CHIUSI PRONTA AD OSPITARE LO ZIC BOOK FESTIVAL, IL FESTIVAL LETTERARIO “KID FRIENDLY”

sabato 13th, settembre 2025 / 12:02
CHIUSI PRONTA AD OSPITARE LO ZIC BOOK FESTIVAL, IL FESTIVAL LETTERARIO “KID FRIENDLY”
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CHIUSI – Archiviato ormai da un mesetto e passa il festival Orizzonti, su cui forse qualche riflessione “a freddo” sarà bene farla (e la faremo, promesso), Chiusi si prepara ad ospirare la seconda edizione di ZIC Book Festival, il suo “festival letterario”, organizzato dal Comune e dalla Biblioteca comunale Ottiero Ottieri, che quest’anno si è dato anche un direttore artistico, anzi una direttrice artistica nella figura di Silvia Vecchini, perugina, classe 1975, autrice di storie per i più piccoli, prime letture, libri che raccontano opere d’arte, romanzi per ragazzi, raccolte di poesie. Scrive sceneggiature per fumetti e cura rubriche per diverse riviste legate al mondo dell’infanzia.

E infatti lo ZIC Book di Chiusi, che si svolgerà dal 19 al 21 settembre, si presenta come un festival assolutamente “kid friendly”, ovvero “amico dei bambini, adatto ai bambini e naturalmente anche alle bambine. Molti degli appuntamenti in programma sono infatti indirizzati proprio a loro: si comincia venerdì 19, in mattinata, con due incontri sulle storie antiche e sulla poesia dedicati agli alunni delle scuole primaria e secondaria, prologo all’inuagurazione vera e propria del festival che si terrà ale ore 16,30, con Silvia Vecchini nella veste di “cicerone”. Alle 18,00, al Mascagni spettacolo con Giusi Quarenghi scrittrice per l’infanzia insieme al disignatore Alessandro Sanna e al musicista Martin Mayes.

Sabato 20, alle ore 10 laboratorio “Leggere il passato, trovare storie” per bambini dagli 8 anni in su. Alle ore 16.00 Mostra dei lavori eseguiti dai bambini e bambine delle scuole dell’infanziadell’IC Graziano da Chiusi e “Sacro Cuore” e a seguire “lettura di poesie” con Silvia Vecchini.

Alle ore 18,00. Sala San Francesco, primo appuntamento per over 15: “Attraversare i confini, osservare il mondo con gli occhi dell’altro”, incontro con Valerio Nicolosi, giornalista, regista e fotografo romano, classe 1984, che si occupa di tematiche sociali, rotte migratorie e Medio Oriente. Ha diretto il docu-film Ants, sulle rotte migratorie verso l’Europa, e altri documentari a sfondo sociale.

E aller ore 21,00 al Mascagni, spettacolo musicale “Tinotino Tinotina Tinotintin” con Elisabetta Garilli, pianista e compositrice,veronese, esperta di didattica musicale applicativa: dal 1999 con il suo progetto Disegnare Musica, ha portato a 10.000 bambini ogni anno l’insegnamento della musica in orario scolastico e tiene corsi di formazione. Cura e realizza varie rassegne di spettacoli educational in collaborazione con artisti, orchestre e teatri di tutta Italia. Scrive racconti musicati per l’infanzia ed è direttrice artistica del Festival itinerante LibrOrchestra.

Domenica 21, dalle ore 10,00 alle 12,30, sala San Francesco, “Storie e scritture per ragazze e ragazzi”, laboratorio formativo per adulti e insegnanti, con Alice Bigli.  Alle ore 15,30: Letture ad alta voce, a cura del Gruppo LaAV Chiusi, alle 16,00, ancora nella Sala S. Francesco,  “Leggere le ferite, raccontare storie”, con Simone Saccucci (1979) cantastorie, narratore, educatore. Attraverso la parola, la musica e il canto, conduce in tutta Italia seminari e laboratori per futuri educatori e insegnanti, e viene spesso chiamato per agire sul disagio nelle scuole, nei territori o nelle famiglie. Alle 17,30 “Il sasso nelll stagno, da Gianni Rodari alla parola femminista”, incontro con Vanessa Roghi, storica e autrice di programmi per la RAI. Si è occupata e ha scritto su Rodari, ma anche su Mario Lodi, Don Milani e dunque su quella che è stata definita educazione sovversiva, ma anche sul tema delle droghe e sul femminismo.

Tranne quest’ultimo incontro e quello con Valerio Nicolosi che spaziano in ambiti diversi, tutto il resto del festival è improntato e destinato ai bambini e ragazzi e ai loro educatori, insegnanti in primo luogo, ma anche genitori.

Lo Zic Book offrirà insomma l’opportunità di conoscere esperienze didattiche ed educative che partono proprio dall’uso della parola, della musica, dell’arte, esperienze e intuizioni innovative, in qualche caso addirittura rivoluzionarie e “radical”, per dirla alla anglosassone. E questo per certi aspetti può risultare interessante e utile. Ma come festival letterario appare un po’… “monotematico”, quasi settoriale. Che cosa va ad ascoltare uno/a di 60-70 anni che ha il piacere della lettura e dell’ascolto, ma non ha né figli, né nipoti in età da scuola primaria o dell’infanzia? Questa domanda se la faranno in molti. Soprattutto coloro che sono abituati ad andare a teatro, a seguire tutte le iniziative culturali, le presentazioni di libri ecc.

E’ vero che sabato 20 e domenica 21, dalle ore 19,00 in mezzo allo Zic Book ci sarà anche l’Anteprima della Festa dell’Uva e del Vino in programma nel week end successivo, con degustazioni e street food rigorosamente locale, ma nutrire il corpo e nutrire la mente sono due cose diverse.

A proposito del taglio “monotematico” del festival letterario, ci sovviene una riflessione: sabato scorso a Milano più di 100 mila persone sono scese in piazza per difendere il Centro Sociale Leoncavallo sgomberato alcuni giorni prima dalla polizia, perché “abusivo” (cioè aveva sede in un stabile occupato abusivamente da più di 30 anni); ecco, noi, da queste colonne sono decenni che proponiamo anche a Chiusi uno spazio polivalente per giovani e meno giovani, che potesse ospitare eventi, ma anche laboratori artistici, spazi creativi, confronti, magari anche spettacoli…  Una cosa del genere era anche nei programmi elettorali della Primavera nel 2011 e dei Podemos nel 2016… Prima ancora, quando era sindaco Ciarini, questi ci rispose che non era d’accordo a creare un Leoncavallo a Chiusi (il Pd non era ancora nato, c’erano i Ds all’Epoca e anche loro avevano paura di offrire spazio e spazi ai “sovversivi”). Oggi il Comune un Centro Giovani, lo ha realizzato.  Si chiama Culsans. E’ bello e centrale, nel cuore dello Scalo. Ma di fatto è solo un doposcuola per under 15 che vanno lì a giocare alla playstation. Al massimo è un centro-ragazzi. I giovani hanno qualche annetto in più e hanno bisogno di altro. Magari di un Leoncavallo (non necessariamente occupato abusivamente) in cui ci sia spazio  anche per chi giovane non è più. Uno spazio in cui si possa sperimentare, contaminarsi, creare. Tra un Leoncavallo e il Culsans c’è la stessa differenza che passa tra un festival letterario e un festival che parla quasi esclusivamente ai ragazzi e ai loro educatori. Ovvio che una cosa non esclude l’altra e tutte hanno piena dignità. Insomma ci vorrebbe l’una e l’altra, non una sola delle due.

m.l.

Nella foto: la direttrice artistica Silvia Vecchini, con gli alunni di una scuiola per l’infanzia

 

 

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