CHIUSI: PARTE POP UP, UNA SORTA DI PIANO MARSHALL PER RILANCIARE IL CENTRO STORICO
CHIUSI – Dopodomani, Giovedì 19 settembre, il Comune presenterà il “progetto Pop Up”. Ovvero un progetto pilota per il rilancio del centro storico, attraverso la riapertura temporanea e simultanea di attività commerciali, artigianali e culturali e ricerative, in alcuni locali sfitti e inutilizzati, messi appositamente a disposizione. L’evento di terrà alle ore 18 in via Porsenna 71, in uno dei locali oggetto della sperimentazione. I locali in questione sono dislocati tra via Porsenna, appunto, via Baldetti e strade limitrofe. Chi li riaprirà potrà usufruire di una agevolazione: il canone di affitto gratuito per 6 mesi. Che di questi tempi non è poco. Ma purtroppo non è detto che basti. Nel centro storico di Chiusi, fino ai primi anni 2000 (cioè venti anni fa) c’erano diverse decine di negozi, botteghe e laboratori artigiani. Oggi le attività presenti sono ridotte al lumicino. A parte qualche ristorante c’è rimasto ben poco anche sul piano dei servizi.
Quindi ben vengano iniziative che provano a ristimolare l’iniziativa imprenditoriale e a ricreare un clima favorevole a reinsediare attività nel nucleo antico della città. Il progetto Pop Up insostanza è un “patto” che il Comune sta provando a stipulare tra i proprietari dei fondi sfitti e chi ha voglia di provare a riprire qualche attività. Una cosa del genere l’hanno già fatta altrove. E fu fatta anche a Chiusi appena dopo la Liberazione, nel 1944-45, quando la città doveva spalare le macerie della guerra e provare a ripartire. Allora Chiusi era una città in ginocchio, più di adesso. Nel centro storico gli edifici erano distrutti o inutilizzabili per il 90%. Le vecchie fabbriche che avevano resistito alla crisi del ’29, spazzate via delle cannonate e dai bombardamenti… Via Porsenna era stata “minata”, come altre strade. Di case in piedi ce ne erano rimaste poche. A Chiusi Scalo, la situazione non era migliore. Le foto giganti posizionate in piazza Dante, davanti alla stazione, e ancora visibili, mostrano come era ridotta Chiusi appena dopo il passaggio del fronte. Ebbene in quella situazione il sindaco Luigi Romanini, il vicesindaco Bruno Donati e altri esponenti politici per lo più socialisti e comunisti (Cesare Paolucci, Pietro Tiradritti, ma anche Loris Scricciolo, Orfeo Bardini, Azelio Tistarelli…) proposero un “patto” ai proprietari dei fondi non distrutti e utilizzabili, affinché fossero messi a disposizione di commercianti e artigiani e di chiunque volesse intraprendere una qualche attività per ridare fiato all’economia, reddito alle famiglie e servizi alla popolazione…
Oggi Chiusi non è bombardata, ma è una città desertificata, che via via nel corso degli ultimi 20 anni ha perso punti di riferimento e certezze, ha visto impoverirsi anche quelle che sembravano fortezze inespugnabili, come la Stazione ferroviaria, le scuole superiori, il Monte dei Paschi e la banca locale… Ha visto i supermercati spostarsi fuori città, a Querce al Pino, a Po’ Bandino (che è anche fuori comune), ha visto chiudere una doo l’altra gran parte delle botteghe artigiane e dei negozi, comprese le boutiques alla moda sorte intorno alla metà degli anni ’80…
Provare a inventarsi qualcosa per ripartire è necessario e doveroso. Il progetto Pop Up che dovrebbe essere replicato anche allo Scalo, può essere uno di questi tentativi. Una sorta di Piano Marshall per rilanciare la città vecchia…
Resta il dubbio che abbia basi debolucce e che dopo i 6 mesi a canone gratuito le attività riaperte possano richiudere i battenti di nuovo. Se non si ricrea un tessuto connettivo e un circuito virtuoso e di fiducia, non sarà facile ottenere risultati tangibili…
Perché è la gente che richiama la gente e Chiusi purtroppo oggi, è una città senza gente in giro. I turisti ci sono – più degli anni passati – ma sono ancora troppo pochi e quasi non si notano; la gente del posto non esce più di casa e quando esce va altrove. Bisognerebbe che i chiusini per primi si riabituassero – lo abbiamo scritto tante volte – a vivere la città, a frequentare i bar i ristoranti, i negozi, i giardini, i musei e anche gli eventi, tutti però, non solo “ognuno i suoi”. Questo ragionamento vale sia per il centro storico che per Chiusi Scalo. Per esempio, nel prossimo week end 20-22 settembre ci sarà a Chiusi Città lo ZIC BOOK FESTIVAL, un festival letterario con presentazioni di libri, incontri con autori, mostre d’arte, happening vari, con appuntamenti a tutte le ore del giorno e per tutti i gusti. Ci auguriamo che i cittadini di Chiusi siano i primi a cogliere l’occasione. Poi, il fine settimana successivo ci sarà anche la Festa dell’Uva e del Vino, ma quella è un’altra storia. Quando si mangia e si beve la gente è più facile vederla…
m.l.
C’era un detto che una volta girava per Chiusi ed era sulla bocca di parecchi riguardo al fatto della critica delle iniziative che venivano prese ed era quel detto che diceva che quando veniva portata avanti una iniziativa di qualsiasi genere veniva subito affondata,sia con le parole sia con i comportamenti che la rifiutavano.L’avevano chiamati
”i piagnoni”, gente di Chiusi che erano sempre e comunque ”uomini contro”.Si è udita tale litania per anni e non per mesi soprattutto proveniente dalle forze che governavano. Poi si sono visti gli effetti su chi aveva ragione e chi torto ed oggi il panorama è questo che vediamo intorno al quale a parole si cerca sempre di reagire ma i fatti – quelli che in effetti modificano la realtà- spesso non seguono le parole nel senso che se sono fatti, sono fatti che nascono e muoiono in un periodo breve e non resistono come dovrebbe essere al tempo, per cercare di produrre una continuità di risultati, perchè lo si sappia bene che i risultati in questo campo si producono con la continuità.Faccio a me stesso subito una domanda: ma dopo 6 mesi da ciò che si è stabilito cosa succede ? Cosa succede in un periodo come questo che stiamo attraversando quando non solo a Chiusi ma in Italia ed in Europa c’è una crisi che procede a grandi passi e che sappiamo bene dove possa portare ? Si pensa davvero come si diceva una volta che si possa far le nozze con i fichi secchi ? Io credo che questo che stia venendo fuori sia il risultato di un paese che ha perso la propria carica propulsiva ma che l’abbia persa per due motivi essenziali che non debbono essere dimenticati nella critica che si fà verso le cose, diversamente si annaspa, si annaspa e si scivola semprepiù verso il basso.In una comunità la guida è quella che dovrebbe indirizzare e partorire lo sviluppo, aministrarlo ed indirizzarlo e nel contempo -come dire- pompare e promuovere la reazione dei cittadini, il loro coinvolgmento e cercare di andare contro quella che viene definita ormai da tempi immemorabili la loro abulia e la loro refrattarietà al cambiamento, perchè Chusi è soprattutto anche abulica e tale abulia permette di fare con facilità ogni cosa poichè non si ha la forza materiale di opporci e quella morale di sapere che l’opposizione porti a casa dei risultati tangibili. Chiusi ha 8000 anime, non più di questo , anzi forse qualcosa di meno.Sarei esagerato a dire un paese di vecchi perchè non è la verità ma le famiglie-poche centinaia-abitano Chiusi Città adesso,e quindi in buona parte le attività commerciali con questi numeri diventano attività asfittiche, in pratica non hanno scampo. Si pensa dunque di risalire la china dando una promozione con la possibilità di 6 mesi di affitto gratuito ai negozi e case sfitte e si pensa che altri cittadini, compresi quelli di Chiusi possano trovare una rivitalizzazione delle loro intraprendenze ed iniziative in questo modo ? Probabilmente si pensa questo ma a me sembra un tentativo disperato di chi venga trasportato dalla piena e non sappia e non veda dove aggrapparsi.Basta vedere la quantità degli avvisi ” vendesi” o ”affittasi” sulle saracinesche, basta vedere la riduzione del mercato di ogni Lunedi, basta dare un occhiata retrospettiva ai danni ”concettuali” e di politica che sono stati commessi per i quali molte aziende sono emigrate ” al di là del fosso” perchè la politica dei comuni circonvicini è stata più attraente e meno vessatoria verso l’imprenditoria che è stata spinta e ricercare soluzioni meno gravose.Lo stesso degrado urbano soprattutto a Chiusi Scalo non è da adesso che esiste.Mi fermo dal criticare-perchè ciò che dico non è smentibile in nessun caso- e provo a vedere cosa sia che abbia creato tutto questo e senza analisi di tale processo che possa attivare un modo diverso di pensare non si và da nessuna parte. Le responsabilità stanno soprattutto dalla parte dei cittadini che in primis hanno fatto scelte politiche al momento del voto molto discutibili sul piano dell’organizzazione dello sviluppo, del turismo,dell’organizzazione della cultura, difatti tutto questo settore che ho enumerato langue, e langue anche con posizioni debitorie delle organizzazioni che presiedono a tale attività.In poco tempo abbiamo avuto grandi cambiamenti anche nell’organizzazione delle banche locali che prima davano una grossa risposta al settore privato delle attività commerciali ed industriali, ma non voglio entrare nel merito di questo perchè anche se importante e trainante è un settore che riguarda come in ogni altra cosa delle scelte e scelte fatte probabilmente in maniera sbagliata che sconfinano in campi dei quali come si è visto è stato pagato un conto a ritroso che non poteva non arrivare.Nel lontano e nel medio passato queste cose non si erano mai toccate con mano. Allora cosa andiamo a cercare se non viene fatta dalla politica una critica al passato ma anche al presente e si pensa forse che due o tre sbottegando possano invertire la situazione poichè quando vengono fatti la gente c’è , gira, ma sostanzialmente non compera anche perchè ci sono tipologie di merci ripetitive e sempre le stesse ? (Solo confezioni,scarpe, vestiti e pochi prodotti alimentari ), mai un tentativo di coinvolgere altre tipologie di merci perchè il mondo è molto tempo che è cambiato e lo si vede e forse la cristallizzazione della politica unita all’associazionismo di questo sembra che non se ne siano accorti, perchè mi si consenta di dire che anche da parte dell’associazionismo ci dovrebbe essere una ricerca continua di promozione che tocchi generi mercantili eterogenei e diversi Questi generi di ” prodotti” esistono ma anche in questo campo è un cane che si morde la coda poichè i banchi che esistono il Lunedi sono solo gli stessi e sono anche in riduzione continua di numero. E’ una stagnazione grave e che incide anche -vogliamo dirlo ?- sulla cultura dei cittadini, su come ormai sono abituati a campare ed a convivere con un ”cervello pubblico” che non progetta più e che cerca di correre ai ripari con mezzi talmente insufficienti che probabilmente se si facesse bene il calcolo fino in fondo il costo di ciò che si propone a fine operazione sarà maggiore di un qualsiasi introito. Allora cosa c’è da cambiare per restituire a Chiusi una seppur flebile speranza di cambiamento da questo inverno”sia della mente sia del cuore” ? Una scossa diretta alle forze che hanno governato e che non faccia dire a quei ”piagnoni” di cui parlavo prima che ” tanto nulla cambia anche se venisse giù il mondo”, ma che altrettanto in maniera forte non faccia dire a coloro che dicono da sempre ” che non si sopportano più gli uomini contro”, perchè ”gli uomini contro” non sono contro Chiusi ma sono contro chi l’ha guidata e fatta in tanti anni sotto tante amministrazioni dello stesso colore che via via si è annacquato fino a diventare acqua.Governare è difficile lo si sà,ma è ancora più dificile se chi guida la macchina subisce la politica verticistica di cui è espressione e se perdipiù non è critico verso di essa( lo si è visto dalle troppe reticenze ed incertezze su argomenti come ”la stazione in linea” ma anzi è anche talvolta verso le coalizioni stesse operato a farla da padrone al punto che via via si è rimasti soli nella mischia anche indebolendosi. Se non si risolve questo di problemi, possono sorgere anche negozi e non pagare il canone d’affitto anche per 2 anni perchè si pensa così di favorire lo sviluppo ma non si và da nessuna parte.E come ho detto, la responsabilità di tutto questo è noto che la si dia alla classe politica ed è giusta tale visione ma la classe politica alla fin fine viene eletta dai cittadini, da quei cittadini che non hanno mai dato segnali di cambiamento od anche se li hanno dati sono stati segnali insufficienti ad invertire la rotta. Occorrono quindi ben altri numeri diversamente nemmeno se si scoprisse la Tomba di Porsenna con i pulcini d’oro e la carrozza del Locumone di Chiusi la situazione cambia.E allora siano i cittadini a dare un segnale forte di inversione di rotta e di rompere un coacervo di forze che và avanti da decenni ma a fare una politica intelligente perchè non è neanche detto che una volta cambiato rotta si possa migliorare.E allora occorre fare proposte che con forza giungano alle orecchie di chi decide, proposte sensate e non
fughe in avanti, innanzitutto impegnarci con le associazioni che hanno deciso di lottare per le fermate dell’AV e di non spendere una marea di milioni di euro per stazioni in mezzo ai campi, delle quali non c’è assoluto bisogno perchè siamo al punto che la politica tenda a guardarsi l’ombelico ed a pensare ”quanto sono utile e quanto sono bella”. Facciamo sì in primis di ogni cosa che non continuino le decisioni che affosserebbero ancor di più i nostri territori.Questa è la prima risposta che i cittadini tutti insiene dovrebbero dare e non restare in maniera abulica ad attendere le risoluzioni prese da altri, perchè fin’ora la situazione che è arrivata intorno a noi è stata quella che ho detto e non una diversa da questa.Si profla sempre di più nell’immediato futuro una scelta semprepiù netta ed il risultato di questa sarà la possibilità di rivitalizzazione certo difficile ma anche vera, oppure ancora lo sprofondamento nel degrado.E fra quasi due anni a chi si lagnerà- perchè chi si lagna c’è sempre- dovrebbe essere chiesto :
” a chi hai dato la tua fiducia ? ”.
Giusto…
Sarà la solita cazzata, partorita dalla giunta
Per rilanciare il centro storico servono progetti seri,non queste cazzate !!
Il progetto Pop-Up è a livello regionale ed è stato già realizzato in parecchi altri comuni. Evidentemente la partoriente della “cazzata” è qualcun alto.
Invece, i progetti seri, quali sarebbero? Leggo sempre che ci vogliono “interventi seri” ma mai che qualcuno dica QUALI, oppure nella migliore delle ipotesi che qualche cosa venga biascicata, che si dica COME metterli in atto (risorse, fondi, vincoli vari…).
Mi chiamo Francesco Sepiacci e non ho nulla da nascondere…
Già il fatto che tu lo chieda , dimostra che nemmo riusciresti a capirlo Pertanto , ti invito a bere un caffè , in qualsiasi bar e cosi e faccio meno fatica e te, per una volta , capisci bene
Carocarlo,concordo con te e con il signor Francesco !
Una volta, a Chiusi dicevano : poca lana ,diceva quello che tosava i maiali ! Gli strilli tanti ,e la lana punta !
esatto. In risposta a francesca cappuccini: brava. In risposta a Giangiacomo: con loro è come sparare sulla croce rossa, dai…
Non voglio divertirmi a fare il sadico guastafeste, ma sinceramente credo poco a certe politiche di incentivi agli operatori economici se non in un contesto più ampio ed articolato, finalizzato in particolare a stimolare la domanda. Un paio di esempi. Le agevolazioni per l’ acquisto di beni strumenti, dalla Tremonti in avanti : ebbene, io mi compro il macchinario o mi costruisco il capannone se ho il lavoro e quindi necessità di produrre, non certo perchè è agevolato. Sugli sgravi fiscali e contributivi per le nuove assunzioni, stesso discorso, io assumo personale se ne ho bisogno, non perché c’è lo sgravio : se ho lavoro assumo anche senza sgravi, e stc…i se mi costa un po’ di più.
Pertanto, sul progetto “pop up”, il problema non sta nell’ affitto dei locali, ma nel far tornare le persone, chiusine e non, a vivere il paese. E non è semplice, perché ormai il commercio va da tempo in tutt’ altra direzione. Il pubblico non va più nella piccola bottega, ma nel medio e grande centro commerciale. Va all’ outlet, a Magione, al Quasar. E l’ idea del centro commerciale naturale, nata a suo tempo per contrastare tele esodo, non ha sortito grande effetto.
Infatti. E in sostanza è quello che più o meno si dice nell’articolo. Il primo problema è la mancanza di genrte in giro, il primo obiettivo dovrebbe essere quello di farla tornare. Ma se non c’è niente la gente non torna. E’ il serpente che si morde la coda…
X Giangiacomo Rossi. certamente è come dice lei ed allora cosa se ne ricava sulla proposizione e l’esistenza di chi ha concepito il centro commerciale naturale ? Che quelle teorie all’epoca erano fondate su pessime idee, buttate là così tanto per rappresentare un impegno di fronte ad un interesse non solo dei commercianti ma di tutto il paese.
E allora se è vero questo che dico e che dice lei sottolineando il fatto che i possibili sgravi siano molto relativi nel dare la facolta alle iniziative di essere realizzate, questo però credo sia realistico solo in parte poichè gli sgravi possono rappresentare di per se stessi incentivi alle iniziative ma dopotutto una azienda che pensa ad un investimento di capannoni, macchinari e personale, lo fà senz’altro se ha la percezione di ricavarne un profitto altrimenti non lo fà e quella misura pensata del ”pop app” rappresenta di fronte al problema un lampo di luce della fugacità di un fulmine che illumina il cielo di notte ma poi ” la notte continua” seza scampo, mentre nello stesso tempo mi domando come si faccia ad immaginare la serietà di tali proposte e chi sia che al mattino si svegli e venga fuori con queste ed è fra l’altro anche un po’ ridicolo chi ne segue e ne dichiara l’attendibilità. Questo vuol dire e ripeto quello che precedentemente ho scritto nell’intervento precedente : ”siamo alla frutta non passando nemmeno per il dolce” ma tutto questo è il risultato di un coacervo di interessi che si è manifestato in anni e che l’attuaòle maggioranza si è anche trovata a dover amministrare ed e’ anche l’esempio – e l’ho detto sempre anche nei confront delle risposte che ho dato a Giangiacomo Rossi- quando ho sempre detto che l’oggi è la conseguenza di ciò che è stato ieri e che il primo passo dipende dall’ultimo e l’ultimo dipende dal primo. ma sono stato accusato di farla lunga e palloccolosa come si dice a Chiusi poi inevitabilmente ecco spuntare i risultati.E allora senza avere la presunzione del possesso della verità in tasca, come la mettiamo di fronte a tale principio ? la risposta la dovrebbero dare i cittadini quando sono chiamati alle urne ma a me sembra che tale risposta sia stata sempre la risposta che abbia prodotto questo stato di cose.Forse ancora non abbiamo compreso a fondo che la vita è vita se c’è cambiamento ma affinchè questo sia posto in essere e sia attendibile occorre non solo la spinta da parte della cittadinanza ma anche l’autcritica che la cittadinanza sia ostaggio di principi e di applicazioni che tanto bene non abbiano funzionato e se si attende che quei principi cambino di certo non cambieranno se saranno applicati da chi ha già dato prova di una stasi che và avanti da anni ed anni, per cui quando dicevo che la rresponsabilità di tutto questo è nelle mano dei cittadini che devono trarre le loro conclusioni. In certi paesi anche della Toscana le conclusioni le hanno fatte arrivare e non è sempre detto che siano conclusioni migliori di quelle esistenti ma perlomeno ci hanno provato, ma a Chiusi mi sembra che sia molto dura a vincere e superare il coacervo di forze e di interessi e chi li ha organizzati nel tempo.Per questo quando se parla del nome della nostra cittadina e si fà riferimento all’attualità che dura da un pezzo qualcuno di quegli ”uomini contro” che dicevo prima tanto vituperati dalle forze
”dell’establishment” dicono sempre il solito ritornello ”Chiusi di nome e di fatto ” e secondo me anche nella stessa cultura la produzione ”della chiusura di nome e di fatto” la si riscontra ormai da tempo nell’espletazione anche dei giuochi delle contrade, fatalmente distrattive dei giovani che non hanno di meglio che la contrapposizione basata sul nulla fra i rioni.E allora, anche a livello politico-culturale l’imput che dovrebbe scaturire da una politica giusta da parte della maggioranza è quella di chiedersi il perchè si facciano queste cose e di essere autocritici…ma fin’ora è questa una voce che non ha ascolto da essuna parte e sembra di essere in mezzo ad un deserto vedendo i film degli anni ’70-’80 con i cespugli trascinati dal vento in quelle che sono le atmosfere di polvere del deserto. Sarebbe ora di finirla cari concittadini di Chiusi con ”gli articoli di gomma” come diceva qualcuno… ma tutto questo dipende da voi !
Il termometro che misura “la temperatura” relativa alla vitalità e importanza del paese è il valore immobiliare. A Chiusi non c’è mercato in tal senso, come si può pensare che un progettino del genere sia risolutivo? Servono altri tipi di investimenti per progetti di marketing seri . E comunque come fatto presente in consiglio comunale stiamo investendo su Valdichiana living senza percepire alcun ritorno
X Marco Lorenzoni. Dici giusto quando ricordi il problema della gente in giro che non c’è da parecchio tempo, tempo ormai immemorabile.Ti ricorderei e ricorderei a chi non ha memoria chi fu ed in quale occasione elettorale si disse che il marciapiede che avrebbe legato Chiusi Città con Chiusi Stazione avrebbe favorito il ripopolamento di Chiusi e la sua rivitalizzazione unito al ”moltiplicatore” economico perchè anche quella realizzazione rappresentava uno degli aspetti fondamentali della supposta ripresa.Allora mi sembra di ricordare che Chiusi avesse circa poco meno di 11.000 abitanti.Oggi ne ha meno di 8000. Ci si ricorda i ringraziamenti a lettere cubitali dei 15000 voti scritti sulla vetrina a Chiusi Scalo dai ” pasdaran” plaudenti dopo le elezioni regionali ? A me un certo effetto lo fece…. : ” Un solenne Grazie” c’era scritto, perchè da quel momento sarebbe partita la risalita di Chiusi !! Ebbene, ma perchè non si traggono le conclusioni e sembra che la cittadinanza sia da anni in preda ad un sonno narcotizzante ? Così facendo di chi si fà gli interessi ? Domandatevelo se sono interessi pubblici od interessi personali di chi si disse che avrebbe fatto bene a salire sul treno perchè quel treno sarebbe passato solo una volta….allora si è visionari quando si dice che esiste un intreccio di interessi che presi da soli non sono indicativi dei problemi ma che legati tutti insieme producono gli effetti che si vedono quando si procede verso il basso ? Sono troppo visionario quando dico che questo si chiami ”coacervo di interessi ” che vanno dall’interesse politico all’interesse economico e che lo debbano notare solo dei semplici cittadini almeno un po’ sensibili a tutto ciò che li circonda ed il resto della popolazione rimane silente, abulica, che non partecipa e faccia così vedere che abbia perso ogni speranza di cambiamento ? Chidetevele queste cose e se le chiedano cittadini e commercianti.La mia esortazione-chiamiamola così- è una spinta a partecipare alla vita pubblica e politica perchè se non si partecipa si affermano questi fatti alla fine ed occorre obbligatoriamente essere critici e criticare e ricercare ciò che non và. L’abulia dei chiusini deve finire perchè si tratta delle loro condizioni ! Non ci vuole una intelligenza superiore a capirlo ma è solo buon senso. Io una risposta a tutto questo ce l’avrei ed è quella che prima di ogni altra cosa si tratti di intelligenza politica di chi ci guida poi a seguire anche di conoscenza dei problemi.Senza questi due fattori con i tempi che corrono c’è solo il fondo del barile e cose come i sei mesi di ” affitto aggratisse” sono completamente risibili a parer mio. E’ solo il mio parere beninteso, ma le menti eccelse che partoriscono queste cose perchè non impiegano il loro tempo in altro ?….Può darsi che pensando tirino fuori cose un po’ più sensate.Daltronde se non si impara a giudicare le cose dai fatti, su cosa ci si appunta nei nostri giudizi ? Il passato fino ad oggi è un libro che parla a tutti coloro che lo vogliono leggere.Piu di questo non saprei che dire.
No Carlo, Chiusi non ha mai raggiunto o superato i 10 mila abitanti. Il massimo è stato qualcosa più di 9.000 nel 1981, mi pare. Poi è sempre andata in calando, seguendo un trend nazionale, non solo chiusino. L’emorragia è stata per un po’ compensata dagli immigrati ed è grazie a loro se si sono salvate le scuole per esempio… Chiaro che con una popolazione in calo costante e sempre più anziana e con un saldo arrivi-partenze negativo, anche l’economia soffre, i negozi non hanno più la clientela di un tempo e le stesse “agenzie di servizio” (banche, uffici, ecc.) perdono di rilevanza. Poi se a tutto questo aggiungi che molti servizi (compresi quelli bancari) oggi si possono fare on line, come gli acquisti di qualsiasi genere, dalle scarpe alla bicicletta, dai computers ai jeans, finanche ai generi alimentari, alle riviste, agli elettrodomestici, il gioco è fatto. Il quadro appena descritto è generale e non riguarda solo Chiusi, la differenza è che Chiusi soffre più di altre realtà e fa più fatica a risalire la china. E questo perché per decenni Chiusi è stata più avanti, era la cittadina più vivace e più innovativa, quella che sembrava più al passo con i tempi moderni, qualla in cui trovavi qualsiasi cosa, anche ciò che altrove nei dintorni era difficile persino immaginare. Adesso che non è più così, Chiusi ha perso identità e quote consistenti di vivacità e di appeal.
IL picco più alto è stato nel 1981 con 9.244 abitanti e rimase stabile fino al 1991 con circa 9.100 abitanti.
Bisogna dire che,dal 70 al 90, la popolazione era di più perché c’ erano i lavoratori ,non residenti che erano circa 3.000 lavoravano per ,strade ,autostrade,ferrovie,e altri cantieri . Questi si trasferirono con le famiglie.
I lavoratori dei grandi cantieri non erano residenti, quindi non facevano numero (salvo queli che magari si sono sposati e hanno messo su casa a Chiusi). Se mai c’erano molti più ferrovieri (circa 600 in forza alla stazione di Chiusi, molti dei quali residenti), c’erano più bancari, anche loro residenti, più professori di scuola superiore, ecc. E’ possibile e anzi probabile che la classe politica chiusina sia stata meno lungimirante, meno capace, meno motivata di quella di altri comuni. Ma questo non spiega tutto. I paesi che si sono risollevati e in qualcjhe caso sono decollati lo hanno fatto grazie al turismo e a prodotti trainanti: come l’immagine della valdorcia, o il vino a Montepulciano, le produzioni Tv (tipo Carabinieri o Don Matteo…) . Chiusi ha/avrebbe molte risorse, ma nessuna è visibile a occhio nudo se non la vai a cercare (nei Musei, dentro la cattedrale, nelle catacombe…) e non ha una immagine da copertina, né un prodotto trainante. Quindi non avendo più neanche le certezze di un tempo (il ruolo della stazione per esempio) stenta più di altri. Pensare ad un decollo turistico basato SOLO sul marchio “Etruschi” è una chimera (e un errore strategico-politico). Nessuna città della antica dodecapoli (da Perugia ad Orvieto, da Volterra a Piombino o Cortona…), pur facendo numeri migliori di Chiusi, vive e prospera grazie al brand Etruschi, questo perché gli Etruschi da soli non tirano e non sono un motore tale da trascinare folle oceaniche. Quindi servono idee diverse…
Forse ho scritto male o hai letto male tu. ” c’erano lavoratori non residenti ” ! Comunque,moltissimi, stavano a Chiusi con le famiglie !
X Marco Lorenzoni.Il tuo discorso non quadra secondo il mio modo di vedere poichè la crisi a cui tu fai riferimento ha colpito tutti i Comuni e non solo Chiusi ma certi comuni circonvicini si sono ripresi dalla china ed hanno avuto un decollo e questo è successo per varie ragioni che non sono dovute alla casualità ed alla sfortuna malvagia che ha colpito altri.Vedi Città della Pieve, vedi Castiglione del Lago ma anche altri, vedi lo stesso Panicale per non parlare anche di Montepulciano che non ha paragoni con altri se si guardi allo sviluppo economico dato dal turismo. Questi Comuni hanno avuto anche e soprattutto una genia di classe politica che bene o male ha saputo interpretare quali fossero le cose da portare avanti e le ha prodotte, come per esempio che adesso mi viene in mente la ristrutturazione delle facciate dei palazzi a Città della Pieve fatta con sapienza e conoscenza dei settori di dove si andasse a parare, intraprendendo detti lavori e spesso caro Marco diciamolo francamente che siano anche le persone che riescono a determinare le cose e non la politica di destra o sinistra che sia. Nel caso di Città della Pieve una persona come Valerio Bittarello è stata funzionale alla ripresa nel modo più assoluto, soprattutto nella cultura. A Chiusi abbiamo avuto uno come lui ? No, non lo abbiamo avuto perchè non ci sono le possibilità dello spazio politico e culturale che anche soggetti presenti e meritevoli come lui avrebbero potuto usare mentre si è visto anche l’associazionismo giovanile piegato ed anche diciamolo pure usato quasi a rasentare il ricatto per un possibile premio di impiego lavorativo futuro procastinato a chissà quando.In questa aria che ha spirato e che continua a spirare c’è spazio per entità come le parrocchie che raggruppano giovani e li indirizzano-lo vediamo con le stesse contrade- ad investire il loro tempo con attività legate al mantenimento di equilibri che sconfinano anche nella determinazione della politica e che oltretutto hanno spinto a formare dal nulla le contrade stesse basate sul nulla, facendo si che la stagnazione del mondo giovanile imperi sovrana fra una sfilata, fra una gara e l’altra che nulla portano alla cittadianza ed alla sua economia. Ma perchè queste cose non si debbono dire quando invece nel divenire delle cose è stato rallentato e deviato un processo che avrebbe potuto formare anche altro ? Secondo te ha messo in atto la creatività tale processo ? Ogni estate risuonano per ore i tamburi ma ti sei chiesto ma dietro quel rumore tutto uguale e persistente per ore cosa ci sia od è troppo fuorviante chiederselo ? Eppure li senti anche te e non ti fanno venire in mente nulla di diverso da chi imperterrito cooptato li suoni ? Beh, non ho mai preteso di fare il bastian contrario forse come possa sembrare ad altri, ma poi non ci lamentiamo se i giovani emigrano per cercare qualcosa che serva loro veramente e li prepari alla vita. Ecco da dove sorge-secondo me- una parte delle discrasie che attraversano la gioventù a parte poi quelle del mondo moderno dove esistono le fughe verso la droga od altri comportamenti antisociali ed isolazionisti della persona umana.Questo non vuol dire che non si debbano fare le sfilate, far vestire la gente nel modo che rievochi il passato o cose simili, ma è anche lo spirito che forma la contesa che non ha nulla nè di sportività formativa nè è basato su qualche cosa o retaggio storico.Ma ho evocato questo perchè questo adesso mi è venuto in mente ma ci sarebbero anche altre cose più serie delle quali parlare e dire che il mondo moderno riesca a distorcere nella formazione delle coscenze e queste cose non debbono essere prese per presidi culturali da sviluppare e portare avanti perchè di culturale nulla hanno e nulla dimostrano se non una piccola parte rappresentata dalle vestizioni e dalla sfilata dei rioni.Fra l’altro banalmente la stessa divisione in rioni che pure esistono a Chiusi come in ogni altra cittadina, è un mezzo fatto per dividere e non per unire, dove prende vigore la competività basata sul nulla, sul sopravanzare chi una volta frustava meglio il maiale o espletava la palla al bracciale in un certo modo ed anche molto altro. Ma non ci si domanda mai queste cose a cosa portano e quanto tempo che potrebbe essere impiegato dagli stessi giovani in altri modi più redditizi per le loro coscenze e per la loro formazione ? Anche questo vedi produce il sottosviluppo che poi arriva ad espletarsi nelle botteghe chiuse e nelle saracinesche tirate giù ed anche ad immaginare i 6 mesi di affitto gratuiti.E’ una questione culturale che dovrebbe vedere impegnati i vari partiti politici di maggioranza e di opposizione a proporre nuove iniziative, perchè Chiusi non è nè Siena, nè Pisa e nè Firenze dove la tradizione storica produce anche le manifestazioni, i cortei, le Colombine che escono fuori dal Duomo o le regate con tutto il loro significato storico e religioso.Non è un segreto per nessuno che in ogni epoca il potere si sia servito di tutte queste cose per regnare, distrarre e far scaricare le valvole al popolo che le accetta come fatti imprescindibili e presenti nella quotidianità della vita ma che spesso non è portato a vedere e ad osservare tali fatti presenti all’interno della propria comunità come fatti che rallentano un modo di pensare che potrebbe sorgere da mondi nuovi e legati alle cose importanti che avvengono al di fuori, a prese di coscenze più universalistiche ed anche più produttive per la mente e per l’animo ed anche che possano servire alla politica ma soprattutto scevre da impostazioni più restrittive fornite dagli ambienti dove si vive.E allora domandiamocelo in questo stato di cose attuali quale possa essere la cultura che ne viene fuori e sia prevalente ed allora forse si vedrano anche altri mondi. E come non ripensare a Giovanni Pascoli, poeta oggi dimenticato, nella sua poesia a ”Valentino vestito di nuovo” che termina: ”….. Poi, le galline chiocciarono e venne Marzo, e tu magro contadinello, restasti a mezzo così con le penne e nudi i piedi come un uccello: come l’uccello venuto dal mare,che fra il ciliegio salta e non sà, ch’oltre il beccare, il cantare e l’amare ci sia qualch ‘altra felicità”. Ecco Chiusi è ”Valentino vestito di nuovo”, e si adatta benissimo alla poesia ciò che è passato a Chiusi e ciò che passa adesso, dove la classe politica paragonata alla mamma ha impegnato tutte le uova del pollaio ma ha rivestito di nuovo Valentino ma non gli ha potuto comperare le calze e le scarpe perchè troppo povera. Andate su internet e scaricatela tale poesia che parla con poche parole evidenziando la sottocultura della povertà e se non la conoscete perchè troppo giovani nei confronti della mia generazione obbligata a leggerla a scuola ed a farne tesoro del significato,leggetela tutta e capirete cosa volevo dire e perchè mi ha fatto venire in mente Chiusi…..
Allora è quanto dico che servano idee diverse e più onnicomprensive e più larghe,ma se ci siamo arrivati noi a dire questo perchè non ci sono arrivati i politici che hanno tale responsabilità? Vuol dire che stiamo nell’arretratezza in primis politica accoppiata a quella culturale pur pensando che non è che si cambi tutto in un battibaleno ed infatti i paesi che ho nominato hanno investito su brand diversificati ed anche in gran parte non visibili come non sono visibili quelli etruschi che occorre andare a cercarli. E allora ? Ci dibattiamo tanto intorno al fatto di sollevare le differenze, notarle, sottoscriverle poi quando si percorrono politiche culturali viene fuori l’asfissia ? Ma di qualcuno sarà la responsabilità o no di tutto questo ? Lo capisco da me che non sia tutto uguale e le situazioni non sono uguali da paese a paese e c’è chi ha la prevalenza del vino, chi del Perugino, chi del Lago ecc. ecc. ma non credi che ci debba essere una strada anche non tanto complicata da percorrere per chi volesse vitalizzare gli etruschi, il cibo, i pici e la cucina ed anche la storia e che questa strada non sia l’esperimento del il Pou App ? Ci sono paesi che indicono una continuità di iniziative culturali di tutto rispetto dove vale il principio della continuità e della continuità anche di buon livello ma questo deve essere pensato, progettato e messo in opera studiando e coinvolgendo non solo i turisti ma soprattutto la cittadinanza residente perchè un paese si rivitalizza pensando alla cittadinanza residente ed occorre trovare un modo intelligente e penetrante per coinvolgerla, stuzzicando gli interessi.A Città della Pieve principalmente è stata stimolata la cittadinanza residente, poi sono arrivati anche i turisti ma è il sarto locale che cuce il vestito ! Servono quindi investimenti e non pochi di fronte a quanto si è investito in passato, orientati fotograficamente parlando non con un teleobietivo che inquadri solo una porzione di spazio ma con un grandangolo abbastanza spinto che esamini una raggera di questioni e le faccia risolvibli anche in tempi abbastanza stretti! Ho avuto la misura di queste discrasie anche in prima persona usando gratuitamente i locali dati dal Comune per qualche mostra fotografica e devo certamente ringraziare il Comune per questo ed anche la Parrocchia per l’utilizzo di tali locali della Saletta del Teatro e dei locali di Piazza Duomo, ma a prescidere dai doverosi ringraziamenti per ambienti per esempio come quelli della Saletta lo squallore è deprimente quando si entra ed è un luogo alla fine pubblico che dovrebbe essere lo specchio di una amministrazione.Quindi tanto per fare un paragone quando si prendono in esame iniziative che vengono prese e che costano come quelle dei concerti rock che vengono spesi 25000 Euro per tre giorni, sai quante Salette del Teatro ci si metterebbero in ordine e si renderebbero più accoglienti ma non solo per mostre ma anche per convegni…..ed altro ? Allora vedi che non è vero che si tratti di criticare ogni e qualsiasi iniziativa venga presa per segare politicamente le forze che dirigono ed amministrano Chiusi -perchè a parecchi questo passa per la testa- ma a proposito si tratta proprio di una questione di teste e di parallelismi personalistici e vale il discorso che ho fatto precedentemente nei miei interventi che non è una sola cosa che segni il degrado ma tante, tantissime cose insieme che lo determinano. Un altra cosa vorrei dire tanto che siamo nell’argomento.Ma mi dici perchè ai singoli espositori(e questo vale anche purtroppo per gli altri comuni circonvicini )viene concesso dai Comuni stessi lo spazio ma gli espositori si debbono pagare tutto da loro ed il Comune non paga un euro a costoro ? Non mi sembrerebbe un buon metro per promuovere la cultura dal momento che l’occupazione a calendario degli spazi pubblici e soprattutto delle sale dei palazzi al Comune non costa nulla ma osserviamo che è la politica spesso che ha riservato la gestione di tali spazi all’associazionismo che pretende compensi per tutto questo ? Non viene da pensare che si vengano a formare circuiti chiusi riservati agli amici degli amici e che questo si rifletta nella devozione del voto ? Perchè non si dice questo ? E’ scomodo ? Eppure siamo tutti cittadini ed avremmo tutti gli stessi diritti di fronte all’ente pubblico perchè tutti paghiamo le tasse e se c’è qualcuno che volesse usufruire degli spazi pubblici perchè si formano associazioni che poi richiedono compensi e che poi all’ente pubblico costano non poco ? E allora vedi che la situazione è complessa, complessa al punto che la cittadinanza percepisce questo ma di fronte al rapporto cittadinanza- Comune nulla si faccia per cambiare e la situazione diventa semprepiù asfittica, ingarbugliata, gestita da pochi ed è così che si forma il pensiero che siamo amministrati nella maniera che dicevamo.Questi sono problemi non soggettivi ma oggettivi non certo risolvibili con i ”tavoli della cultura” che è bene che mi astenga da nominare molti referenti perchè la maggior parte ritornano nel girone della stessa pentola che dicevamo prima ed anche da coloro legati anche perchè non ne possono fare a meno all’associazionismo. Perchè mi sono spinto a dire queste cose che per me non sono una novità e che ho sempre detto nei miei discorsi sul tuo giornale ? Perchè all’età che ho e non pretendo davvero che le mie siano la fonte di verità colate nel crogiuolo che riceve l’oro fuso, di cose ne ho viste parecchie ed anche ho potuto giudicare quelle che nel tempo hanno reso un servizio alla cittadinanza con messaggi che una volta introitati servano alla gente per distinguere il diritto dal rovescio delle cose e che facciano formare all’interno di essa dei livelli dai quali partire per immaginare e progettare cammini un po’ più alti,oppure quelle che hanno rappresentato uno sperpero di fondi e di energie senza che abbiano valorizzato un bel nulla e che alla gente oggi come oggi non danno nulla che le rimanga dentro. Un esempio : ti ricorderai credo che per ben due volte ho assistito allo spettacolo del ” Polacco deve morire” partorito da te, Lanzani ed altri ? Ci sono ritornato per osservare anche cose e momenti che erano stati più fuggenti nella prima rappresentazione e che ho voluto valutare con più attenzione, segno è che ho colto qualcosa che ho pensato che sia arrivata a segno, soprattutto rivolta ai giovani che di queste cose non ne hanno sentito parlare immaginando anche quale effetto possano produrre all’interno delle loro menti e dei loro animi.Ebbene, ti ho fatto le congratulazioni per la riuscita dell’iniziativa che sò che hai ripetuto davanti ad un pubblico sempre attento ed è così’ che credo si faccia la cultura, ma mi chiedo anche il motivo per il quale una tale rappresentazione non incontri l’iniziativa dell’ente pubblico per incentivare con un minimo di denaro una tale rappresentazione, così come altre di altro genere ed a fine spettacolo si debba richiedere la partecipazione economica al pubblico presente che invece dovrebbe essere il Comune a fornire a chi organizza.Credo sia finito il tempo che i Comuni si avvalgano solo dell’interesse e del piacere personale di singoli per organizzare simili rappresentazioni perchè comunque l’ente pubblico dovrebbe essere il motore di tali iniziative e trovare una forma affinchè queste nel tempo possano continuare non basandosi esclusivamente sul piacere ed interesse dei singoli che le producono, perchè fin’ora succede così nella maggior parte dei casi. E allora vedi che le zone d’ombra sono molte ma se ci fosse l’impegno di tutti i cittadini non assisteremmo alla situazione che parla di disperato bisogno di rivitalizzazione di Chiusi e si creda che la partenza di tutto possa essere l’incentivo di non pagare 6 mesi di affitto. E dopo ? Ma quale film si è visto ?
Carlo, non è che a Chiusi non ci siano eventi rilevanti. Ce ne sono e non pochi, alcuni di qualità assoluta. E c’è anche una certa vitalità culturale. Solo le feste paesane sono – questo non si può negare – di livello inferiore rispetto ad altre della zona; per il resto Lars Rock Fest, Festival Orizzonti, stagione teatrale invernale, ora Zic Book Festival (che comincia oggi), iniziative varie (mostre, presentazioni di libri, incontri, spettacoli una tantum, eventi sportivi) non sono cose banali e mettono in moto un buon numero di persone.
Però – e questo è uno dei problemi principali – Chiusi non riesce a fare squadra, a dare un senso di condivisione degli eventi da parte di tutta la città, a dare un senso di continuità, per cui ogni situazione appare scollegata dalle altre, spesso in concorrenza, mal digerita e mal sopportata da altri; a Chiusi è più difficile fare eventi pubblici, anche per un malinteso rigore burocratico (le norme sono uguali in tutti i comuni, ma in alcni comuni le soluzioni appaiono più semplici ed è il comune stesso a trovarle). E’ per questo motivo che ormai più di 10 anni fa (era il 2012) da queste colonne proponevamo gli Stati generali della cultura. Ovviamente nel ragionamento sarebbero entrati anche il turismo, la questione della fruizione dei siti archeologici e delle strutture culturali, la promozione della città e l’accoglienza per chi viene ad assistere agli eventi… Non c’è stato mai verso di farli. Nè le forze di maggioranza, né quelle di opposizione hanno mai sostenuto quella proposta. Troppo complicato evidentemente mettersi intorno ad un tavolo e discutere seriamente del “che fare” e come farlo. Ognuno ha continuato a coltivare solo il proprio orticello. E la classe imprenditoriale, l’elite culturale non hanno fatto molto per uscire dall’impasse, anzi spesso hanno assecondato il tran tran. La discussione che si sta svilupando qui sul progetto Pop Up ne è specchio fedele.
Per il Sig. LUCA. Leggo adesso e con ritardo l’intervento del Sig. Luca (che sarebbe bene come altri mettesse nome e cognome- e non scada nell’anonimato perchè anche questa è una tipica patologia italiana e chiusina …che mi ricorda tanto lo ”stay behind…di qualche decennio fà ) e quanto a cio che esprime riconosco che sia vero ma innanzitutto vorrei dirgli che il COME, IL QUANDO ED ALTRO lo devono esprimere le forze che governano e che nello stesso tempo debbono accettare anche le eventuali critiche che possano pervenire al loro operato.Cosa vuol dire che il progetto ”Pou Pap” è stato applicato e nasca da organismi regonali ? Lo si sà bene che le realtà non sono euguali ed ogni paese ha una propria pecularità che parte non solo dalle cose che debbano essere valorizzate e che sono generalmente diverse fra paese e paese ma esiste anche un livello di sviluppo di partenza sul quale debbono essere applicate in maniera funzionale le scelte che vengono fatte. Il come ed il quando certo che non è facile a farsi ma l’importante è fare anche chiarezza con se stessi ed organizzarsi per raggiungere degli obiettivi. Una cosa che è stata affrontata nel passato è il problema dei parcheggi con la creazione di quello sotto porta Lavinia che ha dato anche un po’ di respiro alla viabilità dentro il paese ma se dovesse per caso partire un flusso turistico come si possa avere a Città della Pieve (magari lo fosse ! ) credo che anche quello che esiste sarebbe insufficiente.Lo spazio per i parcheggi è essenziale ed è la base per la quale si possa permettere un accesso alle offerte della città che si voglia visitare.Dopodichè dal momento che le mano che riguardano Museo e Tombe Etrusche sono direttamente concernenti le prerogative del Ministero dei Beni Culturali, il Comune si dovrebbe battere CON FORZA per organizzare gli spostamenti per le visite alle Tombe poichè un turista che si ferma a Chiusi non và solo a mangiare pici e brustico ma vuole rendersi conto del patrmonio storico del territorio e visitarlo.
Una organizzazione che sia meno burocratica e più aderente alla realtà potrebbe essere pensata e non credo che possa rappresentare un fatto inarrivabile da parte del Comune, un fatto che certamente ha un costo ma che un turista in genere è disposto a pagare per vedere e rendersi conto dell’entità di un patrimonio culturale che tutti i comuni non hanno. Sono d’accordo con Marco Lorenzoni quando cita il principio che puntare solo sugli etruschi sia una iniziativa concettuale perdente poichè oggi esiste un complesso di cose che possono essere rese frubili complessivamente ed oggi il turismo non è solo mirato agli etruschi nel nostro territorio ma anche al cibo, all’agriturismo ed alla fruizione di spazi naturali.Se poi esiste anche la ricettività che dia sfogo alle esigenze culturali della cittadinanza come locali per mostre e conferenze e che non rappresentino un momento unico della fruizione culturale ma invece una continuità come esiste in qualche modo a Città della Pieve fatta ed organizzata in spazi consoni e arredati decentemente il quadro si completa e si può pensare di partire.Ma per far questo ci voglionio anche i soldi e non basta l’immaginazione perchè è vero quel principio che di cultura si possa campare in un paese come è l’italia.Un esempio spicciolo che mi riguarda e riguarda il mio archivio : mi sono dovuto rivolgere a Città della Pieve per una mostra che farò e che credevo fosse possibile a fine Settembre di quest’anno ma non c’era posto e non c’era posto nemmeno a Natale.Ho trovato posto nei giorni di Pasqua del prossimo anno perchè fosse completamente espletata l’organizzazione espositiva. Si tratta di una mostra fotografica ed oggettistica concernente immagini delle esplorazioni himalayane e dell’Asia in generale dalla seconda metà dell”800 al 1900 con esposizione oggettistica, cartografia originale e libraria d’epoca sul tema, ma quello che è più interessante è il fatto che le foto che ho trovato in Australia e che ho acquistato sono inedite e quindi anche di per se stesse sono interessanti trattando immagini ”fuori circuito”. Ecco, ma per ritornare al discorso precedente io l’ho fatto per puro interesse e piacere ma quando ci sarà tale esposizione un Ente Pubblico si dovrà pure permettere di pensare che tutto questo lavoro così come il lavoro di tante altre persone ognuna con il proprio interesse possa essere almeno per una parte ricompensato dal momento che venga fatto in uno spazio pubblico che esiste e che i costi maggiori sono stati sopportati da chi espone ? Tutto questo sarebbe anche un segnale che potrebbe determinare un aumento della ricettività e sarebbe anche un fiore all’occhiello per i Comuni ma invece vuoi per mancanza di risorse od altro non viene fatto, e quindi ciò che ne esce è il problema delle scelte che sono soprattutto anche politiche visto che le risorse sono limitate e le priorità non debbano essere fatte da scelte a senso unico come spesso succede e succede che vengano assorbite anche queste risorse importanti per un piccolo paese. Ci sarebbero anche tante altre cose da mettere sul piatto della bilancia e che riguardano la cultura come scelta politica ma mi fermo qui. ma questo losò bene è un ritornello che rispunta fuori continuamente mentre molte cose intorno cambiano e le soluzioni diventano sempre più difficili, ma qualche paese ci riesce ed allora perchè non dovrebbe riuscirci Chiusi ? Non dipende forse dalle persone ?
Buongiorno signor Carlo, riguardo all’anonimato, beh, io rispondevo a Francesco, che per quanto mi riguarda è anonimo come me, dato che ce ne saranno mille, di Francesco.
Chi decide dovrà anche essere pronto alle critiche, ma se le critiche sono del tipo “sarà la solita cazzata”, penso si possa già capire lo spessore e l’utilità di queste critiche. La critica deve essere argomentata, civile e soprattutto obbiettiva, non fatta tanto per farla.
A questo proposito, non ho detto che il Pop-up lo ha inventato la Regione, ma che è a livello regionale, intendendo che è stato applicato anche in molti altri comuni toscani. Certo, ognuno ha le sue peculiarità, ma non mi pare ci sia nulla di male nel prendere spunto da idee di altri, se ritenute interessanti. Evidentemente è stata ritenuta un’idea interessante e (relativamente) facile da attuare, dalle forze di governo da lei citate. Ovvio che sono loro a dover dire come, quando e con quali soldi si fanno le cose, ma chi critica dovrebbe dare gli stessi parametri sulle proprie proposte, altrimenti troppo facile dire “così non va bene, dovete fare altre cose” ma poi come farle non ve lo dico perché dovete scoprirlo da soli. Sara mica perché non sono fattibili (o quanto meno non nel breve periodo)??
Per il resto, tutte le altre cose da lei scritte, per essere sintetico (cosa che le manca, se lo lasci dire) mi pare che possano andare tranquillamente di pari passo a questa iniziativa e non sono affatto in competizione, quindi non aggiungono proprio nulla alla critica al Pop-up.
Per il Sig.Luca. Le dò ragione che lei non sia il solo a celarsi dietro l’anonimato e che anche un tal Francesco non si è scoperto ma sarebbe semplice e lo dico a tutti coloro che non si vogliono far scoprire di mettere nome e cognome e se hanno timore di uscire fuori e farsi conoscere innanzitutto ritengo che non sia un buon biglietto di presentazione, e che almeno celi dei motivi più o meno reconditi di far sapere chi pensi in un cert modo e quindi per non far sapere chi sia. Non è la prima volta che mi capita su tale giornale ma come vede io delle mie idee, anche se giustamente come lei dice espresse in maniera prolissa e talvolta anche logorroica le esprimo sottolineando nome a cognome e chi non lo fà-me lo permetta questo- secondo me vuol dire che tema qualcosa e tema soprattutto di farsi riconoscere perchè forse parte da un dato che non è molto consono alla civil democrazia come si suol dire ” il non farsi riconoscere” mentre il sottoscritto mette sempre nome e cognome perchè credo che non abbia nulla da chiedere al contesto politico verso il quale invece si ha timore di apparire, pur serbando le mie idee con le quli mi esprimo. Come lei dice,non ci sarebbe nulla di male il prendere spunto da altre esperienze certamente ma nel caso di Chiusi onestamente -non sò se lo condivida questo- esiste per ogni occasione una levata di scudi da ambo le parti senza spesso badare a come vengano fatte ed intraprese le iniziative. Non sò se lei lo sappia ma a livello politico in Toscana è stata formata tempo addietro una istituzione che s’incarica di fornire la cultura in scala ”prefabbricata” ai Comuni che in maggior parte sono presenziati da giunte monocolore.Iniziative prefabbricate evidentemente a costi amministrativamente ridotti( e questo lo considero una cosa positiva certamente) ma che amministrano la produzione culturale solamente a scopo politico e di segno ben individuabile tant’ evvero guarda caso targate tutte PD e se un Comune decidesse con la propria politica culturale di andare un po’ fuori dal ” recinto” sarebbe tendenzialmente costretto ad affrontare un livello di costi molto diverso, che per molti comuni diventerebbe proibitivo. In soldoni la politica non si dà mai il martello nel piede da se stessa e su questo si scopre l’acqua calda.Le sembra questa una considerazione da lasciar perdere e fuori luogo in una critica che possa essere fatta ad una amministrazine targata come la nostra ? Ma questo sarebbe nulla perchè se lei mi dice che non basti dire che venga fatto questo o quello ma occorre dire anche dove si prendano le sostanze per farlo le dò pienamente ragione ma nei miei scritti precedenti sull’ argomento mi sembrava di aver reso l’idea che spesso ed anche volentieri vengano fatte delle iniziative- ma non solo da adesso ma anche dalle precedenti amministrazioni- che sono costate fior di soldi e che non abbiano attivato nulla nè nel paese nè nei giovani. perchè improduttive dal punto di vista culturale e che hanno risolto i desideri e le spinte degli amici degli amici. Le ho nominato gli esempi prima che mi sono venuti alla mente e basterebbe talvolta confrontarsi anche con le opposizioni per tali iniziative e si vedrebbe che forse la gente condividerebbe molte più cose e molti valori più importanti. Guardi che non rimango nel vago dicendo così perchè il passato ci insegna che la politica culturale a Chiusi si è basata solo sul coinvolgimento di pochi e che invece dovrebbe essere allargata e scevra dalla cooptazione di persone spesso brave e giovani e creative che vengono tirate fuori dal cilindro ad ogni piè sospinto quando servono spesso alla manovalanza in occasione di feste paesane.Se vediamo le risposte che lei si attende dall’iniziativa del ”Pop app” della quale si parla nel Post mi dica lei quali siamo i luoghi dove sia stato dimostrato che sia stata una iniziativa di successo.Come vede a livello verbale tutti dicono cose-in questo caso anche lei che dice che non ci sia nulla di male a seguire altre esperienze-ma le chiedo poi e mi domando allo stesso tempo, quale possa essere l’utilità per lo sviluppo di Chiusi. Io credo che sia bene parlare quando vi siano i fatti e criticarli sia prima che dopo (sempre restando nella correttezza del linguaggio certamente) ma un semplice ragionamento, non prolisso quanto il mio l’ha fatto Giangiacomo Rossi ed alle parole che ha detto credo che ci sia poco da obiettare. Caro Sig. Luca, mi permetta di pensarlo e di scriverlo- forse lei appartiene ad una generazione che ha cancellato dal vocabolario la parola ” interesse” come fanno apparire tanti aspetti della politica mediatica che ci vengono sciorinatii, ma forse ha valutato non con la giusta dose che la presenza di questi sia in ogni angolo della politica stessa e che la tendenza generale non sia quella di allargare a tutta la società la critica e le iniziative ma la tendenza in auge sia quella dell politica fatta per gruppi, gruppi che condividono le stesse pulsioni e le stesse idee ma che nello stesso tempo nutrono sommessamente una idiosincrasia che si rivolge spesso contro ogni forma di contestazione,e questa è manifestatamente una sclerosi che il potere politico fà formare nel tempo a seconda di quanto convenga a gruppi di potere e la maggior parte delle volte questa condizione è talmente sommessa e silenziosa e strisciante che dietro a legittime spiegazioni ed anche contestazioni, assume un ruolo di grande rilevanza nel fatto di amministrare le coscenze. Questo succede sempre più spesso dove sono concentrati e sclerotizzati aspetti di potere anche che amministrano le piccole cose.Ma converrà con me che siamo immersi in un tipo di società che richiede che vi sia questo perchè risponde pienamente alla conservazione.Coloro che sembrano tanto contrari alla critiche e soprattutto premono sempre per il pragmatismo culturale in ogni cosa e manifestazione del pensiero, personalmente li equiparo – ma non per spocchia o per boria o per autoconsiderazione di me stesso delle qual cose ritengo di non contenere nelle mie intenzioni e pensieri- a coloro che raccolgono ciò che cada dalla tovaglia del convento-proprio per la onnipresente presenza del famoso discorso dell’interesse,che oggi culturalmente è merce rara da identificare nella mente delle persone, lo si sà che esiste ma non lo si tiene quasi mai presente.Una volta da tale ragionamento dipendevano tantissime cose ma oggi è merce relegata a mondi lontani che non fanno più parte del nostro modus pensandi. Ed infatti il risultato è quello di subire ogni forma più espressa ed anche larvata del potere. Ma una buona volta non crede anche lei che sarebbe propizio non tanto per se stessi ma soprattutto per gli altri appartenenti ad una società così’ massificata di sciogliere i cani ?
Signor Carlo, per essere breve: quando lei scrive “mi dica lei quali siano i luoghi dove sia stato dimostrato che sia stata una iniziativa di successo”, ovviamente devo supporre che per fare una domanda così lei abbia cercato dei dati in proposito ed abbia riscontrato che l’iniziativa ha fallito dove è stata applicata, giusto? Semmai mi dica dove ha trovato questo riscontro, perché per quel poco che ho sentito dire, dove è stata fatta poi ha avuto un buon seguito. Magari a Chiusi non funzionerà, io di certo non lo posso sapere, ma le critiche fatte mi sembrano solo per partito preso e per un astio di fondo verso le opposte fazioni, che non per motivazioni serie e obbiettive.
Ah, e quando dice che è tutta roba “prefabbricata” a sola targa PD, lo sa che questa iniziativa la fanno, tra gli altri, anche a Grosseto (così, tanto per dire un comune, addirittura provincia, di certo non a guida PD)?
Con questo la saluto, non amo le discussioni infinite. Mi piacerebbe vedere una maggiore collaborazione da parte di tutti e non le solite critiche a scatola chiusa, fatte solo perché “è una iniziativa degli altri quindi va stroncata”.
X il Sig. Luca. Purtroppo per le discussioni infinite l’ho sempre detto che questo è un mio vizio caratteriale e chiedo venia. Ho anche però specificato la necessità di una maggiore collaborazione specialmente sul tema della cultura-se lei ha letto i miei interventi-dandone le motivazioni e le ragioni ed andando a cercare le pecche che secondo me ci sono ed anche specificando quali. Per quanto riguarda l’applicazione del ” Poup Up” è vero quanto dice, ma lei dimentica che ho specificato che per quanto riguarda il possibile sviluppo non ci dovrebbe essere differenza fra destra e sinistra, quindi in questo caso credo che poco c’entri il fatto di Grosseto che è retto da una giunta di destra mi sembra. Tutte gli altri luoghi dove è stato applicata questa scelta che io sappia quali Prato, Montecatini,Livorno e Rosignano sono retti da amministrazioni la cui centralità è rappresentata dal PD ma questo non vuol dire nulla poichè è veramente difficile immegersi nella peculiarità e nella diversificazione di queste realtà e la mia critica- fra l’altro non solo la mia ma anche di altri imprenditori di un certo livello-non mi è sembrata molto favorevole a tale progetto.Mi sembrava inoltre di aver spiegato i motivi e di aver anche ripercorso a ritroso le discrasie che Chiusi ha avuto e spiegandone anche il perchè quindi lungi da me dire che ho espresso giudizi ”a partito preso” perchè ”il partito preso”-semmai e lo vedono tutti – è la situazione in cui versa Chiusi e la difesa di tale politica ! Nemmeno a me sono simpatiche le discussioni infinite ma l’ho detto che il mio è un fatto caratteriale e molti lettori di Primapagina ormai da un bel pezzo se ne saranno accorti ma questo non significa che io desideri ancora l’affossamento di Chiusi che è il paese dove sono ritornato a vivere per supposti e sterili motivi di contrapposizione.Credo che ormai molti mi conoscano ed hanno nel paese conosciuto da dove venga la mia famiglia e quindi non si tratta di contrapposizione ideale preconcetta ma si tratta di opposizione sulla natura delle scelte, per le quali su Chiusi ho più volte criticato la politica della maggioranza sulle pagine di questo giornale.La mia domanda cosa succeda fra 6 mesi ritiene che sia plausibile oppure no di fronte a tale scelta ? Io credo di si e si ricordi quello che ho scritto quando ho parlato del significato delle motivazioni per le quali un comune spopolato con meno di 8000 abitanti e ridotto ad avere forse non più-come Chiusi Città- 300 famiglie non ha materia e struttura sociale su cui appuntarsi per risollevarsi con una simile iniziativa.Queste secondo lei non sono motivazioni ? Poi sicuramente posso sbagliare e solo il tempo ne darà atto e fra l’altro non bisognerà attendere nemmeno molto, perche 6 mesi passano presto per la verifica di tutto ciò.Non solo ho detto anche specificatamente quello che secondo me occorrerebbe fare da parte della maggioranza ma certo che non ho la pretesa che questo sia oro colato, sarei ridicolo. Le sembra che sia un pensiero preclusivo questo e basato su contrapposizione sciocca ? Si ricordi ancora che sebbene -come dicono a Napoli: ” nessuno nasca imparato” quella motivazione dell ”INTERESSE” di cui parlavo in senso generale nei precedenti interventi , specialmente in politica è sempre presente, e allora occorre andarci con i piedi di piombo ed io non me la dimentico mai nelle mie chiamiamole ” elocubrazioni” ma ci contemplo tutti, nessuno escluso ed anche mi firmo con nome e cognome perchè credo a quello che dico.Poi logicamente mi posso sbagliare ma come lei avrà capito credo, e ritenendomi di sinistra se devo dire e scrivere quello che penso, lo faccio senza remore e timori sempre e comunque cercando di rimanere all’interno del consentito con educazione ed etica, perchè non devo nulla a nessuno come invece in molti paesi del nostro circondario ma anche in tutta l’Italia succeda quasi sempre il contrario.
Le parrà strano ma anche se ho mantenuto diciamo una ” ideologia comunista” tengo alla libertà, perchè credo che chi sia aperto a questa e per se stesso, capisca che necessita anche quella degli altri e contro ogni forma di potere, che alla fine è sempre quello economico. Molto spesso coloro che nei tempi addietro ma anche oggi-anzi questi aumentano di numero – hanno parlato di prevalenza di libertà nei nostri contesti sono coloro i più larvatamente asserviti al potere di qualunque colore e questo in me provoca ostracismo non preconcetto ma ne ho sempre cercato di spiegarne le ragioni. Chiedo venia per lo sfogo e la saluto.