 2007. Per la cronaca la cittadinanza onoraria di Chiusi gli fu conferita, ma in realtà era solo una pergamena, non accompagnata da nessun atto ufficiale del Comune. Cioè un pezzo di carta senza alcun valore. Roba che neanche a Topolinia. Da queste colonne invitammo l’allora sindaco Scaramelli a chiedere scusa alla cittadinanza.
 Ma perché parliamo oggi, di Giancarlo Elia Valori? Semplice, perché il nome del personaggio cittadino onorario di Chiusi, ma solo sulla carta, è tornato alla ribalta nei giorni scorsi per un’altra vicenda giudiziaria. Vicenda riguardante una famosa azienda industriale, ormai dismessa, che aveva sede a Tavernelle e una “derivata” a Fabro. Era indagato dal 2023 e il Pm di Perugia ne ha chiesto il rinvio a giudizio.
Secondo il Pm il supermanager Valori avrebbe distratto fondi dai bilanci della Trafomec (circa 1 milione di euro) in combutta con un imprenditore cinese che aveva rilevato l’azienda e per questo motivo è finito sotto inchiesta per concorso in bancarotta fraudolenta.  Insomma avrebbe partecipato allo “spolpamento” della Trafomec, che è andato avanti per diversi anni. L’arrivo del management cinese, che avrebbe dovuto risollevare le sorti della fabbrica dei trasformatori, si rivelò invece come un assalto di piranha al poco che era rimasto.

Giancarlo Elia Valori era presidente del Cda della Trafomec Europe Technology, ed è ricordato come un uomo rigido con i sindacati; l’imprenditore cinese (45 anni) era invece il legale rappresentante della Trafomec Shangai Industries.

Stando a quanto afferma il  pm Franco Bettini i due imputati, «al fine di creare pregiudizio ai creditori, distraevano dalle casse della Shangai Industries, in liquidazione dal 2022, un milione di euro che veniva trasferito dalle casse sociali, per mezzo di 11 assegni circolari, su un conto corrente intestato alla medesima società». Insomma è proprio il caso di dire che ci si trova per l’ennesima volta, dinnanzi al  solito classicissimo delle “scatole cinesi”».

Dalle indagini da parte delle Fiamme Gialle,  è risultato piuttosto chiaramente che : «l’operazione di capitalizzazione, mediante il versamento dell’ingente somma, è stata effettuata quando la Shangai versava in stato di dissesto, a favore della Europe Technology, soggetto giuridico privo di qualsivoglia operatività economica e finanziaria, sprovvisto di un piano industriale e di risorse organizzative per un’effettiva attività imprenditoriale, che permaneva in una condizione di sostanziale inattività, tanto che gran parte delle somme venivano successivamente dissipate e distratte mediante versamenti qualificati come corrispettivi per gli amministratori e altri compensi pari a circa euro 80 mila euro».
 Ai due imputati, per i quali è stata rinviata l’udienza al 2 dicembre a causa del legittimo impedimento di un difensore, viene contestata l’aggravante di «aver cagionato un danno patrimoniale di rilevante entità pari ad almeno 1 milione di euro». All’imprenditore cinese, del quale ancora non si conosce il nome, difeso dall’avvocato Luisa Manini, viene mossa l’accusa di aver inoltre «tenuto la contabilità in modo da non permettere la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari della società, in quanto non risultavano né istituiti né tenuti i libri sociali e le scritture contabili».
Le parti civili sono assistite dall’avvocato Giancarlo Viti, Valori è difeso da Ermenegildo Costabile del Foro di Milano.
Renato Casaioli, Marco Lorenzoni
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