TRENI E STAZIONI: I SINDACI DELLA VALDICHIANA, DEL TRASIMENO E DELL’ORVIETANO IL 1 LUGLIO A ROMA A PROTESTARE CON MINISTERO E TRENITALIA

TRENI E STAZIONI: I SINDACI DELLA VALDICHIANA, DEL TRASIMENO E DELL’ORVIETANO IL 1 LUGLIO A ROMA A PROTESTARE CON MINISTERO E TRENITALIA
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CHIUSI – La battaglia per avere un trasporto ferroviario degno di questo nome continua. I sindaci di Orvieto, Chiusi, Cortona insieme ad altri colleghi dell’Orvietano, del Trasimeno e della Valdichiana senese si recheranno a Roma, in treno, per manifestare contro l’isolamento dei territori citati e contro le mancate risposte del Ministero, di Trenitalia e delle Regioni.
Di fronte al silenzio e alle mancate risposte non possiamo ormai più attendere e siamo pronti a mobilitarci direttamente e in prima persona per far sentire la voce di un ampio territorio tra Umbria e Toscana che non può continuare a essere ignorato, penalizzato e isolato”, scrivono i sindaci che  qualche settimana fa hanno inviato al Ministero dei Trasporti, alle Regioni Umbria e Toscana, ai vertici di Trenitalia, Rfi e ai presidenti delle Commissioni Trasporti di Camera e Senato il documento sulle gravi criticità dei trasporti ferroviari sull’asse Firenze-Roma che stanno creando disagi quotidiani ai pendolari. E non solo.
Lo spostamento permanente di molti treni regionali e Intercity sulla linea lenta e l’assenza di una prospettiva chiara di ripristino dei servizi dopo i lavori sulla rete – affermano – penalizzano migliaia di cittadini che ogni giorno si spostano per lavoro, studio, salute o attività essenziali. La situazione è ancora più critica dopo l’entrata in vigore dell’orario estivo e a nulla sono valsi gli appelli dei comitati dei pendolari ne tantomeno quelli di un fronte istituzionale bipartisan che unisce 40 Comuni di Toscana e Umbria, uniti da una causa comune e da un’unica voce: quella dei cittadini esclusi dal diritto alla mobilità efficiente e accessibile. Vista l’assenza di risposte dal Ministero e dalle regioni che avrebbero dovuto farsi parte attiva di una strategia interregionale concreta e portavoci di intere comunità che denunciano un grave isolamento infrastrutturale, abbiamo deciso congiuntamente di organizzare una iniziativa per il prossimo martedì 1 luglio. Indossando la fascia tricolore con cui orgogliosamente rappresentiamo i nostri cittadini ci daremo appuntamento nelle stazioni di riferimento e insieme ai pendolari ci recheremo a Roma per chiedere di essere ricevuti da Governo, Trenitalia e Rfi. Se le risposte e le soluzioni non arrivano e se non c’è chi ci supporta saremo noi, pacificamente ma con determinazione, a portare i problemi direttamente nella Capitale”.
L’appuntamento è per martedì 1 luglio.
L’iniziativa può apparire tardiva, ma è giusta e va sostenuta.
La questione degli IC dirottati sulla linea lenta e dei regionali veloci per Roma e per Firenze è importante quanto e forse più di quella delle fermate dei Frecciarossa (che peraltro non sono state ripristinate).  E la politica di Trenitalia che con la scusa dei lavori alla linea cerca di declassare tutte le stazioni intermedie a favore solo dell’alta velocità, sembra fatta apposta per avvalorare anche la “bufala” della stazione in linea a Creti o a Rigutino, perché quando i territori non avranno più niente anche una stazione in mezzo al nulla sembrerà un miraggio e un successo… La vogliono far passare per forza la bufala.
Le aree interne hanno diritto alla fruizione dell’alta velocità, ma a maggior ragione hanno diritto ad un trasporto pubblico accessibile e accettabile per tempi di percorenza e fermate  che non sia uguale a quello del 1870….
Per qanto riguarda la stazione di Chiusi, servono regionali veloci che raggiungano Roma e Firenze in un’ora e non due e mezzo e IC che raggiungano Milano e Napoli-Salerno in 5-6 ore, senza cambi… Qualcuno ce n’è, ma sono pochissimi. Vanno potenziati. Poi visto che da Chiusi transitano oltre 100 Frecce al giorno, farne fermare una o due, pensiamo che non sarebbe la morte di nessuno. La “perdita di tempo” per l’entrata e l’uscita dalla interconnesione dela Direttissima e per la fermata è stimata in 7-13 minuti, esattamente la stessa che le frecce pagano per fermare nella stazione in linea Medio Padana. Quindi: per avere un servizio congruo, alla stazione di Chiusi-Chianciano Terme servono almeno due frecce e un numero congruo di IC e regionali veloci, ovviamente facendo “rete” e sistema anche con Terontola (quindi Perugia-Foligno-Terni)  e le stazioni minori di Cortona, Castiglione del Lago, Fabro, Attigliano…
Due giorni fa alla festa de l’Unità il sindaco di Chiusi, davanti a consiglieri regionali e altri dirigenti politici e amministratori della provincia è tornato a parlare della ex fornace di via Oslavia, rilanciando il progetto di realizzarvi un polo scolastico e commerciale. “E’ dalla fornace che dipende il futuro di Chiusi Scalo”  ha detto Sonnini. Siamo d’accordo sul fatto che il recupero di quell’immenso comparto, oggi del tutto degradato, sarebbe importante e decisivo, ma siamo altresì iche se il Comune non acquisisce l’area e i volumi edificabili, tutto resterà lettera morta, perché i privati un polo scolastico non lo faranno mai e la ex fornace è privata non pubblica. Quanto al futuro di Chiusi crediamo che sia più decisiva la questione della stazione, la salvaguardia, la valorizzazione e il potenziamento dell’attuale scalo ferroviario, sia per il trasporto passeggeri ce per il trasporto merci. E questa questione è decisiva non solo per Chiusi, ma per l’intero territorio della Valdichiana senese e della vicina Umbria. Questa è la battaglia prioritaria da fare. I sindaci in qualche modo la stanno facendo. Adesso servirà però anche il popolo.
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