L’UNIVERSITA’ DI SIENA E I FISCHI ALLA MINISTRA BERNINI: DENUNCIA AI PRO PAL? CGIL E VARIE ASSOCIAZIOINI INSORGONO. NON E’ ALLARME SICUREZZA, E’ ALLARME DEMOCRAZIA
SIENA – Succede che pochi giorni prima del voto per le regionali un ministro del Governo Meloni, Anna Maria Bernini, vada in visita all’Università di Siena per assumersi il merito dell’arrivo nell’ateneo di alcuni studenti palestinesi. E succede, che studenti, studentesse e altre persone non l’accolgano con il tappeto rosso, ma con fischi e slogan contro il supporto del governo italiano allo stato genocida di Israele. La contestazione è rumorosa, ma pacifica. D’altra parte in Italia il diritto al dissenso e alla manifestazione di esso è garantito dalla Costituzione. La ministra Bernini però non l’ha presa bene e dai piani alti arriva la minaccia di denuncia penale per i contestatori, in particolare verso il Comitato Palestina Libera, individuato come soggetto promotore della protesta. Guai a fischiare un ministro. L’obbedienza non è più una virtù scriveva Don Milani. Il diritto al dissenso è ancora un diritto? la Costituzione della Repubblica vale, ma “solo fino ad un certo punto”, come il diritto internazionale, secondo Tajani?
La domanda se la sono posta la Cgil Siena e altre associazioni della città del palio e della provincia, che nelle proteste non vedono un attacco alla sicurezza, ma nella minaccia di denuncia verso i pro Pal, e in altri provvedimenti del governo Meloni, vedono un attacco alla democrazia e alle libertà sancite dalla carta costituzionale. Compresa quella, appunto, di dissentire e di manifestare.
Questo il testo affidato alla stampa da Cgil e Associazioni:
La Costituzione italiana riconosce il diritto di manifestare il proprio pensiero, col solo limite della lesione manifesta della dignità. Non spetta allo Stato definire se le opinioni espresse siano ‘giuste’ o ‘sbagliate’. Il diritto al dissenso e alla protesta è un elemento fondante di una democrazia solida.
Invece assistiamo con preoccupazione a una sempre più insidiosa minaccia alle libertà costituzionali, espressa ad esempio con le proposte di legge a firma del Senatore Gasparri e di Senatori della Lega, che per combattere l’antisemitismo lo equiparano all’antisionismo, concetto che appartiene al campo della critica politica e nulla ha a che fare con l’intolleranza o l’istigazione all’odio.
Con il ‘decreto rave’ prima e il ‘decreto sicurezza’ dopo, il Governo Meloni ha smontato pezzo dopo pezzo il diritto di protestare e di esprimere il dissenso. In Italia è diventato pericoloso manifestare e sempre più spesso la forza è usata in modo eccessivo e ingiustificato. Chi protesta è oggetto di criminalizzazione da parte delle forze politiche di Governo e succede che si provi ad impedire l’esercizio del diritto di sciopero, attraverso inaccettabili dichiarazioni di illegittimità, che si avalli la violazione del diritto internazionale da parte di un Governo criminale che arresta, vessa, picchia e umilia cittadini italiani impegnati in missioni umanitarie, che si costruisca una narrazione di criminalizzazione delle piazze pacifiche con milioni di persone invece di ascoltarne la voce.
In questo clima di crescente repressione e criminalizzazione del dissenso, arriva la minaccia di denuncia nei confronti del Comitato Palestina Siena, di cui fanno parte tra gli altri anche tante studentesse e studenti dell’Ateneo, che ha contestato pacificamente la Ministra Bernini durante la sua recente visita, del tutto inopportuna a due giorni dal voto, all’Università degli Studi di Siena per intestarsi il merito, in piena campagna elettorale, dell’arrivo degli studenti palestinesi, arrivo che è invece il risultato della pressione costante delle mobilitazioni studentesche e del lavoro incessante degli uffici e dei dipartimenti dell’Ateneo, e non certo dell’inerzia del Governo.
Ci aspettiamo che l’Università sappia dimostrare quali sono il suo ruolo e il suo mandato: favorire la dialettica politica, lo spirito critico, la pacifica circolazione delle idee, comprese quelle che non piacciono al Governo.
Il documento è firmato da Cgil, Anpi, Arci, Libera, Rete senese contro il riarmo, Siena Futura, Forum per la pace Valdelsa, AllertaMedia, Laboratorio Left, Spazio Livi, Verso Lab, Archivio Udi, Centro Culturale delle Donne Mara Meoni, Non Una di Meno, Auser, Nuova associazione culturale Ulisse, Oltremani, Rete SiSolidal, Sunia, CDC Siena, Arcigay Siena-Movimento Pansessuale, Punto8, Serpe Regolo.
Come giornale primapagina condividiamo l’allarme e ci associamo all’appello.
Nella foto (Gazzetta di Siena), un momento della contestazione alla ministra Bernini.










Non c’entra nulla con questo articolo ma, dei terroristi di Hamas che continuano ad uccidere PALESTINESI nelle vie e nelle piazze ,non ne parla nessuno ?
Dove sono quelli della FLOTTIGLIA? Dove è finita l’ Albanese ? Dove sono finiti gli inutili Fratoianni e moglie, Bonelli e moglie ?
Ora è tutto a posto ?
Qui ne parliamo…https://www.primapaginachiusi.it/2025/10/la-tregua-e-ancora-la-pace-sabato-ore-1700-chiusi-scalo-ancora-flash-mob-fermare-le-armi-ovunque-ci-sia-conflitto/
X Niccolò Martinozzi.Una riflessione su chi ha finanziato Hamas sarebbe abbastanza utile,così come quella di macchivelliana memoria che diceva che in politica ” il fine giustifichi i mezzi ?” Frase alquanto discutibile certamente se si tiene conto delle brutalità, ma in questo caso se pensiamo alle finalità raggiunte da Israele che tramite l’operato dei tagliagole di Hamas ha ripulito come da anni desiderava Gaza e dintorni e manda i suoi coloni ad occupare la Cisgiordania dando fuoco alle abitazioni dei palestinesi ed anche ad ammazzarne una certa quantità,come la mettiamo con tutto questo ? Me la sono sognata io tale riflessione che credo anche insieme a molto altro bisognerebbe fare per avere una visione oggettivamente complessiva e non unilaterale ? Perchè ricordati Niccolò che parliamo sempre di stato democratico perchè ci sono le elezioni( un bell’occhiale da sole questo funzionale e destinato ai babbei occidentali di fronte ai 65000 morti ….) ed anche qui altre riflesisoni occorrerebbe farle, soprattutto quelle che la nostra TV ci presenta come opposizioni al governo di Netanyahu finalizzate a riavere restituiti gli ostaggi. Non c’è da dire nulla sulla tragedia degli ostaggi e sul patema d’animo delle famiglie ma mi è sembrato di vederci anche in quella esasperazione contro il governo da parte di chi è sceso in piazza a Tel Aviv contro Netanyahu solo ed esclusivamente l’interesse dei familiari che dovevano ritornare a casa(cosa questa umanamente concepibile vorrei vedere il contrario… ) ma terminato quell’interesse purtroppo soddisfatto in piccola parte perchè diversi ostaggi o sono periti di stenti nei tunnel di Hamas o sotto le bombe amiche dell’esercito del loro paese, per quelle folle ed a quelle folle ” possa cadere il mondo” ma nulla gli interessa più…..anche dalle interviste non mi sembrava che importasse loro proprio tanto della guerra, anzi, più gente fosse stata scacciata da Gaza e meglio era anche per i progressisti, poichè ciò che interessava loro era il sentirsi al sicuro. E allora, io con questo non voglio fare un discorso che potrebbe apparire cinico e sciocco ma da come si sono dipanati gli eventi a cominciare dagli accordi che erano pronti da parte di Arabia Saudita e Qatar ad essere firmati il giorno prima di quell’intrusione dei tagliagole che hanno ucciso 1200 persone, forse un pensiero malefico possa sfiorare anche la mente di tutti o di parecchi , un pensiero della stessa natura di quello delle Torri Gemelle da cui è partita la guerra in Iraq e dopo anni anche l’uccisione di Osama Bill Laden avvenuta ben dieci anni dopo il crollo delle Torri Gemelle, guarda caso nascostosi ad Abbottabad, le ceneri del quale è stato dettoa noi siano state gettate a mare.Spesso caro Niccolò a parecchi della nostra età che ne hanno viste di cose simili orchestrate dai servizi segreti e da chi ha necessità che certi passaggi figurino alla storia a seconda delle impostazioni programmate sempre guarda caso dai servizi segreti, ci fanno pensare che una stragrande maggioranza di persone nel mondo sia presa per fessa e possa assorbire concettualmente tutto ed una esigua minoranza di gente della nostra generazione siano considerati ininfluenti anche se la pensino diversamente. In quelle folle che sono scese in piazza di qualche milione e che il governo della Meloni ha identificato riduttivamente in poche decine di migliaia, c’era soprattutto anche gente di ogni parte politica ma anche in gran quantità coloro che negli ultimi anni non sono andati a votare perchè schifati da una politica che è stata fatta consapevolmente contro le classi dei meno abbienti e della quale sono tutti responsabili credo di poter dire in misura non proprio euguale se guardiamo agli schieramenti politici,flotilla a parte. Siamo al punto che in Italia da destra si difenda tendenzialmente uno status quo come si è sempre verificato da anni e da sinistra una politica imbelle che agisce solo a parole perchè se guardassimo ai fatti la differenza fra destra e sinistra ce ne sia proprio poca, anzi, talvolta anche molto più subdolamente ipocrita e d impotente a realizzare ciò di cui venga proclamato a parole. Nel mezzo c’è una grandissima parte di popolazione che ha perso culturalmente il senso della politica ed è quella che fa più paura all’establishment perchè in essa iniziano ad apparire i sensi di disobbedienza, di anarchia, di rassegnazione e si stà formando un amalgama che ribolle contenendo un potenziale devastante in primis per la democrazia intesa come equilibrio dei poteri, pronta a far pendere la bilancia da una parte o dall’altra, spinta dalla crisi e dall’economia stessa di una Europa che programma di stanziare 800 miliardi per la difesa di un occidente inventandosi che la Russia ci debba invadere, provocandola e tentando di riparare le proprie falle al sistema impostato sulla differenza economica fra le classi che non sà e non vuole colmare.Ecco la fotografia della situazione alla quale siamo sottoposti. Credo purtroppo che non se ne possa uscire tanto facilmente e tanto in maniera positiva perchè caro Niccolò anche se il richiamo alle parole di Karl Marx sembra un richiamo inascoltato e lontano con tutta l’acqua che abbiamo visto passare noi come generazione ed ancorpiù quella dei nostri padri e nostri nonni, il sistema agisce sempre nello stesso modo,sono cambiatre le modalità con le quali si espletano ma il sistema ha prodotto 8 miliardi di persone ed è impossibilitato a soddisfarne i bisogni per tutti. Occorre quindi che crei le condizioni per distruggere le risorse e riformarle di nuove pienamente in accordo con il principio della distruzione delle forze produttive e nello stesso momento conquistando nuovi mercati e sfruttando più intensamente quelli già esistenti. Ci si faccia una domanda allora su come riesca a fare tutto questo.La risposta è una sola: preparando crisi sempre più estese e sempre più violente.Fin’ora c’è pienamente riuscito ad assicurarsi la propria salvaguardia fra scossoni crescenti e devastanti, ma per il futuro non è detto nè scritto che possa continuare a farlo. Dipende dalla quantità dei consensi delle sue vittime, sia consenzienti – poichè anche loro sono vittime- chè da quelle non consenzienti,ma c’è da comprendere che nel procedere del tempo aumenteranno entrambe sia come numero globale sia come livelli di saturazione dei loro rispettivi bisogni non soddisfatti. Discorso utopistico ed apocalittico ? Forse, ma credo che se fosse utopistico,questo lo possa essere sempre di meno poichè i segnali sono quelli che l’utopia si avvicini semprepiù alla realtà.E la realtà non è bella non solo per il fatto delle guerre delle quali ce ne sono una sessantina attualmente in tutto il mondo ma ”non bella” perchè è cambiato il modo di pensare della globalità delle persone ed il modo di pensare è cambiato nella misura in cui le condizioni materiali di esistenza di tali persone hanno risentito di una scala di bisogni dove il superfluo stà diventando necessario in certe latitudini del mondo mentre in certe altri manca il necessario e ciò che è superfluo attrae semprepiù la mente dei poveri che non posseggono nulla se non la loro forza lavoro.Ecco perchè il ”sistema” che ha fatto formare tutto questo funziona ed agisce e continua a salvaguardarsi funzionando per chi ha e possiede e comprimendo chi non ha e non possiede.La domanda è quella di come se ne esca da tutto questo quando ogni cosa ha tale funzionalità all’interno di questo sistema unico se non quella di riuscire a cambiarlo progressivamente col minimo di dolore possibile? Se non è utopia questa contenuta in questa ultima domanda allora dimmi Niccolò quale possa essere. Dico così perchè la sinistra che voleva cambiare il mondo-cosa che ancor oggi trovo lecita poichè la sua etica e teoria deriva da ciò che il mondo ha prodotto,cioè massimamente ha prodotto l’ingiustizia e si appresta sempre a produrne di nuova perchè è sull’ingiustizia che si regge – ha poi subito il fatto che il mondo l’ha fatta cambiare e si è uniformata alla visione dell’accettazione di ciò che le sembra ineluttabile. E allora ? Purtroppo nasce la constatazone che se le cose debbano cambiare le si cambino con la violenza perchè la storia amaramente questo ci dice è l’alternativa è subirle.E allora al punto dove è arrivata l’umanità oggi credi che si possa cambiare chiedendo il cambiamento alle autorità che ci governano affinche le facciano cambiare ? Appunto,si parlava prima di utopia….Un nobile e saggio saudita, il prof. Sir Nasser D. Khalili ha detto qualche anno fa, ma credo che nessuno potrà mai contestare il suo discorso finale fatto ad una conferenza : ” la più grande arma di distruzione di massa è l’ignoranza e se l’ignoranza è il problema la soluzione deve essere l’educazione”. Ti sembra che il sistema globale che ci ha condotto ai punti in cui siamo programmi e prediliga la costruzione dell’educazione ? A te la risposta.