IL PD TENTA LA “REMUNTADA”. QUESTA SERA ENRICO ROSSI A CHIUSI, DOVE PERO’ STA SALTANDO LA COALIZIONE DI MAGGIORANZA E NESSUNO LO DICE.

giovedì 22nd, settembre 2022 / 13:19
IL PD TENTA LA “REMUNTADA”. QUESTA SERA ENRICO ROSSI A CHIUSI, DOVE PERO’ STA SALTANDO LA COALIZIONE DI MAGGIORANZA E NESSUNO LO DICE.
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CHIUSI –  Per il Pd Chiusi deve essere una sorta di fortino. In una campagna elettorale rimasta piuttosto in sordina, il partito di Letta ha portato nella città di Porsenna Elli Schlein, Laura Boldrini e stasera arriverà anche Enrico Rossi. Tre pezzi da novanta. Rossi parlerà in piazza Garibaldi, allo Scalo, alle ore 21,00. Con lui anche il segretario senese del partito Andrea Valenti. Letta, ieri prima a Livorno, poi a Siena, ha parlato di “remuntada”, e le due piazze piene hanno ridato speranza al popolo Pd.

A Chiusi si è fatto vedere anche il candidato del territorio Silvio Franceschelli, sindaco di Montalcino ed ex presidente della Provincia, il quale però è rimasto un po’ più defilato (volantinaggi al mercato, ma non comizi). Il partito fa appello all’ultimo sforzo per cercare di arginare l’avanzata di Giorgia Meloni e della destra, ma c’è chi considera ormai di destra anche il Pd, e tra questi pure alcuni alleati del Pd a livello locale. E quello che solo un anno fa fu sbandierato come un “laboratorio politico da prendere a modello sul piano nazionale”, cioè una nuova coalizione più larga della precedente e aperta al M5s, al Psi e alle varie componente a sinistra del Pd, è già naufragato. I Podemos infatti non solo in questi mesi hanno a più riprese espresso posizioni diverse dal Pd (sulla guerra e sull’invio di armi in particolare, ma non solo), ma qualche giorno fa hanno anche dichiarato il proprio sostegno a Unione Popolare, formazione alternativa e concorrente rispetto al Pd. E’ singolare che il Pd non abbia avuto nulla da dire in proposito, che non abbia accennato alcuna reazione. Di fatto l’unica componente eletta in Consiglio comunale nella maggioranza insieme al Pd, prende le distanze, dichiara di votare per una lista concorrente e si mette praticamente fuori dalla coalizione e il Pd tace. Non è normale. E il fatto che ci sia la campagna elettorale non può essere una scusa plausibile.

Ma non solo i Podemos, anche i Socialisti sarebbero sul punto di abbandonare la nave, insoddisfatti per come sono andate le cose e – pare – insoddisfatti e per nulla convinti della candidatura di Franceschelli. Insomma, dopo la defezione di Marco Nasorri che si è dimesso ormai da mesi da coordinatore della coalizione (e nessuno lo ha sostituito), dopo le frattura conclamata coi Podemos e le fibrillazioni dei socialisti, il 26 settembre il Pd potrebbe ritrovarsi solo soletto, senza più alleati. Anche i 5 Stelle, dopo la rottura Letta-Conte e l’abbandono del “campo largo”, sono tutt’altro che allineati. Il risultato elettorale può accelerare o frenare l’evoluzione degli eventi. Ma che il quadro politico locale sia mutato rispetto al 2021 è evidente.

Tra l’altro la componente Possiamo ha due consiglieri, se dovessero passare all’opposizione nella maggioranza si aprirebbe una falla non da poco, con il rischio del 6-6 in aula e il sindaco unico voto di differenza. Non una bella prospettiva.

Qualcuno, già nei mesi passati ipotizzava un “cambio della guardia” coi Podemos fuori e il gruppo consiliare Barbanera-Jagher (sponsorizzato da Italia Viva) dentro. Ma anche questa è un’ipotesi non semplicissima da realizzare. Claudia Jagher è data infatti come vicina al partito di Luigi Brugnaro che fa parte della coalizione elettorale del Centro Destra ed ha come candidato alla Camera anche Gaetano Gliatta, uno dei promotori dell’altra lista di opposizione Chiusi Futura. Potrebbe insomma nascere qualche confusione…

Inevitabile una verifica delle posizioni nella maggioranza, ma anche tra le opposizioni. Verifica che si annuncia piuttosto “calda”. Poi se il Pd dovesse vincere le elezioni o “perdere di misura” il clima potrebbe essere diverso da quello che potrebbe seguire a una sconfìtta rovinosa. In quest’ultimo caso la verifica dovrebbe farla qualcun altro. L’allenatore che perde clamorosamente, per errori propri, di solito non arriva alla partita successiva.

M.L.

Nella foto Letta e Valenti alla manifestazione Pd di ieri a Siena

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