I DRONI RUSSI AVVISTATI DAPPERTUTTO. MA CHE CI FA LO SPUTNIK IN UN DIPINTO DEL ‘600 A MONTALCINO?
MONTALCINO – Non passa giorno in cui le Tv e i siti di informazione non parlino di “avvistamenti” di droni, russi ovviamente, sui cieli di mezza Europa e anche nel mediterraneo. E tutto serve ad alimentare la psicosi da guerra alle porte, come se non bastassero le guerre vere e i genocidi in atto, per poi fomentare anche la campagna per il riarmo. Forse è la vecchia storia del “bisogno di un nemico”, per compattare governi, alleanze, schieramenti… E’ sempre successo così: il bisogno di un nemico, l’allarme per le provocazioni di quest’ultimo, la ricerca spasmodica di un incidente o uno “sconfinamento” per giustificare la reazione… Lo facevano anche gli antichi Romani e Annibale…
A forza di parlarne, la gente vede droni dappertutto e comincia a temere che qualcuno di questi alla fine sganci una bombetta sul nostro terrazzo.. Sembra di essere tornati indietro di 60 anni, quando le cronache e molti film parlavano di astronavi aliene, e oggetti volanti non identificati (Unidentified flying objects, Ufo) che in realtà sarebbero stati invece satelliti spia dell’Unione Sovietica, all’epoca identificata come l’Impero del Male, contro cui combatteva anche 007…
Può capitare però di avvistare uno strano oggetto non identificato anche facendo una gitarella culturale, magari visitando semplicemente una chiesa in una paese noto per un vino prestigioso. A Montalcino, cittadina del celebratissimo Brunello, nel cuore della Valdorcia, ma anche vicinissima alle Crete senesi, nella Chiesa di San Pietro c’è un dipinto, posto sull’altare di destra, che risale al 1600. L’anno è indicato a fianco alla firma, in basso a destra: “Salimbeni 1600”. L’autore è infatti Ventura spesso citato anche come Bonaventura Salimbeni, pittore di quel periodo, a cavallo tra il 1500 e il 1600, coevo di Caravaggio, Annibale Carracci e Artemisia Gentileschi insomma.
Ebbene in quel dipinto di oltre 400 anni fa, in mezzo alle figure di Gesù Cristo e Dio Padre c’è uno strano oggetto sferico, apparentemente metallico, che somiglia in maniera impressionante ad un satellite artificiale e precisamente allo Sputnik sovietico, lanciato nel 1957. L’oggetto presenta due asticelle, strette fra le dita delle due figure, che sembrano due antenne per le ricetrasmissioni installate, appunto sui satelliti artificiali. Entrambe sono unite al globo metallico tramite delle giunture o “riparelle”. Una ha in cima una sfera e l’altra una piccola croce. Altro particolare interessante (o inquietante) è che il globo ha, in basso, una sorta di occhio che sembra una vera e propria telecamera, come quelle che i satelliti usavano per fare le riprese.
Ma come può esserci capitato un oggetto del genere in un dipinto del ‘600? Perché il quadro è autentico. Non è un rifacimento successivo. Certo è che è singolare. E del dipinto con l’Ufo di Montalcino hanno parlato in tanti, anche su riviste specializzate in “ufologia”. Anche nel passato ci sono testimonianze scritte di avvistamenti di oggetti non identificati che attribuivano tali “apparizioni” a fenomeni religiosi e a potenze divine. E tra gli studiosi che si sono occupai dell’Ufo dipinto da Ventura Salimbeni nel 1600 a Montalcino c’è chi sostiene che “l’autore del quadro abbia visto ‘effettivamente qualcosa’ e lo abbia associato a due grandi figure della religione”. Soprattutto negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, diverse riviste hanno parlano dello “Sputnik di Montalcino”, di “un Ufo in Paradiso”, di Sputnik in mezzo alla SS. Trinità”. Ce ne occupammo anche su Primapagina (quando era ancora di carta) nei primi anni ’90 con un articolo di Roberto Cappelli che se ne era occupato a lungo. C’è anche chi ritiene che la sfera del dipinto non sia un Ufo, ma un antico mappamondo, probabilmente di vetro, rappresentante l’intero creato e non solo il pianeta Terra, mentre la “telecamera” altro non sarebbe che un perno per poter fissare la sfera ad un supporto, tesi questa che secondo chi la sostiene troverebbe riscontri in altri dipinti e raffigurazioni religiose di rito greco-ortodosse.
Però se l’ipotesi Sputnik ante litteram può apparire bizzarra e ardita (ma la somiglianza è davvero strabiliante), questa ipotesi del mappamondo lo è ancora di più. Perché l’autore del dipinto avrebbe dovuto dipingere anche il buco per attaccarvi il supporto? Ad ogni buon contro una cosa la possiamo affermare al di là di ogni ragionevole dubbio: se qualcuno pensasse che ha visto un ufo nel dipinto perché magari ha leggermente esagerato con il Brunello, bene questa è un’ipotesi da scartare, perché la strana sfera del Salimbeni la vedono anche gli astemi.
m.l.










Mah ? Io sono astemio ma questo articolo mi fa ripensare alla casa editrice Taschen che qualche anno addietro coniò una frase pubblicitaria molto indicativa sulla natura delle sue pubblicazioni riguardo all’epoca odierna :”Taschen, rich books for poor times”(letteralmente Taschen ricchi libri per tempi poveri ). Delle sue edizioni riguardo a tale argomento citato nel Post, ho acquistato qualche anno fa un libro dal titolo : The book of Miracles ( Il libro dei Miracoli ).Tale libro descrive una quantità innumerevole di avvistamenti e di interpretazioni di tali avvistamenti perlopiù riguardanti fenomeni celesti ma anche su disegni apparenti su opere d’arte dove vengono interpretati fatti e scene razionalmente non spiegabili e che la ragione umana ha nei secoli messo da parte poichè ancor oggi ne risulta la difficile interpretazione. Con tutta correttezza verso l’argomento descritto nel post potrei personalmente esprimere un giudizio su quanto appare e cioè che chi ha interpretato quell’affresco riferendolo allo Sputnik possa essere un distributore automatico di cazzate: appunto ”rich books for poor times”,con scritta in neretto evidenziando l’aggettivazione ”poor times”.Cazzate nel senso d’interpretare i tempi odierni come tempi poveri portatori di misconoscenza e di cattiva informazione, purtroppo assunta a livello di quasi verità.Infatti oggi questi sono tempi in cui si possa dire tutto od il contrario di tutto con la massima indifferenza facendo diventare quasi verità cose o fatti decisamente impossibili ad essere realtà ed a rappresentare delle verità razionali ed oggettive. Basterebbe talvolta un ragionamento semplice per capire che oggi data la quantità di notizie che prendono origine trattate dal complesso mediatico, sia sufficente sparare una qualsiasi idea per la quale possano essere prese in considerazione le cose più disparate ed inverosimili. Tutto questo rispecchia anche e non solo una trasgressione al dovere di informare correttamente il lettore per cui se non si adempie a tale rispetto si rischia di vivere in una realtà influenzata e deformata. Ed è quanto succede oggi in molti campi del sapere con la conseguenza che vediamo una quantità enorme di notizie che martellano i nostri cervelli e che spesso assumono la considerazone da parte della gente di essere davanti a cose e fatti veri sui quali porre attenzione mentre invece tali fatti riportati sono delle vere e proprie emerite cazzate.Certamente il post parla di interpretazioni ma basterebbe riferirsi alla realtà dei tempi per capire che quelle antenne non siano le antenne di un satellite artificiale bensì altri strumenti le cui funzioni siano sconosciute, dei quali non si può riconoscere nè la natura dell’oggetto nè il suo utilizzo. Sembrerebbero quasi due trombette per soffiare l’aria ma potrebbero essere anche oggetti destinati a qualsivoglia uso che dopo il basso medio evo si poteva fare e dei quali – oggi dopo secoli- si siano perse le destinazioni, gli scopi le utlità ed anche le conoscenze. Certamente l’ultima cosa da pensare come lascia intendere in maniera certamente provocatoria ed interrogativa Marco Lorenzoni è quella che sia la rappresentazione di un satellite artificiale e questo è nella logica di tutti ed allora mi domando come mai oggi fioriscano questi dubbi e le loro veicolazioni di fronte a queste cose che vengono riportate dal complesso mediatico ? Guardate non è indifferente la cosa ma ritengo che serva allo scopo contrario di una giusta interpretazione della realtà finendo per servire alla confusione dei cervelli perchè l’alienazine dai fatti concreti e dalla realtà concreta sconfina quasi sempre e và a formare degli stati del nostro pensiero per il quale l’allontanamento dalla realtà provoca automaticamente la sua rarefazione che con l’alienazione sono questi due concetti che scorrono parallelamente l’uno all’altro. Carl Gustav Jung – uno dei padri della psicologia analitica – scrisse un bellissimo libro dal titolo ”Su cose che si vedono nel cielo” con riferimento non tanto alle stesse cose od agli stessi fenomeni celesti realmente esistenti ma al BISOGNO DELL’UOMO DI VEDERLI per cui nel tempo abbiamo assistito a migliaia di fenomeni che abbiamo interpretato come reali,FORZANDO QUINDI LA PERCEZIONE UMANA DI TALI FENOMENTI.Ecco, il fatto di tale visione dello Sputnik in un affresco del 1600 e della divulgazione della notizia risponde perfettamente a quel fenomeno che nell’etica umana è parallelo al bisogno di credere che esiste nell’espletamento delle pratiche e dell’osservanza della religione.Quando si dice che ”alle cose per farle vere basta crederci ” non si fà altro che delineare un processo mentale che porta alla deformazione della realtà seguendo una influenza di pensiero di altri (alienazione ) anche se si dimostra che il fatto prodotto sia impossibile ed inverosimile. La religione diremo che alla fine è bisogno umano che si espleta in un narcotico con il quale l’uomo controlla le sue angosce ma nello stesso tempo ottunde la sua mente. Nello specifico del pensiero a cui accenna la possibilità del Post non è un paragone magari da portare come esemplificazione con la religione ma per esempio se pensiamo agli stessi miracoli propagandati dalla religione ed alla assuefazione della loro non messa in discussione in quanto a fatti che la razionalità umana non spiega, si ha come conseguenza una alterazione e deformazione del pensiero umano rispetto alla sua subordinazione o non subordinazione anche allo stesso concetto assoluto di Dio, partorito dallo stesso cervello umano.Difatti essendo il cervello umano mostrante un limite ed il concetto di Dio essendo un concetto illimitato,infinito e quindi incomprensibile proprio perchè tale fatto e tale essenza non può essere contenuto nella nostra mente proprio per sua ”dimensione” che non è umana, ma fatta e trasformata in umana da tutti quei fatti che l’organizzazione della religione materialmente ci spinge a pensare e per di più propagata nella società umana da uomini come lo sono tutti. E’ il regno ” dell’impossibile per gli umani che diventa possibile”, che aiuta a vivere e che costituisce a dare forza e speranza alla stessa essenza della vita ed ecco che viene dimostrato ciò che prima dicevo del fatto che la religione sia un narcotico con la quale l’uomo controlla le angosce ma che ottunde la sua mente.Del resto Sigmund Freud diceva proprio questo. Figuriamoci se io voglia infrangere il pensiero di chi crede, ma di certo tutto questo corrisponde alla manifestazione di tale bisogno che è tutto umano ma che nello stesso tempo è la risposta irrazionale all’interpretazione limitata ed umana del mondo superata solo con la fede. E la fede è il mezzo con il quale vengono superate le angosce umane che altrimenti spesso o quasi sempre ci renderebbero la vita peggiore e quindi è un nostro bisogno tutto umano, tutto espressione e parto della nostra stessa mente. Ma la fede è anche il mezzo per il quale ci arrestiamo e non ci domandiamo il perchè delle cose e le accettiamo mentre spesso tutto questo si converte in una rinuncia al poterle trasformare.C’è chi tale status lo accetta con umiltà ma c’è anche chi sempre con umiltà e dignità pensa ed agisce per trasformarle e la storia dell’evoluzione umana è li a dimostrarlo.
Carlo, due cose sono certe: 1) il dipinto è autentico e non ritoccato ed è del del 1600. 2) quel globo con le due antenne e la “telecamera” somiglia in maniera impressionante allo Sputnik del 1957. Ogni considerazione in proposito è legittima, ma sulle due cose non ci piove. Non sono confutabili. Che i progettisti russi dello Sputnik abbiano preso a modello il globo dipinto dal Salimbeni a Montalcino 350 anni prima? Possibile, ma molto improbabile. Più probabile che sia solo una strana coincidenza, ma strana forte…
Non sono un conoscitore d’arte e quindi non metto minimamente in dubbio che il dipinto sia del 1600 e lo credo anch’io che lo sia. Detto questo a me sembra inverosimile che l’Unione Sovietica si sia ispirata nella costruzione dello Sputnik al dipinto del Salimbeni,anche perchè per le procedure tecniche di costruzione di un satellite artificiale di certo i tecnici-così dice la logica- si saranno adeguati a tutte quelle strutture che avrebbero soddisfatto le funzionalità per le quali il satellite sia stato costruito e logicamente nel 1600 tutto questo non era nemmeno stato immaginato dalla mente umana,quindi quel disegno non si riferisce davvero al satellite in questione ma sicuramente ad una raffigurazione o simbolica o reale di altra cosa al di fuori di quanto si ipotizzi. Questo secondo me è il logico approccio alla questione e ritengo che non si debba far penetrare alcuna incertezza su questo poichè se ci fosse sarebbe di certo uno svilimento del pensiero umano. Siamo nel campo che potrebbe essere paragonato benissimo e parallelo nel significato a quello degli UFO e quindi non si può lasciar spazio alla fantasia a meno che non si riconosca che fantasia questa sia e che corrisponda al bisogno umano di averla.Ma dalla fantasia alla realtà ci corre parecchio,anzi diciamo che la fantasia superi la realtà.E’ come quella di coloro che dicono che abbiano visto i fantasmi e che molte volte sono in perfetta buonafede,fermo restando che il cervello sia una gran macchina e che la realtà sia solo una. Questo sarebbe un grande dilemma perchè come ho detto precedentemente, alle cose per farle vera basta crederci ,ma indipendentemente da questo la realtà materiale è una e solo una e se qualcuno dice di scorgere i fantasmi tali fantasmi ci sono nella realtà materale oppure è il cervello che dà i numeri ? Ritengo che la risposta sia la seconda.
La fantasia, certo…ma doveva averne parecchia il pittore Salimbeni per dipingere uno strano oggetto, con due antenne, praticamente identico ad un satellite artificiale costruito 350 anni dopo. Non potendogli chiedere cosa volesse rappresentare e dove avesse visto quel “coso”, rimarremo con la nostra curiosità.
Noooee -dicono a Chiusi – …. la fantasia dovrebbe averla avuta parecchia non il pittore Salimbeni come tu dici, ma coloro che dicono e che evochino il pensiero per il quale quell’oggetto assomigli allo Sputnik.E’ molto diversa la questione,molto diversa. Ed è diversa – per il semplice fatto che chi ha costruito lo Sputnik -e l’ho già spiegato – l’ha costruito seguendo la costruzione e l’apposizione di tecnologia funzionale che sarebbe servita a quel satellite artificiale per gli scopi a cui era destinato. Nel 1600 Galileo Galilei era già morto da mezzo secolo e figuriamoci se quelli fossero stati tempi che Salimbeni avesse potuto pensare ad un satellite artificiale.Lo Stato della Chiesa se le cose non quadravano al Papa od ai suoi consiglieri , non si faceva tanti scrupoli a far sentire un po’ di caldo sopra qualche catasta di legno a qualche disgraziato che avesse inteso raffigurare cose ”astruse” e del resto anche Galileo rischiò di sentire caldo. Quindi quell’oggetto è un oggetto sconosciuto dipinto o con fantasia introspettiva di rappresentare un mezzo per il quale o con il quale quell’occhio fosse un occhio osservatore dei comportamenti umani con sopra forse dei mezzi di veicolazione quasi a trombetta per instillare le volontà umane verso l’assoluto. Credo si possa dire tutto od il contrario di tutto quando una funzione od un oggetto sfugga alla comprensione della mente umana.
Ricordo ai lettori che dopo l’11 Settembre 2001 ci furono articoli di giornali nei quali si diceva che molte persone avessero avvistato in mezzo al fumo del crollo delle Twin Towers di New York la figura del viso di Belzebù che lo stesso fumo del crollo aveva disegnato nel cielo che con uno sguardo arcigno si godesse lo spettacolo….il cervello umano è una gran macchina….ed i possessori di parecchi cervelli sono animali adattabili.