SLIDING DOORS E SVOLTE A DESTRA: DOPO PD E ITALIA VIVA ADESSO PAMELA FATIGHENTI HA ORIZZONTI LIBERALI…

mercoledì 23rd, ottobre 2024 / 19:18
SLIDING DOORS E SVOLTE A DESTRA: DOPO PD E ITALIA VIVA ADESSO PAMELA FATIGHENTI HA ORIZZONTI LIBERALI…
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CHIUSI – Quando si dice la politica liquida. Quella dai confini labili e dalle porte girevoli. Quella che si entra da una parte e ci si ritrova dall’altra con la naturalezza con cui si bene un bicchiere d’acqua. Qualche giorno fa, a proiposito delle elezioni regionali umbre e delle candidature citavamo il caso di Andrea Fora che nel 2019 fu ad un passo dall’essere il candidato presidente del centro sinistra e adesso invece corre per Forza Italia, a sostegno della governatrice uscente Donatella Tesei, del centro destra. Ma non è l’unico caso. Di casi del genere sono piene le cronache.

Essendo primapagina un giornale on line di taglio locale (come lo era il giornale cartaceo) ci viene da segnalarne uno che ha a che fare con Chiusi, con la Valdichiana, con la Provincia di Siena, dove per ora non si vota. Amici e lettori, vi ricordate di Pamela Fatighenti? A Chiusi è stata segretaria comunale del Partito Democratico, consigliera comunale e capogruppo. Erano gli anni di Renzi e del renzismo. La giovane Pamela presentò Veltroni al Clev Village, e insieme a Chiara Lanari, poi vicesindaco e ora nello staff dell’assessorato alla cultura della Regione Toscana, presentò pure una edizione del Lars Rock Fest, in stile velina, quando la kermesse del GEC si teneva ancora in piazza XXVI Giugno. L’importante era conquistare una quarto d’ora di visibilità. La politica in quegli anni, neanche troppo lontani, era fatta di camicie bianche con le maniche arrotolate e giovani marmotte che diventavano assessori e facevano le loro “Leopolde”  e invece dell’Internazionale cantavano “la macchina del capo ha un buco nella gomma…”, imparata ai campeggi dei preti, altre non ne sapevano.

Ebbene la giovane leonessa Pamela Fatighenti, quando Renzi lasciò il Pd per fondare Italia Viva diventò la coordinatrice provinciale del nuovo partito del reuccio di Rignano, sperando forse di percorrere le orme di Stefano Scaramelli, versione quote rosa. Ma mentre Scaramelli è riuscito a farsi eleggere in Regione anche con Italia Viva e a ritagliarsi uno spazio e una sua visibilità di Pamela Fatighenti si son perse le tracce quasi subito e nessuno a Chiusi o dintorni sarebbe in grado di dire che cosa abbia fatto o detto o scritto in questi anni. Perché in effetti non ha fatto, detto o scritto quasi niente. Politicamente parlando, ovviamente. 

Fino a poche settimane fa, quando prima ha sparato a zero su Renzi padre padrone del partito, poi ha annunciato l’adesione alla fronda scissionista e in seguito alle alluvioni in Emilia Romagna e in Toscana ha preso posizione pubblica sui social a nome di “Orizzonti Liberali”, che sarebbe appunto il partito dei fuoriusciti da Italia Viva, capeggiati da Luigi Marattin.

Scissione avvenuta di recente, precisamente il 9 settembre scorso, quando Marattin, insieme a un centinaio di dirigenti locali, lascia Italia Viva, non condividendo la scelta del partito (e di Renzi) di voler far parte della coalizione di centro-sinistra con il PD, il M5S e l’Alleanza Verdi-Sinistra. Diaspora a destra dunque. Con l’intento di fondare una forza liberaldemocratica e riformista. Ma più spostata verso i tecnocrati alla Draghi che verso il Pd… Come se il Pd fosse un covo di pericolosi e incalliti bolscevichi.

E così anche l’ex segretaria de Pd chiusino ce la ritroviamo “spostata a destra”, fuori dal cosiddetto campo largo. Magari nessuno se ne accorgerà, però una riflessione su queste trasmigrazioni dei vari dirigenti il Pd, secondo noi la dovrebbe fare. Come li sceglie i dirigenti il Pd, in base al look, all’avvenenza, al colore dei capelli, all’eleganza delle scarpe? Perché i criteri non sono molto chiari.

Il 26 ottobre prossimo si terrà l’Assemblea Nazionale del neonato partito di Marattin, a Roma, Hotel Royal Santina in via Marsala. Probabilmente un incarichino toccherà anche all’ex segretaria del Pd di Chiusi. Scommettiamo?

Quando si parla di ideali e orientamenti liberaldemocratici a noi viene da pensare a Piero Gobetti a Carlo Rosselli (entrambi fatti eliminare dal regime fascista), al presidente americano Roosevelt, a Ernesto Rosssi e più tardi a Marco Pannella. Adesso i riferimenti sono Marattin e Andrea Marcucci. Anche lui ha fatto il capogruppo di qualcosa nel Pd…Ce ne corre. Anche se i transfughi di Italia Viva, Pamela Fatighenti compresa, mai hanno sperato in vita loro nel Sol dell’Avvenir, neanche quando erano nel Pd. Non ne avranno neanche mai sentito parlare. Il sole nei loro pensieri poteva essere al massimo quello di una spiaggia alle Maldive. Che già la California poteva sembrare troppo trasgressiva e sinistrorsa. Diciamo pure sconveniente.

Ma del resto le sliding doors della politica di adesso somigliano a quelle dei supermercati e degli aeroporti. Sono aperture da cui si entra o si esce con facilità estrema senza che nessuno dica “eh no, così non vale”.  E tutti vissero felici e contenti nel proprio partitino dello zero virgola, dove però siccome si è in pochi sono tutti comandanti. Chiaro che non c’è scritto da nessuna parte che in un partito uno debba starci tutta la vita. O che non non possa cambiare se lì dentro  non ci sta più bene. O la linea non è condivisa. Questo poi è un mondo veloce. Le cose possono cambiare rapidamente, anche in politica.

E se di partiti ne cambi tre  quattro in 5 anni che vuoi che sia? Non ci sono più i partiti di una volta, ora sono volatili e liquidi anche quelli. Ci si sta finché fa comodo, poi adieu. Come nel calcio, non ci sono più nemmeno le bandiere…

Ma non è una novità di questi tempi di plastica. Guccini giò lo diceva 50 anni fa:

… le fedi fatte di abitudine e pauraUna politica che è solo far carrieraIl perbenismo interessato, la dignità fatta di vuotoL’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto… 

Era il 1973. Era già morto anche dio.

m.l.

Nella foto: Pamela Fatighenti ai tempi di Italia Viva (da Gazzetta di Siena)

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