STRADA PERUGIA-CHIUSI NELLA PROGRAMMAZIONE REGIONE-ANAS 2026-2030

STRADA PERUGIA-CHIUSI NELLA PROGRAMMAZIONE REGIONE-ANAS 2026-2030
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Nella sede dell’Anas a Roma si è svolto ieri un incontro tra i vertici dell’azienda, il presidente Giuseppe Pecoraro e l’amministratore delegato Claudio Andrea Gemme, la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti e l’assessore alle Infrastrutture Francesco De Rebotti.
Sul tavolo le più importanti questioni afferenti la viabilità regionale alla vigilia del Contratto di Programma Anas 2026/2030. In una nota diffusa dalla Regione Umbria si legge: “In apertura della riunione la Presidente ha sottolineato come la carenza infrastrutturale dell’Umbria renda necessario un cambio di passo nella progettazione strategica delle opere infrastrutturali così come per il sistema dei trasporti.

L’assessore ai Trasporti De Rebotti ha presentato varie opere di viabilità strategiche per l’Umbria e per il suo sviluppo. Per il Nodo di Perugia l’Anas ha confermato che allo stato attuale mancano le risorse per la realizzazione, mentre per il cosiddetto Nodino (collegamento da Collestrada a Madonna del Piano) esiste solo il progetto definitivo. La Regione ha constatato con Anas che per realizzare l’infrastruttura completa Nodo di Perugia occorrono, per progettazione e costruzione, finanziamenti per oltre un miliardo di euro che devono essere concessi dal ministero“.
“Abbiamo avanzato la richiesta – hanno spiegato la presidente e l’assessore – di programmare insieme ad Anas opere strategiche per l’Umbria in una visione di Italia mediana, tra queste il completamento della Tre Valli con la galleria di Acquasparta, la E78 Grosseto-Fano, la cosiddetta Moianese E71 per far uscire l’Umbria dallo storico isolamento verso la regione Toscana – il cui progetto di fattibilità è in corso di realizzazione a cura della Provincia di Perugia – e ovviamente il Nodo di Perugia, infrastruttura viaria per la quale però si deve partire dal reperimento delle risorse che non ci sono e non ci sono mai state per l’intero progetto. Abbiamo presentato ad Anas le nostre esigenze infrastrutturali alla vigilia del Contratto di Programma 2026/2030 per coordinare al meglio azioni e strategie”.

Quanto alle opere specifiche, la nota della Regione così prosegue: “La Grosseto-Fano è un’opera che, passando per l’Umbria, collega i due mari e per questo significativa per i collegamenti non solo dei cittadini ma anche delle imprese che lavorano nell’Italia centrale.
La Tre Valli con la risoluzione della galleria di Acquasparta permette di favorire la viabilità tra Umbria e Abruzzo, un’altra opera importante per garantire i collegamenti tra regioni, e su questo intervento si sta valutando l’attingimento ai Fondi europei di coesione. La definizione della variante Moianese E71 può assicurare la viabilità diretta tra il capoluogo e Chiusi e per questa opera esiste già il progetto tecnico realizzato dalla Provincia di Perugia”. 

Nel corso della riunione – conclude la nota regionale – “si è parlato anche di completare la 675bis nel tratto ternano e agganciarla alla Flaminia, di far arrivare nelle gallerie della Val di Chienti e della Perugia-Ancona il segnale per i collegamenti digitali e, infine, di sistemare la segnaletica in alcuni tratti delle strade umbre. Al termine dell’incontro, i vertici di Anas, che hanno ascoltato con attenzione le esigenze relative alla viabilità regionale portate dalla presidente e dall’assessore, hanno assicurato piena collaborazione”.

Insomma il collegamento Perugia-Chiusi attraverso la Sr 220 Pievaiola e la Moianese da ristrutturare sono ormai a pieno titolo dell’agenda 2026-2030 della Regione Umbria e di Anas, così come la Grosseto-Fano, ovvero la famosa “Due mari” che tocca l’Umbria nella zona di San Giustino-Selci Lama anche quella al confine con la Toscana (Sansepolcro).

La Perugia-Chiusi con l’adeguamento (o rifacimento ex novo) dell’ultimo tratto, oggi costituito dalla Sp 309 Moianese o “del Fornello”,  è stata definita strategia dal consiglio regionale dell’Umbria, in quanto non collegherebbe il capoluogo umbro, l’hinterland ovest e tutta la Valnestore alla stazione ferroviaria di Chiusi, idonea anche per l’alta velocità, ma anche al Casello A1 di Fabro (20 km, 15 minuti) verso sud e a quello di Chiusi-Chianciano (5 km, 10 minuti) verso nord. Non solo: se riprendesse corpo il progetto Centro Intermodale Merci, interregionale nei pressi della stazione di Chiusi il tutto avrebbe ancora più senso e offrirebbe nuove opportunità anche alle imprese.

Il fatto che il collegamento Perugia-Chiusi sia inserito nella programmazione regionale per ciò che riguarda le infrastrutture e che Anas si sia dichiarata disponibile e collaborativa è un fatto importante e spinge, oggettivamente, a favore della valorizzazione della stazione di Chiusi-Chianciano anche in ottica di hub per buona parte dell’Umbria. Cosa questa che avvalorerebbe l’opportunità di inserire nel nome della stazione stessa un riferimento a Città della Pieve  al Trasimeno per suggellarne il legame e la funzione. D’altra parte, come abbiamo scritto tante volte, il dormitorio dei ferrovieri, uno dei posteggi e il sottopasso della stazione di Chiusisi trovano a 100 metri scarsi dal confine con il comune di Città della Pieve e con l’Umbria e a 24 km dal confine del comune di Perugia.

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