E LA GIOVANE ELLY MI SCIVOLO’ SUL PERSONAL SHOPPER…

venerdì 28th, aprile 2023 / 14:45
E LA GIOVANE ELLY MI SCIVOLO’ SUL PERSONAL SHOPPER…
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Dalle nostre parti si direbbe “si è cotta un uovo” la segretaria del Pd Elly Schlein a dire in una intervista a Vogue, che per decidere come vestirsi lei si affida ad una “armocromista”, cioè ad una consulente che si fa pagare anche 300 euro l’ora per consigliarti l’abbinamento del maglioncino coi pantaloni e il trench..  Non sia mai che una sbagli il colore. Poi che direbbero i portuali di Genova, tutti notoriamente appassionati lettori di Vogue? Si sa, i portuali di Genova, gli operai di Porto Marghera, o quelli della Lodovichi di Chiusi Scalo sono più fru fru dei mercenari del battaglione Azov che invece leggono Kant…

Anche quel coglione di Abubakar Soumahoro, quando gli beccarono la moglie che coi soldi per l’assistenza ai migranti si comprava vestiti e borse griffate, disse “che il diritto al lusso” è sacro e inviolabile… e lui faceva pure quello che va in parlamento con gli stivali da bracciante agricolo. Non ci fece una gran figura.

Elly è di famiglia benestante, che si vesta bene non è uno scandalo. Diciamo pure che è normale. Che però paghi una “armocromista” per farsi consigliare l’abbinamento dei colori è cosa diversa. Significa che anche lei, la combattiva Elly, la nuova Giovanna d’Arco del Pd, considera la politica una questione di look. Non di idee. Infatti di idee finora ne ha tirate fuori poche. Sul look invece, a quanto pare, è stata molto attenta e puntuale.

Per carità non è la prima che anche a sinistra tradisce un’attenzione particolare verso l’outfit come si dice adesso…

D’Alema, quando era in auge, scivolò sulle scarpe di lusso da più di 1000 euro al paio… E che, mica quando scendi dallo yacht puoi indossare mocassini comprati da Bata… via.. Bertinotti veniva preso per il culo da Guzzanti (e non solo da Guzzanti) per i maglioncini di cashemere e la giacche di tweed stile british cui sembrava molto affezionato, tanto da farne il suo outfit d’ordinanza…  Matteo Renzi sdoganò la camicia bianca con le maniche rovesciate su jeans o pantaloni blu. Tutti i comizi e le kermesse – lui adorava le kermesse – le faceva vestito allo stesso modo, un look che piaceva molto anche ai suoi adepti. Anche a Scaramelli e Bettollini… che poi strada facendo se ne affrancò. Sembrava una divisa, come quella dei venditori di Mediolanum.

Nel settembre scorso, quando venne a Chiusi per un comizio elettorale, Elly Schlein si presentò anche lei in pantaloni blu e camicia bianca (foto in alto). Alla Renzi, insomma… A noi non dispiacque in quell’occasione tanto che il giorno dopo titolammo: “Scalda le piazze, ha le idee chiare: e se dopo il voto il Pd si affidasse a Elly Schlein?”. Fatto! verrebbe da dire. Come diceva sempre Renzi. Fin troppo facile fare i profeti, quando in giro c’è solo un mare di nulla. Vedi Letta o Bonaccini.

Non ci era dispiaciuta neanche quella sua dichiarazione – outing – sulla sua relazione con un’altra donna. “Sono una donna, amo un’altra donna, non sono una madre, ma non per questo sono meno donna!” gridò, per rispondere a distanza all’urlo di Giorgia Meloni davanti ad una platea di neofascisti spagnoli…

Ci ha fatto anche piacere che abbia vinto lei le primarie del Pd. Almeno è una faccia un po’ più nuova anche se non nuovissima, e sebbene avesse oltre che per il look una particolare predilezione anche per la candidature.  Non si può avere tutto, bisogna anche sapersi accontentare.

Questa cosa dell’armocromista però la fa apparire non una ragazza trendy, non ci sarebbe niente di male, ma un prodotto della politica-spettacolo, della politica che cerca il glamour per bucare lo schermo, piuttosto che la forza di qualche concetto su cui mobilitare la gente. Una politica che è più fumo che arrosto, più scatola che contenuto, uso appropriato del vocabolario per dire poco o niente.

E anche le foto che corredano l’intervista su Vogue Italia, tutte patinate e glamour, frutto di un preciso lavoro di un team di professionisti, nelle quali Elly Schlein appare elegante e in pose studiate, non depongono a favore. Segnano un “salto” rispetto all’immagine di sé giovanile e informale, a volte quasi trasandata, con cui la stessa Schlein si è presentata agli elettori prima delle primarie Pd. Enrica Chicchio, l’ormai famosa “armocromista” di Elly, il salto lo ha pure spiegato su Repubblica: “Elly non ha un look da centro sociale. Abbiamo sostituito l’eskimo con un trench di taglio sartoriale”. Oh yes, direbbe Jannacci. Quell’abbiamo significa che è una cosa concordata. Studiata a tavolino. Chissà quante riunioni avranno fatto per decidere quel “taglio sartoriale”… E mica la segretaria del Pd può metter su un impermeabilino della Upim.

Insomma anche Elly, la nuova star della sinistra di cashmere, morbida come il cashmere, non si discosta da questa deriva della politica. Nel 2018 a farsi fotografare e intervistare da una rivista glamour, “la rivista più autorevole per uomini di successo” fu Maria Elena Boschi: “Niente trucco o quasi, look studiatamente casual, sguardo che vuole essere intrigante davanti all’obiettivo di Oliviero Toscani. Maria Elena Boschi fa la modella per un giorno nel servizio pubblicato oggi dall’edizione italiana della rivista Maxim, che dedica all’ex ministra e sottosegretario la copertina del magazine” così scriveva il quotidiano Il Tempo. Che definì quegli scatti “un’operazione simpatia in salsa glamour informale” della fedelissima di Renzi. Qualcuno storse il naso. Qualcuno pubblicò dei ‘meme’ sui social…

Siamo alle solite Calimero…  Qui cambiano le stagioni, cambiano anche i dirigenti, ma alla fine sempre lì si va a cadere. Confrontare le due interviste/foto di Maria Elena Boschi a Maxim e di Elly Schlein a Vogue e trovate le differenze. Un cioccolatino a chi ne trova più di due. Ma non doveva essere un nuovo corso? Una ripartenza da idee e valori diversi?  Anche il tipo di testate la dice lunga: un tempo i segretari del partito più importante della sinistra le interviste le rilasciavano a Rinascita o magari al Corriere della Sera, quando proprio volevano dare un tocco di glamour per farsi leggere anche dai frequentatori dei salotti buoni… 

Adesso è cambiato il mondo. E quei vestiti da grandi magazzini che portava Berlinguer fanno sorridere.

Renzi e i renziani sono ormai fuori dal Pd, qualcuno se n’è andato proprio in questi giorni perché ritiene la linea Schlein troppo estremista e radicale (vedi i toscani Borghi e Marcucci). In effetti molto “radical” nel senso che al termine radical danno gli americani (Elly ha passaporto Usa) e anche molto “chic” però. Più chic che radical. Almeno a giudicare dai prezzi dichiarati dalla personal shoppers della segretaria, che essendo molto impegnata si deve far aiutare nelle compere. Pagando naturalmente. Se no poverina non ce la fa.

Comunque inutile fare gli schizzinosi… confessatelo: chi al giorno d’oggi non ha il personal shopper e la armocromista? Se una è impiegata o pensionata, o commessa alla Coop non ha diritto ad un look glamour e armonico nei colori?

m.l.

 

 

 

 

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