CHIUSI, FINITA LA TELENOVELA ACEA. QUESTIONE CHIUSA. AREA EX CENTRO CARNI, ADESSO SERVONO IDEE
CHIUSI – Si sono tenuti ieri i vari incontri, annunciati nei giorni precedenti, tra una delegazione di Acea Ambiente, Comune, Comitati, sindaci dei paesi limitrofi e associazioni imprenditoriali. Cosa è emerso? La stampa non era invitata, quindi dobbiamo accontentarci di ciò che riferiscono i soggetti che hanno partecipato.
Il primo resoconto arriva dal Comune. E nella nota pubblicata dal sindaco Sonnini sui social c’è una notizia attesa. Positiva: “il definitivo accantonamento del progetto carbonizzatore”, così scrive Sonnini. Acea dunque non intende procedere oltre su quella strada e non riproporrà nessun progetto simile a quello ritirato nel 2020. Questione chiusa. Meglio così. La “spada di Damocle” (una nuova azienda insalubre) sulla testa della popolazione e del territorio viene tolta di mezzo e riposta in un cassetto. E’ la fine di una telenovela che ha creato paure, tensioni, contrapposizioni aspre ed è stata utilizzata in diverse fasi anche a fini politici e non senza strumentalizzazioni.
Resta sul tappeto il “che fare” dell’area dell’ex Centro Carni che è stata rilevata da Acea e dunque è nelle disponibilità della Multiutility romana. Multiutility che in parte già la usa con il depuratore ex Bioecologia.
Il sindaco riferisce a questo proposito della “disponibilità da parte di Acea ad ascoltare i Comuni per condividere progetti futuri” e della “apertura a proposte imprenditoriali che potrebbero vedere ACEA come partner”.
Sonnini annuncia anche “la creazione di un masterplan condiviso con il Comune per definire la destinazione dell’area ex Centro Carni; la disponibilità alla creazione di un hub di ricerca in collegamento con gli istituti superiori
Tutti elementi che possono contribuire ad una soluzione anche sul piano legale, evitando percorsi lunghi e onerosi”.
Secondo il sindaco “si respira un clima nuovo, fatto di ascolto, condivisione e trasparenza, che ci consente di affrontare una criticità, una situazione difficile trasformandola in una vera opportunità. Non solo per Chiusi, ma per un territorio più ampio che guarda al futuro con spirito costruttivo.
Continuiamo su questa strada con grande senso di responsabilità – conclude Sonnini – lasciandoci alle spalle divisioni e contrapposizioni che non fanno bene a nessuno”.
Dopo che per anni la presenza di Acea a Chiusi è stata dipinta da più parti, anche vicine all’amministrazione, come una minaccia, un mostro capace di fagocitatare in un mare di rifiuti tutta la zona, adesso è “una opportunità”. Il cambio di paradigma non è da poco.


Per quanto riguarda il “come utilizzare l’Area ex centro Carni”, non sappiamo se da parte delle imprese e delle associazioni di categoria sono state fatte proposte precise, sappiamo che qualcuno ha posto sul tavolo la questione di un possibile utilizzo per un rilancio del progetto Centro Intermodale Merci. D’altra parte – questo lo diciamo noi – nel 2014 l’allora sindaco Scaramelli nell’area del centro carni voleva realizzarci la stazione volante per l’alta velocità, organizzò anche un mega convegno al Mascagni in cui vennero presentati pure dei rendering, sull’hub sopraelevato. Se ci si poteva fare una stazione sopraelevata, ci si potrebbe fare, crediamo, anche una sorta di interporto, la linea ferroviaria non è lontana… E il Centro Intermodale Merci in area di “confine” potrebbe vedere (come era previsto nel progetto iniziale poi rimasto incompiuto e abbandonato) l’intervento fattivo delle due regioni Umbria e Toscana.
Non sappiamo se sia stata prospettata ad Acea Ambiente l’idea di un parco energetico fotovoltaico (nostro “pallino” anche questo) da gestire poi insieme alla stessa Multiutility.
Sappiamo, ma per altre vie, che alcune imprese locali si sono attivate per progettare e realizzare proprio nella zona industriale chiusina o area contigua, un eliporto, ciò per rispondere non solo ad esigenze specifiche di alcuni operatori, ma soprattutto per rispondere alla domanda crescente di “servizi volanti” da parte di un mercato particolare, quello dei super ricchi che guarda con interesse a zone come la Val d’Orcia, l’Amiata, le colline intorno alla Valdichiana, ma ci vuole arrivare rapidamente, dal cielo, senza tanti intoppi. L’ex primo ministro Draghi per esempio ha spesso utilizzato il piccolo eliporto di servizio della ditta De Luca, nella zona industriale di Chiusi per arrivare al suo buen retiro di Città della Pieve. Renzi, quando era lui il presidente del Consiglio, atterrò nel campo sportivo d Po’ Bandino per andare a incontrare proprio Draghi a casa sua… Certo un eliporto vero sarebbe una infrastruttura utile anche per eventuali emergenze sanitarie o ambientali. Quindi meglio averlo che non averlo. Sarebbe una cosa in più, ma solo un di più, appannaggio, al netto delle emergenze, di pochi, anzi di pochissimi. La maggioranza della gente non ha come aspirazione quella di muoversi con l’elicottero…
Magari però, fra quei pochissimi che potrebbero utilizzare l’eliporto potrebbe anche spuntare qualche manager o imprenditore che ha voglia di investire in una zona bella, centrale, ancora piuttosto ben servita, se non contueranno a massacrarla con tagli, soppressioni, razionalizzazioni… Chiaro dunque che la battaglia per trovare una destinazione consona e utile all’area ex Centro Carni non è disgiunta da altre battaglie: quella per la difesa e la valorizzazione della stazione su tutte, quella sul collegamento rapido Perugia-Chiusi tramite l’adeguamento della Pievaiola e della Sp 309 Moianese subito a ruota. Poi l’ammodernamento della linea per Siena, il collegamento con treno ibrido diretto Siena-Chiusi-Roma, l’adeguamento del tessuto scolastico superiore… come altri tasselli imprescindibili per accrescere l’appetibilità della zona non solo in senso turistico.
m.l.










Bene che non venga ripresentato il progetto per il carbonizzatore, sul resto è tutto ancora un’ipotesi. Solo una considerazione sulla trasparenza, agli incontri non erano invitati neppure tutti i consiglieri comunali, solo quelli componenti la commissione ambiente, neppure vonvocata in forma ufficiale. Ognuno faccia le proprie considerazioni ma la trasparenza è tutt’altra cosa.
In pratica se ben comprendo a quanto ipotizzato dal post si auspica un connubio fra esigenze private ed esigeze sociali. Dice bene Lorenzoni che siamo al punto nel quale le perplessità debbano vedere un futuro in discesa, ma se per l’utilizzo delle aree si riconosce l’iniziativa ai privati dal momento che per esempio l’area dove avrebbe dovuto sorgere il carbonizzatore è ormai privata poichè acquistata da un privato e che lo stesso sia una società di capitali con i relativi azionisti che anelano ad essere ricompensati dei soldi investiti cosa questa normale che debba essere ,credo opportuno che la forza di convincimento che stia dietro alla struttura pubblica debba essere una prerogativa da tener presente verso come si posizioni il pubblico in relazione con il privato e cioè andare verso una decisione che serva veramente al territorio con le dovute attenzioni e che tali attenzioni siano ben valutate soprattutto dal settore pubblico tenendo presente anche i possibili fattori di futuro inquinamento che agirebbero se ben capisco in progressione geometrica aggiungendosi a quanto già esiste nel territorio. Dico questo perchè mi sembra che In questo modo e solo in questo modo si salvaguardi l’interesse pubblico e non facendo aggiungere altre condizioni di incremento delle produzioni delle lavorazione di rifiuti.Uno più uno più uno non fa tre in tal caso bensì cinque o sei od ancor dipiù in tal caso ed allora la popolazione di Chiusi deve essere vigile costantemente e non a rate mensili sull’operato che si andrà a fare. Tutta una ipotesi per adesso ? Si vedremo, ma non bisogna da parte dell’associazionismo mollare la presa e per quanto è consentito è necessario che la popolazione sia avvertita e che partecipi perchè se le istituzioni vengono lasciate sole prevale quela politica della quale abbiamo avuto già segnali nel recente passato e se il carbonizzatore è stato sventato non lo si deve alla coerenza della politica come vorrebbero farci credere,ma al contrario questa se fosse stata come programato, oggi il carbonizzatore sarebbe forse già finito di costruire e forse anche operante. Questo che ho detto non si deve dimenticare quando sentiamo dire-guarda caso sempre dalla politica e dagli interessati legati a questa- che si perseguano interessi pubblici che esprimerebbero anche la crescita di posti di lavoro,salvo poi leggere nelle statistiche sanitarie -anche queste usate tenendo conto di quanto si voglia tener conto e quindi con credibilità scarsa, che il nostro territorio non esprima differenze rispetto alle medie regionali o nazionali sull’incremento delle patolgie oncologiche. I dati sono dati, sono numeri non smentibili, ma dietro ai dati esistono le condizioni per le quali quei dati nella materialità delle situazioni sono produttivi di quanto esiste in materia ed allora alla fin fine mi chiedo perchè anche da parte di un privato non s’immagini che altre forme di produzione diversa che si voglia applicare vengano esaminate e discusse insieme alla popolazione in totale trasparenza politica ? E dico in totale trasparenza politica intendendo il terreno di proposizione delle iniziative poichè siamo tutti adulti e ”le gabole” sappiamo che in politica sono presenti e spesso costituiscono il modo per arrivare ai risultati che si vogliono ottenere indorando la stessa politica che alla fine plaude a se stessa facendo vedere che i risultati auspicati siano stati raggiunti e spesso tutto questo si rivela come fumo negli occhi.Quindi ” NON MOLLARE !” E e deve essere questo il motto della popolazione che si racoglie attorno ai comitati ed è necessario che venga incrementata la partecipazione proprio perchè la stessa politica si nutre con attenzione di segnali ed anche guarda ai voti con preocupazione e allora facciamoglielo sentire il fiato sul collo, in maniera equilibrata ma consapevole in modo che capiscano che la popolazione c’è, esiste e si mobilita quando lo ritiene necessario. Quando oggi si dice che occorra ripartire dal basso a fare politica io la intendo cosi e siccome questo è un modo di dare valore alle cose mi chiedo cosa ci sia di modo migliore di dare segnali verso le amministrazioni pubbliche invece delle cazzate che vediamo espletate ed organizzate spessissimo a fini che di cultura odorano semprepiù da lontano e dico questo perchè molte energie economiche potrebbero essere impiegate per il mantenimento per esempio del decoro pubblico in un contesto di scarsità di risorse, ed invece basta uno sguardo a rendersi conto che viene prodotto tutto il contrario come per esempio il mantenimento e la cura del verde pubblico che è solo uno degli aspetti che occorrerebbe tener presente o l’odore nauseabondo delle fogne perchè soprattutto in periodo estivo chi transiti vicino a certi punti deve entrare in apnea ed allungare il passo. E quindi nella scelta e nella decisione di quali aspetti della vita pubblica perorare vi sono indubbiamente delle priorità e sis copre l’acqua calda che cos’ debba essere.Di cose da fare e di problematiche ce ne sarebbero tante ma a me sembra che siamo sempre a ”caro babbo ti scrivo” perchè solamente questi citati come problemi sono anni che esistono ed il segnale che esista una popolazione addormentata su questi temi fa solo la fortuna immeritata di chi guidi il carro anche se il guidatore-perchè il polso della situazione ce l’ha ma talvolta me la faccio a me stesso tale domanda in senso interrogativo se ce l’avesse o meno – ha ben precisa la sensazione che il carro perda semprepiù pezzi per la strada.E nel carro ci siamo tutti,ed il guidatore per primo.
Se mai il nodo, ora, non è vigilare su ciò che vorrà fare Acea nell’area di sua proprietà. O attendere che faccia la prima mossa. Quanto se mai cogliere la disponibilità al confronto dichiarata da Acea, per presentare delle idee, delle proposte per insediamenti che possano essere utili alla collettività e su quelle aprire una discussione con Acea. Perché comunque, l’area è di Acea e nel sistema vigente spetta al proprietario presentare idee e progetti. Nel caso specifico però visto il precedente del caso carbonizzatore e dato che Acea si è detta disponibile al confronto, si può provare una strada diversa. Diciamo concertata che contempli gli interessi dell’azienda e l’interesse collettivo. Credo si possa fare per il fatto che Acea Ambiente non è una semplice azienda privata, ma la derivata di una grande Multi utility a forte partecipazione pubblica.