CHIUSI SCALO, IL COMUNE PROGETTA IL RECUPERO DELL’AREA EX FORNACE: DIVENTERA’ UN CAMPUS SCOLASTICO?
CHIUSI – “Fusse ca fusse la volta bbona” diceva il barista di Ceccano interpretato da Nino Manfredi in una tv ancora in bianco e nero e alle prime mosse (Canzonissima 1959)… E chissà che non sia la volta buona che a Chiusi si riesce a mettere mano all’area della ex Fornace di via Oslavia.
“E’ stata deliberata in questa settimana la proposta di Giunta con la quale l’amministrazione comunale ha deciso di affidare l’incarico tecnico per uno studio urbanistico sull’area della Fornace a Chiusi Scalo, un piano strategico per il recupero dell’intero complesso immobiliare e dell’intera area, attualmente in avanzato stato di degrado, situata in una delle zone di accesso più importanti per il centro abitato strategica per la riqualificazione di Chiusi Scalo e di impatto per l’immagine dell’intera Città di Chiusi. E’ arrivato il momento di trovare soluzioni adeguate e dare risposte concrete che prevedano anche un intervento pubblico su un’area che aspetta risposte da ormai troppi anni”, fa sapere il Sindaco Gianluca Sonnini, che così prosegue: “Sulla ex Fornace tante opportunità sono state perse nel tempo. Dopo la variante al piano regolatore proposta dalla società proprietaria dell’area nel 2020 nulla è stato fatto e come amministrazione è giusto che facciamo la nostra parte. Anche se non mi sfugge l’onerosità dell’intervento cosa che non potrebbe essere gestita solo dal Comune di Chiusi”.
In effetti di tempo ne è passato anche troppo. E nulla è stato fatto. Da salvare e recuperare ormai c’è rimasta solo l’area e i volumi. Del vecchio opificio dei mattoni, con forno Hoffman degli anni ’20, è rimasto in piedi ben poco, praticamente solo la ciminiera. Degli annessi e connessi, anche più recenti idem. Forse solo una parte della ciminiera, appunto e qualche “dettaglio” del vecchio forno potrà essere recuperato come testimonianza di archeologia industriale. Per il resto nulla è salvabile. Degrado, vegetazione spontanea e “ingiurie del tempo” la vecchia fornace se la sono mangiata pezzo a pezzo. Nel 2017 nell’area furono fatte anche alcune battute di caccia controllata ai cinghiali che ne avevano preso possesso. Ne furono abbattuti una cinquantina. Il che vuol dire che ce n’erano almeno 200.
Ma anche se tardivo un intervento di recupero è necessario e non più rinviabile. C’è da augurarsi che la nuova iniziativa del Comune porti a qualche risultato. Ma cosa ha in mente il Comune per l’area della ex fornace di via Oslavia?
“L’intervento pubblico/privato che abbiamo in mente – dice Sonnini – cambierebbe il volto della nostra città. Come già avevamo detto nel 2023 la realizzazione di un campus scolastico all’avanguardia per il rilancio dell’offerta formativa dell’Istituto Valdichiana, già punto di riferimento per il territorio e che potrebbe, grazie alla vicinanza con la stazione ferroviaria, diventare polo scolastico attrattivo per gli studenti fuori sede provenienti dalla vicina Umbria da tutta la Valdichiana e non solo. Affermando ancora di più il proprio ruolo formativo nella formazione tecnico-professionale degli studenti. Un campus che guarda all’ambiente con edifici ecosostenibili a zero impatto, con spazi polivalenti riservati non solo ad attività scolastiche come ad esempio biblioteca, auditorium, sala per la musica, un centro di documentazione sulla storia dello Scalo e della stazione. Vi troverebbero spazio anche campi da gioco, aree verdi, piste pedonali e ciclabili collegate a piazza XXVI Giugno e al parco della Rimembranza fino al vicino percorso della Bonifica.Il progetto che dovrà contenere idee per riqualificare l’intera area, potrà prevedere anche una edificazione commerciale che possa soddisfare la proprietà, riorganizzando il sistema della viabilità e dell’accessibilità che della sosta a lungo termine, utilizzata per chi viaggia in treno, sia per la fruizione pubblica e anche a servizio del Centro Commerciale Naturale”. Insomma in sostanza un progetto che prevede e prefigura un utilizzo soprattutto pubblico del comparto. E questo ci trova d’accordo. Perché se nessuna soluzione è stata trovata fino ad ora (se ne parla da una quarantina d’anni) è perché si è confidato troppo nell’iniziativa privata, che è mancata, e perché tali e tanti erano i vincoli e le prescrizioni da renderla impraticabile. In questa vicenda nessuno è senza peccato. Il primo che provò a ipotizzare qualcosa fu l’assessore Talozzi alla fine degli anni ’80… Poi ci provò il sindaco Ceccobao, ma mise troppi paletti; Scaramelli avanzò addirittura l’ipotesi esproprio; Bettollini fece fare dei lavori a monte, considerati inspensabili e propedeutici a qualunque intervento edilizio nell’area… Ma pubblico e privato insieme una via d’uscita non l’hanno trovata.
Unica soluzione, come tante volte abbiamo scritto su queste colonne un intervento pubblico come è stato fatto in altre località su aree e fornaci simili a quella di Chiusi (qualche anno fa portammo l’esempio della fornace di Maiolati Spontini, nelle Marche, trasformata in grande biblioteca, con annesse strutture per usi culturali e sociali).
Il sindaco Sonnini che ha ancora due anni di mandato sembra intenzionato a prendere il toro per le corna e ad affrontare finalmente la questione, coinvolgendo naturalmente anche Provincia, Regione e Ministero. “Nei prossimi giorni l’Ufficio urbanistica incaricherà il professionista che si occuperà dell’intera progettazione. Dobbiamo fare il possibile, come amministrazione, per cercare di trovare una soluzione definitiva per l’area della Fornace. Questo studio è il primo passo da compiere per provare a risolvere una situazione ormai non più sopportabile per l’intera comunità” , dice in conclusione Sonnini il quale sottolinea come “questa possibilità consentirebbe all’attuale edificio dell’ISS Valdichiana di trovare nuova vita con destinazione a struttura ricettiva che rappresenterebbe una grande opportunità anche per lo sviluppo turistico ed economico del centro storico”. Insomma scuole superiori rinnovate e potenziate a Chiusi Scalo nell’area della ex fornace e edifici scolastici del centro storico da adibire a struttura ricettiva… Anche questo sarebbe un cambiamento epocale, che risponderebbe anche ad una logica di “funzionalità”, di accessibilità (si pensi alla stazione ferroviaria, alle autolinee…). Qualcuno già mugugna temendo lo svuotamento ulteriore del centro storico che ha nelle scuole uno dei pochissimi “attrattori”, ma anche le scuole superiori chiusine così come sono adesso, appaiono in sofferenza, da anni. Dallo spostamento in area più moderna tipo “campus” potrebbero trarne vantaggio sia in termini di qualità della proposta formativa sia in termini di numero di studenti. Certo anche il centro storico dovrebbe cambiare marcia e pelle e diventare una cosa diversa. Cioè un attrattore e motore culturale e turistico. Alcuni paesi dei dintorni ci son riusciti (Montepulciano, Città della Pieve, San Quirico d’Orcia… ), Chiusi è in ritardo, ma non ha nulla di meno degli altri per provarci.
M.L.
Sonnini ci prova e fa bene a provarci. Sarebbe interessante sapere quando circa verrà presentato il progetto alla cittadinanza e ovviamente a quel punto come sarà il progetto
Prima di “sognare” sarebbe bene tenere i piedi ben saldati a terra, che è la sicurezza e quanto costerebbe. Occorre valutare quali parti dell’area è irrecuperabile che quindi nessita demolizione e rimozione. È un esercizio che può fare l’ufficio tecnico comunale. Questo passaggio ineludibile probabilmente richiederebbe svariati milioni.
Nello studio saranno comprese anche codeste valutazioni, se no che progetto fanno? Come scritto nell’articolo ormai in quell’area è TUTTO da demolire e rimuovere, da salvare non c’è più niente nè degli edifici, tutti da anni in disuso e in degrado, né dei vecchi capannoni e pertinenze varie, tutti manufatti fatiscenti e pericolanti. La stessa collina della ex cava credo che vada “ripristinata” o sistemata, anche per motivi di sicurezza, anche se il rischio idraulico pare sia stato scongiurato con la realizzazione della diga a monte. Certo nella nota del Comune manca una qualsiasi indicazione su quanto si prevede di spendere/investire. Ma questo lo sapremo probabilmente più avanti, quando verrà affidato l’incarico progettuale.
Nel tempo se ne sono sentite anche troppe. II polo Il campus didattico mi ricorda l’assurda proposta di privatizzare l’attuale edificio dell’istituto Valdichiana (ex Einaudi Marconi) perché venisse trasformato in albergo (addirittura a 5 stelle!) e utilizzare quanto ricavato in una nuova scuola. Via libera alla fantasia al potere.
È partita la campagna elettorale. Tre anni di nulla cosmico da parte di un’amministrazione fantasma che non ha mosso un passo su nulla. Adesso si sono accorti che manca poco più di un anno e mezzo alla fine del mandato e corrono ai ripari con i soliti proclami sulla fornace. Una quindicina di milioni servono solo per una bonifica dell’area, vedremo chi sarà disposto ad investire decine di milioni su un progetto così, tenuto conto che l’area appartiene a privati.
L’area appartiene a privati. Ma il pubblico la può rilevare, acquistandola. Per poi intervenire con un progetto di recupero. Unica strada percorribile per metterci mano. Forse con il pnrr si possono reperire anche i fondi. Che l’amministrazione attuale, debole sul piano politico, e senza più la maggioranza che vinse le elezioni nel 2021, abbia la forza per un progetto del genere è un altro discorso. Però che la questione non sia più rimandabile e in qualche modo vada affrontata, è un fatto.
A sentire queste cose provo una specie di rabbia poichè vedo e sento che ancora forse pochi hanno imparato che ” la fantasia al potere” ritorna fuori ogni volta che ci si dichiari disponibili ad osservare tutte le eventualità che sono state scritte.E allora giù, il codazzo dei possibilisti, il codazzo dei negazionisti, il codazzo di coloro che fanno vedere che inizierebbero a pensare come alla fine arrivare al traguardo e chi più ne ha più ne metta. Queste sono tutte cazzate, che non c’entrano nulla con la possibile progettualità necessaria ma la cosa se cosi’ presentata rischia di fare la fine del centro logistico, del frigo macello e di tante altre iniziative partite raggianti ma poi arenatesi e fallite per mille ragioni. La ragione alla fin fine è solo una: quella della classe politica che ci governa accoppiata ad una cittadinanza inerte e che la vota e che nel tempo l’ha votata per poi ritrovarsi a tutto quello che vediamo. E allora sarebbe ora di cambiare aria, forse questo lo si è capito solo in piccola parte, e se è così sono ca… dei cittadini, tutti e di qualsiasi opinione politica.Sembra un discorso denso all’inverosimile di qualunquismo sciocco e fazioso, ma non lo è perchè la realtà che ho descritto e che è ”storica” è tutta intorno a noi.Basta togliersi le fette del prosciutto, anzi della mortadella da sopra gli occhi per vederla. C’è anche chi dice di non vederla, ma mente sapendo di mentire. E allora cosa resta da fare per i cittadini di Chiusi ? Accettare questa realtà accettata fino a oggi ?
Politicamente siamo nel momento in cui la crisi politica(per non parlare di quella sociale) attanaglia i partiti che in casa nostra attendono le decisioni dall’alto per ”il campo largo” oppure come si suol dire per ”quello stretto” mentre i segnali mi sembra che stiano a propendere per quello più largo a livello nazionale e quindi anche a livello locale si riprodurrà lo stesso inciucio.Mi auguro di sbagliare ma in tutto questo c’è la spiegazione morale e politica del perchè ”siamo italiani” e quando
sentiamo che il terreno possa crollarci sotto i piedi scegliamo quella che noi crediamo sia la via migliore e tutto questo facendolo con mille giustificazioni (se ti unisci vinci la destra, se non ti unisci la destra vince e resta ) non tenendo conto che l’errore che ci ha portato fino a tale soglia sia di coloro che abbiamo votato.E allora urge il ricambio di questa classe politica che abbiamo da 40 anni sul collo e le cose-queste che dico-lo si sà bene che non si ottengano dall’oggi al domani ma una buona volta occorre cominciare a prendere una bella scopa di vera saggina e non di stoffa che non scrosti il pavimento,e passarla dove convenga passarla.Qualche esperienza nel localismo inizia a farsi sentire in tale direzione quindi occorre non disperare e continuare ad organizzarsi sotto forma di decisioni che avvolgano la maggior parte della gente e che la stimolino in tale direzione.Il ricambio delle cellule è vitale in ogni corpo, se non vengono cambiate il corpo invecchia e muore e credo che occorra sempre diffidare di coloro che sono sempre vissuti all’ombra delle cellule che hanno fatto il loro tempo e che alla fine propongono la stessa pentola.perchè l’abbiamo sempre detto che siamo al punto che il probòlema non è destra e sinistra ma liberarsi di un cappio oppure di doverlo rafforzare dando l’idea che ne siamo liberi. Fin’ora si è stati maestri in questo ma non occorre un grande studio per capire dove eravamo, dove siamo e dove andremo.
Che la questione è importante e da valutare seriamente siamo daccordo, che un progetto di quel tipo sarebbe meraviglioso va bene, ma siamo nel campo dei sogni, un intervento che richiede decine di milioni non è realizzabile da una pubblica amministrazione come il comune di Chiusi. Dove le vecchie fornaci sono state riconvertite è servito l’intervento o di soggetti super potenti come banche o assicurazioni o di enti che sono ben altro rispetto al comune di Chiusi, vedi Ferrara dove la vecchia Fornace è divenuta un dipartimento universitario. Poi se tutto si dovesse fare sarei il primo ad essere contento ma un proclama di questo tipo sa tanto di buttare là qualcosa rendendosi conto che in tre anni non è stato fatto praticamente niente del programma del 2021 e che non si riesce ad agire su questioni gravi ed annose, ma non solo non si riesce ad agire, si fa finta di niente.
X Luca Scaramelli. Certo che sarebe bello,ma oggi e col senno del poi la critica della politica non le prende nemmeno in considerazione certe istanze.Una volta le chiamavano ” armi di distrazione di massa” ma equivalgono ad espedienti per tirare a campare, e queste non si possono nemmeno chiamare armi perchè non sono nemmeno archi e frecce fatte con le stecche degli ombrelli…..E allora è vero ciò che ho scritto nell’altro intervento precedente.Le cose si giudicano dagli atti e dai fatti,non dalle parole,ben sapendo che ”fra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare….”.
Carlo sono assolutamente daccordo con te.
Di positivo c’è la presa d’ atto definitiva che da salvare non c’è più NULLA. Con la nostra società in passato avevamo ipotizzato un intervento esprimendo un interesse concreto, ma certi paletti deliranti imposti dalle precedenti amministrazioni lo rendevano impraticabile sul nascere, in particolare il restauro della ciminiera, la creazione di un non meglio identificato “museo di architettura industriale”, e pure il vincolo di costruire 80 (sì, ottanta, non è un errore) appartamenti destinati a non si sa chi, visto che a Chiusi la popolazione ogni anno cala. Per di più la proprietà aveva una valutazione totalmente fuori mercato dell’ area, non so se ora sia addivenuta ad un atteggiamento più realista.
Sostanzialmente condivido i commenti degli altri secondo cui l’ ipotesi di cui si parla è pressochè impossibile da concretizzare.
Polonscolastico? Perché? L’ex conservatorio è una scuola da qualche secolo. Investimenti ve ne sono stati fatti nel tempo. Sulle elementari di Chiusi Scalo è stato investito. Non si capiscono i vantaggi del polo scolastico. Purtroppo le esperienze passate di “collaborazione pubblico-privato non hanno ďato nel tempo risultati positivi. Ancbe io come Luca Scaramelli.penso che sia un escamotage per le prossime amministrative.
https://www.primapaginachiusi.it/2024/09/chiusi-scalo-la-vecchia-fornace-da-luogo-della-memoria-opportunita-nuovo-inizio/