CRETE SENESI E AMIATA GROSSETANA, LA TOSCANA PROGRESSISTA E AMBIENTALISTA CHE DICE NO ALLE PALE EOLICHE

giovedì 23rd, ottobre 2025 / 16:20
CRETE SENESI E AMIATA GROSSETANA, LA TOSCANA PROGRESSISTA E AMBIENTALISTA CHE DICE NO ALLE PALE EOLICHE
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C’è  una Toscana progressista, ambientalista e di sinistra che si oppone alle pale eoliche.

Succede nelle Crete senesi dove è nato il Comitato “Salviamo le Crete Senesi” che non vuole l’intrusione dei grandi mulini a vento nel paesaggio dipinto nel 1300 da Ambrogio Lorenzetti negli affreschi del Buon Governo che tutt’ora si trovano nel palazzo pubblico di Siena. Più di 300 i componenti di detto comitato, che si sono riuniti nei giorni scorsi ad Asciano per dire no ad un “parco eolico” che prevede l’installazione di 10 pale gigantesche, alte fino a 200 metri fra torre e elica e di una centrale di scambio, da 5.000 mq,  nel bel mezzo di uno dei paesaggi più iconici, celebrati e fotografati d’Italia. L’impianto produrrebbe un massimo di energia di 72 gigawatt e si estenderebbe per un totale di circa 600 ettari di terreno appunto nel cuore delle Crete.

Un no secco alle pale eoliche nelle Crete Senesi arriva anche da Italia Nostra, che considera il progetto un vero e proprio “affronto al buon senso, alla logica, al paesaggio, alla cultura”. Italia Nostra ricorda che il Piano d’Indirizzo Territoriale della Toscana (PIT), in termini perentori nella scheda di paesaggio delle Crete Senesi (Colline di Siena) evidenzia il valore della zona: “valore dei paesaggi rurali, storici e panoramici; limitazioni per nuove costruzioni o opere che possano alterare l’armonia, la fruibilità e la necessità di mantenere l’integrità visiva dell’area”. Non solo, l’Associazione ecologista sottolinea anche “la connotazione di fragilità geologica di questo particolare sedime, la cui continua e lieve metamorfosi è un dato connotante e affascinante al contempo” e si domanda se il progetto pale eoliche non nasconda una strategia per chiedere, in alternativa all’impianto eolico, la collocazione di pannelli fotovoltaici o agrifotovoltaici nel territorio ascianese e senese.  Italia Nostra- si legge in una nota per la stampa –  “non si fermerà in presenza di nessuna azione che offenda valori culturali, di cui il territorio ascianese o senese tutto, è portatore e testimone e pertanto chiede che questo progetto dell’eolico sulle Crete Senesi venga dichiarato improcedibile”.

Analoga opposizione ferma e decisa si riscontra per un altro progetto simile, questa volta a valle delle pendici grossetane del Monte Amiata, precisamente nella zona detta dell’Abbandonato, nel comune di Arcidosso. E in questo caso a protestare e ad opporsi sono i comuni di Arcidosso, Cinigiano, Civitella Paganico, Campagnatico, Roccalbegna che insieme hanno deciso di respingere “senza se e senza ma” questa che reputano “una proposta scellerata e costruita in assenza di serie e puntuali valutazioni oggettive del contesto in cui si verrebbe a collocare questo intervento”.

I sindaci dei comuni sopra elencati scrivono: “L’Abbandonato è un’area straordinaria soprattutto dal punto di vista paesaggistico. Il territorio collinare guarda dall’Amiata la pianura maremmana, dove l’Abbandonato si trova, e ha un fascino speciale sia dal punto di vista ambientale che agricolo. Si tratta di una vera e propria terrazza sulla Maremma da dove si può vedere il mare. Tanti e ingenti sono stati gli investimenti realizzati in questi ultimi anni, anche di recente. Il progetto dell’Impianto eolico in località Abbandonato con le Pale eoliche alte 200 metri visibili da ogni dove, anche a molti km di distanza, ha delle controindicazioni evidenti a chiunque conosca il contesto in cui vengono proposte”.

Anche i sindaci dell’Amiata grossetana e della Maremma puntano i riflettori sul “contrasto evidente con il PIT (Piano Integrato Territoriale con valore Paesaggistico della Regione Toscana)” che secondo loro “basterebbe da solo a respingere già in sede di ideazione un’ipotesi così azzardata di opera. Da aggiungere a questo presupposto tutta una serie di vincoli idrogeologici non rispettati inerenti la realizzazione di interventi propedeutici alla cantierizzazione dell’opera (soprattutto modifiche alla viabilità) che sventrerebbero un intero territorio tra l’altro ad elevato rischio di frane”.

Il sindaco di Arcidosso Jacopo Marini (centro sinistra) mette l’accento, oltre che sugli aspetti tecnici anche su alcuni aspetti politico-strategici: “Noi non siamo mai stati contrari alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Il territorio geotermico della Toscana, di cui il mio comune fa parte, attualmente contribuisce al fabbisogno energetico regionale per il 40% grazie all’energia prodotta con la geotermia e arriverà al 50% a seguito delle ipotesi di sviluppo già condivise con la Regione Toscana nell’ambito dell’accordo sul rinnovo delle concessioni. Sull’Amiata grossetana saranno attive tre centrali da 100 MW complessivamente. È un dato oggettivo da cui non è possibile prescindere. Chiedere al nostro territorio ulteriori “sforzi” non è sostenibile da parte del Governo Italiano. Sono convinto che il contesto istituzionale locale sarà tutto unito nel sostenere questa decisiva battaglia, scongiurando che tale progetto possa fare da apripista per ulteriori analoghi interventi all’interno del territorio provinciale”. In sostanza Marini dice “come territorio abbiamo già dato, ora anche basta”.
Il presidente della Toscana Giani, fresco di rielezione, domenica scorsa ha fatto visita ad Arcidosso, per la sagra della Castagna, insieme al neo consigliere Bernard Dika, in veste di giovane e fedele scudiero. Un bagno di folla per suggellare la vittoria, ma anche l’occasione per ribadire che la Regione Toscana parteciperà alla VIA nazionale e sarà al fianco della amministrazioni locali in questa battaglia.
Il Comune di Arcidosso ha inviato proprio oggi, 23 ottobre 2025,  un parere negativo sul progetto sia al Mase sia alla Regione Toscana stessa. Non si sa mai. Certe cose meglio metterle per scritto.
La vicenda delle pale eoliche nelle Crete senesi e nella Maremma ricorda una vecchia storia degli anni 80-90, anche quella fonte di polemiche e proteste. Parliamo del progetto di realizzare una mega discarica provinciale (di Siena) in mezzo ai vigneti del Brunello nella zona di Montalcino. Anche allora ci fu una generale levata d scudi delle associazioni ambientaliste, dei comitati, dei potentissimi vinerons e pure dei comuni. Anche allora si diceva “con tanti posti e aree industriali dismesse che ci sono, proprio tra le vigne del Brunello?” Il problema è sempre quello: dove farle certe cose.
m.l.
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