INFRASTRUTTURE E TRENI EFFICIENTI TEMA CENTRALE ANCHE PER IL NEO PRESIDENTE DI SVILUPPUMBRIA

INFRASTRUTTURE E TRENI EFFICIENTI TEMA CENTRALE ANCHE PER IL NEO PRESIDENTE DI SVILUPPUMBRIA
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PERUGIA – Due giorni fa, sulla rivista on line Passaggi Magazine, è comparsa una intervista al neo presidente di Sviluppumbria, la finanziaria regionale per il sostegno alle imprese, Luca Ferrucci il quale affronta anche il tema centrale e decisivo delle infrastrutture e trasporti. E a proposito delle “terapie” per uscire dall’impasse in cui versa la regione intesa come territorio:  “La prima cosa che imprese e cittadini in genere ci chiedono – risponde Ferrucci – è quella di mettere al centro il tema delle infrastrutture. E io penso che questo sia uno dei fattori principali dell’isolamento e della vulnerabilità della regione. Senza investimenti in questo campo l’Umbria è isolata, non respira, soffoca. Le autostrade non ci passano, l’alta velocità ferroviaria idem. Per non dire delle inadempienze dei vari governi nazionali: non è stata nemmeno completata la E7 per Cesena. Quanto ai treni è sotto gli occhi di tutti la nostra marginalità: il Frecciarossa ha contribuito solo parzialmente ai collegamenti con Milano. Le leve delle grandi infrastrutture sia stradali che ferroviarie sono nelle mani di Roma. Non voglio con questo assolvere le amministrazioni locali che possono essere d’aiuto. Se il ponte di Messina è strategico, perché non sono strategici anche alcuni assi ferroviari che riguardano l’Umbria e l’intero Centro Italia?” .

L’intervistatrice Gabriella Mecucci incalza con una ulteriore domanda: La Presidente della Regione sul tema infrastrutture ha iniziato una vertenza col governo a suon di richieste e di proposte: di recente ha chiesto un miliardo per realizzare il Nodo di Perugia, ha fatto bene? Il presidente di Sviluppumbria risponde così: “Non sono un tecnico della materia, ma è sotto gli occhi di tutti che lo stato delle infrastrutture dell’Umbria è inaccettabile. I governi nazionali non possono più trattarci come la cenerentola d’Italia. D’altro canto è del tutto evidente che questa situazione penalizza fortemente la nostra economia da più punti di vista. Proietti ha fatto dunque più che bene. Basta con le promesse, abbiamo bisogno di realizzazioni e le realizzazioni si fanno grazie alle risorse finanziarie pubbliche. Non ci si salva solo con la Zes. La regione ha bisogno di ben altro, a meno che il governo nazionale non abbia deciso di lasciarla approdare a una totale marginalità”.

E qui Ferrucci torna anche su tema Aeroporto che è un altro tema caldo: “L’aeroporto San Francesco sta crescendo dal punto di vista numerico: ha superato ormai i 600mila passeggeri. E questo è un dato positivo. Ci sono però degli elementi di fragilità. L’anno scorso il bilancio è stato chiuso in perdita e quest’anno occorre evitare, grazie ad azioni correttive, che non si ripeta un analogo risultato. Riuscirci è indispensabile perché l’aeroporto è sorretto dal denaro pubblico. Ogni anno vengono versati 4 milioni dalla Regione Umbria, un milione della Fondazione Perugia e 500mila euro dalla Camera di Commercio. Se cinque milioni e mezzo non riescono ad evitare il deficit, c’è di che preoccuparsi. Anche perché in base alla legge Madia, se una società pubblica va in perdita per tre esercizi consecutivi, devono cessare i finanziamenti pubblici. Se ciò accadesse, la conseguenza sarebbe la fine dell’operatività del San Francesco. Stiamo mettendo a punto una serie di misure, insieme ad altri soggetti, per evitare che il bilancio 2025 sia di nuovo in rosso. In secondo luogo, le rotte nazionali ed estere attuali non portano un flusso sufficiente di turisti. Abbiamo per fortuna un collegamento con Londra, ma poi c’è Tirana, Malta, la Romania. Lei vede per caso frotte di visitatori di questi paesi in Umbria?”.

Quindi anche Sviluppumbria pone al centro del dibattito regionale umbro la questione delle infrastrutture e in questo senso parla di aeroporto, ma anche d treni e viabilità. Non entra nel merito della stazione Medio Etruria, o di quali possano essere gli hub più utili a Perugia e all’Umbria per agganciare l’alta velocità, afferma soltanto che senza infrastrutture efficienti e adeguate l’Umbria non va da nessuna parte e resta al palo e questo non è poco. Però dato che a parlare è il presidente della Finanziaria regionale, ci parrebbe opportuno che  entrasse un po’ più sul concreto: che ne pensa ad esempio Ferrucci dell’utilizzo per l’alta velocità delle stazioni esistenti di Perugia, Arezzo e Chiusi? e riguardo a quest’ultima stazione, che dista 100 metri dal confine umbro e 24 km dal confine del comune di Perugia come vede la possibilità di un collegamento stradale diretto e rapido Perugia-Chiusi, tramite la Sr Pievaiola e la ristrutturazione radicale della cosiddetta “Moianese” (Sp 309), come ultimo tratto?  Cosa questa che porterebbe i tempi di percorrenza dagli attuali 40-45 minuti a meno di 30 e consentirebbe a Perugia e all’hinterland di avere una aggancio alla linea longitudinale nord-sud tradizionale e all’alta velocità. Non solo, anche un collegamento con Siena (a Chiusi c’è anche la linea per la città del palio) e con due caselli A1, quello d Chiusi-Chianciano verso nord e Fabro verso sud raggiungibili in pochi minuti. A Chiusi ma a ridosso del confine umbro potrebbe sorgere anche un centro intermodale merci interregionale umbro-toscano. Tutto ciò non farebbe solo uscire Perugia dal sui storico isolamento, ma ridarebbe fiato ed energia all’economia e alla “vivibilità” di un territorio oggi marginalizzato come la parte ovest del perugino e la val Nestore fino a Città della Pieve, in linea con il pensiero della presidente Proietti che parla tutti i giorni della fine della logica che ha visto finora territori di serie A e territori di serie B… Se il presidente Ferrucci vorrà rispondere gliene saremo grati.

Renato Casaioli e Marco Lorenzoni

 

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