CHIUSI, IL PD CONFERMA SIMONA CARDAIOLI ALLA SEGRETERIA. MICHELETTI E AGOSTINELLI PRENDONO IN MANO DUE CIRCOLI

lunedì 06th, dicembre 2021 / 15:51
CHIUSI, IL PD CONFERMA SIMONA CARDAIOLI ALLA SEGRETERIA. MICHELETTI E AGOSTINELLI PRENDONO IN MANO DUE CIRCOLI
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CHIUSI – Nel week end scorso in quasi tutti i comun della Provincia di Siena si sono svolti i congressi locali del Pd.  Chiusi, che nel mese di ottobre, ha rinnovato anche l’amministrazione e il consiglio comunale, non ha fatto eccezione.  L’assise del partito di maggioranza si è svolta, a Chiusi, presso il circolo di Chiusi Scalo e ha registrato una buona partecipazione. Anche nella città di Porsenna il voto sul segretario provinciale ha visto prevalere largamente il segretario uscente Andrea Valenti sullo sfidante Pippo Lambardi…

Per quanto riguarda invece il rinnovo degli organismi locali il Pd chiusino sembra aver archiviato le diatribe interne che hanno segnato l’ultimo anno e mezzo e culminate con la defenestrazione del sindaco uscente Juri Bettollini e il sostegno dato ad una nuova e inedita coalizione con le ex opposizioni Possiamo e M5S, e non più solo con il Psi.

A livello locale, il Pd non ha voluto farsi del male e al congresso non ha ingaggiato un nuovo braccio di ferro. Si è sostanzialmente accomodato sulla linea espressa nella campagna elettorale amministrativa. La leadership di Simona Cardaioli non è stata messa minimamente in discussione. La segretaria uscente era l’unica candidata alla segreteria dell’Unione Comunale ed è stata dunque riconfermata. Ciò anche perché, evidentemente, nessuna candidatura alternativa è stata messa sul piatto. Il che, dopo  ciò che è successo nelle consultazioni pre-elettorali è abbastanza anomalo, è come se la polvere e la spazzatura fossero state riposte sotto il tappeto. Ma il clima nel Pd di Chiusi è da più di un anno un po’ sovietico e la cosa non meraviglia più di tanto. I bettolliniani si sono chiamati fuori e non hanno dato battaglia.

Due novità abbastanza rilevanti però il congresso locale del Pd le ha registrate. Si tratta dell’assuzione di responsabilità nel partito da parte di Andrea Micheletti e di Simone Agostinelli, rispettivamente ex assessore ai lavori pubblici ed ex capogruppo. Il primo è stato eletto segretario del circolo di Chiusi Scalo, il più importante, strategico e decisivo e il secondo del circolo di Montevenere, quello dello “zoccolo duro” e dell’ala che si è rivelata più intransigente in funzione antibettollini nei mesi scorsi…

Micheletti prende il posto di Enzo Gaudiano, un giovane macchinista ferroviere arrivato 4 anni fa dal Sud, precisamente da Matera e subito arruolato, ma rimasto per sua stessa ammissione un po’ “spaesato” e sorpreso e amareggiato dalle divisioni e dalle polemiche che hanno spaccato il Pd come un cocomero… Agostinelli invece  prende il posto di Fiorella Fanciulli, una della vecchia guardia, fedelissima di Simona Cardaioli.

Ora che non hanno più, nessuno dei due, ruoli istituzionali e amministrativi potranno dedicarsi a ricostruire il partito e a ricreare intorno ad esso un clima più sereno ed inclusivo. Parole loro.  Il Pd che li ha voluti entrambi fuori dalla nuova amministrazione, adesso se li ritrova in una posizione rilevante. Entrambi nella segreteria comunale del partito, insieme a Simona Cardaioli, Paolo Giglioni (Macciano), Roberto Damiani (Chiusi città) e Irene Vannuccini (Montallese).

Vedremo cosa succederà. Intanto il Pd chiusino dovrà gestire le fibrillazioni della nuova coalizione che guida il Comune e della quale per ora ha perso il timone, dato che il coordinamento del centro sinistra è stato affidato, per un anno, a Marco Nasorri, di Sinistra Civica ed Ecologista.

Non solo: anche l’alleato principale, Possiamo, morde il freno. In un comunicato affidato a facebook, i Podemos non nascondono una certa loro amarezza  per l’esclusione dall’esecutivo: “Non è stato facile per il nostro gruppo – scrivono i Podemos – far comprendere che, dopo i cinque anni passati all’opposizione, i contenuti della nostra proposta erano contenuti costruttivi, privi di qualsivoglia volontà di essere contro qualcosa o contro qualcuno, crediamo che non sia stata compresa la nostra voglia di proporre e di lavorare a favore di una prospettiva futura. Questa paura, assolutamente infondata, è sfociata nella nostra esclusione da incarichi all’interno della giunta comunale, nonostante ciò, coerentemente con le nostre vere intenzioni e lealmente con gli impegni presi abbiamo proseguito nell’ impegno fuori e dentro le istituzioni, senza alcuna rivendicazioni. Continueremo a lavorare con l’obiettivo di incentrare l’azione amministrativa su metodi di condivisione e nella totale trasparenza delle scelte. Ci auguriamo che l’istituzione del coordinamento politico tra le forze della coalizione, possa dare la giusta spinta agli amministratori del nostro comune”.

“Nonostante ciò… rimaniamo dove siamo…” questa la sintesi estrema della nota di Possiamo.

Una posizione quella dei Podemos che ricorda la famosa battuta del “compagno Ferrini” nella storica trasmissione di Arbore “Quelli della Notte” del 1985: “Non capisco, ma mi adeguo”. Atteggiamento tipico di quei comunisti sempre allineati e coperti con le scelte del partito…

Per ora i Podemos non capiscono e non gradiscono l’esclusione dalla giunta, ma si adeguano e restano leali e fedeli. Ma per quanto ancora lo faranno? 

Quanto al Pd, sia la segretaria Cardaioli che altri esponenti hanno sottolineato sui social la buona partecipazione registrata dal congresso del partito, sabato scorso, hanno ringraziato chi si è dato da fare, hanno sottolineato l’impegno e il sostegno di Andrea Valenti e dei vertici provinciali, ma poco o niente hanno spiegato su quali temi il Pd intende puntare, su come intende muoversi per il rilancio della città, sulle politiche di area, ma anche sulla ricostruzione del partito, che ha dato un segnale di esistenza in vita, ma non si sa quanto sia in salute…

Per esperienza e conoscenza della situazione, ma anche per i rapporti che entrambi hanno con vari mondi nella comunità locale, Micheletti e Agostinelli potranno forse imprimere una svolta verso un partito meno brezneviano nei metodi e negli atteggiamenti. Non vogliamo dire verso in Pd più rock o con le… bollicine, per intenderci, ma almeno non chiuso a riccio su se stesso come è stato negli ultimi 24 mesi…  Prima era del tutto inesistente.

Non sappiamo se il Pd tenterà, ora che i giochi per il Comune sono fatti,  anche di arrivare ad una tregua o meglio ad una riconciliazione-pacificazione interna con la componente ex bettolliniana. Forse è ancora presto, forse lo scontro che si è verificato, non è ancora del tutto metabolizzato. Ma la politica è fatta anche di queste cose. Di passaggi stretti e pieni di buche… Non si sa nemmeno se e quanto reggerà la nuova coalizione. Potrebbe anche non reggere a lungo, ma in un quadro nuovo e in generale scomposizione-ricomposizione, la coalizione di centro sinistra potrebbe  anche ritrovarsi, tra non molto, a perdere qualche pezzo o a diventare un monocolore: tutti sotto le insegne del Pd. Se anche il Pd non “tracolla” prima e non si fa male da solo, come spesso è successo.

M.L.

 

 

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