MPS, LO STATO VENDE LE SUE QUOTE. SI VA VERSO L’ACQUISIZIONE DA PARTE DEL GRUPPO BPM?

venerdì 15th, novembre 2024 / 15:17
MPS, LO STATO VENDE LE SUE QUOTE. SI VA VERSO L’ACQUISIZIONE DA PARTE DEL GRUPPO BPM?
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SIANA – Non se ne parla più come un tempo. Il “Monte” non è più quello di una volta, quando era il principale motore dell’economia (e non solo) delle province di Siena e Grosseto. Anche sui territori la Banca Monte dei Paschi di Siena ha perso quote di mercato, ha ridotto le filiali e i dipendenti dentro le filiali. Ha perso potere, visibilità, appeal.

Un tempo neanche troppo lontano un posto al Monte era l’obiettivo di tutti gli studenti di ragioneria. Fino ad una quarantina di anni fa agli studenti delle province di Siena e Grosseto bastava prendere 60 alla maturità per essere assunti d’ufficio… Poi molti altri entravano ugualmente per altre porte. Comprese quelle della classica “raccomandazione” politica o di altro genere (la Curia, o meglio le Curie, ad esempio, si adoperavano spesso per sistemare ragazzi e ragazze del senese e della Maremma in qualche filiale). Faceva parte del sistema e della macchina del consenso. E i partiti dell’epoca hanno tutti attinto alle munifiche mammelle della grande mucca MPS: il Psi e la Dc in particolare, ma anche il Pci, poi Pds e Ds non ne rimase certo fuori. E per decenni Mps non ha solo foraggiato la politica, ma ha spesso anche dettato la linea. Da qualche anno a questa parte non è più così. Nel 2017 la banca più antica del mondo fu salvata dallo Stato, con l’acquisizione da parte del Ministero dell’Economia della maggioranza delle quote azionarie. Ma anche quella era un’operazione a tempo determinato. La partecipazione pubblica infatti avrebbe dovuto scendere sotto al 20% del totale del capitale sociale entro la fine del 2024. E la tabella di marcia, imposta dall’Unione Europea è stata rispettata. Attualmente lo Stato ha l’11,7% delle quote. Questo grazie all’ultima “vendita” del 15% del proprio capitale da parte del Ministero, effettuata nei giorni scorsi per 1,1 miliardi di euro.  In precedenza aveva già ceduto il 25% nel novembre del 2023 e il 12,5% nel mese di marzo 2024.

Il 5% circa del capitale messo in vendita è stato acquisito da Banco BPM, la banca nata dalla fusione della Banca Popolare di Milano e delle banche del gruppo Banco Popolare, che arriverà al 9% grazie a un’operazione finanziaria che coinvolge la società di gestione del risparmio Anima. La restante parte è stata invece acquisita dal gruppo imprenditoriale che fa capo a Francesco Gaetano Caltagirone e da Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio (Luxottica). In sostanza lo Stato sta man mano “privatizzando” Mps. E la cessione delle proprie quote da parte del Ministero, potrebbe pleudere – secondo alcuni – a nuovi scenari  come la nascita di un gruppo bancario che si posizionerebbe al terzo posto in Italia dopo Intesa e Unicredit. Ipotesi questa che finora era poco accreditata ma che adesso sembra prendere quota.

“Non escludiamo del tutto l’acquisizione di Mps da parte di Banco Bpm tra un anno“, affermano gli analisti di Jp Morgan, in una nota ai clienti. Sulla vicenda è intervenuto anche il Ministro alle Infrastrutture Salvini: “La sinistra era quasi riuscita a distruggere un patrimonio enorme come quello di Mps che oggi invece diventa, grazie all’azione dello Stato e a una gestione ordinata, un polo attrattivo per grandi investitori italiani. Ne sono molto orgoglioso: la strada era ed è quella giusta”. Dichiarazione non richiesta, che in qualche modo conferma la possibilità di sviluppi nel medio periodo. Con la destra che canta vittoria e batte le mani prendendosi pure i meriti.

Una cosa è certa: il Monte dei Paschi ha ormai poco a che vedere con con il proprio passato e anche con il legame storico e il radicamento nel territorio senese e grossetano. Riprova ne è il fatto che la politica senese, un tempo non solo attenta, ma permeata fino al midollo dalle questioni inerenti Mps, adesso osserva in silenzio e senza alcuna voce in capitolo ciò che avviene su altri piani e ad altre latitudini intorno alle spoglie del regno che aveva il suo castello a Rocca Salimbeni, oggi bella sede di rappresentanza e poco più.

m.l.

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