SABATO 31 “LO STRANIERO” A CITTA’ DELLA PIEVE, ULTIMA REPLICA DELL’ESTATE

giovedì 29th, agosto 2024 / 12:15
SABATO 31 “LO STRANIERO” A CITTA’ DELLA PIEVE, ULTIMA REPLICA DELL’ESTATE
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Primapagina è e resta un giornale. Non è una compagnia teatrale, ma il reading “Lo straniero. Il Polacco deve morire” che abbiamo messo su, come contribito del giornale alle celebrazioni per l’80esimo anniversario della Liberazione del territorio dall’occupazione nazista e dalla dittatura fascista, sta girando da giugno, per tutti  paesi della zona.

Sono state fatte 7 repliche (a Villastrada, a Chiusi città e Chiusi Scalo, a Chianciano, a Fonte Vetriana, nel comune di Sarteano, laddove i partigiani protagonisti della storia che si racconta avevano il loro quartier generale, una emozione in più. Forte) e sabato 31 ci sarà l’ottava. A Città della Pieve. L’appuntamento è alle 18,15 nel chiostro di Palazzo Orca, nel cuore del centro storico.

L’iniziativa è sostenuta dal Comune di Città della Pieve, dalla Pro Loco Associazione Turistica Pievese, dalle associazioni Art.21 e Arci Note e, come sempre, dall’Anpi. Per questa estate che si avvia a concludersi sarà l’ultima rappresentazione. Poi se ne riparlerà, se mai,  in autunno. Quindi chi avesse perso le puntate precedenti ha un’occasione ancora per assistere alla “ballata per voce narrante e chitarra” sulla storia dolorosa e controversa di Joseph Klucine, detto il polacco,  disertore della Wermacht, poi partigiano combattente sul Monte Cetona, finito male. Malissimo.

Fino ad ora, in tutte le piazze in cui è stato presentato (piazze pubbliche, location evocative cone quella di Fonte Vetriana oppure alle Feste de l’Unità) il reading ha suscitato interesse, ma anche emozioni. Lacrime in molti casi. La storia è una di quelle che fanno male. Ma la narrazione di Alessandro Lanzani e la voce e la chitarra di Dario Perini la rendono avvincente come un film. Qualcuno l’ha paragonata ad un film western, tipo “Butch Cassidy” con Newman e Redford, altri ad un romanzo noir, con lati oscuri, in realtà è solo una storia vera, successa 80 anni fa in questo territorio, tra Chiusi, Sarteano, il Monte Cetona, la Valdorcia.

Ottanta anni sembrano tanti, quasi un secolo, ma molti di noi i protagonisti di quella storia li hanno conosciuti. Qualcuno è morto di recente, comunque negli ultimi 10-15 anni…  Quei ragazzi che avevano 20 anni nel ’43-44 oggi avrebbero 100 anni, in vita ne sono rimasti pochissimi, forse nessuno, ma si tratta della generazione dei genitori di chi oggi ha 60-70 anni, dei nonni di chi ne ha 30-35…

I pievesi, sabato, si sentiranno raccontare una storia che non è pievese, ma non è neanche lontana dal punto di vista territoriale. Si parla di fatti avvenuti a 10-15 massimo 30 km di distanza dalla città del Perugino, che Chiusi ce l’ha a a due passi e da Sarteano, per decenni, ha ricevuto l’acqua del pubblico acquedotto.

Per noi di primapagina, Città della Pieve è una seconda patria. Giochiamo sostanzialmente in casa. Tutti gli spettacoli allestiti nel corso degli anni sono stati presentati anche a Città della Pieve. Una tappa obbligata e sempre piacevole, perché Città della Pieve risponde sempre presente. Spesso con entusiasmo.

Quella che si racconta ne “Lo Straniero” è una storia partigiana, e anche nei dintorni di Città della Pieve (precisamente sui monti Pausillo e Petrarvella e nella valle dei “Tre Mulini”) operò una brigata di ribelli nei nove mesi tra l’8 settembre del ’43 e il giugno del ’44: la Brigata Risorgimento che ebbe come comandanti politici Solismo Sacco (poi sindaco di Città della Pieve) e i fratelli Alfio e Alvaro Marchini, quelli che diventati famosi costruttori romani regalarono il palazzo di Botteghe Oscure al Pci. Erano moianesi d’origine, come Sacco. Erano anche comunisti ed ebbero contatti, ma anche dissapori e divergenze con la Brigata Si.Mar che operava sul Monte Cetona e in Valdorcia. C’è un filo rosso che lega i due territori in quei mesi terribili.

E tra le varie connessioni c’è anche quella del nucleo di GAP (Gruppi di Azione Patriottica) chiusini, che facevano azioni di sabotaggio nei confronti dei tedeschi e annoveravano anche partigiani umbri, soprattutto ferrovieri in forza alla stazione di Chiusi. Due di essi, residenti nel comune di Panicale, una notte riuscirono ad aprire un vagone piombato fermo sui binari e a liberare alcune persone rastrellate a Roma e avviate ai campi di concentramento e di sterminio in Germania. Fu solo un’azione dettata da un moto d’umanità, come hanno sempre raccontato, rifiutando di essere considerati eroi, o un’azione gappista? La risposta non c’è. Il dubbio rimane. Comunque sia fu un’azione certamente eroica. E molto rischiosa.

Insomma anche a Città della Pieve, come a Chianciano, a Chiusi, a Villastrada e a Sarteano, la storia de “Lo Straniero” può essere considerata una storia del luogo. E a noi piace raccontarla perché le storie vanno raccontate tutte, anche quelle dolorose, e perché è una storia universale che potrebbe essere successa ovunque. E’ la guerra che è così, sempre e ovunque. E’ la guerra che acceca e mette gli uni contro gli altri, anche quando hanno la divisa o il fazzoletto dello stesso colore. E parlarne, di cosa è la guerra, male non fa.

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