CHIUSI SALUTA ORFEO BARDINI, “IL RAGIONIERE” DECANO DEGLI IMPRENDITORI E PROTAGONISTA ASSOLUTO DAL DOPOGUERRA AGLI ANNI 2000

CHIUSI – E’ morto ieri a Chiusi Orfeo Bardini, per tutti “il Ragioniere”. Aveva 104 anni. Ma è rimasto lucido fino all’ultimo. Una vita lunghissima quella del ragionier Bardini, un imprenditore che a livello locale, ma non solo, è stato senza dubbio un protagonista assoluto della scena, soprattutto quella economica, ma un po’ più sottotraccia anche quella politica, attraversando e segnando tutti i passaggi “epocali” della storia recente della città e del territorio, dal dopoguerra ad una decina di anni fa.
Orfeo Bardini fu uno degli artefici, per esempio, di un episodio che fece scalpore e finì perfino nelle cronache parlamentari nell’immediato dopoguerra, quando a Chiusi, città ancora profondamente segnata dalle cannonate, l’alleanza social-comunista alle comunali fece il famoso “cappotto”, ovvero, attraverso una lista civetta, riuscì a prendere maggioranzaa e opposizione, estromettendo dal consiglio comunale la DC e la destra che ala Camera, Pietrto Secchia definì clerico-fascista. Bardini fece parte con Azelio Tistarelli ferroviere di Montallese e altri di quella lista. Era, all’epoca, ed è rimasto a lungo vicino al Psi. Ma era anche cattolico e non in guerra con il vescovo di allora Mons. Baldini, il quale nel ’48 scrisse al Papa, per dirgli che forse la scomunica ai comunisti era un errore: “Qui Santità perdiamo tutta la clientela”, questo in soldoni il senso della missiva.
Negli anni ’60, ai tempi dei governi di centro sinistra, insieme a Loris Scricciolo e Leo Vagnetti, socialista il primo, democristiano il secondo, Bardini fu tra i principali fautori del progetto “Frigomacello” che però vedrà la luce solo 20 anni dopo e durerà poco, perché non c’era più niente da macellare.
Come imprenditore fece parte anche della “cordata” che alla fine degli anni ’60 aprì a Chiusi Scalo il primo supermercato di tutta La zona. Emulato poco dopo dal Conad e poi anche dalla Coop. Il mondo stava cambiando, c’era il boom economico e la corsa ai consumi andava assecondata. Questo “il ragioniere” lo aveva capito benissimo.
La sua azienda, la Bardini Pre-Metal è stata un’azienda di livello nazionale e Orfeo Bardini è stato per decenni nelle commissioni per l’acciaio e ai vertici di Confindustria. Erano suoi i terreni su cui sorse, nel 1991, il Centro Commerciale Etrusco, anche in questo caso il primo centro commerciale integrato aperto nella zona a cavallo tra Toscana e Umbria. Prima degli Ipercoop, delle multisale, degli Outlet villages… Sua anche un’altra azienda piuttosto discussa, per le possibili ricadute negative in termini ambientali, soprattutto quando aprì i battenti, sempre all’inizio degli anni ’90: la Metalzinco, che però – questo va detto – grandi problemi non li ha creati, grazie anche ad una gestione oculata. Il “ragioniere” si angosciava all’idea di trovarsi contro la popolazione, gli ecologisti, le associazioni la stampa. Quante telefonate, e quante chiacchierate su questi argomenti nella nostra redazione. Con noi di primapagina aveva un rapporto sereno. Abbonato per tutti i 25 anni in cui il giornale è uscito in formato cartaceo e attento anche alla versione on line, di cui si faceva stampare gli articoli, per leggerli con più calma.
E’ stato non solo uno dei soci storici, ma anche dirigente di primo piano della Cassa Rurale Artigiana di Chiusi, diventata poi di fusione in fusione Credito Cooperativo Tosco Umbro, Banca Valdichiana e infine Banca Tema. Fusioni che ha sempre visto con una certa diffidenza e talvolta ha osteggiato anche con interventi alle assemblee dei soci. Si è sempre battuto, fino a non molto tempo fa, cioè fino a che ha potuto, anche per la difesa della stazione ferroviaria e del ruolo di Chiusi come nodo infrastrutturale. Quando venne Renzi a Chiusi, nel 2017, con il treno del Pd, nea stazione appena ristrutturata, il ragioniere gli si parò davanti, andò a stringergli la mano e gli disse proprio di salvare la stazione e fare in modo di farci fermare qualche Frecciarossa. Cosa che poi avvene nel 2019 nel tripudio della folla. Peccato che nel 2023 le fermate le abbiano cancellate. Bardini all’epoca aveva 96 anni e ancora si sentiva “in campo” e al pezzo. Con ancora la voglia di dire la propria. Di dare indicazioni, di orientare certe scelte e decisioni, come tante volte era avvenuto in passato.
A dispetto di una corporatura minuta, ha mostrato nella sua lunga vita e carriera una tempra (qui si direbbe una “tigna”) invidiabile e decisamente fuori dal comune. Nella foto lo vediamo non molto tempo fa con Giannetto Marchettini, che in Confindustria ne ha sostalzialmente preso il testimone. I funerali, domani, lunedì 17, presso la Cattedrale di San Secondiano a Chiusi Città, alle ore 15,00. Alle figlie Simonetta e Paola e ai familiari le condoglianze di primapagina.
Veramente una perdita ,quella del ” ragioniere ” ! Una gran persona. Un imprenditore di successo, pieno di idee ! Perdona concreta. Era un piacere parlare con lui ! Un pensiero a Simona e Paola .