MAGLIOZZI, LUMI, SANTARELLI… PO’ BANDINO, QUANDO TUTTA UNA FRAZIONE SA LA FORMAZIONE A MEMORIA
Magliozzi, Lumi, Santarelli, Brunori, Vinciarelli, Amodio… È una specie di filastrocca, che a Po’ Bandino conoscono tutti. È la squadra di quest’anno e si sa, quando la gente manda la formazione a memoria, è il segnale che sarà un’annata straordinaria. Nove partite, sette vittorie e due pareggi, questo l’inizio folgorante di campionato dei biancoverdi guidati da Alex Romagnoli; primato solitario raggiunto, inseguiti soltanto dalla coriacea Tiberis, il resto della compagnia è già lontanissimo anni luce. Oggi però, nella frazione umbra arrivano proprio gli Umbertidesi: la corazzata costruita per vincere, la squadra che in estate godeva dei favori del pronostico. Si prospetta una domenica di fuoco, c’è in palio una buona fetta di Campionato. La partita rispetta le attese, e soprattutto i grandi bomber, gli uomini degli appuntamenti speciali non tradiscono. Il “Poba” passa quasi subito in vantaggio con Biscaro Parrini, ma gli ospiti gelano i tifosi locali pareggiando con Arcelli quasi immediatamente. È lo stesso Arcelli nella ripresa che con altre due marcature magistrali fissa il risultato sul 1-3 in favore della Tiberis. Aggancio in vetta effettuato; sarà corsa a due per tutto il girone di ritorno. Alla fine ha vinto la squadra che al momento è più matura, più esperta. Gli ospiti non hanno impressionato, però non si sono scomposti di fronte alle difficoltà e sono apparsi per adesso più solidi dei rivali per il titolo. Hanno badato al sodo, con grande praticità, si sono coperti lasciando il peso delle ripartenze tutto sulle spalle di un fantastico Stucchi, numero 10 dal mancino estremamente educato, e di bomber Arcelli. Ed hanno avuto ragione del “Poba”. Ma questa è solo l’andata della Seconda Categoria, è il primo round, la strada è lunga. Anche perché la squadra del Presidente Anselmi ha caratteristiche davvero particolari: è una rosa costruita dalla triade Mugnari, Lasagna, Zampolini, con grande intelligenza e senso di rivalsa. I nostri sono stati capaci di mettere insieme l’anima storica dei veterani biancoverdi (Magliozzi, Frollano, Amodio) insieme ad alcuni notevoli innesti: pezzi pregiati provenienti dalle spoglie dell’estinto Vitellino (Vinciarelli, Biscaro Parrini) e ragazzi provenienti da categorie superiori coinvolti per amicizia nell’avventura oppure attratti da un grandissimo spirito di gruppo (Santarelli entrambi, Brunori), che hanno aggiunto molta qualità, ma soprattutto mentalità di livello superiore, voglia di primeggiare. Lo spogliatoio è sano, nonostante la batosta dello scontro diretto, il Po’ Bandino ha entusiasmo e tantissime soluzioni offensive, non è una squadra destinata a mollare. Anzi. La compagine biancoverde è sembrata addirittura avere ampi margini di miglioramento: è vero che è arrivata la prima sconfitta stagionale, tuttavia la partita contro la forte Tiberis, ha convinto secondo me, definitivamente il gruppo di potersela giocare fino in fondo, di avere le armi tattiche e tecniche per potersi lottare la vittoria del campionato. Dopo il match nessuno ha mancato l’appuntamento al mitico Moonlight, non è solo fame o sete (tanta sete), è soprattutto un importante segnale di compattezza interna. Sarà difficile, ma i presupposti per sognare in grande ci sono. La Società dirige i lavori con serietà ed organizzazione, dettaglio da non trascurare in un testa a testa che si preannuncia estremamente serrato. Certo, il compito dello staff tecnico sarà quello di centellinare fisicamente il minutaggio di Biscaro Parrini, terminale offensivo devastante ma oggettivamente non più un ragazzino. Ci vorrà proprio questo equilibrio di gestione e senz’altro l’aiuto di tutti i ragazzi della rosa che in ogni caso è apparsa abbastanza lunga e discretamente rifornita anche nei subentrati a partita in corso. La Tiberis è una squadra molto solida, ma la spensieratezza degli uomini di Romagnoli che non partono con i favori del pronostico, potrebbe alla lunga anche rivelarsi un vantaggio. Lo sanno anche i muri, i cavalli buoni si vedono all’arrivo.
Francesco Ferretti