CHIUSI VERSO ORIZZONTI 2025: IL FESTIVAL “A SCATOLA CHIUSA” DI ROBERTO LATINI CHE VORRA’ STUPIRE

venerdì 18th, luglio 2025 / 15:06
CHIUSI VERSO ORIZZONTI 2025: IL FESTIVAL “A SCATOLA CHIUSA” DI ROBERTO LATINI CHE VORRA’ STUPIRE
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CHIUSI – Sarà l’edizione numero 23. E sarà la prima firmata dall’attore-regista Roberto Latini, nuovo direttore artistico. Parliamo del Festival Orizzonti, l’appuntamento culturale estivo promosso dall’omonima Fondazione nel centro storico della cittadina etrusca.

Latini arriva dopo Marco Brinzi, Gianni Poliziani, il compianto Roberto Carlocelli, Andrea Cigni e prima ancora Manfredi Rutelli. Se proprio si vuol fare un parallelo o un paragone, il predecessore cui Latini si avvicina di più è proprio il discusso Andrea Cigni, alle cui edizioni, peraltro partecipò (con una riscrittura de I giganti della montagna, per esempio)…

Roberto Latini è un espoente di spicco della scena teatrale contemporanea nazionale e di sicuro in qualche maniera, con il suo festival, in un paesotto come Chiusi (grande passato alle spalle, ma anche una decadenza che dura dai tempi di Dante e un presente incerto e non proprio brillante), vorrà stupire. E punta tutto sul teatro. Niente concerti, niente Opera, niente danza. Teatro in varie salse, ma esclusivamente teatro. 

Gli appuntamenti in cartellone sono 44, in 8 giorni, dal 27 luglio al 3 agosto. Non pochi. Ma dal manifesto e dai materiali promozionali piuttosto criptici, non si capisce bene quali siano e di cosa parlino. In sostanza già questo è un elemento di… curiosità.

Un festival con 44 eventi, ma a scatola chiusa. Sulla fiducia, diciamo.

Sì, perché ad Orizzonti 2025 verranno artisti noti, alcuni dei quali delle vere e proprie star del Teatro italiano, ma non si sa quale spettacolo proporranno. Saranno loro a deciderlo in una serie di “Serate d’onore” dedicate: ci saranno Mariangela Gualtieri (il 27 luglio), poi Maria Paiato (il 28), Francesca Mazza (il 29), Vetrano e Randisi (il 30), Marco Baliani (il 31). A seguire Daria Deflorian (il 1 agosto), Danio Manfredini (il 2) e Rezza-Mastrella (il 3 agosto, serata di chiusura).  Per chi segue e ama il teatro l’occasione è ghiotta. Resta il mistero su cosa i vari artisti proporranno. Questo un po’ disorienta, ma, come dicevamo incuriosisce anche, crea “suspence”, è a suo modo un primo “colpo di teatro”. Le serate d’onore si terranno presso il Giardino di Piazza Vittorio Veneto, per i chiusini “Il Prato”. Area verde, fresca, suggestiva, panoramica, appena fuori dal perimetro off limits dell’antica Fortezza.

Il Festival Orizzonti proporrà però altri incontri ravvicinati con alcuni mostri sacri, sempre del Teatro, che non faranno performance, ma terranno delle “lezioni”. Non a caso questa sezione della rassegna è intitolata “Maestri”. In Piazza Duomo, alle 5 del pomeriggio ci sarà la possibilità di ascoltare (e forse dialogare, anche questo non si sa), con Gennaro Carrillo (il 27 luglio), Virgilio Sieni (il 28 ), Lisa Ferlazzo Natoli (il 29), Claudio Morganti (il 30), Silvia Rampelli (il 31), Gabriele Lavia (1 agosto), Attilio Scarpellini (il 2), Flavia Mastrella e Antonio Rezza (il 3 agosto).  Anche in questo caso nomi noti, alcuni notissimi  come Virgilio Sieni star mondiale della Danza e Gabriele Lavia. Non capita tutti i giorni di incontrare personaggi del genere in paesi come Chiusi.

Orizzonti 2025 ospiterà inoltre una serie di spettacoli CULT, così li ha definiti lo stesso direttore artistico Latini.   Spettacoli non inediti, né a sorpresa, ma performance conosciute e pluripremiate che verranno allestite al Chiostro San Francesco. in seconda serata.  Si tratta di Finale di Partita, capolavoro di Becket, rivisitato e presentato da Teatrino del Giullare; Voodoo di Masque Teatro con Eleonora Sedioli; Sandokan di Giovanni Guerrieri; La buca di Maurizio Lupinelli; Him con Marco Cavalcoli; Risate di gioia  di Elena Bucci…

Opere Cult, significa opere famose? Non esattamente: famose per i cultori del teatro forse sì. Per il grande pubblico probabilmente no. Roba di nicchia, diciamo, che però non è facile vedere in periferia, nella provincia profonda, in luoghi magari belli e ricchi di storia, ma lontani dai circuiti della sperimentazione, dell’avanguardia, dell’arte contemporanea che per definizione è soprattutto metropolitana. Anche questa è una scommessa. Latini scommette sul teatro che conosce bene, che pratica, che frequenta. In questo il suo nome è una garanzia. Che poi incontri il gusto del pubblico un po’ tradizionalista di luoghi come Chiusi, è un altro discorso, ma il nocciolo della scommessa è proprio questo.

Come tradizione del festival, non mancheranno “visitazioni” e “incursioni” con performance varie in luoghi insoliti e in orari inconsueti (Museo Nazionale, Torre campanaria, Museo Civico, Labirinto di Porsenna, Antichi lavatoi, Museo della Cattedrale). Il clima e l’atmofera da festival si nutrono anche di queste cose…

Come si direbbe se si trattasse di un calciatore, Roberto Latini ha “firmato un triennale”, quindi a questa edizione 2025 ne seguiranno almeno altre due. “E’ l’inizio di un percorso, non un punto di arrivo” come sottolineano il Presidente della Fondazione, Giannetto Marchettini e il sindaco di Chiusi Gianluca Sonnini.

Latini dovrà (e vorrà) stupire, ma dovrà anche convincere e dovrà dimostrare non che è bravo, perché questo è assodato, ma che la sua idea di Festival funziona. Che Orizzonti ha trovato o quantomeno imboccato una strada. In 23 anni, che non sono pochissimi, il festival chiusino è andato avanti come certi tapponi del Tour de France pieni di salite e discese, magari non GPM di prima categoria, ma molti saliscendi e tratti insidiosi in cui è facile cadere e farsi pure male.  Ci provò con Cigni a darsi un’anima particolare, una identità riconoscibile, ma quella fu una scommessa ardita, forse troppo per una realtà come Chiusi e soprattutto una scommessa fuori budget. Poi si è mantenuto in vita, onorevolmente nonostante le risorse scarse, senza troppi voli pindarici.

Adesso con l’attore romano al timone prova uno scatto in avanti: si tratta di capire se Roberto Latini sarà un Van der Poel capace di rimanere in fuga per 170 km, se sarà un grimpeur capace di scalare il Tourmalet come un camoscio e involarsi verso la vittoria o se per la smania di sorprendere rimarrà beffato a alla fine arriverà con 5 minuti di ritardo…

Ci auguriamo che sorprenda e vinca. E che il suo festival Orizzonti sfondi e riesca a far crescere la sensibilità anche verso un teatro e una cultura non proprio nazional popolare e televisiva. Del resto non si vive solo di Drusilla Foer…

Deve anche sapere e considerare Roberto Latini che Chiusi si chiama Chiusi e non Aperti… e per tradizione e storia non è troppo incline alle innovazioni, alle sperimentazioni e alle scommesse ardite. Ne sa qualcosa Andrea Cigni, giubilato certo per lo sforamento del budget, ma anche per le proteste e pressioni di certi ambienti cittadini piuttosto oscurantisti e bigotti che a Chiusi ci sono sempre stati e non hanno mai abbassato la guardia. A Chiusi i reazionari presero a fucilate pure Garibaldi, per dire..

Ma ne sa quacosa anche il Maestro Roberto Fabbriciani, che negli anni ’80 diresse un Festival Internazionale di Flauto che faceva buoni numeri e aveva grandi prospettive, ma naufragò piuttosto miseramente e in men che non si dica per la scarsa propensione del pubblico locale (e non solo del pubblico) alle disarmonie della Musica Contemporanea.

Sono passati 40 anni, da quella esperienza, che echeggiava da vicino il Cantiere di Montepulciano e altri grandi festival, e una domanda noi ce la poniamo: il pubblico e il clima generale era più aperto e permeabile alle novità allora o oggi?

m.l.

Nelle foto: in copertina Roberto Latini con il presidente della Fondazione Orizzonti Giannetto Marchettini. Sotto: la presentazione del festival presso la Regione Toscana. 

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