PROVINCIA DI SIENA, IL PD VERSO LA CANDIDATURA UNITARIA DI AGNESE CARLETTI. LE DUE COSE CHE LA GIOVANE SINDACA DOVEVA DIRE E NON HA MAI DETTO
SIENA – Domani la direzione provinciale del Pd dovrebbe sciogliere gli ultimi nodi e decidere chi sarà il candidato/la candidata per la presidenza della Provincia da eleggere con voto ponderato da parte dei sindaci e consiglieri comunali dei 35 comuni. Voto che ci sarà il 29 settembre. I nomi sul tavolo sono 3: Agnese Carletti, sindaco di San Casciano Bagni che ha strappato la nomination unitaria e corale di tutti i sindaci della Valdichiana, dopo il passo indietro di Giacomo Grazi (Torrita di Siena), poi Andrea Marrucci, sindaco di San Gimignano proposto dall’area della Valdelsa, infine Michele Pescini, sindaco di Gaiole in Chianti, sostenuto da quelli dell’area del Chianti, appunto, e delle Crete.
Le voci di corridoio dicono che alla fine dovrebbe essere proprio la giovane prima cittadina di San Casciano Bagni a spuntarla. Il partito non vuole arrivare ad una resa dei conti e ad una spaccatura, meglio una candidatura unitara e condivisa. Fra le tre in campo Agnese Carletti sembra avere qualche chances in più, se non altro perché la Valdichiana non ha mai avuto la presidenza della Provincia e adesso la rivendica come una sorta di diritto, per una logica di pari opportunità e pari dignità tra i territori. La candidatura Carletti sarebbe anche un attestato di sostegno alle areee più marginali e periferiche. San Casciano dei Bagni si è trovata al centro del mondo per il ritrovamento dei bronzi del Bagno Grande, ma è l’ultimo paese della provincia, giù in fondo, al confine con l’Umbria e anche con il Lazio. Dalla piazza-terrazza di Sa Casciano il primo paese che si vede è Trevinano che è già nel viterbese…
Per decenni Siena se l’è praticamente dimenticata. Ma adesso è in auge, come è in ascesa la stellina Carletti che ha già ricoperto il ruolo di presidente dell’unione dei Comuni della Valdichiana.
Dei tre nomi in lizza è anche l’unico femminile. E anche questo potrebbe essere un segnale, sarebbe la prima donna presidente della Provincia di Siena, anche se ormai la Provincia è un ente di secondo grado, e il presidente non viene eletto dal popolo come i sindaci e i presidenti di regione, ma solo dai “grandi elettori” che compongono le assemblee elettive dei comuni.
La Valdichiana dopo qualche tentennamento e il tentativo del torritese Grazi, adesso sembra compatta a supporto di Agnese Carletti. Il problema per il segretario Andrea Valenti sarà evitare fronde e arrivare ad una sintesi che non lasci morti e feriti sul terreno, quindi convincere gli altri…
Il centro destra la partita l’ha messa persa in partenza, perché i numeri dei consiglieri comunali aventi diritto al voto dicono che la maggioranza di centro sinistra non solo è scontata, ma anche piuttosto larga. Sulla carta non dovrebbe esserci partita. Ma se ci fossero defezioni, assenze al voto più o meno organizzate degli scontenti, allora potrebbe anche riaprirsi. Quanto alla candidatura il centro destra sembra voler puntare su Alessio Serragli sindaco di Monticiano. Vedremo, la scadenza per presentare le liste è l’8 settembre.
Da queste colonne facciamo gli auguri ad Agnese Carletti. Ma proprio perché presentata come una candidatura di attenzione verso le aree interne e marginali, che vanno aiutate e sostenute e non marginalizzate sempre di più, una cosa non possiamo non rilevarla.
Secondo noi, la giovane Agnese Carletti, da sindaco e da presidente dei sindaci della Valdichiana due cose avrebbe dovuto dire – con forza – nell’ultimo anno e mezzo: 1) no alla stazione in linea per l’alta velocità a Creti, lontanissima da San Casciano e dalle aree più marginali della provincia e Sì al rilancio e all’utilizzo della stazione di Chiusi-Chianciano Terme, più vicina, già attrezzata e adeguata alla bisogna. Ciò proprio nell’interesse del sud della provincia spesso bistrattato e dimenticato; 2) in attesa della realizzazione del museo di San Casciano i Bronzi del Bagno Grande, dopo Roma, Napoli e adesso Reggio Calabria, vengano esposti temporaneamente anche al Museo Nazionale di Chiusi “competente per territorio” e a quello civico di Chianciano, dedicato alle “acque”, quindi attinente al Santuario ritrovato. Questo per una questione di rispetto della storia e delle strutture del territorio, che ne trarrebbero vantaggio facendo da traino al futuro contenitore sancascianese.
Bene, non le ha dette, nessuna delle due. Sulla prima questione ha balbettato come tutti i suoi colleghi, sulla seconda non ha proferito parola, neanche dopo qualche sollecitazione in tal senso, accodandosi alle peregrinazioni proposte dal ministro di destra Sangiuliano. Secondo noi sono due errori strategici e politici non banali che avrebbe potuto tranquillamente evitare. Quelle due cosette citate potrebbe dirle adesso. A maggior ragione, per rafforzare la candidatura alla presidenza della Provincia. D’altra parte entrambe sono in linea e non in contraddizione con la candidatura della Valdichiana senese a Capitale italiana della cultura per il 2026, non andata a buon fine, ma utile ugualmente come base di partenza per progettare il futuro.
m.l.
Le questioni nodali sono quelle che hai elencato…..Purtroppo silenzio.