CHIUSI, IL DURO MESTIERE DI FARE OPPOSIZIONE. PARLANO LUCIA LELLI E FRANCESCA CAPUCCINI

lunedì 16th, dicembre 2024 / 17:03
CHIUSI, IL DURO MESTIERE DI FARE OPPOSIZIONE. PARLANO LUCIA LELLI E FRANCESCA CAPUCCINI
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CHIUSI – Amministrare una comunità è sicuramente difficile. Farlo con una maggioranza risicata, come nel caso di Chiusi, anche di più. Perché al primo raffreddore di un consigliere di maggioranza rischi di andare sotto. Ma anche fare l’opposizione e farlo senza avere partiti alle spalle, con il solo sostegno di un gruppo di persone che hanno condiviso e condividono insieme la scelta di presentarsi alle elezioni con una lista civica è forse ancora più arduo. E’ vero, non hai l’onere del dover fare le cose, di deliberare, ma rischi di risultare pressoché invisibile. Di non avere riscontro tra la gente del lavoro che fai in Consiglio Comunale. E di affiorare all’onore della cronaca solo se la parte avversa, ovvero la maggioranza, ti manda a quel Paese o ti accusa di qualche nefandezza. Se fai opposizione ad una giunta di centro sinistra e non stai attento alle parole puoi anche passare per fascista o fascistoide.

“Noi lavoriamo esattamente in un quadro del genere”, dicono le due consigliere comunali di Chiusi Futura nel Consiglio Comunale di Chiusi, Lucia Lelli e Francesca Capuccini. Il peso di tale situazione lo avvertono e lo dicono apertamente. Il loro rammarico principale quello di lavorare praticamente al buio e di “non essere ascoltate. Mai, neanche quando proponiamo cose che la maggioranza potrebbe tranquillamente condividere”. A tal proposito segnalano una recentissima mozione presentata all’ultima sesuta del consiglio sulla valorizzazione e sul potenziamento della Stazione di Chiusi, votata dai due consiglieri di Possiamo, ma che la maggioranza ha respinto. “Nella mozione si dicevano cose non molto dissimili da quelle che da qualche tempo sostiene anche l’amministrazione, il documento di fatto andava nella sessa direzione di alcune iniziative fatte dal sindaco e dal Pd, proproio sul tema della stazione e del trasporto ferroviario, eppure la maggioranza ha fatto muro. Ha perso un’occasione per allargare il fronte…”.

Chiusi Futura ha sempre appoggiato le posizioni del comitato Opzione Zero, contro la stazione in linea per l’Alta velocità a Creti o altrove e a favore dell’utilizzo e della valorizzazione delle stazioni esistenti di Chiusi e Arezzo, la maggioranza a guida Pd ci sta arrivando piano piano, dopo aver tenuto a lungo i piedi in due staffe: sì all’uso delle stazioni di Chiusi e Arezzo, ma senza dire un no netto alla stazione volante. Adesso sta spingendo un po’ di più sull’acceleratore.  Ma tende a non dare troppo spago ad altri.

Lucia Lelli e Francesca Capuccini lamentano non tanto il muro contro muro da parte della maggioranza, che in politica ci sta e fa parte del gioco, quanto piuttosto le “mancate risposte” e l’assenza totale di confronto sui temi specifici. “Temi che sono sempre locali e di carattere amministrativo. Noi non facciamo battaglie politico-ideologiche – dicono Lelli e Capuccini – ma cerchiamo di accendere i riflettori su questioni di interesse pubblico, di interesse della collettività chiusina. Non abbiamo partiti a cui dover rendere conto o da cui prendere ordini”.

E, questo oggi si può dire, i partiti di centro destra che nel 2021 appoggiarono la lista Chiusi Futura alle elezioni, adesso sono entità virtuali ed aleatorie, senza alcuna presenza reale e tangibile in loco. La stessa Francesca Capuccini che è stata referente locale della Lega, ne ha poi preso le distanze, lasciando il partito di Salvini.

Battaglie su temi locali dunque. Per esempio quella portata avanti con tenacia fino ad un esposto alla Corte dei Conti sulla mancata riscossione da parte del Comune dei canoni per le pensiline fotovoltaiche piazzate nei posteggi. Una “civil action” – così la definiscono le due consigliere – “a tutela dell’interesse dell’Ente Comune e della cittadinanza, sulla quale la maggioranza e la giunta hanno invece glissato nonostante atti e sentenze a favore…”. Stesso approccio è stato seguito sulla questione – sollevata anche questa di recente – della “balneabilità delle acque del lago di Chiusi”. “Non è che pensiamo di trasformare il Lago che è un ambiente naturale delicato in una spiaggia, ma perché in uno specchio d’acqua in cui si svolgono regolarmente attività sportive come la pesca e il canottaggio, la balneabilità dell’acqua è requisito essenziale e quello che noi chiediamo – affermano Lelli e Capuccini – riguarda le verifiche da parte dell’ente preposto, cioè Arpat. Per noi è fondamentale e doveroso sapere se i controlli sono stati fatti con regolarità, ogni quanti mesi vengono eseguiti, e quale esito hanno dato… L’Amministrazione anche su questo ha svicolato fornendo risposte evasive”. 

Sempre nell’ottica di una opposizione attenta a come si spedono i soldi pubblici, le due consigliere fanno notare che a più riprese in questi 3 anni di legislatura hanno posto l’attenzione sulla Fondazione Orizzonti e su altre iniziative come il Lars Rock Fest. Secondo Lucia Lelli e Francesca Capuccini si potrebbero forse trovare soluzioni per abbassare almeno in parte il contributo comunale. Ad esempio introducendo un biglietto di ingresso ai concerti della kermesse estiva, cosa questa che però cozzerebbe fortemente con la filosofia stessa del Lars che si basa proprio sulla proposta di musica di qualità ma gratuita. Linea questa apprezzata da molte band d’oltre Manica e d’oltre Oceano che vengono a Chiusi porprio perché i concerti sono gratuiti.

Qualche mese fa le due esponenti di Chiusi Futura abbandonarono l’aula consiliare in occasione della discussione di una mozione della maggioranza che commemorava la figura di Giacomo Matteotti. Gesto che fu stigmatizzato e duramente criticato dall’assessore Bischeri, dal sindaco Sonnini, dal Pd, dai Podemos e da molti commentatori. Indubbiamente quello fu uno scivolone che offrì il fianco alla maggioranza e ad altri, per etichettare le due due consigliere di minoranza se non proprio come fasciste, quantomeno come persone “allergiche all’antifascismo o poco inclini a dichiararsi antifasciste”. Adesso a mente fredda anche loro concordano sull’errore tattico. Avrebbero potuto infatti criticare ugualmente giunta e maggioranza sulla scarsa attenzione, sulle mancate risposte, sulla propensione a discutere più di questioni calate dall’alto che di questioni concrete, votando o astenendosi sulla mozione per ricordare Matteotti, però si dicono convinte che “la maggioranza neanche si ricordava che una targa a ricordo del sacrificio di Matteotti c’è già sulla facciata del palazzo comunale e nn ostante qualche sollecitazione, è del tutto scolorita”. Entrambe in ogni caso rifiutano l’etichetta di fasciste e anche di… meloniane. E sulle accuse rivolte loro da esponenti della maggioranza,  si sono pure rivolte al Prefetto. Quell’uscita dalla sala consiliare fu una sorta di “fallo di frustrazione” dettato da stanchezza e dalla sterilità delle proprie azioni. Succede anche nelle partite di calcio.

Su altre iniziative dell’Amministrazione Comunale come il progetto Pop Up che dovrebbe portare all’apertuta contemporanea di diverse attività nel centro storico nella prossima estate, o l’apertura del Centro Giovani Culsans allo Scalo, Lucia lelli e Francesca Capuccini non sparano a zero (“vediamo cosa succederà, quale sarà la risposta”) ma non sono molto ottimiste: “a Chiusi manca un progetto complessivo, di  prospettiva, manca soprattutto la… materia prima. Mancano le persone. La città ha subito un calo demografico devastante, e se non si fanno politiche e inizative per riportare gente, anche dal punto di vista della residenza, non solo del turismo, molte idee rischiano di naufragare prima ancora di partire. Servono politiche che incentivino la scelta di venire a vivere o a investire a Chiusi e 6 mesi di affitto gratis di un locale possono forse accendere qualche vetrina per un po’ ma è difficile che possano rappresentare la molla di un nuovo Rinascimento. E questo non è scetticismo o critica preconcetta: è realismo. E’ guardare in faccia la realtà, che è quella che è e non quella che ci raccontano sui social”. 

Le due consigliere di Chiusi Futura non ne hanno solo per Sonnini & C. Anche sull’altro gruppo di minoranza hanno qualche sassolino da togliersi dalle scarpe: “Certo, dai banchi dell’opposizione non si decide niente. Però si possono tenere i riflettori accesi, si può fare un lavoro di verifica e controllo, si possono proporre alternative e questo noi lo abbiamo fatto e contineremo a farlo fino alla scadenza del mandato. L’altra lista di minoranza può dire altrettanto? A noi pare che più che la stampella alla maggioranza il gruppo Barbanera non abbia fatto”. 

m.l.

 

 

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