CHIUSI, FINITA LA TELENOVELA ACEA. QUESTIONE CHIUSA. AREA EX CENTRO CARNI, ADESSO SERVONO IDEE

sabato 26th, luglio 2025 / 12:22
CHIUSI, FINITA LA TELENOVELA ACEA. QUESTIONE CHIUSA. AREA EX CENTRO CARNI, ADESSO SERVONO IDEE
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CHIUSI –  Si sono tenuti ieri i vari incontri, annunciati nei giorni precedenti, tra una delegazione di Acea Ambiente, Comune, Comitati, sindaci dei paesi limitrofi e associazioni imprenditoriali. Cosa è emerso? La stampa non era invitata, quindi dobbiamo accontentarci di ciò che riferiscono i soggetti che hanno partecipato.
Il primo resoconto arriva dal Comune. E nella nota pubblicata dal sindaco Sonnini sui social c’è una notizia attesa. Positiva: “il definitivo accantonamento del progetto carbonizzatore”, così scrive Sonnini.  Acea dunque non intende procedere oltre su quella strada e non riproporrà nessun progetto simile a quello ritirato nel 2020. Questione chiusa. Meglio così. La “spada di Damocle” (una nuova azienda insalubre) sulla testa della popolazione e del territorio viene tolta di mezzo e riposta in un cassetto. E’ la fine di una telenovela che ha creato paure, tensioni, contrapposizioni aspre ed è stata utilizzata in diverse fasi anche a fini politici e non senza strumentalizzazioni.
Resta sul tappeto il “che fare” dell’area dell’ex Centro Carni che è stata rilevata da Acea e dunque è nelle disponibilità della Multiutility romana. Multiutility che in parte già la usa con il depuratore ex Bioecologia.
Il sindaco riferisce a questo proposito della “disponibilità da parte di Acea ad ascoltare i Comuni per condividere progetti futuri” e della “apertura a proposte imprenditoriali che potrebbero vedere ACEA come partner”.
Sonnini annuncia anche “la creazione di un masterplan condiviso con il Comune per definire la destinazione dell’area ex Centro Carni; la disponibilità alla creazione di un hub di ricerca in collegamento con gli istituti superiori
Tutti elementi che possono contribuire ad una soluzione anche sul piano legale, evitando percorsi lunghi e onerosi”.
Secondo il sindaco “si respira un clima nuovo, fatto di ascolto, condivisione e trasparenza, che ci consente di affrontare una criticità, una situazione difficile trasformandola in una vera opportunità. Non solo per Chiusi, ma per un territorio più ampio che guarda al futuro con spirito costruttivo.
Continuiamo su questa strada con grande senso di responsabilità – conclude Sonnini – lasciandoci alle spalle divisioni e contrapposizioni che non fanno bene a nessuno”.
Dopo che per anni la presenza di Acea a Chiusi è stata dipinta da più parti, anche vicine all’amministrazione, come una minaccia, un mostro capace di fagocitatare in un mare di rifiuti tutta la zona, adesso è “una opportunità”. Il cambio di paradigma non è da poco.
Per quanto riguarda il “come utilizzare l’Area ex centro Carni”, non sappiamo se da parte delle imprese e delle associazioni di categoria sono state fatte proposte precise, sappiamo che qualcuno ha posto sul tavolo la questione di un possibile utilizzo per un rilancio del progetto Centro Intermodale Merci. D’altra parte – questo lo diciamo noi – nel 2014 l’allora sindaco Scaramelli nell’area del centro carni voleva realizzarci la stazione volante per l’alta velocità, organizzò anche un mega convegno al Mascagni in cui vennero presentati pure dei rendering, sull’hub sopraelevato. Se ci si poteva fare una stazione sopraelevata, ci si potrebbe fare, crediamo, anche una sorta di interporto, la linea ferroviaria non è lontana… E il Centro Intermodale Merci in area di “confine” potrebbe vedere (come era previsto nel progetto iniziale poi rimasto incompiuto e abbandonato) l’intervento fattivo delle due regioni Umbria e Toscana.
Non sappiamo se sia stata prospettata ad Acea Ambiente l’idea di un parco energetico fotovoltaico (nostro “pallino” anche questo) da gestire poi insieme alla stessa Multiutility.
Sappiamo, ma per altre vie, che alcune imprese locali si sono attivate per progettare e realizzare proprio nella zona industriale chiusina o area contigua, un eliporto, ciò per rispondere non solo ad esigenze specifiche di alcuni operatori, ma soprattutto per rispondere alla domanda crescente di “servizi volanti” da parte di un mercato particolare, quello dei super ricchi che guarda con interesse a zone come la Val d’Orcia, l’Amiata, le colline intorno alla Valdichiana, ma ci vuole arrivare rapidamente, dal cielo, senza tanti intoppi. L’ex primo ministro Draghi per esempio ha spesso utilizzato il piccolo eliporto di servizio della ditta De Luca, nella zona industriale di Chiusi per arrivare al suo buen retiro di Città della Pieve. Renzi, quando era lui il presidente del Consiglio, atterrò nel campo sportivo d Po’ Bandino per andare a incontrare proprio Draghi a casa sua… Certo un eliporto vero sarebbe una infrastruttura utile anche per eventuali emergenze sanitarie o ambientali. Quindi meglio averlo che non averlo. Sarebbe una cosa in più, ma solo un di più, appannaggio, al netto delle emergenze, di pochi, anzi di pochissimi. La maggioranza della gente non ha come aspirazione quella di muoversi con l’elicottero…
Magari però, fra quei pochissimi che potrebbero utilizzare l’eliporto potrebbe anche spuntare qualche manager o imprenditore che ha voglia di investire in una zona bella, centrale, ancora piuttosto ben servita, se non contueranno a massacrarla con tagli, soppressioni, razionalizzazioni… Chiaro dunque che la battaglia per trovare una destinazione consona e utile all’area ex Centro Carni non è disgiunta da altre battaglie: quella per la difesa e la valorizzazione della stazione su tutte, quella sul collegamento rapido Perugia-Chiusi tramite l’adeguamento della Pievaiola e della Sp 309 Moianese subito a ruota. Poi l’ammodernamento della linea per Siena, il collegamento con treno ibrido diretto Siena-Chiusi-Roma, l’adeguamento del tessuto scolastico superiore… come altri tasselli imprescindibili per accrescere l’appetibilità della zona non solo in senso turistico.
m.l.
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