ALTA VELOCITA’ GIANI SPINGE PER RIGUTINO E SPERA NELL’OK DELL’UMBRIA. L’EX GOVERNATRICE MARIA RITA LORENZETTI INVECE INVITA A PUNTARE SU CHIUSI
IL 17 luglio l’Assemblea legislativa dell’Umbria ha discusso la mozione presentata dai consiglieri di Partito Democratico (Pd), Alleanza Verdi Sinistra (Avs), Movimento 5 Stelle (M5S) e Umbria Domani – Proietti Presidente (Ud-Pp) in merito alle criticità dell’accesso alla rete ferroviaria nazionale e le conseguenze sul trasporto pubblico locale. Al termine del dibattito, l’atto è stato rinviato in Commissione per ulteriori approfondimenti. La mozione, firmata dai consiglieri Cristian Betti, Francesco Filipponi, Stefano Lisci, Letizia Michelini, Maria Grazia Proietti (Pd), Fabrizio Ricci (Avs), Luca Simonetti (M5S)e Bianca Maria Tagliaferri (Ud-Pp), affronta con preoccupazione le recenti disposizioni relative all’accesso alla linea Alta Velocità/Alta Capacità Roma–Firenze, nel tratto tra Settebagni e Orte. Per la direttissima forte è stata la denuncia illustrata da Betti, “le nuove normative indeboliscono i servizi ferroviari a Obbligo di Servizio Pubblico (Osp) rispetto a quelli di mercato, riducendo le opportunità di accesso alla “direttissima”. Le delibere dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) – in particolare la n.188/2023 e la più recente n.178/2024 – limitano la possibilità per i treni Osp (ovvero i regionali) di transitare su questa infrastruttura fondamentale per i collegamenti dell’Umbria verso Roma”.
Si potrebbe aggiungere a tutto questo, anche il fatto che questa nuova logica delle FS, improntata al liberismo, sempre più contribuirà a emarginare le Aree interne disagiate, quindi in linea con quanto si pensa nelle stanze del potere governativo. Infatti oramai nemmeno lo nascondono più, con il Piano strategico si attesta il declino irreversibile delle aree interne sempre più marginalizzate, sempre più escluse dalle direttrici di traffico e dalle politiche degli investimenti.
Aree come la Val Nestore, il Trasimeno, l’orvietano e la Val di Chiana un tempo zone cerniera e di passaggio sia sulla linea longitudinale Firenze-Roma, sia sulla direttrice “due mari”, rischiano il declassamento a periferie, con l’unica prospettiva di diventare “luoghi cartolina” per turisti che non sanno come arrivarci e che però “occupano” quasi militarmente i centri storici trasformati in una somma di B&B e vinerie, senza più abitanti e senza più servizi.
Ma non è solo la destra meloniana a decretare l’eutanasia delle aree interne. La recentissima accelerazione del presidente della Toscana Eugenio Giani a favore della stazione in linea per l’alta velocità a Rigutino (12 km a sud di Arezzo) con l’intento di coinvolgere l’Umbria a sostegno di tale scelta va esattamente nella medesima direzione. Questo perché la stazione in linea favorisce l’alta velocità e i collegamenti fra i grandi centri, a svantaggio delle aree intermedie. Nel caso specifico a svantaggio delle 4 stazioni esistenti (Arezzo, Chiusi, Orvieto e Orte) e dei territori che ad esse fanno riferimento e che proprio le Regioni Toscana e Umbria nel 2015 , con un Protocolo di Intesa individiavano come soluzione possibile anche per aggaciare l’alta velocità nell’Italia di mezzo. La famosa Opzione Zero che prevedeva l’putilizzo della stazioni di Arezzo e Chiusi. Non a caso entrambe, nel 2017 sono state ammodernate, riqualificate e adeguate allo scopo e non a caso dal 2019 al 2023 non solo Arezzo, ma anche Chiusi ha avuto la fermata del Frecciarossa.
Adesso Giani che mira evidentemente ad assicurarsi i voti degli aretini alle prossime regionali di ottobre, spera nell’ok e nell’apporto dell’Umbria. Ma la Governatrice Proietti come reagirà? Se dovesse coerentemente tener fede agli impegni programmatici presi in campagna elettorale, non dovrebbe firmare né sostenere la proposta di Giani. Nessuna intesa quindi. La governatrice umbra ha pronunciato dei chiari NO alle stazioni in linea, lasciando intendere che si sarebbe tornati all’accordo interregionale del 2015 “Opzione Zero”. C’è poi la novità di un voto in consiglio regionale di qualce mese fa che su proposta del capogruppo Pd, Betti, indica nel collegamento stradale Perugia-Chiusi un’opera strategica per il rinnovo delle infrastrutture in Umbria. E per togliere Perugia dal suo storico isolamento. Adesso virerà su Rigutino per fare un piacere a Giani e agli aretini del Comitato Sava che insistono sullo “scambio” di favori: “Noi via abbiamo dato l’acqua di Montedoglio per salvare il Trasimeno, voi ci date l’appoggio alla stazione in linea a Rigutino”.
Roba che neanche ai tempi del Marchese Ascanio Della Corgna…
Insomma o Chiusi e le altre stazioni, compresa quella di Perugia in un’ottica di “Media Etruria diffusa” o Rigutino? This is the question. Giani sembra aver definitivamente sposato Rigutino decidendo di affossare la Valdichiana e tutto il sud senese che rimarranno tagliati fuori e non si capisce cosa ci guadagnino gli aretini ad abbandonare una stazione funzionale in mezzo alla città, per farne una ex novo a 12 km di distanza… Ma questi sono i misteri gloriosi della politica.
Quanto all’Umbria, il compianto on. Ludovico Maschiella, politico di lungo corso, sosteneva che è la carta geografica a sugerire la soluzione ideale, e la carta geografica dice che la soluzione per Perugia e buona parte dell’Umbria si chiama Chiusi che è a soli 35 km… Sulla stessa lunghezza d’onda è oggi l’ex governatrice umbra Maria Rita Lorenzetti, “La Zarina” come la chiamavano i giornali, che è stata anche presidente di Italferr , società per azioni partecipata al 100% da Ferrovie dello Stato e oggi maggiore azienda italiana nel campo dell’ingegneria dei trasporti. Nello sviluppo della rete italiana ad alta velocità-alta capacità Italferr è l’ente incaricato della supervisione, del coordinamento e della progettazione delle linee.
Quindi Maria Rita Lorenzetti è sicuramente “persona informata dei fatti” e sa di cosa si parla. Raggiunta per telefono così si esprime: “Si certo, si debbono fare tutte le ristrutturazioni possibili sui vecchi tracciati nati oltre un secolo fa, per renderli più sicuri e velocizzarli quanto più possibile, ma se vogliamo togliere gran parte dell’Umbria, Perugia, dal suo isolamento storico dalle grandi direttrici nazionali ed europee c’è solamente una soluzione: collegare in modo veloce Perugia a Chiusi”. E aggiunge che “a Chiusi ci si dovrebbe arrivare sia su gomma che su ferro”. Il che avviene anche oggi, ma con tempi poco consoni e con l’obblico di arrivare fino a Terontola e poi tornare indietro.
Come noi, anche l’ex Governatrice si chiede dove stia la ratio per la scelta di Rigutino. “Gli aretini cosa ci guadagnerebbero dallo sminuimento dell’attuale stazione perfettamente inserita nel centro storico cittadino e ristrutturata, ora ampiamente servita dall’Alta Velocità?. Tutto l’esistente – sottolinea – cioè la direttrice che da Cortona scivola giù fino a Foligno, Orte, è stata ed è ancora oggi, motore propulsore per lo sviluppo industriale ed economico della Regione, ma non ha risolto il problema dell’isolamento di gran parte del territorio perugino, infatti ancora il problema è sopra il tavolo”.
La posizione di Maria Rita Lorenzetti è molto netta e, data l’autorevolezza e la competenza di chi la esprime, è anche un chiaro messaggio a Stefania Proietti, all’assessore De Rebotti, ai consiglieri regionali, soprattutto quelli del centro sinistra, ovvero la sua parte politica di riferimento. Non solo, la posizione della ex governatrice umbra assume ancora più forza per il fatto che viene da una esponente politica di Foligno, cioè l’area geografica che da più di un secolo a questa parte ha sempre visto con sospetto e osteggiato il collegamento diretto Perugia-Chiusi temendo forse di perderer la propria centralità e quote di mercato. Le parole di Maria Rita Lorenzetti vanno oggi in direzione opposta e sono inequivocabilmente a favore di Chiusi.
Probabilmente di Maschiella non si ricorda nessuno, ma l’epoca della “Zarina” non è così lontana e nel centro sinistra umbro (ma anche in certi ambienti economici della regione) la sua è ancora una voce che pesa e che conta.
Ci auguriamo che venga ascoltata. E che l’appello di Giani all’Umbria rimanga lettera morta o venga rispedito al mittente.
Renato Casaioli, Marco Lorenzoni










Sarà interessante vedere l’atteggiamento del PD di Chiusi nei confronti della candidatura Giani alle regionali, dopo il suo rifiuto a considerare la cosiddetta opzione zero.
https://www.primapaginachiusi.it/2025/07/media-etruria-lumbria-segue-giani-promette-lok-rigutino-dalle-due-region-impegno-la-sr-71-la-perugia-chiusi-il-potenziamento-delle-stazioni-esistenti/