PD UMBRIA: PASQUALI VINCE LA CONTA CONGRESSUALE. MA IL NUOVO SEGRETARIO REGIONALE POTREBBE NON ESSSERE LUI

PD UMBRIA: PASQUALI VINCE LA CONTA CONGRESSUALE. MA IL NUOVO SEGRETARIO REGIONALE POTREBBE NON ESSSERE LUI
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La tornata dei congressi del PD, meglio sarebbe dire dei pochissimi circoli rimasti ancora attivi con un filo di vita (che vuol dire qualche unità di iscritti), si è conclusa ed ha visto al Trasimeno per la poltrona da segretario regionale il trionfo abbastanza scontato della lista “Passione Democratica” guidata da Sandro Pasquali con 386 voti pari al 87,73 %, contro Trappolino “Casa Democratica” con 54 voti pari al 12,27%. La mozione ‘Passione democratica’ per Sandro Pasquali segretario ha ottenuto il 61 percento (pari a 2.137 voti) mentre ‘Casa democratica’, a sostegno di Carlo Emanuele Trappolino segretario, il 39 percento (pari a 1.367 voti). In provincia di Perugia Pasquali conquista 1770 voti, pari al 68,8 percento. In provincia di Terni 430 pari al 42,3 percento. In provincia di Perugia, i voti di Trappolino sono 780, pari al 31,2 percento e in provincia di Terni 587, pari al 57,7 percento.

In Provincia di Terni invece è stato un testa a testa, tra Damiano Bernardini e Pierluigi Spinelli: 513 voti contro 516. Nella Provincia perugina invece a prevalere è stato Lodovico Baldini (Passione democratica) è eletto con il 64,1 per cento dei voti, pari a 1.587 voti e Matteo Burico ottiene il 35,9, con 889 voti degli iscritti.

Un risultato complessivo che a “Casa democratica”, fa dire: “A livello regionale siamo a un soffio dal 40 per cento. A congressi finiti, confermiamo un radicamento importante e la forza delle nostre idee”. “Questo risultato – precisano – per niente scontato alla vigilia del congresso, ma che è figlio di un progetto politico che vuole parlare all’Umbria, assicura l’avvio di una fase nuova, fatta di costruzione nel pluralismo e nella valorizzazione delle differenze, la vera forza del Partito Democratico”.

Passata la tornata elettorale ora nel partito si dovrebbe aprire la stagione riflessiva politica “sul che fare” di leniniana memoria. Sì perché è vero che il PD ha riconquistato due importanti Istituzioni come il Governo alla Regione dell’Umbria e il ritorno dopo che per un decennio ne era stato estromesso, alla guida del Comune più importante della Regione Perugia, ma c’è tutto un partito da ricostruire sotto il profilo politico e valoriale e nel riorganizzare la propria presenza sul territorio. Un tempo neanche troppo lontano, l’organizzazione capillare sul territorio del partito era un motivo di orgoglio, ma anche una garanzia politica che permetteva al partito di dialogare con tutta la società umbra. Ora siamo alle sedi chiuse e molte di queste sono in via liquidazione, svendute. Insomma siamo alle luci del tramonto, una debacle che ai più attempati, a quelli che prendevano le ferie per dare vita alle Feste dell’Unità che per decenni hanno caratterizzato le estati italiane, fa venire un groppo in gola. Dai congressi un grido di dolore si è levato: “Sedi svuotate, e partito in mano agli eletti. Urgente l’agire per ricostruirlo e salvarlo”. Si da tempo si avvertiva oramai un certo fastidio per la militanza, una forma di partecipazione democratica che favoriva l’accendersi di un confronto tra partito e amministratori, una dialettica che faceva bene all’agire governativo sui territori. Oggi quel partito non esiste più. Al Trasimeno si è scesi alle 900 iscrizioni, un dato impressionante se lo si paragona ai 10mila iscritti di qualche anno fa. A livello regionale sono appena 5mila gli iscritti, un dato davvero impressionante, che racconta bene il distacco della politica di Palazzo dalla vita reale dei cittadini.

Poi al Trasimeno il neo segretario Pasquali, oltre a tutto questo dissesto politico, ma anche finanziario, si è aggiunto forse inaspettato il suo rinvio a giudizio, per una vicenda che ha tutto il sapore della svista burocratica più che di un reato vero e proprio. Comunque fra pochi mesi Pasquali dovrà affrontare un processo. Insomma appare subito la sua figura politica un “anatra slalata”, per dirla con il vernacolo dei cacciatori. Pasquali – dopo il suo rinvio a giudizio – ha fatto sapere con una nota pubblicata sul sito del Pd che affronterà “in totale e leale collaborazione con la segreteria nazionale, mio e nostro autorevole riferimento, le fasi successive. Agirò, quindi, come sempre fatto in tanti anni di politica attiva, nell’esclusivo interesse del Partito democratico e della sua grande comunità”. Dunque Pasquali tra pochi mesi potrebbe vedersi costretto alle dimissioni, sarebbe una fine ingloriosa per un personaggio politico che ha dedicato tante sue energie per la riconquista della municipalità dopo il decennio che vedeva il sindaco Bellaveglia a capo di una maggioranza di Destra. Potrebbe dunque decidere anche di fare un passo indietro subito per non creare problemi successivamente e non condizionare l’attività di un partito che cerca faticosamente di ritrovare una identità e un nuovo mods operandi.

Ora ci proverà l’assemblea regionale – convocata per il 9 luglio – a districare la matassa e a eleggere il nuovo segretario regionale del Partito Democratico dell’Umbria. I numeri dentro quel parlamentino partitico, raccontano che Pasquali può contare su un numero maggioritario di delegati: 155 della sua mozione “Passione democratica” contro i 95 di “Casa democratica”, guidata da Carlo EmanueleTrappolino. Ma è difficile che possa essere incoronato Trappolino, che la conta l’ha persa. Più probabile che dal cilindro esca alla fine un nome terzo. Di sintesi, ma che garantisca comunque la maggioranza uscita dal congresso. Vedremo. L’assemblea regionale dovrà anche decidere le candidature per il Parlamento del 2027.

Renato Casaioli

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