MA SE LA RUSSIA E’ MESSA COSI’ MALE COME PUO’ MINACCIARE L’EUROPA?

sabato 28th, giugno 2025 / 13:18
MA SE LA RUSSIA E’ MESSA COSI’ MALE COME PUO’ MINACCIARE L’EUROPA?
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Il noto blog Valigia Blu, animato da Arianna Ciccone, ideatrice del Festival del giornalismo di Perugia, scrive
che “a oltre due anni dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte di Putin, si stima che le perdite tra le forze armate russe abbiano superato la soglia di un milione tra morti e feriti. Un numero senza precedenti per un conflitto moderno in Europa, che solleva interrogativi sulla capacità militare dell’offensiva russa in termini di costi umani, e sulle ripercussioni interne, sul piano demografico e sociale”. E a questo proposito cita il “Guardian” noto giornale britannico, che a sua volta cita il Ministero della Difesa della Gran Bretagna e il Center of Strategic and International Studies, secondo cui  il numero di vittime russe (più di un milione di morti e feriti)  “sia 5 volte superiorie al totale di tutte le guerre sovietiche e russe dalla fine della Seconda guerra mondiale all’inizio dell’invasione su larga scala nel 2022″.
Secondo le medesime fonti il numero dei caduti ucraini sarebbe tra i 60 e i 100 mila, quello dei feriti intorno ai 400 mila. Il Guardian riferisce anche che il Ministero del Lavoro russo, nel 2024 ha dichiarato “un incremento del 53% rispetto all’anno precedente nelle protesi fornite a persone con disabilità”. Che tale aumento sia stato determinato dai feriti e mutilati di guerra è sottinteso.
Sempre su Valigia Blu si legge che “per il CSIS (Center for Strategic and International Studies), dopo essersi scontrata con l’impossibilità di conquistare l’Ucraina in tempi rapidi, la Russia ha puntato su una strategia di attrito e logoramento, basata in parte sull’impiego massiccio di truppe scarsamente addestrate. Questo approccio si è tradotto nell’utilizzo di “ondate d’assalto” costituite da detenuti, coscritti e mobilitati inviati al fronte con poca preparazione, e con tassi di sopravvivenza spesso inferiori alla settimana. Un approccio che, secondo il CSIS, è stato motivato dalla volontà di “logorare e indebolire le linee ucraine uccidendo e ferendo soldati ucraini, distruggendo attrezzature, minando il morale e prendendo di mira la capacità di combattimento. A livello tattico, le unità russe hanno regolarmente condotto avanzate utilizzando piccole squadre di soldati, spesso poco addestrati, supportati da veicoli blindati o veicoli leggeri. I risultati sul terreno, tuttavia, sono stati modesti, anche considerando proprio le perdite subite. Dal gennaio 2024 la Russia ha conquistato meno di 5 mila chilometri quadrati lungo la linea del fronte. Ad aprile 2025, le conquiste territoriali russe sono rallentate, scendendo a circa sei chilometri quadrati al giorno. In termini di equipaggiamento, il danno è altrettanto significativo: solo nel 2024, l’esercito russo ha perso circa quasi 2000 carri armati, più di 3000 veicoli da combattimento di fanteria e centinaia di pezzi d’artiglieria, secondo stime effettuate analizzando materiale video e fotografico. Il volume delle truppe ha compensato in parte la minore efficacia, comportanto però un elevato costo in termini di vite umane: l’età mediadei caduti  èsarebbe di 33,5 anni, ma circa un quarto aveva meno di 25 anni. Le vittime sono concentrate in larga parte nelle regioni economicamente più deboli della Federazione russa. Questo sta trasformando radicalmente la società russa e il mercato del lavoro. Nelle zone più povere la guerra è vista come una opportunità di impiego e di reddito”.

Ancora su Valigia Blu, si legge (in altro articolo) che “secondo alcune stime, tra 30 e  40 mila soldati russi hanno disertato nel 2023. Forse molti di più. Ma sono ancora invisibili”. Invisibili nel senso che i media russi non ne parlano.

Ecco, ma se la Russia di Putin in sostanza – secondo questi dati e notizie fornite da media occidentali – sta faticando più del previsto nella guerra in Ucraina, se ha avuto 10 volte più morti dell’Ucraina, se è vero che sono decine di migliaia i mutilati, e che 30-40 mila soldati hanno disertato solo nel 2023, e anche gli armamenti russi (aerei, carri armati, pezzi di artiglieria) sono stati decimati, perché gli stessi media occidentali ci dicono che la Russia minaccia tutta l’Europa e dunque serve portare la spesa militare al 5% del Pil, per difenderci? Ma da chi?  Come fa una Russia in queste condizioni a minacciare l’Europa?

Se, come sostengono il Guardian e Valigia Blu, la Russsia sta di fatto perdendo la guerra in Ucraina, con perdite 5 volte superiori a tutte le guerre precedenti, comprese quelle dell’Urss, dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi, come potrebbe sostenere una guerra di conquista verso i paesi confinanti dell’Unione Europea? Se la Russia dopo 3 anni e mezzo di guerra non è ancora riuscita a riconquistare neanche le regioni ucraine che considerava sue e voleva riprendersi, anzi sta perdendo anche porzioni di territorio invaso, come può pensare di invadere e occupare la Polonia, la Finlandia, la Svezia, i paesi baltici, la Germania, la Romania, o addirittura l’Italia, la Francia e l’Inghilterra?

La cosa strana è che le due cose (la Russia in affanno sul piano militare in Ucraina e la Russia minaccia imminente per l’Europa) le dicono e scrivono media che stanno dalla stessa parte e sono gli stessi media che soffiano sul fuoco del riarmo dell’Europa, che poi sarebbe riarmo dei singoli paesi…

Ovvio che le due cose di cui sopra non sono compatibili tra loro. O l’una o l’altra. Quindi la domanda da porsi è una sola: ma cosa ci raccontano?

L’operazione speciale lanciata dalla Russia in Ucraina nel 2022 certo costituisce una violazione del diritto interanzionale di fatto è un’invasione di un paese straniero, ma non è una guerra di conquista, è una sorta di guerra civile interna, in risposta da un lato ad 8 anni di guerra che l’Ucraina ha condotto contro le popolazione russofone del Donbass e dall’altro alla violazione dei patti da parte della Nato che aveva promesso di non allargarsi neanche di un metro a est e invece è arrivata “ad abbaiare” (per usare una frase di Papa Francesco) ai confini della Russia. E adesso, con il 5% del pil da destinare agli armamenti, con il super riarmo della Germania (ogni volta che lo ha fatto è finita malissimo); con i bombardamenti di Israele e degli Usa in Iran, chi è che continua ad abbaiare?

Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi, diceva Bertolth Brecht. Adesso verrebbe da dire: beati i popoli e i Paesi che non hanno bisogno di un nemico.

m.l.

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