SAN CASCIANO DEI BAGNI – Sono rimasti a dormire, al caldo, nel tepore dell’acqua termale del Bagno Grande per più di 2000 anni e ora che li hanno tirati fuori, poveracci, non hanno un minuto di pace: all’improvviso sono diventati delle star, loro che pensavano di essere solo oggetti votivi, soprammobili, vivono, come le star appunto, con la valigia in mano. Salgono e scendono dagli aerei, come neanche Jannik Sinner o Jennifer Lopez. Un mese qua, tre mesi là… e appena ti abitui al luogo e al clima, via, di nuovo in partenza.
Si sa la vita di chi diventa famoso all’improvviso, cambia e diventa faticosa. Vedi Lucio Corsi che adesso riempie gli stadi e un anno fa al massimo girava per la Maremma e si faceva fotografare in sella ad un Motom.
Solo che loro, hanno tutti una certa età, 2000 anni… Li portano bene, certo, alcuni sono ancora in splendida forma, altri hanno qualche acciacchetto, ma ci sta. Viaggiare è anche bello, si conosce il mondo. Ma che fatica, poveri bronzi… Prima a Roma, poi a Napoli, neanche il tempo di rientrare che via di nuovo, a Reggio Calabria a casa di quei due ragazzoni palestrati che sanno di essere belli e fanno i furbi, come quei latin lovers dei film anni ’60 ambientati a Riminie Riccione o a Forte dei Marmi. Trovarsi lì, con quei due marcantoni che li guardavano con sufficienza, devono aver sofferto un po’ la concorrenza le statuette del Bagno Grande, anche perché loro sono state ripescate in una vasca, i due di cui sopra invece abitavano in fondo al mare Ionio, un po’ iù grande come casa… E anche un po’ più movimentata.
Ma mica è finita qui. Adesso i Bronzi viaggiatori sono addirittura oltre confine. Stavolta nel nord Europa. A Berlino. Meno sole, meno cielo azzurro. E una lingua gutturale adatta ad addestrare i cani, ma poco musicale. Dura. Spigolosa, fatta di parole composte lunghissime. E’ bella, ma un po’ grigia Berlino. Questione di clima. E di storia. Possibile che soffrano un po’ il freddo di Cermania e abbiano anche un filo di nostalgia per quella vasca con l’acqua calda dove sarebbero rimasti tranquilli per l’eternità, se gli archeologi non avessero deciso di interrompere il loro sonno. A questo proposito viene in mente una canzone:
Non mi svegliate ve ne prego
ma lasciate che io dorma questo sonno,
sia tranquillo da bambino
sia che puzzi del russare da ubriaco.
Perché volete disturbarmi
se io forse sto sognando un viaggio alato
sopra un carro senza ruote
trascinato dai cavalli del maestrale,
nel maestrale… in volo…
Si intitola Non mi rompete, la canzone. E’ del Banco del Mutuo Soccorso, primi anni ’70…
Quando si torna a casa? siamo certi che tra loro, lì a Berlino, i Bronzi di San Casciano questa domanda se la fanno… L’arciere si è rotto sicuramente i coglioni a star sempre lì con quel braccio teso… Il bambino (che viene da Chiusi, ce lo ha scritto sul bicipite) con quella palla girevole in mano vorrebbe giocare, non stare immobile in mostra a farsi scrutare da gente che non capisce quando parla, perché è gente che parla una lingua diversa dalla sua e da quella della gente della sua terra… Chissà se glielo hanno detto all’arciere e ai suoi fratelli (magari si chiamava Rocco), che dopo Berlino non torneranno a casa. A stare un po’ in santa pace. No, dovranno partire per una nuova tournée. Ancora una valigia da fare e disfare, altro viaggio, altra faticaccia.
Un giorno forse si fermeranno, ma solo quando sarà pronta la loro nuova casa.
Lo ha annunciato qualche giorno fa la sindaca del Comune di San Casciano Agnese Carletti con un post su Fb in cui ricorda chei il film “In carne e bronzo. Il Santuario di San Casciano dei Bagni” di Eugenio Farioli e Brigida Gullo è stato premiato all’Aquileia Film Festival e che “da novembre i Bronzi saranno esposti proprio ad Aquileia, in un contesto archeologico incredibile”. Tutto ciò “mentre prosegue la progettazione del Museo i cui lavori inizieranno alla fne dell’anno”… Ecco, dopo Berlino, i Bronzi andranno a far tappa ad Aquileia. Nord Italia, Friuli. Ci piove più o meno quanto a Berlino, ma non è… Berlino, e nemmeno Roma, Napoli, o Reggio Calabria. Aquileia sarà pure in un “contesto archeologico incredible” ma è un paesotto come San Casciano Bagni: 3.100 abitanti…
L’arciere, il bambino con la palla, la matrona e tutte le altre divinità probabilmente tra Aquileia e Chiusi avrebbero preferito Chiusi e il suo museo. Perché Chiusi è casa loro. Ai loro tempi San Casciano e il Bagno Grande erano “agrum” chiusino. Loro lo sanno bene. Ci verrebbero volentieri a Chiusi, che tra l’altro è vicina. Si respira la stessa aria. E lì, nel Museo nazionale potrebbero incontrare vecchi amici, compaesani, sia etruschi che romani, scambiare quattro chiacchiere sul tempo, sul governo, su come butta la stagione, sugli acciacchi, come fanno tutti i pensionati sull’autobus…
Ma non c’è verso. Li mandano in giro ovunque, ma a Chiusi che sarebbe il viaggio più breve e più semplice, e anche – diciamolo pure – il più naturale per “contesto”, non ce li portano. Neanche per una gitarella fuori porta di domenica.
Loro ci verrebbero anche a piedi, se potessero. E’ tutta discesa. Ma niente. Ogni due-tre mesi li impacchettano dentro quelle casse di legno e li spediscono a centinaia (e anche qualche migliaio) di km di distanza. A fare gli ambasciatori, dice la sindaca Carletti. Mestiere ingrato. Purtroppo questi sono tempi in cui la diplomazia gode di poca fortuna e sembra avere pochi spazi di manovra. Si preferisce far parlare le armi e armarsi per far paura agli altri…
Poveri Bronzi, loro che sono stati testimoni della possibilità di convivere nello stesso luogo anche tra etnie, poteri e religioni diverse, loro che hanno imparato a parlare due lingue, l’etrusco e il latino, proprio per poter comunicare e vivere in pace, pregare ognuno i propri dei, curare il corpo e lo spirito insieme, con quell’acqua miracolosa, adesso si trovano costretti a fare il giro delle sette chiese, a salire e scendere di continuo da aerei e camion, a entrare e uscire di continuo da quelle scomodissime casse da imballaggio con la paglia dentro, che fa venire pure l’allergia…
Sono stanchi i bronzi e le bronze (siamo corretti, e non sessisti). Stanchi e un po’ incazzati per questi tour de force, faticosi alla loro età… Poi passi andare in posti famosi, in città grandi e piene di gente. Ma ad Aquileia (con tutto il rispetto) sarà dura. Il rischio di vederne poca di gente e di annoiarsi è alto, perché ad Aquileia di gente in giro non ce n’è tantissima.
“C’è un contesto archeologico incredibile”. Questo è vero. Ma perché a Chiusi (diranno i bronzi) il “contesto archeologico” è meno incredibile?
Probabilmente un pensierino a farsi una vacanzetta rilassante di un paio dimesi, vicino a casa, dove si mangiano anche le stesse cose, le abitudini, gli usi e i costumi sono simili, il clima è pressoché identico e il viaggio è breve, i bronzi del Bagno Grande ce lo avevano fatto. Ma, questo lo avranno capito, anche se sono di bronzo o di coccio: sono prigionieri di un dogma, non si sa dettato da chi: o lontano o niente. Chiusi è vicina, quindi niente.
D’altra parte però c’è anche poco da stupirsi. Il Ministro ai beni culturali Alessandro Giuli il 2 agosto, invece di andare a ricordare le vittime della strage fascista del 1980 alla stazione di Bologna (vicina) è andato a ricordare le vittime romane della battaglia di Canne. In Puglia (lontana). Sì, avete capito bene: la battaglia di Canne, quella vinta da Annibale il 2 agosto del 216 a.C. Il cartaginese fece il bis, dopo aver sconfitto Gaio Flaminio al Trasimeno un anno prima. … Guerre Puniche. Lontane.
Ma forse la scelta di Giuli un motivo ce l’ha. A Canne nel luogo della battaglia c’è un cippo ricordo, fatto piazzare da Benito Mussolini nel ventennio. Giuli era a Berlino all’inaagurazione della mostra dedicata ai pezzi del Bagno Grande.
Secondo noi, anche i Bronzi si saranno messi le mani tra i capelli nel vedere un ministro che va a commemorare una guerra dei loro tempi e non una strage dei nostri e dei suoi tempi. E l’arciere rivolto alla matrona: “Ma questi sono i nostri sponsor principali? stiamo freschi!”
m.l.
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