TORNA IN SCENA “LA BOMBA”: TRE APPUNTAMENTI RAVVICINATI A CETONA, CHIUSI SCALO E CITTA’ DELLA PIEVE
I NOSTRI ANNI DI PIOMBO, RACCONTATI CON GLI OCCHI E LA VOCE DI CHI ALLORA AVEVA 20 ANNI…
CHIUSI – La prossima settimana, si torna in scena con il nostro reading “La bomba”, ovvero il racconto in presa diretta di un decennio, quello tra il 1974 e il 1984. Un periodo cruciale della storia recente di questo paese e, nel caso specifico, di questo territorio a cavallo tra Toscana e Umbria.
Anni per molti versi irripetibili, esaltanti per la musica che circolava, per i film, ma anche per le conquiste civili e sociali, per le speranze che seguirono il ’68…. ma anche anni cupi, violenti, terribili, oscuri. Pericolosi anche. Era pericoloso in quel periodo andare al cinema, appartarsi con la fidanzata o il fidanzato, salire su un treno, andare alle manifestazioni. Ci poteva scappare una aggressione, una scazzottata, un pestaggio. Ma anche un colpo di pistola, o una bomba… come quella che esplose nella notte del 23 aprile ’74 alla Casa del Popolo di Moiano o quella che un anno dopo, il 31 maggio ’75, fece saltare i binari della Firenze-Roma tra Castiglione del Lago e Terontola… Nessuna delle due fece morti o feriti, ma fu solo un caso. Entrambe potevano fare delle stragi, come in Piazza Fontana a Milano, in Piazza della Loggia a Brescia, sull’Italicus, alla stazione di Bologna… Quelle bombe fecero capire a questo territorio che la strategia della tensione era arrivata anche a casa nostra, che non eravamo più distanti dalla linea del fuoco, ma c’eravamo dentro fino al collo, anche noi. 
Il reading La Bomba parte proprio da lì, dalla bomba di Moiano ed è il racconto con gli occhi e la voce di chi allora aveva 20 anni sì e no. Ma non si ferma lì, parla anche di ciò che successe dopo. I tentativi di colpo di Stato (falliti non si sa bene perché), poi le Br, gli amici arrestati. Qualcuno caduto nel tritacarne di teoremi polizieschi che sospesero la democrazia. Gli opposti estremismi, la suggestione della lotta armata a sinistra e l’eversione nera legata anche ad ambienti malavitosi e poteri più o meno occulti dello Stato. Ragazzi delle due parti che cadevano come le mosche… 
Questo territorio non ebbe vittime, per fortuna, ma non si fece mancare proprio niente. E questo racconterà sul palco il nostro narratore, ormai navigatissimo, Alessandro Lanzani, spalleggiato dai due musici Igor Abbas e Dario Perini che contribuiranno a evocare l’atmosfera e il clima di quegli anni con la colonna sonora dell’epoca.
Tre appuntamenti ravvicinati in tre luoghi toccati e coinvolti dalla narrazione: si comincia Martedì 5 agosto a Cetona, giardino della sala polivalente vicino al Comune nel pieno del centro storico, ore 21,15. Si prosegue Giovedì 7 agosto a Chiusi Scalo, stessa ora, con “La Bomba” inserita nel palinsesto dei Giovedì della Piazzetta, che poi è Piazza Garibaldi nel cuore della cittadina. Infine andremo a Città della Pieve, capoluogo di Moiano, dove tutto ebbe inizio (e anche una fine). In questo caso, Domenica 10 agosto, nel cortile di Palazzo Della Corgna, alle ore 18.00.
Tutte e tre gli eventi sono preenati in collaborazione con i Comuni di Cetona, Chiusi e Città della Pieve e con alcune associazioni e vari soggetti locali: L’Associazione Turistica Pro Loco pievese a Città della Pieve, la Biblioteca Comunale e la Fondazione Orizzonti a Chiusi, insieme all’ANPI, sezione Tiradritti, che ci ha accompagnato in tutto il percorso, sia con Lo Straniero, che adesso con La Bomba. Del resto anche La Bomba pur non parlando di partigiani e resistenza, parla comunque di neofascisti e antifascisti di storia e di memoria e dunque la compartecipazione non è per nulla fuori luogo.
Come primapagina, soggetto produttore dello spettacolo, siamo felici di riproporre questo reading, all’aperto, come si usa d’estate. E di questo ringraziamo i Comuni e gli altri amici che hanno voluto questi appuntamenti. Lo facciamo dopo le due repliche invernali a Moiano a novembre e a Chiusi Città a gennaio, e ad alcune repliche nel nord Italia, laddove gli anni di piombo furono veramente di piombo e lasciarono sul terreno decine di morti, feriti e dispersi e molte lacerazioni mai del tutto assorbite.
Lacerazioni con cui forse non abbiamo fatto, nessuno, i conti fino in fondo. E con questo spettacolo, che è e resta uno spettacolo non una conferenza colta, proviamo a farli questi conti, con il giusto distacco (son passati 50 anni, ma sembra ieri) e anche un pizzico di leggerezza e di autoironia, perché è sempre bene fare le cose al meglio, ma senza prendersi troppo sul serio.
m.l.










Un forma di impegno civile