CONGRESSO PD, IL SILENZIO ASSORDANTE DEI DIRIGENTI LOCALI. LA DISCESA IN CAMPO DEL “PARTITO DEI SINDACI”, MA PER FARE COSA?

mercoledì 04th, gennaio 2023 / 16:02
CONGRESSO PD, IL SILENZIO ASSORDANTE DEI DIRIGENTI LOCALI. LA DISCESA IN CAMPO DEL “PARTITO DEI SINDACI”, MA PER FARE COSA?
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CHIUSI – E’ strano e assordante il silenzio totale dei dirigenti e degli organismi locali sul Congresso del Pd. Che tutti definiscono di “rifondazione”, dopo la batosta elettorale del 25 settembre. Su che tipo di rifondazione debba essere nessuno ha fornito spiegazioni. Solo qualche generica battuta sulla “forma partito”, niente invece sull’obiettivo strategico. Sul “per fare cosa”. Già il Pd è stato una “rifondazione” di ciò che c’era prima. E l’operazione non è che sia venuta tanto bene. Ha sancito solo una sorta di mutazione genetica di quello che era il mondo ex Pci-Pds-Ds, che si progressivamente è democristianizzato, nonostante tutti abbiano continuato a definire il Pd un “partito di sinistra”. Non a caso ha fatto notizia, nei giorni scorsi l’appoggio della corrente che fa capo a Dario Franceschini a Stefano Bonaccini, uno dei candidati alla segreteria. Perché? perché la corrente di Franceschini è considerata la più “potente” all’interno dei Dem. E Franceschini viene dalla ex Dc. Non dal mondo ex Pci…
Dicevamo del silenzio a livello locale: nessuna dichiarazione, nessuna presa di posizione, nessun appuntamento per discutere del “progetto politico” o delle candidature a segretario. Niente di niente, come se la cosa non riguardasse i circoli, gli iscritti, i militanti e gli elettori del Pd. Il segretario senese Valenti si è schierato con Elly Schlein, dichiarandosi dispiaciuto per non poter appoggiare Gianni Cuperlo, al quale è sempre stato piuttosto vicino. E in un certo senso Valenti ha dettato la linea ai dirigenti locali, che però rimangono tutti sottocoperta. E questo non aiuta neanche coloro che per conto del Pd debbono governare i comuni…

Come spesso è accaduto, negli ultimi 30 anni, anche stavolta torna a far capolino, tra le correnti più o meno organizzate, anche quella del cosiddetto “partito dei sindaci” che sta ottenendo spazio nei talk show televisivi, a sostegno di Bonaccini. Gori di Bergamo, Nardella di Firenze, Ricci di Pesaro, De Caro di Bari… Tutti con il governatore dell’Emilia Romagna, quasi a dire che il Pd che tutti i giorni sta al pezzo, in trincea e si misura con il governo delle città e dei paesi vuole andare sul concreto… senza voli pindarici (Schlein) o ritorni ai tempi dei Ds (Cuperlo)… Paola De Micheli, altra candidata, sembra più un soprammobile che una concorrente vera.

Il partito dei sindaci esiste nella realtà da molto tempo. Ed è  vero che in qualche modo costituisce la “prima linea” dell’esercito Pd, la più esposta da un lato e la più vicina ai cittadini dall’altro. Ma è vero anche che il partito dei sindaci (o degli assessori) è allo stesso tempo il frutto della debacle e del declino progressivo della politica, del passaggio nefasto dal soggetto collettivo (il partito) al soggetto individuale (il front man, l’amministratore), è il frutto cioè del fenomeno della progressiva personalizzazione della politica, della ricerca del consenso sulla persona e non su un’idea, un progetto, una visione del mondo…

Ormai, questa deriva ha preso il sopravvento e “anche nell’ex sinistra, il personalismo è diventato ideologia e la cosiddetta classe dirigente più che pensare agli avversari esterni pensa ai “nemici” interni. Si costruiscono così dispute fatte in casa, che hanno un punto di convergenza: impedire ad altri di entrare nel cerchio degli eletti”. Così si legge sulla pagina facebook “Amici di Ciuenlai” e la fotografia è perfetta.
E il “partito dei sindaci” viene utilizzato (o agitato come uno spauracchio) di volta in volta come una clava, in qualche caso per far fuori qualcuno (ricordate la diatriba sulla supremazia della politica rispetto all’uomo solo al comando, quando nel 2021 fu defenestrato il sindaco di Chiusi Bettollini?), in altri casi per tirare la volata a qualcun altro… E’ un po’ come la famosa pelle dei…  che dove la tiri va…
Il congresso del Pd finora non ha prodotto un solo spunto di discussione tangibile su qualcosa che si dovrebbe fare urgentemente. Il Pd, invece di dire chiaramente ai cittadini cosa farebbe al posto della Meloni, di Piantedosi, di Salvini, di Valditara, di Nordio, ora che li vediamo alla prova, si balocca e fa finta di discutere sul segretario, tra Schlein e Bonaccini, che poi fino a tre mesi fa erano Presidente e vicepresidente della stessa regione… Che differenze ci saranno mai tra i due?
Non si è sentita un minimo di autocritica sugli errori tattici e strategici compiuti da Letta e dal gruppo dirigente attuale, che ha perso su tutta la linea… Sembra quasi che nel Pd, i segretari e i dirigenti locali pensino che più stanno fermi e zitti, più dureranno e più potranno sperare in qualche strapuntino domani…
La situazione – con i post fascisti al governo, che non si vergognano nemmeno a celebrare la nascita del Msi, partito costituito dai reduci della Repubblica di Salò – è tragicomica. Si ha l’impressione che il congresso Pd interessi più a gente come noi (che non ha mai votato Pd) che agli esponenti del partito. Certo, per i sindaci di questo territorio, che sono in gran parte espressione del Pd, non deve essere facile governare con un partito così alle spalle. Come stare in prima linea sapendo che dietro non hai nessuno… E anche il partito dei sindaci, in zona non è che stia facendo molti proseliti. Ad oggi, tra i sindaci del comprensorio, nessuno si è iscritto…
m.l.
Nelle foto: in alto Bonaccini, Schlein e Cuperlo (Il fatto quotidiano)
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