LA SCOMPARSA IMPROVVISA DI PAOLO BENVEGNU’, CANTAUTORE GENTILE PERUGINO DI ADOZIONE

LA SCOMPARSA IMPROVVISA DI PAOLO BENVEGNU’, CANTAUTORE GENTILE PERUGINO DI ADOZIONE
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PERUGIA –  Quando verso la fine degli anni ’90 e i primi 2000 Andrea Micheletti, poi diventato assessore al comune di Chiusi, collaborava con Primapagina e teneva una rubrica intitolata “Rock & i suoi fratelli” nella quale recensiva o proponeva concerti ed eventi musicali  in posti che solo lui conosceva, un nome tra gli artisti che seguiva con una certa assiduità era quello di Paolo Benvegnù. “Ma dove li trova questi?” dicevamo scherzandoci su in redazione… Noi, più grandicelli di età, eravamo rimasti al rock dell’epoca d’oro. Ai mostri sacri che ascoltavamo già dai primissimi anni ’70. Poi non è che andassimo in giro per localini improbabili (e introvabili) tra i vicoli della Perugia universitaria, di Arezzo o magari sulle colline tra Tuoro e Cortona che quando non c’era il navigatore ci voleva il cane da tartufi…  Però col tempo abbiamo imparato a conoscerli quei chitarristi che erano anche poeti e sono diventati gli autori della colonna sonora di anni nei quali molte tracce di quelli precedenti si sono affievolite o perse nelle nebbie. Poeti e cantori di una gioventù più disincantata, forse anche più intimista e solitaria, ma non abbacinata dal mercato, dal trash, dalla dittatura del look aggressivo che impone di cantare in mutande, cantautori capaci di suonare bene e di proporre testi tutt’altro che banali in un’epoca che ha fatto della banalità e della semplificazione estrema una bandiera e una specie di Bibbia imposta a reti unificate.

Ecco Paolo Benvegnù era uno di questi, come Giorgio Canali, come Francesco Bianconi dei primi Baustelle e altri… Era, perchè ieri se n’è andato all’improvviso a soli 59 anni. Che per un rocker, anche se di quelli dal mood gentile, sono veramente pochi, basta pensare che i “mostri sacri” di cui sopra ne hanno tutti più di 70, molti anche più di 80. La sera prima era ospite della trasmissione “Via dei Matti n.0” condotta da Valentina Cenni e Stefano Bollani, un amico e un musicista con cui ha collaborato a più riprese.

Da qualche tempo Paolo Benvegnù viveva in Umbria. E la sua musica ha accompagnato la campagna elettorale (strepitosa sotto molti punti di vista) di Vittoria Ferdinandi alle comunali di Perugia nella primavera scorsa. E la stessa giovane sindaca così lo ha ricordato con un messaggio social: “Grazie Maestro. Sei stato un compagno di viaggio meraviglioso. In questi minuti leggo e rileggo il messaggio che mi inviasti dopo il Capitini e voglio dirti una cosa, se puoi sentirmi: lo faremo per te, per il resto della nostra vita. Che tutta la gioia del mondo sia con te. Addio Paolo Benvegnú, tutta Perugia ti piange”. L’artista si era esibito in due occasioni, sia per l’avvio della campagna elettorale all’Auditorium Capitini sia per la chiusura in una piazza IV Novembre gremita all’inverosimile, come non si vedeva da 30 anni.

Il cantautore, milanese di nascita e perugino di adozione ha vinto la Targa Tenco 2024 con “È inutile parlare d’amore” giudicato “Migliore Album in assoluto”. Di recente aveva apubblicato “Piccoli fragilissimi film- Reloaded”, una nuova versione del disco che aveva segnato il suo esordio da solista nel 2004 (dopo aver fondato nel 1993 il progetto Scisma, gruppo AltArt-rock seminale). Una perdita importante insomma per la musica italiana, per la musica indipendente in particolare, per l’Umbria che aveva trovato un appassionato sostenitore e come lo ha definito Vittoria Ferdinandi “un compagno di viaggio”.

E forse quella rubrichetta “Rock & i suoi fratelli” che figurava sul giornale cartaceo la ripristineremo adesso sul giornale on line. Se Andrea Micheletti ha voglia e non ha di meglio da fare, la porta è aperta.

m.l.

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