CHIUSI, IL VOTO REGIONALE FA VENIRE CATTIVI PENSIERI A SONNINI E AL PD PER LE COMUNALI 2027
CHIUSI – Archiviate le regionali che hanno visto la vittoria netta, ma “mutilata” di Giani e del “campo largo” del centro sinistra (mutilata dal 53% di non astenuti e da un salasso di voti: 118 mila in meno rispetto al 2020) a Chiusi si guarda già alle comunali, che avrebbero dovuto tenersi tra un anno esatto e invece si terranno nella primavera del 2027. La cittadina etrusca sarà, in provincia di Siena, la prima ad andare al voto, insieme a Montalcino e Trequanda.
E visti i risultati del voto regionale, per il centro sinistra vincitore, i lazzi non son belli, come si suol dire.
In provincia di Siena il campo largo di Giani alle regionali ha ottenuto 58.622 voti, pari al 59,40%, percentuale più alta, ma quasi 9.000 voti in meno rispetto al 2020. Il Pd ne ha presi 5.000 in meno.
A Chiusi, nel voto regionale il Pd è sceso per la prima volta sotto i 1.000 voti: 914, per la precisione. I possibili alleati del “campo largo” non hanno fatto sfracelli, tutt’altro: il M5S che alle elezioni del 2016 ottenne 700 voti, alle regionali con due candidate chiusine in lista, ne ha presi solo 154. Avs, in crescita ovunque, a Chiusi ha preso meno voti di Antonella Bundu: solo 88, contro 96, comunque poca cosa. Segnale che l’elettorato a sinistra del Pd preferisce posizioni più radicali, di quelle da “stampella” della rassicurante Avs. Comunque, sommando tutto (Pd, M5S, Avs) si arriva a quota 1.156. A cui potrebbero aggiungersi i voti di Italia Viva o più precisamente di Stefano Scaramelli: altri 500 circa. Quindi un totale di circa 1.600 voti.
Nel 2021, Gianluca Sonnini, sostenuto da Pd, Psi, M5S, lista Possiamo (sinistra) e Sinistra Civica Ecologista (Avs), ne prese 2.308, ovvero 507 voti in più di quanti ne abbia ottenuti Giani alle Regionali. E senza l’apporto delle truppe scaramelliane che allora appoggiarono la lista Barbanera (878 voti).
Ma non è detto che alle Comunali 2027, a Chiusi si possa riproporre il campo largo sperimentato alle regionali. Per un motivo semplice: è già stato sperimentato nel 2021 e non ha funzionato, dissolvendosi come neve al sole dopo pochi mesi: prima il Psi, poi Possiamo, infine il M5S e Sinistra Civica ed Ecologista sono usciti dalla coalizione di maggioranza per dissapori, malcontento, mancato rispetto dei patti ecc…
Rientreranno tutti nei ranghi in ossequio all’alleanza nazionale e regionale? Ci può stare. Ma rimettere insieme i cocci di una coalizione che ha sbattuto su sé stessa e si è frantumata prima ancora di incontrare il primo scoglio non sarà facile. E poi, visti i numeri delle regionali potrebbe anche non bastare, perché non sono più quelli del 2021: i 154 voti del M5S e i 180 dei Podemos (se si sommano i dati dell’area di sinistra, tra Avs e lista Toscana Rossa delle regionali), sono poca cosa. L’area socialista ormai è ridotta al lumicino, i due candidati Psi della lista Giani-Casa Riformista hanno riportato in due 40 voti (10 volte meno di Scaramelli). Briciole. In tutto non assommano a 400 voti…
Normale, quindi che Sonnini, se sarà lui il candidato e tutto fa pensare che sarà lui, abbia qualche grattacapo. E avverta quel “senso di vuoto” intorno, che non si placa con un Ferrero Rocher. Poi c’è l’incognita Scaramelli, il quale ora che è rimasto senza seggio in Regione, vorrà far pesare in qualche modo, dove può, il suo “pacchetto di voti”, non proprio irrilevante. Senza escludere che, in assenza di incarichi superiori, voglia addirittura rimettersi in gioco direttamente, o per contendere la leadership a Sonnini (che nel 2015 giubilò senza tanti complimenti dal ruolo di vicesindaco) o per sfidarlo. Se non dovesse arrivare una candidatura al Parlamento, da parte di Renzi, lo scenario di uno Scara in corsa per fare di nuovo il sindaco a Chiusi non è del tutto peregrino. Certo, lui preferirebbe il parlamento, ma…
Il Pd, che al momento governa praticamente da solo la città, non è in una botte di ferro. E non è in buona salute, tutt’altro. Poi, si sa, le regionali sono una cosa, le comunali un’altra. Nel voto comunale agiscono dinamiche diverse: anche amicali, familistiche, legate a piccoli interessi particolari… Però la bocciatura in blocco di TUTTI i candidati locali alle Regionali, fotografa un altro dato: la classe politica (i candidati stessi e coloro che li scelgono all’interno dei vari partiti e schieramenti) o non ha il polso della situazione o non sa fare altro che autosostenersi, autoriprodursi. Cosa che non sempre le riesce, neanche quando ci scappa pure una buona performance personale (vedi Scaramelli, vedi l’ex sindaco di Chianciano Marchetti… ).
La situazione però, ad un anno e mezzo dalle elezioni, nel centro sinistra è questa.
All’orizzonte non si intravedono alternative. Nel 2021 i partiti del centro destra (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati) appoggiarono, ufficialmente, ma senza simboli di partito, la lista civica Chiusi Futura che ottenne 590 voti, pari al 23,25%. Alle Regionali, il candidato del centro destra Tomasi ha ottenuto 947 voti, con Fratelli d’Italia vicina a quota 600, pari ai voti di Chiusi Futura. Da sola. Poi ci sono Forza Italia con 105 voti, Lega con 88, Noi Moderati 71 e Lista Tomasi 35…
In termini di consensi espressi in voti, la destra sembra ancora lontana dalla possibilità di contendere il Comune di Chiusi al centro sinistra. Ma lontana fino ad un certo punto, direbbe Tajani. La coalizione Tomasi alle regionali in pratica ha preso gli stessi voti del Pd. Quindi il Pd da solo potrebbe perdere. Gli serviranno gli alleati del campo largo. E qui torniamo al ragionamento di cui sopra: cosa faranno i potenziali alleati? E con i numeri esigui di oggi, tra un anno e mezzo ci saranno ancora e in quali condizioni? Poi, la destra ha capito un’altra cosa: vincere in Toscana non è facile, ma camuffarsi da lista civica non serve a niente. Meglio metterci facce riconoscibili e simboli di partito. Che ormai è soprattutto uno: Fratelli d’Italia. Lega e Forza Italia stanno più o meno come M5S e Avs dall’altra parte.
Se il centro sinistra dovesse presentarsi diviso, con più liste concorrenti o con un Pd isolato e senza alleati, una destra unita e compatta potrebbe anche conquistare il Comune. Questo dice il voto regionale. Chiaro che adesso ogni partito e ogni schieramento dovrà cominciare a lavorare per non arrivare all’appuntamento con le urne con il fiato corto, le gambe malferme e i vestiti tutti sfilacciati…
Da qui alle elezioni comunali Chiusi deve giocare una partita decisiva, la più decisiva di tutte: quella per salvare e potenziare la stazione ferroviaria, con qualche fermata AV, più fermate degli IC e dei regionali veloci e superveloci, collegamento rapido e adeguato con Perugia, miglioramento della linea per Siena. Ed è su questa battaglia che si parrà la nobilitate delle varie forze politiche. In Regione la Valdichiana aveva Scaramelli ed Elena Rosignoli, adesso non ha punti di riferimento, ma forse non si avvertirà la differenza. Rimasto fuori anche l’aretino Casucci, del centro destra, fautore della Media Etruria.
Unico “aggancio” per il territorio, su questa questione dell’alta velocità e delle stazioni, può essere Irene Galletti leader regionale del M5S, eletta a Pisa e in odore di assessorato all’ambiente o alle infrastrutture. Ha infatti ribadito, anche dopo il voto regionale, di ritenere “imprescindibili” i 23 punti dell’accordo elettorale stipulato tra M5S e Pd, poi diventato parte integrante del programma di coalizione. Una dichiarazione importante che è anche un messaggio chiaro a Giani, per ricordargli che la Medio Etruria a Rigutino non è nel programma del centro sinistra, mentre c’è invece l’utilizzo e la valorizzazione delle stazioni esistenti di Arezzo e Chiusi.
Abbiamo parlato di Chiusi perché, come dicevamo, sarà la prima città ad andare al voto. Ma anche nei comuni limitrofi la situazione non è diversa e il centro sinistra non ha molti motivi per gioire. A Chianciano, per esempio, ad un anno e mezzo dalla riconquista del comune da parte del centro sinistra, il primo partito alle regionali è risultato Fratelli d’Italia (700 voti tondi, contro i 682 del Pd). E’ vero che tra i candidati del partito di Giorgia Meloni c’era l’ex sindaco Marchetti, e questo può aver trascinato qualche voto in più, ma non può essere solo questa la spiegazione. E se nell’ambito del centro sinistra Stefano Scaramelli continua a prendere molti più voti dei candidati di Avs e del M5S e anche di molti candidati Pd, in tutti i comuni della Valdichiana, qualche domandina i leader locali delle varie formazioni del campo largo se la dovranno fare.
m.l.









