CAMBIA IL CLIMA E C’E’ CHI PROVA A FARE IL VINO A 1.100 METRI SULL’AMIATA

lunedì 02nd, settembre 2024 / 17:20
CAMBIA IL CLIMA E C’E’ CHI PROVA A FARE IL VINO A 1.100 METRI SULL’AMIATA
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E poi dicono che il cambiamento climatico è una invenzione. Se trent’anni fa qualcuno ci avesse detto che si poteva fare il vino a più di 1.000 metri, sulle pendici del Monte Amiata, ci saremmo messi a ridere. E’ vero che in Piemonte, in Valle d’Aosta, in Trentino si fanno vini “in altura”. Ma il Monte Amiata è in Toscana, non sulle Alpi. E’ in mezzo alla Maremma da un lato e la Val d’Orcia dall’altro. Due territori belli e suggestivi, oggi anche molto celebrati, ma storicamente assolati e desolati… Fatti di crete aride e macchia mediterranea. Eppure c’è chi ci ha provato e ci sta riuscendo a fare il vino d’altura sull’Amiata.  C’è infatti una azienda giovane, nata nel 2019, che ha impianato un vigneto di 2 ettari che a breve sarà esteso ad altri tre… L’azienda in questione prima si occupava della produzione di mirtilli. Adesso ci sta pravando con l’uva e il vino. Dove? nel territorio di Santa Fiora, sulla strada che porta a Piancastagnaio. Versante grossetano dell’ex vulcano, ma dove si scende verso il senese. Uno dei titolari dell’azienda è di Montalcino e da lì Montalcino non è poi tanto lontana. Da Santa Fiora a Castel del Piano sono meno di 15 minuti di auto… Da Castel del Piano a Sant’Angelo scalo altri 17 km e un altro quarto d’ora al massimo… Sant’Angelo Scalo è già comune di Montalcino ed è zona dei vigneti del Brunello. La diferenza sta tutta nell’altitudine.  Sopra i 500 metri la coltivazione della vite è ufficialmente già considerata di montagna. In questo caso siamo a 1.100 metri s.l.m. Qualcuno questo tipo coltivazioni le chiama “eroiche” come la corsa ciclistica “vintage” che riportato in auge le terre di Siena anche per ciò che riguarda uno sport popolarissimo come il ciclismo e ha creato un indotto turistico tutt’altro che trascurabile.
Molti produttori stanno cercando angoli di territorio sempre più in alto per contrastare gli effettiil cambiamento climatico e trovare clima più fresco, per evitare i problemi legati alla siccità… Però tutto ciò comporta anche dei rischi: quello di gelate primaverili è molto alto, per esempio. Poi c’è quello di morte della vite per temperature troppo rigide in inverno. Infine c’è il tema legato alla tipologia del prodotto, in questo caso il vino. Rispetto a vini corposi di zone più basse della Maremma e della Val d’Orcia il vino di montagna dell’Amiata ha o avrebbe caratteristiche diverse: meno alcol, maggiore “leggerezza”. Insomma un vino in linea con nuovi standard internazionali, magari meno adatto ad accompagnare cinghiale, tartufo, pecorino e salame e più adatto alla moda degli aperitivi. Va detto che anche trent’anni fa, quando alcuni vinerons di scuola francese impiantarono per la prima volta vigneti (gamay) a Castiglioncello del Trinoro (Sarteano) e nel cuore della Val d’Orcia furono presi per matti. Oggi le loro produzioni funzionano ed è nato pure un marchio dei vini dell’Orcia. La scommessa di impiantare vigneti a 1.100 metri può sembrare ardita. Ma il clima è quello che è,  adesso si vendemmia già a fine agosto, un mese prima di 30 anni fa…
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