4 TTOBRE: 60 ANNI FA L’INAUGURAZIONE DELL’AUTOSTRADA DEL SOLE. CHIUSI-ORVIETO L’ULTIMO TASSELLO

venerdì 04th, ottobre 2024 / 13:27
4 TTOBRE: 60 ANNI FA L’INAUGURAZIONE DELL’AUTOSTRADA DEL SOLE. CHIUSI-ORVIETO L’ULTIMO TASSELLO
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CHIUSI – Oggi è il 4 ottobre 2024. Sessant’anni fa, il 4 ottobre era festa. La festa del patrono d’Italia, san Francesco. Primo giorno di vacanza dopo l’inizio della scuola, che all’epoca cominciava il 1 ottobre e non a settembre. L’estate finiva più nature, per dirla con Guccini. Ma soprattutto durava di più.

Il 4 ottobre del 1964 però fu una festa doppia, un giorno speciale.Da quel giorn infatti si poteva andare da Milano a Napoli in auto, su un’unica strada, parga, dritta, a 4 corsie dove le macchine andavano solo in un senso, o meglio andavano in tutti e due i sensi, ma su carrreggiatediverse, separate da un’aiola. Non si potevano fare scontri frontali… Mica poco. Una striscia di asfalto lunga quasi 800 km che collegava tutta l’Italia. Beh, tutta tutta no, mezza diciamo, perché da Napoli in giù, anche se non sembra ce n’è altrettanta.  Proprio il 4 ottbre del 1964, esattamente 60 anni fa, fu inaugurata l’Autostrada del Sole. I lavori erano cominciati nel 1956. Da nord verso sud e da sud verso nord. Alla fine era rimasto solo un tratto, proprio nel mezzo, una quarantina di km: il tratto Chiusi-Orvieto. Fu proprio quello l’ultimo tassello dell’Autostrada del Sole. Quel giorno Chiusi, cittadina dal passato glorioso, ma dal futuro già incerto, entrò di nuovo nella storia e anche nei notiziari della “Settimana Incom” e del “Giornale Radio”. Prima della realizzazione dell’Autostrada del Sole, per andare che so a Bologna, a Parma o a Rimini si doveva passare per i valichi dell’Appennino: la Futa, i Mandrioli, la Cisa… Per andare a Milano si doveva percorrere la Via Emilia, che già allora sembrava vicina al West… Per andare a Roma si percorereva la Cassia prendendola a Celle sul Rigo, oppure la SS 71 per Città della Pieve, Ficulle, Orvieto, fino a Montefiascone, poi da lì la Cassia o la Sabina…  Erano viaggi interminabili, soprattutto per i camionisti. C’erano lungo il percorso bar e ristorantini diventati famosi perché tutti si fermavano lì. Al passo della Futa c’era un bar che aveva una foto in bianco e nero autgrafata attaccata alla parete. Nella foto era ritratto Fausto Coppi con la maglia dela Bianchi tutta sudata e la faccia sporca e stravolta, appoggiato al bancone davanti ad un boccale di birra…  L’Italia dell’autostrada del sole era l’Italia de Il Sorpasso, de la Voglia matta, l’Italia che scopriva l’autostrada e con l’autostrada s accorciò di colpo. La domenica, qui da noi, la gente andava al ponte sulla strada per Cetona a veder passare le macchine sotto, sull’autostrada, appunto. Anche quello era all’epoca uno spettacolo. L’Italia che si metteva in viaggio con le 600 comprate a rate e le Millecento bicolore. Poco dopo aprì anche l’autogrill Pavesi. Il primo supermercato moderno… (da Gazzosa rivoluzione e rock& roll, 2012).

Cose mai viste. Ora l’autogrill non c’è più, è stato smantellato. L’autostrada c’è ancora. Ha 60 anni. In molti tratti non è più a due corsie, ma a tre o a quattro. Ponti e viadotti hanno già raggiunto l’età in cui è necessaria qualche verifica, perché il cemento armato non è eterno e dopo 50 anni comincia  a dare segni di invecchiamento. Oggi l’auostrada è una cosa normale, nessuno ci fa più caso: nel ’64 fu una novità assoluta, una rivoluzione per la mobilità di un Paese che “si sviluppa per lungo”. E Autostrada significò anche lavoro, cantieri, soldi che circolavano, imprese che che si ingrandivano e si strutturavano, gente che poi ha messo su famiglia ed è rimasta in questo territorio… 

Ad inaugurare quell’ultimo tratto di autostrada il 4 ottobre del ’64 venne il Ministro Bucciarelli Ducci, uno dei “cavalli di razza” democristiani, un fedelissimo di Fanfani. Si era all’alba della stagione del primo centro sinistra con il Pci all’opposizione, ma i socialisti di Nenni, De Martino, Lombardi, Giugni, Brodolini e Giolitti nella stanza dei bottoni…

L’Italia si modernizzava, metteva il turbo e si avviava a diventare una delle potenze economiche europee. Erano anni pieni di speranze e anche anomali. Basti pensare che tra il ’56 e il ’70 il campionato di calcio lo vinsero anche la Fiorentina (2 volte), il Bologna e il Cagliari… Erano gli anni in cui passava il mito di Coppi e Bartali e si affermavano stelle come Anquetil, Gimondi, Merckx, ma anche campioni “proletari” come Balmamion che prima di fare il corridore lavorava in una fabbrichetta dell’indotto della Fiat. Nasceva la pop art e imperversavano i Beatles e i Rolling Stones. Ma non parliamo di preistoria, perché gli Stones sono ancora sulla breccia…

m.l.

 

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