LA SUMUD GLOBAL FLOTILLA PRONTA A SALPARE PER GAZA: UN MONDO INTERO NEL MEDITERRANEO PER PORTARE AIUTO AI CIVILI ASSEDIATI

mercoledì 27th, agosto 2025 / 18:23
LA SUMUD GLOBAL FLOTILLA PRONTA A SALPARE PER GAZA: UN MONDO INTERO NEL MEDITERRANEO PER PORTARE AIUTO AI CIVILI ASSEDIATI
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Sta per partire alla volta di Gaza la più imponente missione umanitaria marittima mai fatta al mondo. Non tre caravelle come la Nina, la Pinta e la Santa Maria di Cristoforo Colombo, partite dalla Spagna con l’intento di sbarcare nelle Indie, ma decine e decine di imbarcazioni, per lo più a vela che salperanno, contemporaneamente, tempo permettendo, il 31 agosto da Genova e Barcellona e il 4 settembre, un altro contingente, da Grecia, Tunisia e Sicilia.

Si chiama Global Sumud Flotilla, dove “Sumud” (termine arabo) sta per resistenza, resilienza, perseveranza e “global” sta a sottolineare che si tratta di una “flotta” composta da equipaggi di tutto il mondo. Precisamente da 44 Paesi. A bordo di una delle imbarcaziomni ci sarà anche Greta Thunberg e con lei due attivisti, Thiago Avila e Yasemin Acar, che nei mesi scorsi avevano già tentato di rompere l’assedio e di arrivare a Gaza e nei confronti dei quali Israele ha emesso un provevdimento di divieto di entrare a Gaza per i prossimi 100 anni. Evidentemente il governo Netanyahu è molto ottimista salla salute e sulla longevità dei due volontari. Ma ci saranno anche parlamentari, medici, avvocati, sindacalisti, attori come Susan Sarandon. Più di 31 mila persone hanno chiesto di partecipare e di imbarcarsi…

Sembra la vigilia della partenza di una Crociata. E in effetti anche in questo caso l’obiettivo è arrivare nei pressi di Gerusalemme. Per ovvii motivi di sicurezza, vista l’accoglienza che l’esercito israeliano riserva ai mezzi che portano aiuti umanitari e a tutti coloro che cercano di dare una mano o documentare quanto accade (192 giornalisti e operatori ammazzati, non per errore), l’identità di chi farà parte della spedizione non è stata ancora comunicata dagli organizzatori. C’è il timore di azioni preventive di boicottaggio e di intimidazione, ma anche che l’Idf apra il fuoco sulla Flotilla…

L’iniziativa è il risultato di percorsi politici incrociati e diversi. Alcuni molto lunghi. Una cosa è certa: alle spalle di questa clamorosa e imponente iniziativa c’è l’esperienza della Freedom Flotilla, il movimento che da diciotto anni tenta di rompere il blocco navale imposto da Israele su Gaza e che in passato ha pagato anche con la vita dei propri attivisti il tentativo di raggiungere via mare la Striscia. È successo nel 2010, quando la Marina israeliana ha abbordato sparando la Mavi Marmara, nave turca della flotta, uccidendo 10 attivisti e lasciando varie decine di feriti.

Ci sono, pronti a partire, anche i volontari che hanno dato vita alla più recente Global march To Gaza, ovvero il convoglio di mezzi che tentò di raggiungere il  valico di Rafah via terra, ma fu bloccato al Cairo, e il Maghreb Sumud Convoy, gigantesca carovana umanitaria partita da Tunisia e Algeria che si è ingrossata attraversando diversi Paesi, fino a raggiungere il confine con l’Egitto. L’obiettivo era arrivare fino al valico di Rafah per consegnare farmaci, cibo e beni di prima necessità, ma anche questo, di fronte alle minacce israeliane di un intervento militare, è stata bloccata al confine. Significativa la partecipazione di un numero piuttosto alto di imbarcazioni provenienti da Sud Est Asiatico, patrocinato dal Primo ministro malese e con al proprio interno, barche battenti bandiera pakistana, indonesiana, thailandese, dello Shri Lanka e delle Filippine. In Italia, a sostegno della Sumud Global Flotilla si sono schierati lo storico Alessandro Barbero, il fumettita Zerocalcare, il comico Giovanni Storti, Alessandro Gassmann, Fiorella Mannoia, i Subsonica…

La Global Sumud Flotilla avrà “una scorta” anche a terra, con decine di mobilitazioni in programma in diversi Paesi. In Italia sono state già annunciate diverse iniziative e concerti di raccolta fondi, mentre a Genova e in molte altre città e paesi è partita una raccolta straordinaria di aiuti umanitari – l’obiettivo è di raggiungere le 45 tonnellate – che verranno poi caricati a bordo delle barche in partenza. A coordinarla sono Music for Peace e Collettivo Autonomo Lavoratori Porttuali (Calp) i “camalli” genovesi che hanno già bloccato diversi carichi di armi diretti a Tel Aviv e che avranno dei lavoratori a bordo delle barche…

La gente comune, il mondo degli artisti, i lavoratori  anche in questo caso sembrano viaggiare un passo avanti alla politica e agli stessi sindacati, ancora troppo silenti, troppo sottotraccia. C’è un mondo sulle barche della Sumud Global Flotilla. Quel mondo che non ci sta ad osservare un massacro senza precedenti, senza battere ciglio. E c’è una grande parte del mondo sportivo che chiede a gran voce di sanzionare Israele estromettendo squadre, atleti e nazionali israeliani dalle varie competizioni internazinali, come è successo con la Russia dopo l’aggressione militare all’Ucraina.

In altri tempi neanche troppo lontani, per situazioni gravi, ma menoidevastanti dell’assedio di Gaza da parte di Israele, i Paesi “liberi” dell’Occidente e di altre parti del mondo hanno mandato  i caschi blu dell’Onu, in qualche caso sono stati inviati contingenti militari interforze con compiti di peace keeping… Forze di interposizione, le chiamavano. Ma a Belgrado, dopo la strage di Srebrenica, i governi occidentali, compreso quello italiano,  mandarono i bombardieri…  Oggi invece sullo scacchiere del Medio Oriente, i governi e l’Unione europea mandano armi, non all’aggredito e all’assediato, ma all’aggressore, a chi tiene due milioni e passa di civili sotto assedio, senza acqua, senza cibo, senza medicine e con quelle armi bombarda anche gli ospedali e uccide i giornalisti…

Certo poi si è scoperto che anche l’Ucraina, destinataria di miliardi di euro in armi e sostegno ha fatto saltare il gasdotto Nord Stream 2 ovvero una infrastruttura europea, quella che portava il gas russo in Germania… Cioè ha compiuto lei un atto di guerra o di terrorismo di stato, contro l’Unione…  Le  contraddizioni e i buchi neri nella gestione delle due questioni, Ucraina e Gaza, sono macroscopiche. Ma nonostante questo le coscienze sembrano sopite, anestetizzate.

Difficile, molto difficile, che la Sumud Global Flotilla riesca ad arrivare a Gaza e a portare aiuto ai civili stremati, più probabile che finisca anche questa volta come le spedizioni precedenti via mare e via terra. Con Israele che farà blocco e il mondo se ne starà a guardare a braccia conserte. Ma stavolta, come dicevamo in apertura, l’operazione è grossa. C’è davvero un mondo su quelle barche in rotta su Gaza. C’è il mondo che non abbassa la testa, che non fa finta di non vedere e non sentire le urla e il pianto dei bambini affamati sotto i bombardamenti e c’è un mondo vasto che non accetta più l’idea che Israele e gli Usa possano fare ovunque quello che vogliono, derogando a tutte le norme del diritto internazionale.

In Italia per secoli si è temuto chi arrivava dal mare… i fenici, i cartaginesi, poi i mori e i saraceni… Ma anche la spedizione dei Mille fu fatta per mare e partì da Genova…  E gli americani nel ’44 sbarcarono in Sicilia e ad Anzio…

La Sumud Global Flotilla non è armata, naviga a mani alzate. E batte bandiera di pace. Forse non arriverà alla meta, ma i riflettori l terrà accesi per un po’… e nessuno poi potrà dire “non sapevo”, “non avevo capito”…

m.l.

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