CHIANCIANO, PADRE IBRAHIM FALTAS E MONS. CETOLONI PARLANO DI PACE, GAZA E MEDIO ORIENTE
CHIANCIANO TERME – Questo pomeriggio, a Chianciano, Teatro Caos alle ore 17,30 si parla di pace e di Medio Oriente. Cioè si parlerà di Gaza, della Cisgiordania, della tregua (pace non è la parla giusta) imposta da Trump a Netanyhau, delle esecuzioni di massa da parte dei miliziani di Hamas e delle sofferenze dei palestinesi a cui ancora gli aiuti umanitari arrivano con il contagocce e quindi continuano a morire di fame, di sete, di infezioni. Si parlerà della ricostruzione di Gaza e di come la guerra e la distruzione può diventare un business per imprese e governi, si parlerà dell’occupazione illegale dei territori palestinesi da parte dei coloni israeliani, sostenuti dai soldati dell’Idf. 
E a parlarne saranno due figure di grande prestigio che conoscono benissimo la situazione in Palestina, uno perché ci vive, l’altro perché ci ha vissuto e operato a lungo: padre Ibrahim Faltas, della custodia di Terra Santa e padre Rodolfo Cetoloni, già vescovo della diocesi di Montepulciano, Chiusi e Pienza e poi di Grosseto.
Nell’archivio fotografico di Primapagina abbiamo una foto, una polaroid, scattata nei primissimi anni 2000 durante un viaggio in terra santa, che ritrae proprio padre Ibrahim, con mons. Cetoloni e Don Antonio Canestri, parroco di Chiusi Scalo e oggi anche vicario del Vescovo Lojudice, insieme a Yasser Arafat, il leader dell’Olp, morto nel 2004, forse avvelenato. 
Quella foto la custodiamo gelosamente perché testimonia un’epoca. Come custodiamo gelosamente le copertine e le locandine di primapagina nelle quali citavamo “il compagno vescovo”, perché era così che chiamavamo allora mons. Cetoloni, con il quale organizzammo insieme (e insieme ad altri) anche alcune iniziative, compresa una grande marcia-fiaccolata per la pace a Chiusi, nel 2003, molto simile a quella che si è tenuta proprio a Chianciano il 18 agosto scorso. Anche allora si parlava di Medio Oriente, c’era di mezzo la guerra in Iraq. Oggi c’è Gaza e la Palestina, ma ci sono anche la Siria, lo Yemen, la Libia, il Darfur dove, dicono le cronache di questi giorni 260mila civili sono intrappolati e affamati ormai da 18 mesi senza speranza a El Fasher, definita la capitale dell’inferno. La metà di questi, 130mila, sono bambini. Come sono in gran parte bambini e giovanissimi i palestinesi “intrappolati” fra le macerie di Gaza e delle altre città della Striscia bombardate senza pietà dall’esercito israeliano per due anni.
Ascolteremo, oggi, dalla voce di padre Ibrahim Faltas e padre Rodolfo Cetoloni, moderati dall’amico e collega Diego Mancuso, quale è la situazione al momento e cosa si profila per il futuro dei palestinesi, al di là di ciò che raccontano i notiziari mainstream, che ci hanno abituati ad una narrazione parziale, filtrata, drogata.
Sentiremo come vedono la pace trumpiana, i progetti immobiliari di Tony Blair, se possiamo sperare (israeliani, palestinesi e tutti noi) in una convivenza pacifica duratura in quell’area martoriata del mondo culla non solo delle tre religioni monoteiste, ma anche della nostra civiltà…
Noi siamo dell’idea che senza uno stato palestinese riconosciuto, e senza la fine della politica colonialista, suprematista e razzista dei sionisti israeliani non ci sarà soluzione. E non basterà neanche il disarmo di Hamas, ammesso che avvenga. Anche perché Hamas non solo fu foraggiata da Israele in funzione anti Olp-Anp, ma anche durante questa crisi, prima con il massacro del 7 ottobre, poi durante la “rappresaglia” israeliana è stata, volente o no, funzionale alla rappresaglia stessa e alla politica di Netanyahu e dei suo ministri più oltranzisti.
Sempre in tema pace, Gaza e non solo, domenica 26 ottobre, al termine della passeggiata tra gli ulivi, che quest’anno assume i connotati di una camminata per la pace, alle ore 12,10, in piazza Duomo a Chiusi si terrà l’ennesimo flash mob per dire stop alle guerre, ai genocidi, alle occupazioni illegali, alla corsa al riarmo, all’escalation della paura. Più saremo e più alto sarà il volume…
M.L.










Il vescovo di allora Rodolfo Cetoloni ci mise in contatto con una realtà che poi continuata nel tempo fino ad oggi. Grazie di cuore.