CHIUSI, DAL 21 GIUGNO AL 13 LUGLIO AL CHIOSTRO, “ANTOLOGICA” DI CARLO PAGGETTI ARTISTA-ARTIGIANO

mercoledì 18th, giugno 2025 / 11:40
CHIUSI, DAL 21 GIUGNO AL 13 LUGLIO AL CHIOSTRO, “ANTOLOGICA” DI CARLO PAGGETTI ARTISTA-ARTIGIANO
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CHIUSI – Si aprirà sabato 21 giugno, solstizio d’estate, presso il Chiostro San Francesco a Chiusi, la mostra d’arte dell’artista chiusino Carlo Paggetti “Dipinti e sculture”. Si tratta di una “antologica” di Paggetti, che torna al chiostro con le proprie dopo circa 30 anni…

Ma l’esposizione non sarà solo di dipinti e sculture, ci saranno anche pregevoli pezzi di ceramica artistica.  Questo perché Carlo Paggetti è un artista poliedrico che ama definirsi soprattutto un “artigiano”. E non a caso anche nella presentazione della mostra chiusina cita egli stesso una frase del grande architetto Walter Gropius, uno dei maestri del Bauhaus: “Tutti noi architetti, pittori, scultori dobbiamo rivolgerci al mestiere. L’arte non è una professione. Non c’è differenza essenziale tra l’artista e l’artigiano. In rari momenti, l’ispirazione e la grazia del cielo che sfuggonoal controllo della volontà, possono far sì che  il lavoro possa sbocciare nell’arte. Ma la perfezione nel mestiere è essenziale per ogni artista. Essa è fonte di immaginazione creativa”. E in effetti Carlo Paggetti usa nell’arte, cioè nella pittura, nella scultura, nelle sue “creazioni” tutto il sapere, tutte le tecniche e la conoscenza dei materiali imparate e affinate con il tempo nella sua bottega di artigiano ceramista dove produceva pezzi unici certo, ma anche lavori destinati al mercato commerciale.

Certo in certi lavori – ha ragione Gropius – il confine tra artigianato e arte è labile. E spesso la linea si confonde, e le due cose si compenetrano e si integrano l’una con l’altra.

Carlo Paggetti che a 82 anni sembra un ragazzo, faceva il funambolo anche quando giocava a pallone, aveva estro e pennellava traiettorie difficili da interpretare per gli avversari. Quell’estro lo ha manteuto nel lavoro e nell’arte, mischiando talvolta le carte e i materiali. Nei suoi quadri ad esempio, usa tecniche miste, mettendo insieme materie diverse e colori creati anch’essi “artigianalmente”, traendo ispirazione sia in ciò che vede intorno, ma anche nei miti antichi, nella letteratura, nelle leggende. E’ un tipo estroso, ma anche curioso Carlo Paggetti e quindi si è sempre divertito (perché l’arte è anche piacere della vita) a esplorare, con il pennelo e con gli strumenti coi quali modella la creta che diventa ceramica e una statua, mondi fantastici e onirici e pure i suoi luoghi. Negli acquarelli e in altre opere sia pittoriche sia di scultura non è infrequante treovare riferimenti o scorci della sua San Casciano Bagni, alle sue fonti diventate di recente famosissime per i Bronzi del Bagno Grande, ma anche a Chiusi dove vive dagli anni ’60…

Carlo Paggetti fa parte dei quella covata di talenti che uscì dalla Scuola di ceramica messa in piedi a Chiusi negli anni ’50-60 da un prete che si era messo in testa di dare uno sbocco di lavoro, ma anche una formazione cefativa, ai giovani: don Manfredo Coltellini. Da quella fucina sono usciti insieme a Paggetti, anche Gastone Bai, Giovanni Stefani, Mario Battistelli, Vincenzo Mencaglia detto “Pippo”, Vasco Nasorri, Piero Sbarluzzi, Gianfranco Rocchi. E anche Giuseppe Venturini per molti anni capo restauratore del Museo Archelogico di Chiusi e Aldo Mencucci, che sentendosi incompreso, coe Luigi Tenco, si tolse la vita a 31 anni…

La mostra che si inaugura il 21 giugno e resterà aperta fino al 13 luglio è patrocinata dal Comune di Chiusi e dalla Biblioteca Comunale Ottiero Ottieri, è dunque un omaggio dela città ad un suo artista, ma è anche una ottima occasione per farsi un’idea complessiva, a 360° del talento di Carlo Paggetti. Il proverbio dice che nessuno è profeta in patria. Ma ogni tanto capita qualche lodevole eccezione.

A conferma della “poliedricità” del talento di Carlo Paggetti, sappiamo che ai primi di agosto esporrà, sempre a Chiusi, ma questa volta nell’Orto Vescovile, altre opere del suo ingegno. E usiamo il termine “ingegno” non a caso, perché ce ne vuole parecchio per realizzare opere del genere. Lì davvero arte e artigianato sono una cosa sola, e con l’arte e l’artigianato c’è pure un bel po’ di matematica e fisica. Non sveliamo niente. Solo che si tratta di opere che, come tutti noi, per vivere hanno bisogno di sole… D’agosto non dovrebbe mancare.

m.l.

 

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