CHIUSI IN FESTA: LA STORIA PULP DI SANTA MUSTIOLA DEGNA DI UN FILM DI TARANTINO
CHIUSI – Oggi 3 luglio, a Chiusi è festa. E’ la festa patronale in onore di Santa Mustiola, vergine e martire. Patrona appunto della città, ma anche di tutta la Diocesi di Montepulciano, Chiusi e Pienza.
La storia di Mustìola (con l’accento sulla i, anche se a Chiusi tutti l’hano sempre chiamata Mustiòla, con l’accento sulla o) è un mix tra storia e leggenda. Come molte storie di martiri e santi, del resto. Non è chiaro nemmeno se Mustìola sia il nome o un vezzeggiativo, tipo “topolino”, che qualcuno della famiglia le aveva dato, per sottolinearne la bellezza, ma al tempo stesso la corporatura assai minuta. E la famiglia pare fosse di quelle altolocate nella Roma imperiale del III Secolo d.C.
Secondo l’agiografia, infatti, Mustìola era una cugina dell’Imperatore Claudio II. E’ il periodo in cui la nuova religione cristiana comincia ad affermarsi, facendo proseliti. Ma i cristiani sono perseguitati.
La storia di Mustìola è una storia pulp. Intrisa di violenza, come neanche in un film di Tarantino. La ragazza, come dicevamo, di ottima famiglia, avrebbe dovuto sposarsi con un certo Lucio, che era Cristiano e che fu fatto uccidere dall’Imperatore Aureliano. Prima scena violenta cui la giovane Mustiola deve assistere. Quando Aureliano emise un editto che prevedeva l’arresto e la confisca dei beni dei cristiani, la giovane Mustìola si diede da fare, usando anche il nome della casata e le proprie finanze per assistere i malcapitati, li visiitava di notte nelle carceri, portava generi di conforto, ma soprattutto li esortava a vivere il martirio nel nome di Cristo…
Molti, quelli che possono, scappano da Roma, vanno verso nord, utilizzando il Clanis come fosse un’autostrada. Passano per la Tuscia viterbese, per Orvieto, molti arrivano a Chiusi… L’Imperatore Aureliano manda in Etruria il suo ferocissimo ministro Lucio Turcio Aproniano, per tenere la situazione sotto controllo….
A Sutri, Turcio fa arrestare e lapidare nella pubblica piazza un tale che si professa ministro della vera fede, quella di Cristo. Il suo diacono Ireneo gli dà umana sepoltura. Ma per Turcio anche questo è intollerabile. Così fa arrestare Ireneo e lo fa condurre a Chiusi, dove viene a sapere che nell’antica città c’è una giovane di nobilissimi natali, romana, che si prodiga per dare conforto ai cristiani incarcerati. Si fa portare al porprio cospetto Ireneo, Mustiola e tutti i cristiani imprigionati nelle carceri chiusine.
Chiede ad ireneo e agli altri cristiani di abiurare la nuova religione e di fronte al loro rifiuto li fa decapitare tutti. Ireneo dopo atroce tortura con ferri arroventati. Altra scena molto pulp.
Turcio pensa che di fronte ad un così macabro spettacolo la giovane Mustìola crolli a accetti la sua offerta: vita salva e ritorno alla propria famiglia e libertà se abiura la fede cristiana e torni a venerare gli Dei e a obbedire alle leggi dell’Impero.
C’è, inquesta vicenda, tutto ciò che abbiamo visto nei secoli successivi: l’arroganza e la protervia del potere costituito che ha paura delle idee nuove e le perseguita con ogni mezzo. C’è la resistenza, in clandestinità, dei perseguitati; ci sono i rastrellamenti, le deportazioni, le esecuzioni sommarie per intimidire i resistenti ed educare e ammonire il popolo a non seguire quella strada… C’è il vecchio che si scontra violentemente con il nuovo. E c’è anche un’altra costante che si ritrova in tutte le rivoluzioni e in tutte le “resistenze”: la presenza nelle file del nuovo, di figure che per natali, censo e condizione sociale dovrebbero stare dalla parte del vecchio e invece vanno controcorrente. Le elìte insomma.
La giovane Mustìola è una di queste figure. Una aristocratica che sceglie di stare con i critiani perseguitati, incarcerati, lapidati. Molto più recentemente abbiamo visto intellettuali famosi, borghesi d’alto rango e perfino nobili andare in montagna coi partigiani o sposare, ad esempio, la causa comunista…
Ovviamente la storia pulp di Mustìola non finisce con l’offerta “indecente” di Turcio. Finisce con un’altra scena di sangue: il martirio, in piazza, della nobildonna romana rea di lesa maestà e di “eresia”.
Mustìola viene infatti condannata a morte, mediante fustigazione con “piombate”. Forse dei bastoni rivestiti di piombo con cui si battevano le ossa e le giunture del condannato finché a causa del dolore non muore; forse – cosa più probabile – un bastone con attaccate delle piccole funi con in cima delle palle di piombo con cui il condannato viene percosso fino all’esalazione dell’ultimo respiro…
La fustigazione poteva durare a lungo. Immaginate la scena: un boia nerboruto che fustiga una giovane minuta, legata a una colonna, la percuote con un “gatto a nove code”. Le pelle che si lacera e si strappa, come la tunica, il sangue che scorre e cola dal corpo sul selciato. Il rumore dei colpi, i lamenti. Altro che sguardo iearatico e gioia nel soffrire in nome del Signore… In quella situazione estrema e finale, ma anche fisicamente dolorosa, Mustiola, come Cristo prima sul Calvario e poi sulla Croce avrà pianto, imprecato e maledetto i suoi aguzzini. Si può certo accettare il martirio. Ma il dolore fisico prolungato e prolungato solo per accrescere la sofferenza, non si sopporta. E’ la natura umana.
Il martirio di Mustìola sarebbe avvenuto il terzo giorno di luglio dell’anno 275 del calendario cristiano, durante a decima persecuzione dei seguaci della nuova religione e quando vescovo di Chiusi era un certo Marco.
I corpi di Mustiola e di Ireneo, insieme a quelli degli altri martiri, rimasero esposti tutto il giorno sulla pubblica piazza, finché, nella notte, amici e congiunti recuperarono le salme e diedero ad esse sepoltura nelle catacombe fuori dalle mura della città… Quelle che oggi sono dedicate a Santa Mustiola, sulla strada per il lago.
Il corpo di Mustiola fu rinvenuto verso la fine del 1400, e il Papa Sisto V utilizzò tale evento per calmare le acque e allentare la tensione e la guerra che si era scatenata tra Chiusi e Perugia dopo il furto del Santo Anello, trafugato dal frate infedele Winterio di Magonza dal Convento di San Francesco a Chiusi e consegnato (forse su commissione) alla chiesa di Perugia, che tutt’ora lo conserva in Duomo, dentro una teca chiusa da 14 chiavi.
Si narra che l’anello ritenuto qiello dello sposalizio tra la vergine Maria e San Giuseppe fosse stato donato a Mustiola dal suo promesso sposo Lucio, prima che questi venisse fatto uccidere da Aureliano. Ma questa è una bufala inventata dall’agiografia legata alle vite dei santi e al culto delle reliquie che è molto successivo. Il Santo Anello probabilmente con Mustiola c’entra poco o niente. C’entra invece con due tra le opere pittoriche più importanti al mondo, entrambe raffiguranti lo Sposalizio della vergine. Una del Perugino e na di Raffaello, entrambe commissionate dalla chiesa di Perugia per celebrare l’arrivo nel capoluogo umbro della straordinaria reliquia. Ovvero per celebrare un furto sacrilego, rimasto tutt’ora impunito.
m.l.
Nella foto: la catacomba di santa Mustiola a Chiusi










Premetto che non voglio fare ” il detrattore di nulla ” e tantomeno della storia, ma basterebbe talvolta pensare ad un fatto reale come quello che in 2000 anni di tempo con le vicissitudini che sono intercorse in tale lasso temporale quante vicende vere od inventate ad hoc siano state sottoposte alla manipolazione di chi ne riceveva utilità e consenso. Duemila anni sono una realtà temporale della cui realtà stentiamo talvolta a realizzare una idea precisa. Una idea precisa in contesti nei quali era sufficiente spargere voci o scritture che paralleleamente alla realtà dei fatti che erano occorsi trasformavano gli stessi e le cose intorno a secondo di come convenisse. In quelle realtà sociali e culturali difficilmente si manifestavano opposizioni di pensiero che andassero contro a ciò che si dipanava nella pubblica opinione che concorreva a far formare le idee. Ed allora tali fatti trasportati fino ad oggi dalla tradizione, dall’informazione-da quella informazione succedutasi in secoli e secoli – è arrivata sino a noi una condizione di credulità tale che difficilmente tali temi all’interno delle persone vengono rimessi in discussione anche perchè i testi storici dedicati a tali vicende sono stati partoriti nella maggior parte durante e successivamente gli eventi che si prendono in considerazione. Oggi su tali basi di informazione si tende a non dare adito a nessuna contestazione da parte della gente che accetta supina ciò che il culto racconta,ciò che il mondo mediatico sparge a piene mano.Giorni addietro ho ricevuto un filmato sul telefonino preso da un drone o da una finestra della festa dal titolo ”Matera: sette feriti nell’assalto al carro della madonna della Bruna”. Pensavo che fosse stato prodotto dall’intelligenza artificiale ma chi me l’ha inviato ha detto che l’intelligenza artificiale nulla c’entrava. Sono andato su Youtube ed ho cliccato ”Matera sette feriti…”
poi ho riflettuto davanti a certi spettacoli e viene da sè riflettere che il cervello umano è una gran macchina….e quando viene guidato da secoli di ” imbeccate ”la maggior parte delle volte finalizzate perchè la gente pensi ciò che le si voglia far pensare, allora un minimo di riflessione su tali argomenti deve essere fatta e riconoscere che il degrado che esiste nelle menti è frutto anche di una costruzione che viene da lontano e che è servita a configurare il mondo di oggi….. ed allora in tale panorama le problematiche che oggi vengono affrontate da chi ci guida (politica, chi si incarica di gestire il credo religioso nelle menti che diventano ” bacate” e silenziosamente ed adeguatamente e automaticamente serve di certi concetti, ed anche verso altri fattori che via via si aggiungono poichè dall’uno ne deriva l’altro… ) si spiegano con la volontà di dominare il pensiero dell’uomo, di non renderlo libero e critico, ed il risultato è quel filmato e quando ci sono certi comportamenti sociali è inutile e assurdo cercare perfino di fermare le guerre, perchè le guerre sono il patto diretto ed indiretto di quelle menti così formate ed è inevitabile che così sia anche se vediamo intorno che una parte dell’opinione pubblica credente le scongiuri di porle in essere ma che invece prega che finiscano.Dico questo perchè a livello mediatico stà succedento tutto ed il contrario di tutto su questo argomento : c’è chi la guerra la progetta, la istituzionalizza e la fà e la porta avanti e c’è chi prega perchè finisca.Ma prega ed oltre non và, prega e basta, e c’è da domandarsi CHI SIA CHE PREGHI E VERSO CHI PREGHI, AFFINCHE’ LE GUERRE FINISCANO OPPURE CHE NON SIA QUESTO IL FRUTTO DI UNA SPERANZA MA ANCHE ALLO STESSO TEMPO DI UNA VERA E PROPRIA ALIENAZIONE MENTALE E POLITICA CHE SCONFINI ANCHE IN UNA FORMA DI STREGONERIA ALLA FINE PERCHE’ SI PREGA E SI INVOCA CHI NON ESISTE E CHI E’ FRUTTO DELL’IMMAGINAZIONE DELLA NOSTRA MENTE A CUI CI PIACE QUASI SEMPRE SOCCOMBERE SENZA METTERE IN DISCUSSIONE NULLA MA ESSENDO SUBALTERNI A QUELLA CONDIZIONE DEL PENSIERO CHE SFOCIA NELLA FEDE. Certamente poi mi si risponderà che poi tutto questo faccia formare un pensiero positivo che spinga a rifiutare il male della guerra e che formi le coscenze verso il fatto di potere e non volere che la guerra possa prevalere ed è chiaro che così sia,ma anche tale fatto agisce sempre nei riguardi della ”politica” e che può prendere direzioni a seconda del modo di convenienza ad orientare l’opinione pubblica e quindi le coscenze.Anche se allora quasi sempre mi chiedo a cosa serva pregare poichè In fondo 2000 anni di storia non sono nulla rispetto all’evoluzione della razza umana ma se tale evoluzione non avesse trovato gli ostacoli che sono disseminati nella sua strada ben sapendo che chi li semina se ne avvale per regnare, forse il mondo anche dopo 2000 anni sarebbe ad un gradino più alto di quello del filmato. E quelli del filmato sono tempi attuali e allora cosa vogliamo sperare soprattutto se guardiamo alla storia che ci fa vedere da dove veniamo e che cosa abbiamo prodotto ? Ciò che oggi esiste non è altro che la derivazione diretta di ciò che è avvenuto in passato ed allora quando osservo certe forme di assoggettamento ” dell’idea” e quando sento la quasi totalità delle persone che afferma che gli ideali non ci sono più, mi dò la risposta interiore dicendomi che la maggior parte delle persone vive una realtà individuale e chiusa nella quale quasi nessuno è disposto a cambiare il proprio pensiero perchè tale fatto è come quello di una qualsiasi pianta che inaffiata cresca all’interno di un tubo e trovi l’uscita a seconda della direzione nella quale è stato posizionato il tubo e crescerà in quella determinata direzione e non in un altra diversa.Quella direzione assunta dalla pianta dopo l’uscita sarà quasi per la maggioranza dei casi la direzione che serve a farsi dominare, poichè tale direzione possiamo ben dire che fin’ora ha portato alle differenze che nel mondo vi siano 1 miliardo di uomini che vivono decentemente e gli altri 7 miliardi che arrancano e mettendo la testa fuori da quel tubo ben difficilmente nell’escursus della loro vita cambieranno direzione diventando automaticamente pasto diretto di quel miliardo, fra quale miliardo c’è chi se ne approfitta in vari modi. Ed a concorrere a tutto questo vi sono anche e profondamente le condizioni create nella mente umana delle quali un esempio diretto sono le scene di quel filmato ma beninteso non solo quelle. Le forze che dominano quel ”tubo” creano perennemente le condizioni perchè da quel tubo non si esca nè in un modo nè in un altro ma se ne esca nella maniera voluta di chi ha disposto che la pianta venisse posta ed innaffiata sin dalla sua nascita nella maniera che ho detto. Quindi facendo riferimento al nesso filosofico sulla materialità della vita ed anche nella spiritualità della stessa, potremmo dire che ognuno pensa a seconda del modo in cui si procura da vivere. Tale riferimento culturale una volta si chiamava ”materialismo storico” ma oggi le forze che dominano il mondo, ai più l’hanno fatto dimenticare servendosi dell’apparato globale mediatico e del sistema di produzione.Ci hanno raccontato delle emerite falsità a cominciare dalle cose in cui crede quella gente del filmato.A tutti la propria scelta con l’invito a non essere nè reticenti e nè timidi di fronte a tutto ciò, bensì critici e propositivi ma anche di ”sciogliere i cani”, altro che pensare alle reliquie….perchè se tanti possano pensare che cos’ facendo si offenda la sensibilità delle persone e la loro volontà di credere della quale per fortuna sono libere e liberissime di contemplarla e nessuno glielo impedisce , alla fine se c’è chi offende la sensibilità e soprattutto la ragione e la conoscenza, queste non sono di certo le parole che ho scritto e le loro conseguenze , anzi è l’esatto contrario perchè le conseguenze che vediamo intorno sono proprio la derivazione diretta ed indiretta dei pensieri di cui dicevamo essere circondati. Un mio vecchio collega di lavoro diceva sempre instancabilmente: ”chi pensa con quello degli altri il proprio se lo può vendere ”. E ”quello degli altri” tenete presente che riceve l’imprinting fin dalla nascita.Ponetevi il problema di chi lo dia quell’imprinting, del suo perchè e di quanto ne derivi nel tempo ed a cosa serva.Ed avrete- forse se la vorrete vedere- un altra visione ma anche e soprattuito un altra alternativa e la risposta su tutto questo di chi sia che ci rimetta e chi invece se ne possa avvalere viene da se.
P.s. (rispetto dell’articolo): qualche lettore ha notato che nel pezzo non vi sono riferimenti alla leggenda secondo cui Mustiola per fuggire dai Romani che la braccavano attraversò il lago usando il mantello come imbarcazione. La fuga, miracolosa, ammesso che sia mai avvenuta, evidentemente non andò a buon fine, perché Mustiola fu arrestata, processata e martirizzata. Poi: perché scrivere oggi della vicenda di Mustiola? Per assecondare l’agiografia tramandata per secoli? No, al contrario perché in tempi in cui un novello Erode sta facendo stragi di innocenti nella terra di Cristo, in cui capi di Stato dichiarano e minacciano di fare arrestare gli oppositori politici perché sospetti di idee sovversive (Trump, ma non solo lui), la vicenda di Mustiola e dei cristiani perseguitati, arrestati, deportati e massacrati in piazza è drammaticamente attuale. Ed è una storia molto politica e molto poco religiosa
Sono d’accordo che sia una vicenda ”politica” per quanto avviene oggi e per quanto è avvenuto nei secoli che certamente grondano di sangue di innocenti. Ed il lato ”politico”- secondo me da non dimenticare e da tenere sempre presente nelle vicissitudini umane per il quale si ha la responsabilità diretta storica, morale ed etica – è anche e soprattutto la finalità e la forza con la quale si carichino le persone imbevendole di sottocultura al fine di manovrare i loro cervelli e nello stesso tempo tendendo ad apparire dalla parte del bene e della verità. In questo grande e sconfinato Album, chi prepari i cervelli e chi spinga alla loro formazione porta la responsabilità principale per la quale nel tempo nella storia umana si è formato il ”credo” parto inevitabile della limitatezza umana di fronte specialmente alla forza della natura,dove la limitatezza umana non trova spiegazione logica umana ed allora prevale la fede che è la salvezza della limitatezza umana che viene necessariamte scavalcata e con la quale fede si permette agli uomini – così si racconta- di poter vivere meglio e tutto ciò risulta una logica conseguenza dei comportamenti umani ma non è davvero una spiegazione razionale.Perchè nella razionalità c’è anche compreso quel ragionamento di aborrire la guerra per esempio mentre nella fede c’è alla fine il giudizio-tutto umano perchè proveniente dagli uomini e non divino si badi bene – che un fantomatico creatore così abbia deciso e si accettano le vicissitudini umane.In pratica e’ la rinuncia a lottare per cambiare il mondo ed accomodarsi in quell’angolo dal quale si speri vi possa essere sia la salvezza eterna sia il modo della risoluzione delle proprie angosce. tutto questo è comune ad ogni credo religioso.Per quanto riguarda la politica l’esempio di Mustiola è validissimo poichè la sua vita si configura una vita dove ella abbia portato avanti le proprie idee fino alla morte pagandone le conseguenze e che abbia lottato contro il potere costituito del’epoca e quindi è un esempio ”politico” da seguire, e di questo ne sono convinto. Tutte le altre storielle e storielline si sono formate nei secoli da chi aveva bisogno ” tutto materiale ” di far abbeverare la mente dei poveri alla bugie ed alle supertizioni di quella gente che abbiamo visto in quel filmato che cito nell’altro intervento. Il segno è che ancor oggi, in epoca di degrado e di rinuncia alla lotta globale da parte dei poveri, che quelle forze agiscono e che hanno prodotto tutto questo che vediamo intorno a noi non sono state battute e le conseguenze di tutto questo messe in atto dall’organizzazione del potere-potere ben preciso ed intimamente legato a quello politico e religioso istutuzionalizzato per far politica sia chiaro – che si servono entrambi per lo stesso fine, l’un l’altro dipendenti – si concretizzano nelle tragedie dove il più forte e dotato schiaccia il più debole per difendere ciò che considera il patrimonio di propria spettanza.Molti di fronte a tutto ciò sono portati a considerare che sia questa la natura umana (homo homini lupus ) non considerando che tutto ciò porti all’estinzione del genere umano e ci stiamo arrivando infatti a passi affrettati. Ecco, in tale considerazione mi domando quanto possa pesare la rassegnazione e la preghiera per ammortizzare il ”dolore” invece della forza della ragione che dovrebbe imporsi sulle teorie tutte umane fedifraghe messe in atto solo per il mantenimento del potere e non per cercare di raggiungere un benessere materiale ed anche spirituale. Il potere mediatico oggi manovrato da tali forze è una fonte quasi inesauribile di falsità per le quali siamo spinti a dover credere che la nostra parte del mondo occidentale abbia il diritto di preservare la propria identità ed a difenderla anche a costo della guerra globale e così ci stiamo comportando ed allora dovrebbe prevalere in noi tutti la volontà di conoscere quali siano stati i mecanismi per i quali siamo arrivati a questi punti e probabilmente allora vedremmo che le ragioni principali per le quali ci siano le guerre e le grandi tragedie dei popoli siano racchiuse in quanto asserivo prima. Le cose ed i fatti nella storia sono concatenate ed intimamente legate le une alle altre nel loro divenire e non separate come vorrebbe far passare nella gente la sottocultura odierna che domina il mondo.