LA SUMUD GLOBAL FLOTILLA PRONTA A SALPARE PER GAZA: UN MONDO INTERO NEL MEDITERRANEO PER PORTARE AIUTO AI CIVILI ASSEDIATI
Sta per partire alla volta di Gaza la più imponente missione umanitaria marittima mai fatta al mondo. Non tre caravelle come la Nina, la Pinta e la Santa Maria di Cristoforo Colombo, partite dalla Spagna con l’intento di sbarcare nelle Indie, ma decine e decine di imbarcazioni, per lo più a vela che salperanno, contemporaneamente, tempo permettendo, il 31 agosto da Genova e Barcellona e il 4 settembre, un altro contingente, da Grecia, Tunisia e Sicilia.
Si chiama Global Sumud Flotilla, dove “Sumud” (termine arabo) sta per resistenza, resilienza, perseveranza e “global” sta a sottolineare che si tratta di una “flotta” composta da equipaggi di tutto il mondo. Precisamente da 44 Paesi. A bordo di una delle imbarcaziomni ci sarà anche Greta Thunberg e con lei due attivisti, Thiago Avila e Yasemin Acar, che nei mesi scorsi avevano già tentato di rompere l’assedio e di arrivare a Gaza e nei confronti dei quali Israele ha emesso un provevdimento di divieto di entrare a Gaza per i prossimi 100 anni. Evidentemente il governo Netanyahu è molto ottimista salla salute e sulla longevità dei due volontari. Ma ci saranno anche parlamentari, medici, avvocati, sindacalisti, attori come Susan Sarandon. Più di 31 mila persone hanno chiesto di partecipare e di imbarcarsi…
Sembra la vigilia della partenza di una Crociata. E in effetti anche in questo caso l’obiettivo è arrivare nei pressi di Gerusalemme. Per ovvii motivi di sicurezza, vista l’accoglienza che l’esercito israeliano riserva ai mezzi che portano aiuti umanitari e a tutti coloro che cercano di dare una mano o documentare quanto accade (192 giornalisti e operatori ammazzati, non per errore), l’identità di chi farà parte della spedizione non è stata ancora comunicata dagli organizzatori. C’è il timore di azioni preventive di boicottaggio e di intimidazione, ma anche che l’Idf apra il fuoco sulla Flotilla…
L’iniziativa è il risultato di percorsi politici incrociati e diversi. Alcuni molto lunghi. Una cosa è certa: alle spalle di questa clamorosa e imponente iniziativa c’è l’esperienza della Freedom Flotilla, il movimento che da diciotto anni tenta di rompere il blocco navale imposto da Israele su Gaza e che in passato ha pagato anche con la vita dei propri attivisti il tentativo di raggiungere via mare la Striscia. È successo nel 2010, quando la Marina israeliana ha abbordato sparando la Mavi Marmara, nave turca della flotta, uccidendo 10 attivisti e lasciando varie decine di feriti.
Ci sono, pronti a partire, anche i volontari che hanno dato vita alla più recente Global march To Gaza, ovvero il convoglio di mezzi che tentò di raggiungere il valico di Rafah via terra, ma fu bloccato al Cairo, e il Maghreb Sumud Convoy, gigantesca carovana umanitaria partita da Tunisia e Algeria che si è ingrossata attraversando diversi Paesi, fino a raggiungere il confine con l’Egitto. L’obiettivo era arrivare fino al valico di Rafah per consegnare farmaci, cibo e beni di prima necessità, ma anche questo, di fronte alle minacce israeliane di un intervento militare, è stata bloccata al confine. Significativa la partecipazione di un numero piuttosto alto di imbarcazioni provenienti da Sud Est Asiatico, patrocinato dal Primo ministro malese e con al proprio interno, barche battenti bandiera pakistana, indonesiana, thailandese, dello Shri Lanka e delle Filippine. In Italia, a sostegno della Sumud Global Flotilla si sono schierati lo storico Alessandro Barbero, il fumettita Zerocalcare, il comico Giovanni Storti, Alessandro Gassmann, Fiorella Mannoia, i Subsonica…
La Global Sumud Flotilla avrà “una scorta” anche a terra, con decine di mobilitazioni in programma in diversi Paesi. In Italia sono state già annunciate diverse iniziative e concerti di raccolta fondi, mentre a Genova e in molte altre città e paesi è partita una raccolta straordinaria di aiuti umanitari – l’obiettivo è di raggiungere le 45 tonnellate – che verranno poi caricati a bordo delle barche in partenza. A coordinarla sono Music for Peace e Collettivo Autonomo Lavoratori Porttuali (Calp), i “camalli” genovesi che hanno già bloccato diversi carichi di armi diretti a Tel Aviv e che avranno dei lavoratori a bordo delle barche…
La gente comune, il mondo degli artisti, i lavoratori anche in questo caso sembrano viaggiare un passo avanti alla politica e agli stessi sindacati, ancora troppo silenti, troppo sottotraccia. C’è un mondo sulle barche della Sumud Global Flotilla. Quel mondo che non ci sta ad osservare un massacro senza precedenti, senza battere ciglio. E c’è una grande parte del mondo sportivo che chiede a gran voce di sanzionare Israele estromettendo squadre, atleti e nazionali israeliani dalle varie competizioni internazinali, come è successo con la Russia dopo l’aggressione militare all’Ucraina.
In altri tempi neanche troppo lontani, per situazioni gravi, ma menoidevastanti dell’assedio di Gaza da parte di Israele, i Paesi “liberi” dell’Occidente e di altre parti del mondo hanno mandato i caschi blu dell’Onu, in qualche caso sono stati inviati contingenti militari interforze con compiti di peace keeping… Forze di interposizione, le chiamavano. Ma a Belgrado, dopo la strage di Srebrenica, i governi occidentali, compreso quello italiano, mandarono i bombardieri… Oggi invece sullo scacchiere del Medio Oriente, i governi e l’Unione europea mandano armi, non all’aggredito e all’assediato, ma all’aggressore, a chi tiene due milioni e passa di civili sotto assedio, senza acqua, senza cibo, senza medicine e con quelle armi bombarda anche gli ospedali e uccide i giornalisti…
Certo poi si è scoperto che anche l’Ucraina, destinataria di miliardi di euro in armi e sostegno ha fatto saltare il gasdotto Nord Stream 2 ovvero una infrastruttura europea, quella che portava il gas russo in Germania… Cioè ha compiuto lei un atto di guerra o di terrorismo di stato, contro l’Unione… Le contraddizioni e i buchi neri nella gestione delle due questioni, Ucraina e Gaza, sono macroscopiche. Ma nonostante questo le coscienze sembrano sopite, anestetizzate.
Difficile, molto difficile, che la Sumud Global Flotilla riesca ad arrivare a Gaza e a portare aiuto ai civili stremati, più probabile che finisca anche questa volta come le spedizioni precedenti via mare e via terra. Con Israele che farà blocco e il mondo se ne starà a guardare a braccia conserte. Ma stavolta, come dicevamo in apertura, l’operazione è grossa. C’è davvero un mondo su quelle barche in rotta su Gaza. C’è il mondo che non abbassa la testa, che non fa finta di non vedere e non sentire le urla e il pianto dei bambini affamati sotto i bombardamenti e c’è un mondo vasto che non accetta più l’idea che Israele e gli Usa possano fare ovunque quello che vogliono, derogando a tutte le norme del diritto internazionale.
In Italia per secoli si è temuto chi arrivava dal mare… i fenici, i cartaginesi, poi i mori e i saraceni… Ma anche la spedizione dei Mille fu fatta per mare e partì da Genova… E gli americani nel ’44 sbarcarono in Sicilia e ad Anzio…
La Sumud Global Flotilla non è armata, naviga a mani alzate. E batte bandiera di pace. Forse non arriverà alla meta, ma i riflettori l terrà accesi per un po’… e nessuno poi potrà dire “non sapevo”, “non avevo capito”…
m.l.










Una grande missione umanitaria dalbasso.
Forse mi sbaglierò ma dopo che è stato sperimentato che senza alcuna pietà si persegue il fine di liberare il terreno dai palestinesi,e dopo le bombe che hanno ucciso decina di mgliaia di civili ed anche sono stati fermati i veri tentativi-magari fatti di proporzione e partecipazione numerica minore-minore di questa Samud Global Flotilla,pensiamo che israele li lascerà attraccare ai porti e che sia ostacolata così la sua strategia ? Basta vedere cosa stiano facendo i coloni che incendiano e sparano in Cisgiordania per occupare terre non loro sentendosi protetti da un governo di uno Stato che crede così di difendere 11 milioni di suoi cittadini in mezzo a 450 milioni di mussulmani ? a parte poi il discorso che certi governi di stati mussulmani sono stati nel tempo corrotti dai dollari americani perchè percorressero e facilitassero la politica di madre USa e di israele, ma secondo me sarà una missione decisamente respinta.Se così fosse credo che però serva ad aumentare la chiarezza nella maggior parte delle nazioni del mondo che questo non sia il modo con oil quale Israele possa difendere la propria incolumità.
Alcuni governi del mondo “altro” stanno appoggiando la Sumud Global Flotilla e parteciperanno alla spedizione. Magari le imbarcazioni non riusciranno ad arrivare a Gaza, ma può essere davvero l’inizio dello sgretolamento del muro di silenzio, indifferenza, complicità verso la politica suprematista e nazista di Israele. Molti sentendo lo slogan “from the river to the sea Palestine will be free” si sono indignati, dicendo che quello slogan sottintende la cancellazioe dello Stato di Israele. Nella sostanza invece è l’esercito israeliano che sta portando avanti il disegno contenuto in quello slogan, ovvero la cancellazione e l’occupazione di tutti i territori palestinesi, dal fiume fino al mare, per cancellare ogni ipotesi di Stato Palestinese.
”…Le montagne sono fatte di sassi, esse sono alte ma non possono diventare ancora più alte…ad ogni colpo di pala esse diminuiranno”.Questo diceva qualcuno molti decenni fa in un celebre libro al capitolo di ”come Yu Kung- il vecchio sciocco delle montagne del Nord rimosse le stesse montagne”. Bene, più di mezzo secolo fa tale principio che rieccheggiava nelle strade del mondo dalle Università di Berkley in California alle strade dell’Europa produsse i suoi effetti e le generazioni che ne seguirono fruirono di quella convinzione ed il mondo nel suo insieme progredì ed anche se attraverso lotte incredibili che l’età moderna non aveva forse mai vissuto prima, si evolse per raggiungere mete e picchi di consapevolezza sociale e di progresso. In circa 30 anni il sistema che amministra oggi il mondo e che è solo uno e che si chiama con un nome solo, si è rimangiato tutto e ha dimostrato la tesi del famoso libro di Lenin ”Un passo avanti e due indietro”, chiarendone anche i perchè e le nuove ragioni,che poi non distano molto da quelle citate dallo stesso Vladimir ilic Ulianov. Questo per inciso, tanto per dare il valore a ciò che è scritto nel post riguardo alla spinta che si aggiungerà alle altre per raggiungere un risultato che oggi sembra insperato ed è vero che sia tale, ma è anche vero che nella genesi della storia quella pala di Yu-Kung non si possa non considerare perchè di certo avrà i suoi effetti quale sia sia la vicissitudine della Samud Global Flotilla. Scendendo nell’attualità mi aspetto -dati gli esempi avuti fino ad oggi del caso di cui stiamo parlando- che le navi non saranno fatte attraccare e non potranno attraccare ne a Gaza, nè ad Haifa,nè ad Ashodt, ma questo produrrà lo stabilirsi di un ulteriore gradino in favore della causa palestinese da parte del resto del mondo mentre coloro che giustificano tale rifiuto di gradini ne scenderanno ancora un altro e davanti all’opinione pubblica di un mondo globalizzato sarà difficile probabilmente riconquistare quel gradino anche se le forze in campo preponderanti per l’eliminazione della memoria faranno l’impossibile perchè questa scompaia e non se ne parli perchè se non se ne parla in un mondo cosi strutturato il problema sanno bene che non esiste. Io credo che in tale logica perversa vi sia un elemento che rimarrà indelebile nella lotta di un popolo per autoamministrarsi e governare nella propria terra dove oggi domina la forza contro la ragione. Ecco perchè quel vecchio sciocco delle montagne del Nord aveva visto giusto e diceva una verità ineluttabile che poi ha trovato concretizzazione nella sua terra e che è servita al proprio popolo di far uscire centinaia di milioni di cittadini affamati, servi della gleba dalla miseria endemica e dalle malattie che lo mietevano in cui versava e di salire altri scalini verso un avvenire migliore per le generazioni che ne sono seguite ed altre che ne seguiranno. C’è in questo pensiero una forza, una forza genuina che scaturisce dalla ragione umana della lotta per affrancarsi dal bisogno che contempla di certo tempi lunghi ma è la sola che possa riservare una speranza di cambiamento. E questo l’Occidente l’ha compreso ed è diventata quasi una ”poesia universale” che ha penetrato nella sua cultura anche se ha messo in luce le sue barbarie endemiche del divenire della sua storia, ma anche la positività dell’uso della ragione contrapposta alla barbarie della guerra e della compressione economica e sociale. Siamo abituati-anche a ragione – a denigrare l’Occidente per le barbarie prodotte verso altri popoli nella storia ma occorre allo stesso tempo valutare gli impulsi e le spinte poderose da dentro di esso scaturite che hanno cambiato il mondo poichè adattate ed interpretate da altrettanti uomini che si sono serviti dell’applicazione in casa loro di quelle forze e di quelle spinte, le hanno fatte loro, le hanno assimilate e se ne sono serviti per buttare a mare le zavorre imposte da un sistema iniquo che anche oggi non è sconfitto ma che guardando alla stoia è ridotto all’angolo . Questa è la ragione profonda che occorra avere una speranza che il mondo che oggi in tante sue parti gronda del sangue dei deboli possa alla fine prevalere sulla morte e sull’egoismo di gruppi che pensano a riprodurre il proprio status sociale e che non si aprono alle necessità globali ma restano anche loro vittime del loro stesso egoismo.e co esso, anche in casa nostra trascinanao anche noi diffondendo la sottocultura che è il solo perno rimasto per resistere al cambiamento.Lo chiamo ” cambiamento” nel senso che è prodotto e scaturisce dalle contraddizioni dovute principalmente all’amministrazione della ricchezza prodotta ed a come si ripartisce verso la schiera innumerevole dei produttori mondiali e globali, in una lotta continua che porta il modello di sviluppo a fare a cazzotti contro la limitatezza delle risorse. Ecco, da questo ne deriva la ragione del perchè anche nel caso dei palestinesi alla fine si imporrà inevitabilmente in un mondo molto migliore di quello che vediamo oggi ed alla fine ”il cambiare of il resistere al cambiamento” sarà una condizione superata. Probabilmente la nostra fascia generazionale e qualche altra che ne seguirà non saranno entrambe spettatrici di tale evento ma occorre essere certi e determinati che se vogliamo sopravvivere tutti la casa comune non debba avere ospiti che dormino al di fuori ed è questo il principio che ci deve guidare e non senz’altro quello di ”padroni a casa nostra” perchè anche se ci sembra che la nostra nazione ci appartenga per vicissitudini storiche, concezioni consolidate e perchè anche i nostri antenati hanno versato sangue per conquistarla, la terra del mondo che calpestiamo non ci appartiene ma appariene a tutti. solo così l’umanità si salverà dalla barbarie in cui da molto tempo è caduta grazie al sistema dove viviamo e che rifiuta a tutti i costi il cambiamento facendo leva sull’egoismo e spargendo nella sottocultura l’idea che non possa essere superato dalla ragione.Diecimila anni fa un cane era un cane come lo è oggi, l’uomo no, perchè nel suo cervello esiste qualcosa di diverso.E questo viene secondo me dimostrato dalla storia dell’evoluzione e chi dice che questo non sia vero, secondo me prima di mentire agli altri mente a se stesso avendone bisogno di farlo. E spesso lo scopo è chiaro.
Il 4 settembre, in concomitanza con la partenza della Global Sumud Flotilla dalla Sicilia, a Città della Pieve si terrà una maratona di lettura di poesie di giovani poeti di Gaza. Ci incontriamo e leggiamo insieme e invitiamo tutti a leggere, ad alta voce, ciascuno a modo una raccolta di poesie di giovani poeti che scrivono anche oggi sotto assedio, mettendo le nostre voci al servizio dei poeti palestinesi. È un invito semplice a conoscere e ricordare l’arte viva di un popolo vivo che resiste anche attraverso la poesia. È un modo per restituire e dare spazio alle voci del popolo palestinese – le prime che abbiamo il dovere di ascoltare, ancora prima di parlare – rendendoci strumento al loro servizio. L’invito è aperto a tutti e a tutte. L’appuntamento è giovedì 4 settembre alle 18 nel cortile di Palazzo della Corgna.