I DRONI RUSSI AVVISTATI DAPPERTUTTO. MA CHE CI FA LO SPUTNIK IN UN DIPINTO DEL ‘600 A MONTALCINO?

lunedì 29th, settembre 2025 / 17:48
I DRONI RUSSI AVVISTATI DAPPERTUTTO. MA CHE CI FA LO SPUTNIK IN UN DIPINTO DEL ‘600 A MONTALCINO?
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MONTALCINO – Non passa giorno in cui le Tv e i siti di informazione non parlino di “avvistamenti” di droni, russi ovviamente, sui cieli di mezza Europa e anche nel mediterraneo. E tutto serve ad alimentare la psicosi da guerra alle porte, come se non bastassero le guerre vere e i genocidi in atto, per poi fomentare anche la campagna per il riarmo. Forse è la vecchia storia del “bisogno di un nemico”, per compattare governi, alleanze, schieramenti… E’ sempre successo così: il bisogno di un nemico, l’allarme per le provocazioni di quest’ultimo, la ricerca spasmodica di un incidente o uno “sconfinamento” per giustificare la reazione… Lo facevano anche gli antichi Romani e Annibale…

A forza di parlarne, la gente vede droni dappertutto e comincia a temere che qualcuno di questi alla fine sganci una bombetta sul nostro terrazzo..  Sembra di essere tornati indietro di 60 anni, quando le cronache e molti film parlavano di astronavi aliene, e oggetti volanti non identificati (Unidentified flying objects, Ufo) che in realtà sarebbero stati invece satelliti spia dell’Unione Sovietica, all’epoca identificata come l’Impero del Male, contro cui combatteva anche 007…

Può capitare però di avvistare uno strano oggetto non identificato anche facendo una gitarella culturale, magari visitando semplicemente una chiesa in una paese noto per un vino prestigioso. A Montalcino, cittadina del celebratissimo Brunello, nel cuore della Valdorcia, ma anche vicinissima alle Crete senesi, nella Chiesa di San Pietro c’è un dipinto, posto sull’altare di destra, che risale al 1600. L’anno è indicato a fianco alla firma, in basso a destra: “Salimbeni 1600”. L’autore è infatti Ventura spesso citato anche come Bonaventura Salimbeni, pittore di quel periodo, a cavallo tra il 1500 e il 1600, coevo di Caravaggio, Annibale Carracci e Artemisia Gentileschi insomma.

Ebbene in quel dipinto di oltre 400 anni fa, in mezzo alle figure di Gesù Cristo e Dio Padre c’è uno strano oggetto sferico, apparentemente metallico, che somiglia in maniera impressionante ad un satellite artificiale e precisamente allo Sputnik sovietico, lanciato nel 1957. L’oggetto presenta due asticelle, strette fra le dita delle due figure, che sembrano due antenne per le ricetrasmissioni installate, appunto sui satelliti artificiali. Entrambe sono unite al globo metallico tramite delle giunture o “riparelle”. Una ha in cima una sfera e l’altra una piccola croce. Altro particolare interessante (o inquietante) è che il globo ha, in basso, una sorta di occhio che sembra una vera e propria telecamera, come quelle che i satelliti usavano per fare le riprese.

Ma come può esserci capitato un oggetto del genere in un dipinto del ‘600? Perché il quadro è autentico. Non è un rifacimento successivo. Certo è che è singolare. E del dipinto con l’Ufo di Montalcino hanno parlato in tanti, anche su riviste specializzate in “ufologia”.  Anche nel passato ci sono testimonianze scritte di avvistamenti di oggetti non identificati che attribuivano tali “apparizioni” a fenomeni religiosi e a potenze divine. E tra gli studiosi che si sono occupai dell’Ufo dipinto da Ventura Salimbeni nel 1600 a Montalcino c’è chi sostiene che “l’autore del quadro abbia visto ‘effettivamente qualcosa’ e lo abbia associato a due grandi figure della religione”. Soprattutto negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, diverse riviste hanno parlano dello “Sputnik di Montalcino”, di “un Ufo in Paradiso”, di Sputnik in mezzo alla SS. Trinità”. Ce ne occupammo anche su Primapagina (quando era ancora di carta) nei primi anni ’90 con un articolo di Roberto Cappelli che se ne era occupato a lungo. C’è anche chi ritiene che la sfera del dipinto non sia un Ufo, ma un antico mappamondo, probabilmente di vetro, rappresentante l’intero creato e non solo il pianeta Terra, mentre la “telecamera” altro non sarebbe che un perno per poter fissare la sfera ad un supporto, tesi questa che secondo chi la sostiene troverebbe riscontri in altri dipinti e raffigurazioni religiose di rito greco-ortodosse.

Però se l’ipotesi Sputnik ante litteram può apparire bizzarra e ardita (ma la somiglianza è davvero strabiliante), questa ipotesi del mappamondo lo è ancora di più. Perché l’autore del dipinto avrebbe dovuto dipingere anche il buco per attaccarvi il supporto? Ad ogni buon contro una cosa la possiamo affermare al di là di ogni ragionevole dubbio: se qualcuno pensasse che ha visto un ufo nel dipinto perché magari ha leggermente esagerato con il Brunello, bene questa è un’ipotesi da scartare, perché la strana sfera del Salimbeni la vedono anche gli astemi.

m.l.

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