Sono (almeno in parte) soldi che il Ministero aveva tagliato e che, dopo le proteste degli enti locali, ha ripristinato, naturalmente senza ammettere di aver sbagliato e poi cercato di riparare all’errore.
In ogni caso, una notizia che i cittadini, gli amministratori di tutte le Istituzioni umbre, il mondo delle imprese, si aspettavano di poter leggere quanto prima. Ora si potrà tirare un sospiro di sollievo e mettersi al lavoro ognuno per le competenze che gli spettano, per dare tutte quelle risposte in termini di ristrutturazioni stradali di cui entrambe le Provincie avevano assolutamente bisogno. Che molti tratti di gran parte della rete stradale sono oramai divenuti dei veri e propri “percorsi di guerra”, tutti i cittadini possono constatarlo con estrema facilità e spesso a proprie spese. I fondi stanziati dal Ministero delle Infrastrutture fanno parte di un Piano straordinario nazionale, che prevede l’assegnazione di più di un miliardo di euro distribuiti tra le province italiane.
Per quanto riguarda l’Umbria, dalla Val Nestore e zona Trasimeno, appena giunta la notizia, si è levato subito un coro di soddisfazione. Il Sindaco pievese Fausto Risini ha subito detto “che ora è giunto il momento di trovare una linea comune, spingere per finire i lavori di ristrutturazione della Pievaiola e progettare una nuova moianese”. Risini approfitta della circostanza per dire che ha apprezzato molto il provvedimento regionale che stanzia risorse per le vittime degli incidenti stradali causati dagli animali selvatici. Ma aggiunge: “Bisogna aprire subito una riflessione attorno alla variante Chiusi – Perugia, attraverso la realizzazione della cosiddetta Moianese, la Sp 309, che rappresenterebbe una risposta strategica ai problemi infrastrutturali da troppo tempo irrisolti. Penso – prosegue il primo cittadino pievese – in particolare allo sviluppo di una mobilità moderna e funzionale, capace di dare respiro alle aree interne, migliorando il collegamento con il casello autostradale di Fabro e la stazione FS di Chiusi, adeguandosi ai tracciati dell’Alta Velocità. Una progettualità che deve trovare posto nel quadro delle grandi opere davvero utili al territorio”.
Insomma questa volta non ci possono essere scuse soprattutto per una zona come la Val Nestore che da sempre è stata sabotata in fatto di infrastrutture. Basti pensare a questo proposito, alla linea ferroviaria che doveva congiungere Perugia a Chiusi e fu realizzata fino a Tavernelle. Mancavano appena 10 chilometri per congiungersi alla storica città etrusca della bassa Toscana, che oggi avrebbe voluto dire pure collegamento diretto di Perugia all’Alta Velocità, ma a linea fu chiusa e addirittura smantellata senza alcuna ragione. La stessa Pievaiola è stata ristrutturata e adeguata, in quasi 30 anni, solo fino a Tavernelle. Adesso il finanziamento statale per le strade provinciali, almeno per la SP 309 è un’occasione irripetibile.
In Val Nestore, è opinione diffusa che dai piani alti della politica e delle Istituzioni, nei decenni passati c’è stato solo del sabotaggio, che ha impedito a questo territorio che si estende da Castel del Piano fino alle porte di Chiusi, di dotarsi di una rete stradale adeguata alle esigenze della mobilità odierna. Così come della possibilità di sedersi al Tavolo Regionale della Programmazione. La Perugia-Chiusi sia versione ferroviaria, sia su gomma, rientrava in quella strategia che vedeva nella trasversale Ancona-Perugia-Grosseto, una risposta all’isolamento della città capoluogo dell’Umbria.

Perché non ricordare che la Val Nestore, agli inizi del boom economico negli anni sessanta, aveva tutte le carte in regola per partecipare alla rinascita dell’Italia dopo i disastri della seconda guerra mondiale. Infatti aveva ben due stazioni ferroviarie, quella di Panicale sulla linea nazionale e Tavernelle, aveva gli impianti Enel di Pietrafitta e da poco era nata la Coop VCP di Piegaro. La prima forma di economia industriale del territorio, creata dalla volontà di una popolazione che voleva affrancarsi dalla miseria di una economia mezzadrile medioevale.
Con lo smantellamento del primo tratto della ferrovia, di fatto gli fu impedito di guardare al futuro, fu proibito al territorio di volare. I ritardi nel dare risposte risolutive all’adeguamento della Pievaiola ha contribuito anche allo smantellamento del distretto industriale attraverso la delocalizzazione di aziende che avevano aperto i loro stabilimenti, perché ad esse era stato promesso che il collegamento su gomma con la stazione di Chiusi e il casello autostradale di Fabro, erano nei progetti. Come non capire che lo smantellamento del Distretto, non solo ha fatto evaporare l’economia della Val Nestore, ma ha contribuito a impoverire l’intera provincia e la regione. Ed ha penalizzato anche il territorio più vicino a Chiusi, prima di tutto Città della Pieve.
Nei mesi scorsi va detto anche che la Provincia di Perugia ha stanziato ben 80mila euro per finanziare lo studio di fattibilità per la ristrutturazione della moianese o strada Provinciale 309, ma sembra che, stando alle voci raccolte negli ambienti politici e Istituzionali, le prime ipotesi messe sul tavolo non abbiano soddisfatto nessuno. Insomma, le Istituzioni, il mondo dell’imprenditoria per quello che ne è rimasto, lasciano intendere che per rilanciare la Val Nestore, la sua economia, per poter sperare in nuovi investimenti produttivi e con essi l’occupazione, ci vuole ben altro che una mulattiera per quanto asfaltata. Vedremo, se la palla dello stanziamento di quasi 17 milioni di euro verrà adesso presa al balzo. Sul versante senese, la presidente della Provincia, Agnese Carletti (che è anche sindaco di San Casciano dei Bagni) ha rilasciato a proposito del provvedimento governativo una dichiarazione piuttosto critica: “Prima il Ministero toglie alle Province quelle poche e insufficienti risorse destinate alle strade.
«Il ministero dei Trasporti – era stato precisato – stanzierà la cifra record di un miliardo di euro per la manutenzione delle strade provinciali. Si tratta di una distribuzione di risorse per interventi di riqualificazione delle infrastrutture stradali, fortemente voluta dal vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini».
Noi abbiamo scritto subito che quei fondi erano solamente una piccola parte rimessa a disposizione delle Provincie d’Italia , dopo i tagli che lo stesso Ministero aveva fatto nei mesi precedenti e che avevano sollevato un moto di protesta da parte di tutte le Provincie indipendentemente dal colore politico che le amministrava. Ora veniamo a sapere che quel fondo verrà spalmato in tre anni. Insomma si è attivato ancora una volta il contagocce, e non il famoso detto western: “Pochi, maledetti e subito”.