MPS, LO STATO VENDE LE SUE QUOTE. SI VA VERSO L’ACQUISIZIONE DA PARTE DEL GRUPPO BPM?
SIANA – Non se ne parla più come un tempo. Il “Monte” non è più quello di una volta, quando era il principale motore dell’economia (e non solo) delle province di Siena e Grosseto. Anche sui territori la Banca Monte dei Paschi di Siena ha perso quote di mercato, ha ridotto le filiali e i dipendenti dentro le filiali. Ha perso potere, visibilità, appeal.
Un tempo neanche troppo lontano un posto al Monte era l’obiettivo di tutti gli studenti di ragioneria. Fino ad una quarantina di anni fa agli studenti delle province di Siena e Grosseto bastava prendere 60 alla maturità per essere assunti d’ufficio… Poi molti altri entravano ugualmente per altre porte. Comprese quelle della classica “raccomandazione” politica o di altro genere (la Curia, o meglio le Curie, ad esempio, si adoperavano spesso per sistemare ragazzi e ragazze del senese e della Maremma in qualche filiale). Faceva parte del sistema e della macchina del consenso. E i partiti dell’epoca hanno tutti attinto alle munifiche mammelle della grande mucca MPS: il Psi e la Dc in particolare, ma anche il Pci, poi Pds e Ds non ne rimase certo fuori. E per decenni Mps non ha solo foraggiato la politica, ma ha spesso anche dettato la linea. Da qualche anno a questa parte non è più così. Nel 2017 la banca più antica del mondo fu salvata dallo Stato, con l’acquisizione da parte del Ministero dell’Economia della maggioranza delle quote azionarie. Ma anche quella era un’operazione a tempo determinato. La partecipazione pubblica infatti avrebbe dovuto scendere sotto al 20% del totale del capitale sociale entro la fine del 2024. E la tabella di marcia, imposta dall’Unione Europea è stata rispettata. Attualmente lo Stato ha l’11,7% delle quote. Questo grazie all’ultima “vendita” del 15% del proprio capitale da parte del Ministero, effettuata nei giorni scorsi per 1,1 miliardi di euro. In precedenza aveva già ceduto il 25% nel novembre del 2023 e il 12,5% nel mese di marzo 2024.
Il 5% circa del capitale messo in vendita è stato acquisito da Banco BPM, la banca nata dalla fusione della Banca Popolare di Milano e delle banche del gruppo Banco Popolare, che arriverà al 9% grazie a un’operazione finanziaria che coinvolge la società di gestione del risparmio Anima. La restante parte è stata invece acquisita dal gruppo imprenditoriale che fa capo a Francesco Gaetano Caltagirone e da Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio (Luxottica). In sostanza lo Stato sta man mano “privatizzando” Mps. E la cessione delle proprie quote da parte del Ministero, potrebbe pleudere – secondo alcuni – a nuovi scenari come la nascita di un gruppo bancario che si posizionerebbe al terzo posto in Italia dopo Intesa e Unicredit. Ipotesi questa che finora era poco accreditata ma che adesso sembra prendere quota.
“Non escludiamo del tutto l’acquisizione di Mps da parte di Banco Bpm tra un anno“, affermano gli analisti di Jp Morgan, in una nota ai clienti. Sulla vicenda è intervenuto anche il Ministro alle Infrastrutture Salvini: “La sinistra era quasi riuscita a distruggere un patrimonio enorme come quello di Mps che oggi invece diventa, grazie all’azione dello Stato e a una gestione ordinata, un polo attrattivo per grandi investitori italiani. Ne sono molto orgoglioso: la strada era ed è quella giusta”. Dichiarazione non richiesta, che in qualche modo conferma la possibilità di sviluppi nel medio periodo. Con la destra che canta vittoria e batte le mani prendendosi pure i meriti.
Una cosa è certa: il Monte dei Paschi ha ormai poco a che vedere con con il proprio passato e anche con il legame storico e il radicamento nel territorio senese e grossetano. Riprova ne è il fatto che la politica senese, un tempo non solo attenta, ma permeata fino al midollo dalle questioni inerenti Mps, adesso osserva in silenzio e senza alcuna voce in capitolo ciò che avviene su altri piani e ad altre latitudini intorno alle spoglie del regno che aveva il suo castello a Rocca Salimbeni, oggi bella sede di rappresentanza e poco più.
m.l.
Da cantare vittoria e attribuirsi meriti non c’è molto. Sul punto fondamentale però Salvini ha ragione : ovvero, che la più antica banca del mondo, la quale esisteva da oltre 500 anni, è stata di fatto distrutta dalla gestione scriteriata di politici, diciamolo senza mezzi termini, inadeguati, incompetenti, inetti,
stupidi. E tutti di espressione PD. Per dirne giusto qualcuna, ormai diversi anni fa, un tal Dr. De Bustis, sconosciuto direttore di una banchetta pugliese, si ritrova a capo del quarto gruppo italiano, con il solo merito di essere uomo di fiducia di Baffino. Poi la sciagurata operazione di Banca 121, che andò come andò. E questo è solo l’ aperitivo: da lì in poi una montagna di crediti concessi a soggetti senza alcuna capacità di restituzione, ma solo perché “amici di”. E infine, chiusura col botto con l’ acquisizione di Banca Antonveneta, pagata 9 miliardi, un prezzo spropositato almeno 3 volte il suo valore reale, e altrettanti debiti da accollare. Operazione a dir poco delirante, che ha di fatto affossato definitivamente la banca e la fondazione.
Fatto sta che, come conclude l’ articolo, la banca che tutti conoscevamo non esiste più, con pesanti conseguenze per tutto il territorio, che diversamente sarebbe rimasto prospero e immune da ogni crisi.
I vertici della banca e della fondazione di quel periodo, e i loro” mandanti”, meriterebbero letteralmente la forca.
Chiaramente in senso politico, ovvero sparire dalla scena a tempo indeterminato. Invece, salvo che a Siena dove in parte l’ elettorato ha presentato il conto, il popolo bue dimentica…
Il baffino ,NON si è fatto fuori il MPS, si è fatto fuori quasi tutte le società satelliti !
Il MPS ogni anno pubblicava un libro con tutte le società partecipate o di proprietà.
La Calp, Fontanafredda ( svenduta per un piatto di lenticchie, con mediazio milionarie, da parte di appartenenti alla deputazione ), la Salt, Biver banca, le aziende agricole di Castelnuovo Berardenga e tantissime altre !
Il PD , e associati, hanno portato alla bancarotta la banca più prestigiosa d’ Italia e d’ Europa !
Ci fu un momento in cui il MPS, cercava disperatamente 1.000.000.000 ma, si permetteva di abbonare 800.000.000 alla tessera N° 1 ! VERGOGNA delle vergogne !
Il MPS per 500 anni ,ERA stata amministrata,dignitosamente, da persone di Siena che lo avevano fatto come se amministrassero le proprietà di famiglia !
Poi ,sono arrivati i burattini che amministravano la banca per ” delega ” ! Il burattinaio ,giornalmente,imperativa comandi e,i burattini eseguivano !
Non ci dimentichiamo che, c’è scappato anche un morto !
Il povero Rossi, come tutti pensano ,fu fatto volare da una finestra ! Speriamo che la verità venga fuori !
Che brutta storia !
DI fatto non essendoci più il MPS o quasi, NON CI sono più fondi da destinare a tutta la provincia !
I COMUNISTI,o ex tali, sono riusciti a fare quello che, neanche a Mussolini riuscì a fare : scippare il MPS a Siena e ai SENESI!
………….ma ancora i SENESI continuano a votare per i propri ” AGUZZINI “.
Verissimo Nicolò, ma anche gli Italiani continuano a votare per i propri aguzzini o meglio per i figli e nepoti dei loro aguzzini.La memoria è una cosa seria e se parlassero altri popoli del fu impero smembrato e spezzettato con decine di migliaia di morti dall’una e dall’altra parte , probabilmente ci renderemo conto che genere di popolo siamo.C’è qualcuno che dice popolo di eroi, navigatori e scenziati si , ma si dimentica cosa abbiamo prodotto all’Italia: rovine. miseria , lutti e distruzioni.E questo lo si deve a chi sosteneva un principio che và di moda ancor oggi e che è quello che la ricchezza interessa che debba andare solo a pochi che la producono (secondo loro) e così’ si continua imperterritamente a spargere il veleno.Ed è ,lo stesso principio-se ci pensi bene- che dicevi anche tu al riguardo di coloro che una volta si intendevano come ”poveri” e non poveri perchè non avessero un conto corrente ma poveri di gnegnero.Guarda gli Inglesi, guarda i Francesi, loro non sono così perchè si sono confrontati col mondo nella loro storia recente ma quando richiedono le cose che la loro politica non soddisfa riescono anche a cambiare.Dentro casa nostra ci sono parecchi che ”frenano” in primis coloro che culturalmente abitano al di là del Tevere, tranne-fra loro-coloro che hanno menti raffnate diversamente non avrebbero resistito per due millenni al crollo di imperi ed ancora oggi ti fanno la lezione, e guarda caso la fanno soprattutto ai più ed a quello che noi chiamiamo ”il popolino” perchè lo sanno che la democrazia è un concetto che se non si estende a quest’ultimo democrazia non si possa chiamare.Se guardassimo alla storia recente della Spagna del ‘900 per esempio verrebbe da ridere, purtuttavia il lavaggio delle menti funziona sempre, eccome se funziona ! Ma personalmente mi sono anche stancato di ripetere sempre le stesse cose…..