CHIUSI, LA SVOLTA JAZZ DEL LARS ROCK FEST

sabato 07th, giugno 2025 / 16:03
CHIUSI, LA SVOLTA JAZZ DEL LARS ROCK FEST
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CHIUSI – Forse loro non lo ammetteranno mai, perché sono “fedeli alla linea”, e per certi versi questo è un vanto. La coerenza non è merce da supermercato. Quelli del GEC, Gruppo Effetti Collaterali, lo sanno, perché ormai sono pure scafati e neanche più giovanissimi, quasi tutti fra i 30 e i 55, non fra 20 e 30. Non lo ammetteranno, ma l’edizione 2025 del Lars Rock Fest, in programma dal 4 al 6 luglio a Chiusi Scalo, segna una svolta. Dalla scena post punk che l’ha fatta da padrona fino ad oggi, peraltro con band storiche e straordinarie come i Wire, The Gang of Four, The Pop Group, addirittura i Faust, pionieri del Krautrock teutonico, quest’anno la kermesse chiusina vira di lato e si sposta su sonorità diverse che tendono perfino al jazz, ovviamente fuso con il rock, il noise rock, la psichedelia…
E’ tutta la line-up del festival che certifica questo passaggio di testimone. E questa è una ragione in più per seguire il Lars Rock Fest che si conferma non uno dei tanti festival rock, ma un evento che ha una sua specificità proprio nella proposta musicale.
Il cartellone propone, Venerdi 4 Luglio i MCLUSKY che arivano dal Galles e sono considerati una band cult che ha infiammato la scena noise-rock dei primi anni 2000. Nella stessa serata saranno sul palco anche gli ITALIA 90, direttamente dal cuore pulsante della scena post-punk londinese. Con il loro sound travolgente, testi taglienti e un’attitudine politica che affonda le radici nel punk più autentico, gli Italia 90 sono una delle band più incendiarie del panorama UK contemporaneo. “Sudore e verità”, così i critici sintetizzano il loro sound. Terza band della prima serata i
CUCAMARAS, altro quartetto post-punk inglese, precisamente di Nottingham. Una band che  ha già infiammato la scena europea con uno stile ruvido e ricco di energia che mescola ritmi serrati, chitarre ruggenti e testi che raccontano la rabbia e le inquietudini di una generazione.Una delle band emergenti più interessanti del Regno Unito. Dicono. E qui siamo più o meno nella tradizione consolidata.
Nella serata di Sabato 5 (preceduta al mattino dal concerto a Chiusi città, di Joseph Arthur, folk singer americano scoperto da Peter Gabriel negli anni ’90), invece si cambia musica con i PARTY DOZEN band australiana al primo tour in Italia: una scarica di sax, batteria e pura energia! Un duo esplosivo, fuori da ogni schema, che unisce noise, jazz, punk e psichedelia in un rituale sonoro ipnotico e travolgente. Ecco il jazz che si affaccia.
Seconda band sul palco, LOSTATOBRADO, band bolognese che fa “musica elettroacustica post agricola” e “sperimentazoione e improvvisazione sonora collettiva”. Qui siamo su terreni che ricordano la post-avanguardia anni ’70…  E a seguire BLACK COUNTRY NEW ROAD, band britannica fondata nel 2018. Alcune radio specializzate fanno sapere che “non è facile ascoltarli in concerti gratuiti e a Chiusi il Lars ha fatto un miracolo”…
E certe band di culto, d’oltre Manica e anche d’oltre oceano ci vengono apposta al Lars di Chiusi: perché è gratuito. Perché la musica deve essere di tutti e accessibile a tutti, cosa sempre più rara in UK e negli States…
La serata conclusiva di domenica 6 vedrà esibirsi ai giardini pubblici di Chiusi Scalo i KARATE e THE HELIOCENTRICS. I primi arrivano da Boston, Usa, sono attivi dal 1993 e sono considerati una “band leggendaria”, il cui sound spazia tra post rock, jazz (rieccolo), e slowcore… Chitarre liquide, improvvisazioni jazz e testi intensi. Roba forte e per palati fini. Non sono giovanissimi e la foto parla da sola.
Gli altri sono una band britannica che fonde funk psichedelico, jazz, hip hop, musica etnica ed elettronica.I loro concerti sono un viaggi psichedelico ai confini del mondo.
Certo i giovanissimi che ascoltano il trap, Mahmud, Shiva, Ghali o magari Annalisa ed Elodie potranno rimanere un po’ perplessi e spiazzati, anche se il volume sarà molto alto e i ritmi ossessivi. Ma al Lars anche quest’annno ci sarà un bel po’ di mondo, musicalmente parlando. Roba da ambienti metropolitani, ma non solo. Roba per giovani, certo, ma non solo. La “stagionatura” di certe band che saranno sul palco è sinonimo e garanzia di qualità. Il rock fuso con il jazz e con altre sonorità si ascoltava anche 50 anni fa… Ed era il meglio che si potesse ascoltare.
m.l.
Nella foto: i Karate. 
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