RAFFAELLO A DUE PASSI. UN DIPINTO DEL GRANDE PITTORE A PANICALE

domenica 16th, gennaio 2022 / 11:47
RAFFAELLO A DUE PASSI. UN DIPINTO DEL GRANDE PITTORE A PANICALE
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Si chiude oggi a Perugia la mostra Fortuna e mito di Raffaello in Umbria, dedicata al celebre pittore rinascimentale Raffaello Sanzio (Urbino 1483 – Roma 1520).
Per celebrare i cinquecento anni dalla sua scomparsa l’Umbria ha voluto omaggiare la figura del pittore attraverso mostre ed eventi che vedono come protagonista la sua arte sublime e quella di tutti coloro che hanno sentito e colto la sua influenza lavorando in questo territorio.
Genio della pittura, garbato e brillante, Raffaello Sanzio esprime nelle sue opere una potenza espressiva ineguagliabile; è stato il più grande disegnatore della sua epoca.
Il suo è un universo costellato da capolavori unici, donne magnifiche raffigurate come stelle brillanti dotate di classe e grazia perfetta.
Nei diversi periodi professionali della sua vita non è mai stato uguale a se stesso; nella fase di esordio è possibile osservare nei suoi lavori il suo attaccamento a Pietro Vannucci, detto il Perugino, con il quale lavorò a Perugia dove nella cappella di San Severo risiede l’affresco La Trinità e i Santi.
Durante il suo soggiorno fiorentino Raffaello entrò in contatto con il Classicismo di Botticelli, osservò con attenzione i particolari de La Primavera così che anche le sue figure cominciarono ad alleggerirsi e ad acquisire una sensazione di movimento attraverso la rappresentazione del vento che muove gli abiti e scompiglia i capelli.
In questa fase il suo Rinascimento ruggisce attraverso i volti angelici e delicati dei personaggi che rappresenta.
La grazia e la virtù incastonate nella tela danno a chi le guarda la sensazione di toccare la bellezza eterna.
Egli è stato il primo pittore a convincere le donne che ritraeva a posare per lui senza veli; i suoi sono stati i primi nudi dell’epoca moderna (sappiamo anche come andava a finire, la morte prematura a soli 37 anni dovuta ad eccessi sessuali, lo racconta senza equivoci. Ma questo ovviamente non svilisce la grandezza del pittore e delle sue opere).
E’ proprio a Firenze infatti che Raffaello acquista la sua fama di ritrattista, sono di questo periodo la famosa Dama con il liocorno e tutti quei ritratti a mezzo busto che lo hanno reso famoso in tutto il mondo.
Le sue donne, siano esse Madonne, aristocratiche o comuni vengono rappresentate con contegno ed eleganza, sempre composte ed in equilibrio assoluto.
I loro volti ovali e genuini, che richiamano soavemente tratti angelici, emanano grazia e purezza attraverso la forza armonica del colore.
Anche nel nudo queste dame trasmettono consapevolezza ed orgoglio per ciò che sono attraverso lo sguardo, che è sempre sostenuto, fiero e mai sfuggente. (Si osservino: La Gravida, La Velata, La Fornarina).
Ammirare Raffaello e cogliere la sua ossessionata ricerca per la bellezza è possibile, sì può scegliere di raggiungere Perugia, Firenze o Roma dove lui lavorò gli ultimi anni della sua vita grazie alla chiamata di Papa Giulio II e per il quale affrescò le stanze papali con la meravigliosa Scuola di Atene. Anche a Città di Castello si trovano opere del grande pittore, soprattutto del periodo giovanile (una bella mostra si è chiusa domenica scorsa).
Presso Panicale, uno dei borghi più belli d’ Italia, nella Chiesa di San Sebastiano, è possibile vedere  (1504 ca), dipinto recentemente attribuito proprio a Raffaello. Nella stessa chiesa si può ammirare anche il “Martirio di San Sebastiano” del suo maestro, il Perugino…
In un tripudio di colori, equilibrio e armonia, la Madonna e Gesù abitano il paradiso. Raffaello attraverso morbide pennellate dà corpo ad una situazione metafisica che coinvolge l’osservatore trasportandolo in una dimensione altra, dove sembianze di angeli nascenti, cherubini e serafini, spuntano ovunque per celebrare la presenza della Vergine e di suo figlio. Altri spiriti trasfigurano verso l’alto quasi a voler indicare una potenza superiore che vige al di sopra di tutto.
Apollineo e dionisiaco si fondono in questo capolavoro, dove il rigore perfetto delle forme rappresentate e l’equilibrio ricercato dalla mano del pittore vengono soavemente accompagnati dalla melodia degli angeli che, assorti nel loro compito, non si curano di chi li osserva.
Guardando attentamente la posizione delle loro dita è possibile intendere gli accordi e attraverso l’intuizione della musica si può conferire movimento e vita all’opera stessa.
Maria invece con il suo volto ovale e perfetto, l’espressione delicata e sognante, sostiene l’occhio attento dell’osservatore in tutta la sua elegante e statuaria bellezza creando un incrocio sublime di sguardi dove l’incanto della grazia piano piano lascia spazio all’umana pietà ed invita all’amore universale che unisce gli uomini a Dio.
Sono passati più di cinquecento anni da quando il giovane ragazzo venuto da Urbino si soffermò a Panicale per dimostrare il suo valore; la sua arte ha attraversato 5 secoli ed è ancora lì per scuotere i nostri sensi e per mostrarci di quale grande Rinascimento è stato capace Raffaello Sanzio, facciamoci un salto, ne varrà sicuramente la gioia. Se Parigi val bene una messa, Panicale val bene una gita…
Paola Margheriti

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