SAN CASCIANO, IL BAGNO GRANDE CONTINUA A RESTITUIRE TESORI. ANCHE UNA STATUA DI UN BIMBO CON LA PALLA…..
SAN CASCIANO BAGNI – Il santuario ritrovato del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni continua a resituire tesori. Dopo il ritrovamento straordinario del 2022, il prosieguo dello scavo nel 2024 ha portato alla luce altre statue, altre monete, altri oggetti votivi e simbolici legati alla funzione del luogo, che era appunto una fonte termale, quindi luog di benessere e di cura, ma anche al tempo stesso luogo di culto, una sorta di Lourdes pagana…
“Ancora una volta sono le offerte in metallo pregiato a costituire l’elemento caratterizzante del deposito votivo. Quattro nuove statue e poi braccia, teste votive e gambe iscritte, assieme a strumenti del rito, come un’elegante lucerna, o un piccolo toro in bronzo, a richiamare quel mondo agro-pastorale così importante in questo contesto e già rappresentato dal bassorilievo all’interno della vasca sacra.
E ancora monete di età repubblicana e imperiale, ormai più di 10.000, rinvenute nel santuario del Bagno Grande. Ma accanto al bronzo, il rinvenimento di una corona e di un anello d’oro si associa alla moltiplicazione di aurei romani. Sono metalli preziosi, tra cui gemme, ambra e altri gioielli, che legano il dono per le capacità terapeutiche delle acque calde alle pratiche divinatorie che nel santuario dovevano certamente trovare il loro fulcro” così spiegano gli archeologi che stanno lavorando sul sito sancascianese.
Anche le nuove, eccezionali iscrizioni rinvenute in quest’ultima campagna di scavo, sono in Etrusco e in Latino. Appaiono voti che recano il nome etrusco di Chiusi, Cleusi, accanto a dediche alle Ninfe e alla Fonte calda, Flere Havens in Etrusco, giuramenti sulla Fortuna e sul Genio dell’Imperatore. I riferimenti a Chiusi confermano che il “Santuario” si trovava nell’agro chiusini e sulla strada tra Chiusi e Orvieto e quindi Roma.
Tra i reperti ritrovati un eccezionale corpo nudo maschile è offerto esattamente a metà, come reciso dal collo ai genitali da un taglio chirurgico. Dedicato da tale Gaio Roscio alla Fonte Calda, questo mezzo corpo testimonia forse la guarigione della parte immortalata nel bronzo. Poi una statua femminile, praticamente identica a quella rinvenuta nel 2022, con eleganti trecce che ricadono sul petto e deposta su un lato. Le teste votive sono ritratti eleganti protoimperiali, con la prima dedica in Latino alla fonte, sul collo di una testa, i cui tratti sembrano quasi ricordare Cesare, che menziona anch’essa la Fonte. E anche un serpente lungo circa un metro, forgiato in bronzo. Anche questa una figura divinatoria.
Un’altra statuetta raffigura un bimbo augure, un piccolo sacerdote della fine del II secolo a.C., con una lunga iscrizione in etrusco sulla gamba destra, che nella mano sinistra tiene una palla, con i classici pentagoni cuciti, che ancora si muove, ruotando tra le dita: forse un elemento divinatorio, da far ruotare in un rito. Il bimbo ha un braccialetto a forma di serpente… e nella gamba una iscrizione incisa che per la prima volta cita la città stato di Cleusi, ovvero Chiusi. Una statuetta cui gli studiosi attribuiscono grande valore. E forse un ruolo importante, ipotizzano infatti che la corona d’oro rinvenuta potrebbe essere appartenuta proprio a quella figura. Alla statua del bambino augure con la palla, manca il braccio destro. Chissà se in quella mano che non c’è teneva una racchetta. O se invece aveva un “bracciale” di legno fatto aposta per colpire la palla. Per Chiusi, che è una delle città italiane della “palla al bracciale” sarebbe un bel colpo. Non risulta che etruschi e romani praticasserro quel gioco. Gli sferisteri sono arrivati molto tempo dopo… Ma la storia, l’archeologia e l’arte spesso stupiscono. Ovviamente la nostra è una boutade per scherzarci un po’ su.
La quantità e la qualità stessa delle statue e degli altri oggetti che il sito continua a varie riprese a restituire dopo averli custoditi e conservati pressoché integri per più di 2000 anni nel fango caldo, sono tali da far pensare che il luogo fosse davvero importante e che possa riservare ancora altre sosprese. Il Santuario ddel Bagno Grande ci dice, così come altre scoperte (la tomba dei Pulfnas a Poggiovalle di Città della Pieve per esempio, o quelle di Sarteano e de La Foce nel territorio di Chianciano) quanto fosse esteso il cosiddetto “agro chiusino”, cioè il contado (ma non solo contado) dell’antica Kamars, poi Cleusi poi Clusium, oggi Chiusi e ci racconta anche come Etruschi e romani si siano certamente combattuti, ma anche integrati e alla fine sovrapposti.
Il Santuario del Bagno Grande sorgeva non lontano dalla Cassia, una delle prime “autostrade” della Storia e neanche dal Clanis, il grande fiume navigabile che correva da Arezzo fino ad Orvieto e consentiva trasporti e scambi commerciali e spostamenti di truppe militari. Per la mole dei ritrovamenti quella del Bagno Grande a San Casciano è forse la scoperta più rilevante fatta in questo territorio e in Italia per ciò che riguarda i siti etruschi che non siano necropoli. Un luogo dei vivi e per i vivi, non per i morti. E questa la differenza sostanziale rispetto ad altri ritrovamenti. In questo senso ha un valore immenso. Ma rimane un luogo di culto, di cura, di passaggio, dove ci si fermava per chiedere una guarigione o per ritemprare le membra nell’acqua calda e curativa, magari portando qualche oggetto votivo alle divinità che si sperava ci mettessero una buona parola. E monete per “ungere” la benevolenza… Non era una città, un presidio politico-amministrativo e militare. Quelli erano altri, i più vicini si chiamavano Chiusi e Orvieto. Poi Perugia, Cortona, sulla costa Roselle e Populonia, più a sud Tarquinia, Veio…
Il Museo che ospiterà i brinzi e gli altri oggetti del Bagno Grande a San Casciano e che non si sa quando vedrà la luce, sarà sicuramente bellissimo. Ma a meno di 30 km c’è già il Museo Archelogico Nazionale di Chiusi che ha una dotazione di reperti di prima grandezza e che testimonia l’imoportanza della Città di Porsenna nell’antichità. Per questo motivo, anche ieri, parlando della visita del Ministro Giuli a San Casciano Bagni, abiamo sollecitato, da queste colonne, sindaco e assessore alla culturadi Chiusi (quest’ultimo peraltro è uno degli archeologi impegnati nello scavo del Bagno Grande) a invitarlo anche a Chiusi e sollecitare una soluzione per rendere visitabili le tombe etrusche chiuse al publico dal 2020, solo perché la struttura che è ministeriale non ha personale a sufficienza o il personale non si rende disponibile per il servizio di accompagnamento visitatori alle tombe..
E per questo motivo, sempre da queste colonne, abbiamo più volte proposto che i bronzi di San Casciano così come sono stati esposti a Roma, a Napoli e adesso a Reggio Calabria, vengano TEMPORANEAMENTE esposti, almeno in parte, anche al Museo Nazionale di Chiusi e magari, trattandosi di un sito che ha a che fare con l’acqua termale, anche al Museo Civico di Chianciano Terme, dedicato proprio alle acque.
Pare che per l’inizio della stagione turistica 2025 una soluzione per le tombe etrusche sia alle viste (ma chi risarcirà Chiusi del danno subito per interruzione di pubblico servizio, dal 2020 in poi?), per l’esposizione dei bronzi o parte di essi, in attesa del museo sancascianese, hanno fatto tutti orecchi da mercante. E non è buon segno. Tanto più che la Valdichiana senese si era pure candidata a Capitale Italiana della Cultura 2026. Non ha vinto. Ma avere i bronzi nella zona per qualche mese, avrebbe aiutato non solo San Casciano, ma tutto il territorio ad avere visibilità e turisti. Qualcuno dice che esporre i reperti a Chiusi e Chianciano potrebbe ridurre l’appeal del futuro museo di San Casciano. Se mai è esporli nelle grandi città come Roma, Napoli e Reggio che farà calare l’appeal. Chi li ha visti in quei musei tornerà a vederli a San Casciano?
Nelle foto: il recupero di due delle nuove statue. In basso il bambino augure con la palla che ruota nella mano… (Copyright SABAP-SI Comune di San Casciano dei Bagni, Unistrasi, Foto di Ludovico Salerno). Al centro il Ministro Alessandro Giuli, ieri a San Casciano. Foto Tele Idea Plus.