STAZIONE MEDIO ETRURIA: TAVOLO UMBRIA-TOSCANA-RFI PER DECIDERNE L’UBICAZIONE. LA “BUFALA” GALOPPA A TESTA BASSA CONTRO CHIUSI

STAZIONE MEDIO ETRURIA: TAVOLO UMBRIA-TOSCANA-RFI PER DECIDERNE L’UBICAZIONE. LA “BUFALA” GALOPPA A TESTA BASSA CONTRO CHIUSI
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CHIUSI – La bufala galoppa e nessuno la ferma.  Le Regioni Toscana e Umbria, Rete ferroviaria italiana e ministero delle Infrastrutture faranno un tavolo tecnico per stabilire il luogo migliore dove dovrà sorgere la nuova stazione in linea per l’alta velocità detta MedioEtruria. Si sarebbero dati sei mesi di tempo, massimo un anno per decidere.

Il protocollo d’intesa prevede infatti riunioni almeno mensili, per sei mesi, ma potrà essere prorogato per un identico periodo di tempo “sulla base delle risultanze dei lavori”. In particolare il tavolo dovrà analizzare punti di forza e di debolezza di ogni soluzione, tenendo in considerazione “i principali aspetti trasportistici, sociali ed economici”, e valutare tempi e costi.

Le diverse soluzioni sul tavolo sono: Creti-Farneta (Cortona), Terrarossa e Rigutino (Arezzo), Montallese-Tre Berte (vicino Chiusi, ma nel comune di Montepulciano) e pure Bettolle.

Il 30 settembre si è svolta una conferenza stampa congiunta tra le Camere di Commercio di Siena-Arezzo e di Perugia, ad Arezzo, per rilanciare il progetto con tanto di confronto tra le varie soluzione circa i tempi di fermata e dunque il “dispendio di tempo” previsto per far fermare i convogli Av. Che oggi – va detto – già si fermano a Chiusi e ad Arezzo, attraverso interconnessioni con la linea lenta, perdendo in entrambi i casi dai 10 al 13 minuti al massimo.

La Nazione fa sapere che “il Comune di Siena aveva accolto con estremo favore l’avvio di un’azione congiunta tra gli enti camerali dei tre territori, auspicando il superamento dell’antica impasse che ha fin qui impedito di individuare la possibile sede della nuova stazione MedioEtruria. Al contempo il vicepresidente del Consiglio regionale Stefano Scaramelli (Italia viva) da sempre mette sul tavolo con forza l’ipotesi Montallese, che piace anche al sindaco di Chiusi Gianluca Sonnini (Pd): “È l’unico posto raggiungibile con l’auto e con la ferrovia locale, da Siena in 40 minuti si arriva con entrambi i collegamenti, sarebbe la stazione Terre di Siena”. 

Sì, ma Sonnini meno di un mese fa, in un incontro elettorale del Pd, si è espresso a favore della stazione attuale di Chiusi. Ora sembra anche lui propendere per il male minore, o comunque pronto ad accettarlo se colà dove si puote vorranno andare avanti.

Ed ecco che affiora la bufala. Uno degli argomenti principali dei fautori della stazione in linea è che l’utilizzo, come avviene adesso, delle stazioni attuali di Chiusi e Arezzo (tra l’atro recentemente adeguate allo scopo) fa perdere troppo tempo a chi viaggia sull’alta velocità. Quei 10-13 minuti sono considerati una enormità. Ma anche per fermarsi in una nuova stazione in linea i treni dovrebbero decelerare, fermarsi, poi ripartire, non è che si fermano di botto a 300 km orari. E quanto sarebbe il dispendio di tempo? dai 7 ai 10 minuti… Quindi il risparmio complessivo sarebbe di 3-4, massimo 5 minuti. Vale la pena? No. Ovviamente.

Un altro argomento dei supporters della Stazione in linea è che la stazione di Chiusi è un po’ scomoda per l’utenza di Siena perché il treno da Siena a Chiusi ci mette un’ora e mezza e per strada in auto ci vuole almeno un’ora. Ma quanto risparmierebbe l’utente senese se la stazione fosse realizzata a Tre Berte-Montallese? Montallese è più “comoda” per i senesi e quanto?  Dalla stazione di Montallese sulla Chiusi-Siena, ammesso che venga rimessa in funzione, alla stazione in linea ci sarebbero comunque un paio di chilometri, da colmare come? Alla stazione di Chiusi i binari sono affiancati. Chi arriva da Siena può scendere dal pendolino diesel e salire sul Frecciarossa. Si parla poi di collegamenti stradali: il casello A1 Chiusi-Chianciano dista 6 Km dalla Stazione di Chiusi, almeno un paio in più dalla ipotetica stazione in linea, con strada decisamente peggiore. Anche in questo caso il guadagno sarebbe una perdita.

Non solo: la stazione in linea, anche se nascesse a Tre Berte-Montallese, non sarebbe connessa alla linea lenta nel medesimo luogo; servirebbero quindi navette e servizi di trasporto dalla stazione di Chiusi al nuovo impianto. Alla stazione di Chiusi invece i binari sono tutti lì e sono possibili coincidenze per chi viaggia sulla linea Firenze-Roma, senza bisogno di altri spostamenti.

Dall’Umbria è più facile raggiungere Chiusi Scalo o Tre Berte-Montallese? Gli scienziati fautori della MedioEtruria pensano di arrivarci usando quale strada? Da tempo in Umbria si è tornati a parlare del collegamento rapido Perugia-Chiusi, non della Perugia-Tre Berte. Con la stazione a Tre Berte-Montallese, servirebbe la Perugia-Chiusi? No. Ma sarebbe un bene o un male? noi propendiamo per la seconda ipotesi, ritenendo la Perugia-Chiusi, attraverso la realizzazione dell’ultimo tratto della Pievaiola, una arteria strategica di grande valore sia per le imprese che avrebbero uno sbocco all’A1, sia per l’integrazione culturale, scolastica, sportiva, turistica…

La stazione in linea sorgerebbe in aperta campagna, ovvero in mezzo al nulla, avrebbe bisogno di essere accompagnata dalla realizzazione di altre infrastrutture. Con grande consumo di suolo. La stazione di Chiusi non solo consente la connessione immediata con la linea Firenze-Roma e con quella per Siena, ma ha già i posteggi, le autolinee anche per Chianciano-Montepulciano, l’Amiata e per Perugia, ha il servizio Taxi, e poi bar, ristoranti, alberghi, ufficio postale, banche, supermercato, agenzie di autonologgio, negozi per servizi alla persona. Tutto nell’arco di poche decine di metri.

La maggiore “comodità” della stazione in linea rispetto alla stazione attuale è una leggenda metropolitana. Una fake new. La soluzione per servire il sud della Toscana e l’Umbria con l’alta velocità già esiste ed è l’utilizzo delle stazioni di Chiusi e Arezzo. Ovviamente dovrebbe essere istituzionalizzata e resa la fermata a Chiusi non solo temporanea da giugno a dicembre, ma operativa tutto l’anno, senza bisogno di raccomandarsi ai parlamentari del territorio per ottenere la conferma ogni 12 mesi… E andrebbe aumentato il numero delle fermate dei Frecciarossa, oggi si ferma solo una coppia. Ne servirebbero almeno due. Meglio se fossero tre. Per l’utenza attuale e per quella potenziale potrebbero essere più che sufficienti.

Tutto il resto è un balletto sulla pelle di una città (Chiusi) e di un territorio (la Valdichiana, l’Amiata e l’area del Trasimeno in Umbria) che da una stazione in linea in mezzo al nulla verrebbe penalizzato, non aiutato. Chiusi in particolare perderebbe appeal, centralità, perderebbe il ruolo e il peso che ha sempre avuto, dall’Unità d’Italia in poi, sul sistema dei trasporti nella “terra di mezzo”.

La stazione Medio Etruria sposterebbe attenzioni e flussi di persone altrove. Dove? nel nulla.

Durante l’estate scorsa con una serie di iniziative politiche i Comuni del Trasimeno con il sindaco di Castiglione del Lago Matteo Burico in prima fila e lo steso sindaco di Chiusi Sonnini sempre presente e concorde, si sono spesi a favore dell’utilizzo della stazione di Chiusi, avevano anche annunciato – l’ultima volta a Po’ Bandino a settembre in una iniziativa di campagna elettorale del Pd cui parteciparono oltre a sindaci e segretario di partito, anche l’assessore regionale toscano Baccelli e l’on. Verini – un ordine del giorno da presentare in tutti i consigli comunali. Ebbene l’odg nessuno lo ha visto. La “resistenza” alla corsa della bufala sembra essersi affievolita.

Stupisce soprattutto il fatto che a Chiusi in particolare la politica faccia finta di non capire che questa operazione (la MedioEtruria) farà forse arricchire qualche impresa di costruzioni, ma sarà una mazzata mortale per Chiusi, per la sua economia. Che è una operazione CONTRO Chiusi. E non ci guadagnerà nulla neanche il territorio circostante. Che in Chiusi oggi può avere un punto di riferimento, un approdo. A Tre Berte-Montallese avrebbe solo un hub per i viaggiatori più ricchi. In mezzo al nulla.

Adesso che si riunirà più volte il tavolo tecnico per deciderne l’ubicazione, le comunità locali dovrebbero alzare la voce, farsi ascoltare. I soldi del Pnrr vanno spesi, certamente, ma vanno spesi bene non affossati in un’opera faraonica, costosa e del tutto inutile, anzi addirittura dannosa per il territorio. Qualche politico pensa di lucrare consenso mettendosi al petto la medaglietta della nuova stazione, di una nuova grande opera da realizzare coi soldi di Pantalone. Questo è evidente. Basta leggere le dichiarazioni di vari esponenti. La partita non è dove farla la stazione in linea, ma se farla o no. Noi siamo per il NO.

Ha senso una stazione in linea a Rigutino, a due passi da Arezzo e a 30 minuti da Firenze? No.

A Creti-Farneta? Ecco lì almeno c’è la connessione con la Perugia-Bettolle, ma solo quella. Per una cattedrale nel deserto come location sarebbe perfetta. Il paese più vicino sarebbe appunto Farneta, frazione di Cortona con 9 abitanti (5 maschi e 4 femmine). Le stazioni di posta sulla antica via Francigena ne avevano di più…

Ha senso farla a Montallese, a 8 km dalla stazione di Chiusi già idonea allo scopo, piazzandola in mezzo alla campagna, senza servizi e connessioni plausibili? No.

La stazione “Terre di Siena” c’è già ed è quella di Chiusi.  Che anzi è già anche la stazione di una parte dell’Umbria.

Due “frecce” in più e tutto l’anno, e il problema è risolto, con una spesa molto minore. Idem ad Arezzo. Ovviamente le frecce che fermerebbero a Chiusi non fermerebbero ad Arezzo e viceversa.

Oggi ci domandiamo: il Pd e i sindaci del Trasimeno e della Valdichiana sono ancora intenzionati a produrre quell’Ordine del giorno annunciato a gran voce per tutta l’estate? (chi non ricorda le iniziative di Moiano a maggio, Villastrada ad agosto, Po’ Bandino a Settembre?), il segretario del Pd per la Valdichiana Marcello Fallarino è ancora convinto dell’inutilità della stazione in linea e della necessità di puntare invece decisamente sulla stazione di Chiusi? Le forze di minoranza nei comuni del territorio da che parte stanno? E Trenitalia, che non parteciperà al tavolo tecnico interregionale e Rfi, che invece ne farà parte, cosa ne pensano? Davvero, dopo aver speso 7 milioni di euro sulla stazione di Chiusi nel 2017 sono pronte a gettarla al macero per farne una nuova solo per l’alta velocità in mezzo a un campo?

La cittadinanza, i ferrovieri che sono tanta parte del tessuto sociale di questo territorio, gli operatori economici chiusini e dei comuni limitrofi come la vedono? Tutti convinti che andare a prendere il treno alle Tre Berte sarebbe un toccasana?

L’impressione è che la politica sia come ingessata e che senza una spinta dal basso continuerà a balbettare e a barcamenarsi sulla “soluzione migliore” forse per non mettersi contro i piani alti che sembrano voler tirare diritto, sia in Umbria che in Toscana.

Servirà probabilmente una forza di interposizione, un comitato che faccia prendere coraggio anche ai sindaci e ai partiti. Oppure li chiami alle loro responsabilità di fronte ad una scelta che non ha motivazioni plausibili se non il miraggio di una valanga di soldi da spendere in nome di una modernizzazione solo presunta. Per la cronaca la stazione MedioEtruria – dovunque fosse ubicata – non avrebbe neanche un decimo del bacino di utenza che ha la MedioPadana di Reggio Emilia. Lì, forse con un bacino di oltre 2 milioni di abitanti e un pendolarismo forte verso Bologna e Milano, una stazione in linea aveva ed ha un senso. Qui nella media Etruria no. Qui le stazioni di Chiusi e Arezzo bastano e avanzano. Basterebbe aggiustare qualche chilometro di strada, potenziare i collegamenti trasversali e quelli ordinari (intercity, regionali veloci)  e ottenere un paio di fermate in più dei treni Av in entrambe le stazioni. Questo non significa fare una battaglia di retroguardia, significa essere semplicemente realisti.

Attardarsi o adagiarsi sulla scelta dell’ubicazione della nuova stazione vuol dire giocare contro. Chi in  questi anni ha lavorato e ha pure ottenuto risultati per il rilancio della stazione di Chiusi, non può a nostro avviso accodarsi a questa vulgata scellerata e suicida. Un comitato nascerà. Di comitati ne nascono tanti, su temi a volte anche discutibili, questa ci sembra indiscutibilmente una battaglia da fare: per l’economia, per l’ambiente (cioè contro il consumo di suolo), per la difesa di una città, di un territorio, di una stazione che è stata un perno della storia di quest’area a cavallo tra Umbria e Toscana e può benissimo continuare ad esserlo anche come hub per l’alta velocità. Perché già lo è e non è in mezzo al nulla.

M.L.

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