CHIUSI SCALO, IL COMUNE PROGETTA IL RECUPERO DELL’AREA EX FORNACE: DIVENTERA’ UN CAMPUS SCOLASTICO?

domenica 08th, settembre 2024 / 11:33
CHIUSI SCALO, IL COMUNE PROGETTA IL RECUPERO DELL’AREA EX FORNACE: DIVENTERA’ UN CAMPUS SCOLASTICO?
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CHIUSI – “Fusse ca fusse la volta bbona” diceva il barista di Ceccano interpretato da Nino Manfredi in una tv ancora in bianco e nero e alle prime mosse (Canzonissima 1959)…  E chissà che non sia la volta buona che a Chiusi si riesce a mettere mano all’area della ex Fornace di via Oslavia.
“E’ stata deliberata in questa settimana la proposta di Giunta con la quale l’amministrazione comunale ha deciso di affidare l’incarico tecnico per uno studio urbanistico sull’area della Fornace a Chiusi Scalo, un piano strategico per il recupero dell’intero complesso immobiliare e dell’intera area, attualmente in avanzato stato di degrado, situata in una delle zone di accesso più importanti per il centro abitato strategica per la riqualificazione di Chiusi Scalo e di impatto per l’immagine dell’intera Città di Chiusi. E’ arrivato il momento di trovare soluzioni adeguate e dare risposte concrete che prevedano anche un intervento pubblico su un’area che aspetta risposte da ormai troppi anni”, fa sapere il Sindaco Gianluca Sonnini, che così prosegue:  “Sulla ex Fornace tante opportunità sono state perse nel tempo. Dopo la variante al piano regolatore proposta dalla società proprietaria dell’area nel 2020 nulla è stato fatto e come amministrazione è giusto che facciamo la nostra parte. Anche se non mi sfugge l’onerosità dell’intervento cosa che non potrebbe essere gestita solo dal Comune di Chiusi”. 
In effetti di tempo ne è passato anche troppo. E nulla è stato fatto. Da salvare e recuperare ormai c’è rimasta solo l’area e i volumi.  Del vecchio opificio dei mattoni, con forno Hoffman degli anni ’20, è rimasto in piedi ben poco, praticamente solo la ciminiera. Degli annessi e connessi, anche più recenti idem. Forse solo una parte della ciminiera, appunto e qualche “dettaglio” del vecchio forno potrà essere recuperato come testimonianza di archeologia industriale. Per il resto nulla è salvabile. Degrado, vegetazione spontanea e “ingiurie del tempo” la vecchia fornace se la sono mangiata pezzo a pezzo. Nel 2017 nell’area furono fatte anche alcune battute di caccia controllata ai cinghiali che ne avevano preso possesso. Ne furono abbattuti una cinquantina. Il che vuol dire che ce n’erano almeno 200.
Ma anche se tardivo un intervento di recupero è necessario e non più rinviabile.  C’è da augurarsi che la nuova iniziativa del Comune porti a qualche risultato. Ma cosa ha in mente il Comune per l’area della ex fornace di via Oslavia?
“L’intervento pubblico/privato che abbiamo in mente – dice Sonnini – cambierebbe il volto della nostra città. Come già avevamo detto nel 2023 la realizzazione di un campus scolastico all’avanguardia per il rilancio dell’offerta formativa dell’Istituto Valdichiana, già punto di riferimento per il territorio e che potrebbe, grazie alla vicinanza con la stazione ferroviaria, diventare polo scolastico attrattivo per gli studenti fuori sede provenienti dalla vicina Umbria da tutta la Valdichiana e non solo. Affermando ancora di più il proprio ruolo formativo nella formazione tecnico-professionale degli studenti. Un campus che guarda all’ambiente con edifici ecosostenibili a zero impatto, con spazi polivalenti riservati non solo ad attività scolastiche come ad esempio biblioteca, auditorium, sala per la musica, un centro di documentazione sulla storia dello Scalo e della stazione. Vi troverebbero spazio anche campi da gioco, aree verdi, piste pedonali e ciclabili collegate a piazza XXVI Giugno e al parco della Rimembranza fino al vicino percorso della Bonifica.Il progetto che dovrà contenere idee per riqualificare l’intera area, potrà prevedere anche una edificazione commerciale che possa soddisfare la proprietà, riorganizzando il sistema della viabilità e dell’accessibilità che della sosta a lungo termine, utilizzata per chi viaggia in treno, sia per la fruizione pubblica e anche a servizio del Centro Commerciale Naturale”.  Insomma in sostanza un progetto che prevede e prefigura un utilizzo soprattutto pubblico del comparto. E questo ci trova d’accordo. Perché se nessuna soluzione è stata trovata fino ad ora (se ne parla da una quarantina d’anni) è perché si è confidato troppo nell’iniziativa privata, che è mancata, e perché tali e tanti erano i vincoli e le prescrizioni da renderla impraticabile. In questa vicenda nessuno è senza peccato. Il primo che provò a ipotizzare qualcosa fu l’assessore Talozzi alla fine degli anni ’80… Poi ci provò il sindaco Ceccobao, ma mise troppi paletti;  Scaramelli avanzò addirittura l’ipotesi esproprio; Bettollini fece fare dei lavori a monte, considerati inspensabili e propedeutici a qualunque intervento edilizio nell’area… Ma pubblico e privato insieme una via d’uscita non l’hanno trovata.
Unica soluzione, come tante volte abbiamo scritto su queste colonne un intervento pubblico come è stato fatto in altre località su aree e fornaci simili a quella di Chiusi (qualche anno fa portammo l’esempio della fornace di Maiolati Spontini, nelle Marche, trasformata in grande biblioteca, con annesse strutture per usi culturali e sociali).
Il sindaco Sonnini che ha ancora due anni di mandato sembra intenzionato a prendere il toro per le corna e ad affrontare finalmente la questione, coinvolgendo naturalmente anche Provincia, Regione e Ministero.  “Nei prossimi giorni l’Ufficio urbanistica incaricherà il professionista che si occuperà dell’intera progettazione. Dobbiamo fare il possibile, come amministrazione, per cercare di trovare una soluzione definitiva per l’area della Fornace. Questo studio è il primo passo da compiere per provare a risolvere una situazione ormai non più sopportabile per l’intera comunità” , dice in conclusione Sonnini il quale sottolinea come “questa possibilità consentirebbe all’attuale edificio dell’ISS Valdichiana di trovare nuova vita con destinazione a struttura ricettiva che rappresenterebbe una grande opportunità anche per lo sviluppo turistico ed economico del centro storico”. Insomma scuole superiori rinnovate e potenziate a Chiusi Scalo nell’area della ex fornace e edifici scolastici del centro storico da adibire a struttura ricettiva… Anche questo sarebbe un cambiamento epocale, che risponderebbe anche ad una logica di “funzionalità”, di accessibilità (si pensi alla stazione ferroviaria, alle autolinee…). Qualcuno già mugugna temendo lo svuotamento ulteriore del centro storico che ha nelle scuole uno dei pochissimi “attrattori”, ma anche le scuole superiori chiusine così come sono adesso, appaiono in sofferenza, da anni. Dallo spostamento in area più moderna tipo “campus” potrebbero trarne vantaggio sia in termini di qualità della proposta formativa sia in termini di numero di studenti. Certo anche il centro storico dovrebbe cambiare marcia e pelle e diventare una cosa diversa. Cioè un attrattore e motore culturale e turistico. Alcuni paesi dei dintorni ci son riusciti (Montepulciano, Città della Pieve, San Quirico d’Orcia… ), Chiusi è in ritardo, ma non ha nulla di meno degli altri per provarci.
M.L.
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