CHIUSI: PARTE POP UP, UNA SORTA DI PIANO MARSHALL PER RILANCIARE IL CENTRO STORICO

martedì 17th, settembre 2024 / 17:07
CHIUSI: PARTE POP UP, UNA SORTA DI PIANO MARSHALL PER RILANCIARE IL CENTRO STORICO
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CHIUSI – Dopodomani, Giovedì 19 settembre, il Comune presenterà il “progetto Pop Up”. Ovvero un progetto pilota per il rilancio del centro storico, attraverso la riapertura temporanea e simultanea di attività commerciali, artigianali e culturali e ricerative, in alcuni locali sfitti e inutilizzati, messi appositamente a disposizione. L’evento di terrà alle ore 18 in via Porsenna 71, in uno dei locali oggetto della sperimentazione. I locali in questione sono dislocati tra via Porsenna, appunto, via Baldetti e strade limitrofe. Chi li riaprirà potrà usufruire di una agevolazione: il canone di affitto gratuito per 6 mesi. Che di questi tempi non è poco. Ma purtroppo non è detto che basti. Nel centro storico di Chiusi, fino ai primi anni 2000 (cioè venti anni fa) c’erano diverse decine di negozi, botteghe e laboratori artigiani. Oggi le attività presenti sono ridotte al lumicino. A parte qualche ristorante c’è rimasto ben poco anche sul piano dei servizi.

Quindi ben vengano iniziative che provano a ristimolare l’iniziativa imprenditoriale e a ricreare un clima favorevole a reinsediare attività nel nucleo antico della città. Il progetto Pop Up insostanza è un “patto” che il Comune sta provando a stipulare  tra i proprietari dei fondi sfitti e chi ha voglia di provare a riprire qualche attività. Una cosa del genere l’hanno già fatta altrove. E fu fatta anche a Chiusi appena dopo la Liberazione, nel 1944-45,  quando la città doveva spalare le macerie della guerra e provare a ripartire. Allora Chiusi era una città in ginocchio, più di adesso. Nel centro storico gli edifici erano distrutti o inutilizzabili per il 90%. Le vecchie fabbriche che avevano resistito alla crisi del ’29, spazzate via delle cannonate e dai bombardamenti… Via Porsenna era stata “minata”, come altre strade. Di case in piedi ce ne erano rimaste poche. A Chiusi Scalo, la situazione non era migliore. Le foto giganti posizionate in piazza Dante, davanti alla stazione, e ancora visibili,  mostrano come era ridotta Chiusi appena dopo il passaggio del fronte. Ebbene in quella situazione il sindaco Luigi Romanini, il vicesindaco Bruno Donati e altri esponenti politici per lo più socialisti e comunisti (Cesare Paolucci, Pietro Tiradritti, ma anche Loris Scricciolo, Orfeo Bardini, Azelio Tistarelli…) proposero un “patto” ai proprietari dei fondi non distrutti e utilizzabili, affinché fossero messi a disposizione di commercianti e artigiani e di chiunque volesse intraprendere una qualche attività per ridare fiato all’economia, reddito alle famiglie e servizi alla popolazione…

Oggi Chiusi non è bombardata, ma è una città desertificata, che via via nel corso degli ultimi 20 anni ha perso punti di riferimento e certezze, ha visto impoverirsi anche quelle che sembravano fortezze inespugnabili, come la Stazione ferroviaria, le scuole superiori, il Monte dei Paschi e la banca locale… Ha visto i supermercati spostarsi fuori città, a Querce al Pino, a Po’ Bandino (che è anche fuori comune), ha visto chiudere una doo l’altra gran parte delle botteghe artigiane e dei negozi, comprese le boutiques alla moda sorte intorno alla metà degli anni ’80…

Provare a inventarsi qualcosa per ripartire è necessario e doveroso. Il progetto Pop Up che dovrebbe essere replicato anche allo Scalo, può essere uno di questi tentativi. Una sorta di Piano Marshall per rilanciare la città vecchia…

Resta il dubbio che abbia basi debolucce e che dopo i 6 mesi a canone gratuito le attività riaperte possano richiudere i battenti di nuovo. Se non si ricrea un tessuto connettivo e un circuito virtuoso e di fiducia, non sarà facile ottenere risultati tangibili…

Perché è la gente che richiama la gente e Chiusi purtroppo oggi, è una città senza gente in giro. I turisti ci sono – più degli anni passati – ma sono ancora troppo pochi e quasi non si notano; la gente del posto non esce più di casa e quando esce va altrove. Bisognerebbe che i chiusini per primi si riabituassero – lo abbiamo scritto tante volte – a vivere la città, a frequentare i bar i ristoranti, i negozi, i giardini, i musei e anche gli eventi, tutti però, non solo “ognuno i suoi”. Questo ragionamento vale sia per il centro storico che per Chiusi Scalo. Per esempio, nel prossimo week end 20-22 settembre ci sarà a Chiusi Città lo ZIC BOOK FESTIVAL, un festival letterario con presentazioni di libri, incontri con autori, mostre d’arte, happening vari, con appuntamenti a tutte le ore del giorno e per tutti i gusti. Ci auguriamo che i cittadini di Chiusi siano i primi a cogliere l’occasione. Poi, il fine settimana successivo ci sarà anche la Festa dell’Uva e del Vino, ma quella è un’altra storia.  Quando si mangia e si beve la gente è più facile vederla…

m.l.

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