SABATO 5 NOVEMBRE, TUTTI A ROMA PER LA PACE: CESSATE IL FUOCO E NEGOZIATO SUBITO!

venerdì 04th, novembre 2022 / 12:11
SABATO 5 NOVEMBRE, TUTTI A ROMA PER LA PACE: CESSATE IL FUOCO E NEGOZIATO SUBITO!
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Domani 5 novembre a Roma per gridare Pace! e per il cessate il fuoco immediato e l’avvio di una negoziato che metta tolga la parola alle armi e faccia parlare le diplomazie. “La minaccia nucleare incombe sul mondo. È responsabilità e dovere degli stati e dei popoli fermare questa follia. La guerra ingoia tutto e blocca la speranza di un avvenire più equo e sostenibile per le generazioni future. Condanniamo l’aggressore, rispettiamo la resistenza ucraina, ci impegniamo ad aiutare, sostenere, soccorrere il popolo ucraino, siamo a fianco delle vittime. Siamo con chi rifiuta la logica della guerra e sceglie la nonviolenza. L’Italia, la Costituzione, la società civile ripudiano la guerra. Insieme esigiamo che le nostre istituzioni assumano questa agenda di pace e si adoperino in ogni sede europea ed internazionale per la sua piena affermazione” questo l’appello lanciato dalla Cgil che richiama l’articolo 11 della Costituzione. In piazza nella capitale ci saranno certamente coloro che sono contro l’invio di armi, perché più se ne mandano e più la guerra andrà avanti e più morti farà, da una parte e dall’altra. E più armi si inviamo, più alto è il rischio di una escalation fino al crash nucleare. Forse saranno in maggioranza, ma per una volta, insieme a loro manifesteranno anche movimenti, partiti, associazioni e cittadini che invece, a vari livelli, hanno votato o sostenuto (e tutt’ora sostengono) la necessità dell’appoggio militare alla resistenza ucraina. Come dice anche la Cgil si può rispettare la resistenza ucraina, ma nello stesso tempo chiedere il cessate il fuoco e l’avvio di una fase negoziale. Si può provare a far sì che il grido e la parola PACE siano più forti del rumore degli spari, dei carriarmati e delle bombe…

“Siamo spaventati da un mondo sempre più violento e guerriero. Per questo non possiamo rimanere fermi. Alcuni diranno che manifestare è inutile, che ci sono problemi più grandi e spiegheranno che c’è sempre qualcosa di più decisivo da fare. Desidero dirti, chiunque tu sia – perché la pace è di tutti e ha bisogno di tutti – che invece è importante che tutti vedano quanto è grande la nostra voglia di pace. Poi ognuno farà i conti con se stesso. Noi non vogliamo la violenza e la guerra. E ricorda che manifesti anche per i tanti che non possono farlo. Pensa: ancora nel mondo ci sono posti in cui parlare di pace è reato e se si manifesta si viene arrestati! Grida la pace anche per loro!” così scrive ad esempio il cardinale Matteo Zuppi arcivescovo di Bologna e Presidente della Cei il quale ricorda in una lettera aperta “quanti muoiono drammaticamente a causa della guerra”. “I morti non sono statistiche, ma persone. Non vogliamo abituarci alla guerra e a vedere immagini strazianti. E poi quanta violenza resta invisibile nelle tante guerre davvero dimenticate. Ecco, per questo chiediamo con tutta la forza di cui siamo capaci: Aiuto! Stanno male! Stanno morendo! Facciamo qualcosa! Non c’è tempo da perdere perché il tempo significa altre morti!”

“Il dolore diventa un grido di pace“, scrive ancora il cardinale Zuppi citando Don Tonino Bello: “La pace è un cammino. E per giunta un cammino in salita”…  il mondo non può vivere senza pace… Non aspettiamo una tragedia peggiore. Cerchiamo di percorrerle noi le strade della pace, per primi, perché altri abbiamo il coraggio di farlo. Facciamo capire da che parte vogliamo stare e dove bisogna andare. E questo è importante perché nessuno dica che lo sapevamo, ma non abbiamo detto o fatto niente”. Il presidente della Cei, insiste: “Non è realista chi scrolla le spalle e dice che tanto è tutto inutile. Noi vogliamo dire che la pace è possibile, indispensabile, perché è come l’aria per respirare. E in questi mesi ne manca tanta. È proprio vero che uccidere un uomo significa uccidere un mondo intero”. E qui cita Bob Dylan. E Guccini:  “E allora quanti mondi dobbiamo vedere uccisi per fermarci? Quante volte devono volare le palle di cannone prima che siano bandite per sempre? ». «Quante orecchie deve avere un uomo prima che possa sentire la gente piangere?». «Quante morti ci vorranno finché non lo saprà che troppe persone sono morte? ». «Quando sarà che l’uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare? »

E’ accorata la lettera aperta del cardinale Zuppi che invita a manifestare domani a Roma e non si limita a citare la guerra in Ucraina, ma parla di “tanti pezzi di un’unica guerra mondiale”…   “Le morti – scrive – sono già troppe per non capire! E se continua, non sarà sempre peggio? Chi lotta per la pace è realista, anzi è il vero realista perché sa che non c’è futuro se non insieme. È la lezione che abbiamo imparato dalla pandemia. Non vogliamo dimenticarla. L’unica strada è quella di riscoprirci “Fratelli tutti”…  Chiedere pace non significa dimenticare che c’è un aggressore e un aggredito e quindi riconoscere una responsabilità precisa. Papa Francesco con tanta insistenza ha chiesto di fermare la guerra. Poco tempo fa ha detto: «Chiediamo al Presidente della Federazione Russa, di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e di morte e chiediamo al Presidente dell’Ucraina che sia aperto a serie proposte di pace».

Nella sua lettera aperta il cardinale Zuppi si fa portavoce di un messaggio politico: “Chiediamo al Segretario Generale delle Nazioni Unite di convocare urgentemente una Conferenza Internazionale per la pace, per ristabilire il rispetto del diritto internazionale, per garantire la sicurezza reciproca e impegnare tutti gli Stati ad eliminare le armi nucleari, ridurre la spesa militare in favore di investimenti che combattano le povertà. E chiediamo all’Italia di ratificare il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari non solo per impedire la logica del riarmo, ma perché siamo consapevoli che l’umanità può essere distrutta”. Chissà se il ministro della difesa Crosetto, già manager e lobbista di aziende pubbliche e private che producono e vendono armi da guerra sarà d’accordo… 

Comunque vedere insieme domani a Roma la Cgil e il mondo cattolico con in testa massimi esponenti della Chiesa come il Cardinale Zuppi, presidente dei vescovi italiani, il M5s e la sinistra radicale, l’Anpi, il Pd che ha sempre sostenuto Zelensky e i giornalisti come Santoro che nei mesi scorsi hanno organizzato iniziative per la pace e per lo stop all’invio di armi (nel nostro piccolo ne abbiamo organizzate e promosse due anche noi, insieme ad altri) è un segnale forte, nonostante le posizioni di partenza siano diverse e in qualche caso in contraddizione.  Come primapagina ci saremo.

m.l.

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