LE PANCHINE MONOPOSTO: SE I COMUNI METTONO IN SCENA L’ELOGIO DELLA SOLITUDINE
SARTEANO – A cosa servono le panchine nei archi, lungo le strade, nelle piazze? A far riposare la gente, a copnsentire un momento di relax dopo o durante una passeggiata, a fare quattro in compagnia. In qualche caso anche per dormire, se non si ha un letto e un tetto per farlo più comodamente. Quasi ovunque le panchine sono fatte in modo che ci si possano sedere due o anche tre persone. Quasi ovunque. Perché a Sarteano per esempio, da qualche anno, esistono anche le panchine monoposto, come le auto da corsa. Panchine solitarie, dove ci si può sedere solo da soli. Non in due o in tre. Anche le persone sole possono aver bisogno di un momento di relax, senza per questo dover dividere la seduta con conoscenti o sconosciuti. Ma la “panchina pubblica monoposto” – che non abbiamo visto da nessuna altra parte – fa un po’ tristezza, diciamolo. Ci sembra un’elogio della solitudine. Della incomunicabilità. Un elogio della deriva “solitaristica” della società. Ovvio che sulla panchina monoposto non ci si può sdraiare, qundi non ci si può dormire. Si può stare solo seduti a contemplare il mondo, la gente che passa, a spippolare sul cellulare o magari, per chi ancora ha questa abitudine, a sfogliare un giornale. Ma non si possono fare due chiacchiere con nessuno. Quelle panchine a seduta singola sembrano anche un incitamento al silenzio. Allo starsene per i cazzi propri invece di socializzare. Probabilmente non era questo l’intento di chi le ha pensate e piazzate e che cosa abbia consigliato questa scelta (di qualche anno fa a dire il vero) al Comune di Sarteano non lo sappiamo. Dobbiamo dire che non ci abbiamo mai visto nessuno seduto. Nelle panchine a più posti invece sì. E meno male. E’ vero che i nostri paesi sono sempre di più “paesi per vecchi” e che di panchine ce ne vorrebbero anche di più di quelle che ci sono, che andrebbero tenute bene, a posto, senza lasciarle andare in malora. Però le panchine monoposto no… quelle, a nostro modestissimo parere, era meglio evitarle. Non si addicono al paesaggio e alla cultura toscana e neanche a quella di altre regioni.
M.L.