REGIONALI UMBRIA: RE PALMIRO TORNA IN CAMPO. GIOVAGNOLA CANDIDATO CON ALLEANZA VERDI-SINISTRA

REGIONALI UMBRIA: RE PALMIRO TORNA IN CAMPO. GIOVAGNOLA CANDIDATO CON ALLEANZA VERDI-SINISTRA
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CITTA’ DELLA PIEVE – La notizia è clamorosa. O comunque di quelle destinate a far discutere. Dopo anni in cui ha fatto tutt’altro, si è occupato di banche e di finanza e poco o niente di politica, Re Palmiro torna in campo. Tra i candidati al consiglio regionale dell’Umbria, alle elezioni del 17-18 novembre prossimi, ci sarà infatti anche Palmiro Giovagnola. Non con il Pd da cui si è sempre mantenuto a distanza di sicurezza. Ma neanche contro. Farà parte della lista dell’Alleanza Verdi-Sinistra, come indipendente, nella coalizione che sosterrà Stefania Proietti come candidata presidente. Indipendente perché non è che Giovagnola sia del tutto allineato con Sinistra Italiana e men che meno con i Verdi. Ma viene dal Pci, poi dal Pds-Ds e su una questione dirimente come quella della guerra e dell’invio di armi all’Ucraina e a Israele Avs è certamente la forza politica più affine alle sue posizioni. Ma questo è solo un aspetto.

La candidatura di Giovagnola è stata sostenuta praticamente all’unanimità dall’assemblea della lista Avs dell’area del Trasimeno più Corciano e sarà proposta in ticket con la giovane segretaria Irene Ponti, corcianese, appunto. Alle regionali umbre si possno esprimere due preferenze, purchè siano un uomo e una donna. Non c’è voto disgiunto come in Toscana. Giovagnola è senza dubbio un nome “pesante”. Ha fatto il sindaco a Città della Pieve per 9 anni, il presidente della Asl, il vice presidente della Provincia di Perugia, il presidente di Banca Centro, che da piccola banca cooperativa di Moiano è diventata prima Bcc Trasimeno-Orvietano, poi Crediumbria, infine Banca Centro e Re Palmiro di questa evoluzione è stato artefice e protagonista primario. Con il Pd non ha mai avuto, come dicevamo, un grande feeling. Ma in qualche modo la decisione di candidarsi alle regionali in una lista di coalizione di fatto si può leggere come un riavvicinamento.

Per Avs è anche una candidatura “trasversale” in grado di rastrelllare voti in ambienti diversi da quelli canonici dell’alleanza verdi-sinistra e sia nell’area del Trasimeno-Corciano che altrove: nell’orvietano, per esempio, o in Val Nestore. Ma non solo. I trascorsi alla Asl, in Provincia e al vertice della Banca fanno di Giovagnola una figura conosciuta in tutta l’Umbria con rapporti consolidati sia negli ambienti politici che in quelli economici e sanitari.

E anche a livello prettamente politico non ha solo il pedigree del passato nel Pci e nel Pds-Ds, ma negli anni si è conosciuto un Giovagnola pragmatico e spesso “battitore libero” per nulla inviso all’ala più moderata e cattolica del centro sinistra e anche a certi ambienti della destra, ovviamente non quella fascistoide e sovranista.

Insomma un bel colpo quello messo a segno da Avs che, con un nome come quello dell’ex re Palmiro pievese, si affranca anche da un’immagine di  forza politica dai confini molto stretti. Certo trovarsi un Giovagnola sulla scheda elettorale, può creare qualche problemino ad altri candidati della coalizione di centro sinistra, soprattutto agli altri della zona del Trasimeno-Valnestore, prima fra tutti Simona Meloni, capogrupo uscente del Pd in regione e ricandidata dal suo partito anche per la prossima tornata.

Ma l’importante è portare più voti possibile a sostegno di Stefania Proietti. Chi verrà eletto o meno è un problema secondario. Sia Simona Meloni che Palmiro Giovagnola che tutti gli altri candidati del territorio, se ce ne saranno altri, e non è escluso, hanno adesso un mese e poco più per portare nell’agenda elettorale i temi caldi del territorio: la salute del lago Trasimeno messa a dura prova dalla siccità; la situazioine deficitaria della sanità pubblica territoriale sempre più bistrattata e “taglieggiata”; la questione della stazione in linea per l’alta velocità (che Donatella Tesei e Salvini vogliono fare a Creti-Farneta, e che per Perugia e l’Umbria sarebbe una bufala costosa e inutile), la questione delle infrastrutture e della viabilità, con riferimento anche ad un collegamento più rapido tra Perugia e il nodo stradale e ferroviario di Chiusi, la valorizzazione delle stazioni esistenti da Arezzo a Orte, passando per Chiusi e Orvieto, una delle quali umbra. Poi c’è il tema dei rapporti con la Toscana. E il tema dei temi, la patata bollente della guerra che per l’Umbria, terra di pace per antonomasia e per tradizione (si pensi ad Aldo Capitini, alla Marcia Perugia-Assisi, alla Tavola per la pace, agli incontri tra le varie religioni…) non può essere secondario. I giocatori cominciano a scendere in campo, ma siamo ancora alla fase di riscaldamento. La partita vera comincerà tra qualche giorno e durerà un mese. Il 18 novembre si vedrà come è andata.

m.l.

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