CHIANCIANO, MIGLIAIA IN PIAZZA PER GAZA. FINALMENTE UN GRIDO FORTE E CHIARO

martedì 19th, agosto 2025 / 12:27
CHIANCIANO, MIGLIAIA IN PIAZZA PER GAZA. FINALMENTE UN GRIDO FORTE E CHIARO
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CHIANCIANO TERME – Non c’eravamo più abituati a vedere una piazza così… Erano almeno 20 anni, forse 22 che non si vedeva una partecipazione così imponente ad una iniziativa contro una guerra. L’ultima volta era stata forse la marcia per la pace che si tenne a Chiusi nel 2003. Anche allora parteciparono tutti i comuni della Valdichiana senese e anche allora, la conclusione fu affidata al vescovo. Ieri sera a Chianciano, la fiaccolata per la Palestina, contro il genocidio a Gaza, si è infatti conclusa con un breve discorso del cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena e vescovo della diocesi di Montepulciano, Chiusi e Pienza. In apertura hanno parlato Paolo Piccinelli e Clori Bombagli per il Comune di Chianciano, promotore dell’iniziativa e Agnese Carletti sindaco di San Casciano Bagni e Presidente della Provincia di Siena. Giampiero Giglioni, di Anpi, ha fatto da guida e mastro cerimoniere. Per la Questura 800-1.000 persone quelle che hanno sfilato per i vicoli del centro storico, nella realtà almeno 1.500, forse anche 2.000. Perché le 300 fiaccole distribuite alla partenza erano molte di meno della gente che sfilava nel corteo silenzioso, rotto solo da qualche slogan (“Palestina libera” e “Basta armi agli assassini!”) e da 4 soste con letture di poesie e testimonianze di artisti e cittadini palestinesi. Testimonianze e testi duri. Crudi. Che hanno squarciato il velo di ipocrisia, di indifferenza e spazzato via anche tutte le balle sull’equidistanza, sulle reponsabilità di Hamas, sulla equiparazione ad altri conflitti.

Non è stata solo una “fiaccolata”, ma una manifestazione vera e propria. Di quelle belle. Di quelle che restano negli annali. Ce n’era bisogno, perché il genocidio di Gaza non è più tollerabile, non sono più tollerabili il silenzio e le ambiguità della politica. E chi dice che sarebbe stato bene manifestare anche per l’Ucraina e per altre guerre non la racconta giusta, perché a Gaza e in Cisgiordania non è in corso una guerra tra due eserciti, ma una occupazione militare, con distruzione sistematica di un territorio e il massacro, sistematico anch’esso, di una popolazione civile. A Gaza c’è un solo esercito che spara e bombarda e uccide i civili, anche donne e bambini, anche giornalisti, ed è l’esercito israeliano. Poi certo nei cunicoli sotterranei di Gaza c’è Hamas, che è una formazione armata, ed è quella che ha compiuto il massacro del 7 ottobre 2023 e in Cisgiordania c’è Hezbollah, ma questo non giustifica in nessun modo la “soluzione finale” che sta portando avanti, in modo dichiarato, l’IDF agli ordini di Netanyahu e dei suoi ministri.

Fornire le armi a Israele, come ha fatto e fa l’Europa, non è come mandarle agli Ucraini, è come mandarle alla Russia, se proprio vogliamo fare un paragone Gaza-Ucraina. E non si può non dire che quello che sta facendo Israele a Gaza è un genocidio. Anche chi per mesi ha avuto timore a pronuciare questa parola, adesso ammette che l’IDF sta compiendo un massacro, e per i modi in cui lo fa, ciò si configura come genocidio a termini di vocabolario. 

Questo non significa accomunare e identificare tutti gli israeliani e tutti gli ebrei ai falchi sionisti, suprematisti, razzisti e fascisti. Ha fatto bene il cardinae Lojudice a ricordare e sottolineare nel suo discorso, la manifestazione di due giorni fa a Tel Aviv. manifestazione tra l’altro repressa con decine di arresti da parte del Governo Netanyahu… 

C’erano, ieri sera a Chianciano le istituzioni democratiche della Valdichiana, con i sindaci e loro delegati che hanno sfilato con la fascia tericolore, portando tutti insieme una grande bandiera palestinese; c’erano alcuni partiti politici, senza bandiere, ma con esponenti di primo piano (abbiamo visto il senatore Franceschelli, sindaco di Montalcino, il segretario provinciale del Pd senese Andrea Valenti, il consigliere regioinae di Italia Viva Scaramelli, per esempio), c’erano alcuni ex sindaci chiancianesi (Fregoli, Bombagli, Maria Teresa Fè), c’era tutto l’arcipelago dell’associazionismo laico e cattolico (Legambiente, Anpi, Incontriamoci, Piccole Sorelle, Pubbliche Assistenze, Croce verde, Misericordie, Azione Cattolica, Iosempredonna…), c’era tutta, veramente tutta, la sinistra storica del comprensorio, anche quella a sinistra del Pd, c’erano esponenti noti della Cgil, di liste civiche locali. Molte teste con i capelli grigi o bianchi, ma anche un buon numero di giovani o comunque under 50, cosa questa abbastanza rara, purtroppo. Non solo i rapprentanti dei comuni, ma anche la gente comune è venuta a Chianciano da tutti i paesi della zona, segno che la questione è molto sentita e che non più tempo di restare in silenzio o in disparte. Che è importante mobilitarsi, uscire di casa e dire “basta armi agli assassini”. 

La fiaccolata chiancianese ha sollecitato il Governo italiano a prendere una posizione chiara per l’apertura dei varchi umanitari, e ha chiesto altrettanto chiaramente di smettere di armare l’IDF e di sanzionare Israele, come è stata sanzionata la Russia per l’aggressione all’Ucraina. Importante e significativo che a chiudere l’iniziatva sia stato non un esponente politico, ma il vescovo. Anzi un cardinale, di quelli che erano al Conclave e hanno eletto il Papa americano Leone XIV. D’altra parte le parole più nette, più forti e più dure nei confronti della tragedia di Gaza le abbiamo sentite e le sentiamo proprio da esponenti della Chiesa, anche di primo piano come il card. Lojudice.

Alla fine glielo abbiamo detto, a quattr’occhi, al Cardinale Lojudice, che si  è soffermat a scambiare quattro chiacchiere con la stampa: “Per fortuna ci siete voi. Per fortuna ci sono giornali come Avvenire. che non fanno il coro… “. E glielo abbiamo detto da laici e non credenti. Crediamo che abbia apprezzato. Come noi abbiamo apprezzato la sua presenza e le sue parole.

m.l.

 

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