PER DUE WEEK END DI OTTOBRE ALCUNI BRONZI DI SAN CASCIANO SARANNO “VISIBILI” AL LABORATORIO DI RESTAURO DI GROSSETO.

martedì 07th, ottobre 2025 / 18:33
PER DUE WEEK END DI OTTOBRE ALCUNI BRONZI DI SAN CASCIANO SARANNO “VISIBILI” AL LABORATORIO DI RESTAURO DI GROSSETO.
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GROSSETO –  A partire dal 9 ottobre, per due week end lunghi, gli appassionati di archeologia e di storia avranno la possibilità, certamente rara, di di osservare da vicino come si conserva  il  patrimonio culturale italiano. Per sei giorni, il Laboratorio di restauro archeologico di Grosseto della Soprintendenza per l’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, aprirà eccezionalmente le sue porte al pubblico.

Tra i protagonisti assoluti di queste aperture straordinarie ci saranno alcuni dei celebri Bronzi di San Casciano Bagni, visibili in tre momenti fondamentali del loro restauro: studio, intervento e fase finale. Una vera e propria immersione nel processo che porta un reperto dalla terra (nel caso specifico, più che dalla terra, dal fango delle vasche termali del Bagno Grande) alle sale di un museo.

Il Laboratorio di Grosseto è da anni un punto di riferimento nazionale per il restauro di materiali archeologici: ceramiche, mosaici, affreschi, bronzi e reperti sommersi tornano a nuova vita grazie all’esperienza di restauratori altamente specializzati. Le giornate di apertura saranno giovedì 9, venerdì 10, sabato 11, giovedì 16, venerdì 17 e sabato 18 ottobre. Durante la visita visitatori chiunque potrà dunque osservare, lì dove vengono effettuate,  le fasi più delicate del restauro, interagire con i professionisti al lavoro e comprendere le tecniche utilizzate per restituire integrità e leggibilità a oggetti antichi di straordinario valore.

Le statue, i bronzi e vari reperti rinvenuti nel Santuario Ritrovato di San Casciano Bagni, presso le vasche di acqua termale calda del Bagno Grande, sono in deposito (e restauro) proprio al Laboratorio di Grosseto. Si tratta del più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana scoperto nel nostro Paese e tra i più significativi dell’intero Mediterraneo. Risalenti per lo più al II e I secolo a.C., i bronzi raffigurano divinità, figure anatomiche e offerenti, in un contesto sacro, ma anche “curativo” dove Etruschi e Romani nell’epoca di passaggio fra le due civiltà, cercavano ristoro per l’anima e per i malanni. E anche per la fertilità.  Molti di questi reperti portano iscrizioni bilingui, in etrusco e in latino.

L’iniziativa delle 6 giornate di apertura al pubblico del laboratorio, intende valorizzare non soltanto la ricchezza dei ritrovamenti, ma anche il ruolo fondamentale della ricerca e della tutela nella conservazione del patrimonio. Il laboratorio di restauro è situato all’interno della sede della Soprintendenza ai Beni Archeologici e Paesaggistici, in via Mazzini 24.  «Una finestra spalancata sull’archeologia, per essere testimoni vivi della riscoperta: un processo che diventa strumento di conoscenza, crescita e formazione per nuove generazioni consapevoli», spiega una nota del ministero della Cultura. Aperture al pubblico: per le giornate di giovedì 9, venerdì 10, giovedì 16 e venerdì 17 ottobre, l’ingresso è previsto dalle ore 10 alle 13 e dalle 14 alle 16. Sabato 11 e sabato 18 ottobre l’ingresso è dalle 9 alle 13. Per informazioni e prenotazioni di gruppi, rivolgersi allo 0564.23300.

Così dopo Roma, Napoli, Reggio Calabria e Berlino, i Bronzi di San Casciano saranno visibili (alcuni almeno) anche a Grosseto, proprio laddove sono stati ripuliti e restaurati e resi pronti per essere esposti. La possibilità di vedere all’opera e dialogare con i restauratori, rende l’iniziativa certamente interessante.

Come abbiamo fatto fino ad ora per tutte le altre esposizioni, ribadiamo ancora una volta la domanda: ma perché al Museo Nazionale Archeologico di Chiusi (che è quello competente per territorio) e al Museo della Acque di Chianciano (competente per tipologia) non c’è verso di esporne qualcuno? Cos’è che osta a fare questa operazione? Quali sarebbero le controindicazioni? Tanto più che la Valdichiana Senese, fino alla fine dell’anno, è Capitale Toscana della Cultura. I Bronzi di San Casciano non c’entrano niente con la cultura e con la Valdichiana?

m.l.

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